
Arc. 3195: Bersaglieri: Maggiore del 6° Reggimento Bersaglieri in piccola uniforme mod. 1871 – 1882. Fotografia formato 21 x 10,5. Fotografo: G. Incorpora – Palermo.

Arc. 3113: Bersaglieri: Sottotenente in in piccola uniforme mod. 1871 – 1882. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 3118: Bersaglieri: De Paoli Gaetano in piccola uniforme da Sottotenente del 6° Reggimento Bersaglieri mod. 1871 – 1882 (16 marzo 1848 – Verona 1906). Sottotenente nel 6° Reggimento Bersaglieri il 26 agosto 1873, divenne Capitano prima nel 94° e poi nel 45° Reggimento Fanteria l’11 ottobre 1885. Maggiore il 24 dicembre 1896, venne promosso Tenente Colonnello il 29 settembre 1900. Aiutante di Campo Effettivo del principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia il 10 novembre 1897, fu Aiutante di Campo Effettivo del Re dal 30 luglio 1900 al 24 novembre 1901 poi Onorario nel 47° Reggimento Fanteria. Fotografia formato gabinetto. Fotografo: F.lli Vianelli – Venezia.

Arc. 2805: Bersaglieri: Vassalli Giulio Cesare in grande uniforme da Colonnello Comandante dell’11 Reggimento Bersaglieri Aiutante di Campo Onorario del Re ( Torino 13 febbraio 1834 – Torino 18 febbraio 1910). Entrato all’Accademia Militare di Torino il 12 novembre 1850, uscì il 5 maggio 1856 Sottotenente dei Bersaglieri. Capitano nel 4° Bersaglieri il 20 ottobre 1860, fu all’assedio di Civitella del Tronto meritandosi la Croce di Cavaliere dell’Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro. Meritò nei moti di Palermo del 1866 la Menzione Onorevole. Venne poi comandato nel Corpo di Stato Maggiore e venne poi promosso Maggiore dei Bersaglieri il 24 marzo 1872, Tenente Colonnello il 30 maggio 1878 e Colonnello Comandante del 46° Reggimento Fanteria e Aiutante di Campo Onorario del Re ( 4 gennaio 1880) il 10 dicembre 1882. Il 16 settembre 1883 venne posto al comando dell’11° Bersaglieri e il 29 gennaio 1891 fu promosso Maggior Generale Comandante la Brigata Alpi. Il 1° gennaio 1897 venne collocato in Posizione Ausiliaria, il 3 marzo 1898 ottenne il grado di Tenente Generale e il 1° febbraio 1910 fu trasferito nella Riserva. Fotografia formato 19,2 x 10. Fotografo: Montabone – Firenze
Onorificenze
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Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia |
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Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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Civitella del Tronto – 1860 |
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Menzione Onorevole |
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Palermo 1866 |
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Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d’Indipendenza |
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2 barrette |

Arc. 918: Bersaglieri: Bruti conte Bruto in grande uniforme da Colonnello Comandante del 6° Reggimento Bersaglieri (San Genesio 1835 – Montefiore dell’Aso 1918). Sottotenente di Fanteria nell’Esercito Toscano nel 1856 partecipò nel Battaglione volontari alla campagna del 1859; entrato a far parte del regio esercito con il grado di Capitano il 27 febbraio 1860 si distinse durante la campagna per la pacificazione dell’Italia Meridionale, meritandosi una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Confermò il suo valore nella campagna del 1866 ottenendo la medaglia di Bronzo al Valor Militare a Custoza il 24 giugno. Promosso Maggiore il 14 gennaio 1869, ottenne il grado di Tenente Colonnello e il comando del 2° Reggimento Fanteria il 25 febbraio 1877. L’8 novembre 1880 venne promosso Colonnello Comandante il 63° Reggimento Fanteria e il 2 gennaio 1881 passò al comando del del 6° Reggimento Bersaglieri. Colonnello Brigadiere il 28 aprile 1887 comandò la Brigata Venezia e il 2 ottobre 1887 ottenne il grado di Maggior Generale, fu Ispettore Generale dei Bersaglieri il 17 dicembre 1891 e Tenente Generale l’8 marzo 1894. Comandò la Divisione Chieti il 13 gennaio 1895 e fu Comandante Generale dei CC.RR. il 16 luglio 1897 per poi passare in Posizione Ausiliaria il 16 febbraio 1900. Il 19 marzo 1903 venne collocato nella Riserva. Fotografia formato gabinetto. Fotografo: A. Mauri – Napoli.
Onorificenze
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia |
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Medaglia d’argento al valor militare |
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Campagna della Bassa Italia 1860 |
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Medaglia di bronzo al Valor Militare |
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Custoza 24 giugno 1866 |
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Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d’Indipendenza (3 barrette) |
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Arc. 632: Bersaglieri: Amatore Michelangelo Maria Maurizio noto come Michele Amatore in grande uniforme da Capitano dei Bersaglieri (Montagne di Nuba, 1826 – Rosignano Monferrato, 7 luglio 1883). Conosciuto anche come Sulayman al-Nubi, Amatore ricordava che il nome di suo padre era Bolingia ed il suo nome di nascita era Quetto. Sua madre si chiamava Siliando e dopo di lui era nato un fratello minore di nome Sarin e due sorelle più piccole. Secondo quanto riportato dallo stesso Amatore nelle sue memorie, egli nacque in Sudan, nel villaggio di Commi, non distante dal villaggio di En Nahud, nella provincia di Kordofan. Venne catturato nel 1832, quando aveva all’incirca sei anni, durante una razzia di schiavi operata dall’Esercito egiziano sui Monti Nuba, in Sudan. Quetto venne quindi portato al mercato degli schiavi di Khartum perdendo di vista i restanti membri della sua famiglia e da qui affidato a dei jallab locali. Trasferito a Il Cairo, Quetto venne comprato dal casalasco Luigi Castagnone, all’epoca protomedico del viceré d’Egitto, Mehmet Ali. Sotto la guida di Castagnone, il giovane ricevette un’educazione di base ed apprese i primi rudimenti della fede cattolica, iniziando inoltre lo studio della lingua italiana. Nel 1837, Quetto, Castagnone e l’amico fidato del medico, il cavaliere Maurizio Bussa, si trasferirono in Piemonte. Stabilitosi nel Regno di Sardegna, prese residenza con il Bussa a Quattordio, nell’alessandrino, dove venne avviato al catechismo presso il parroco locale ed il 10 giugno 1838 Quetto venne battezzato nella chiesa parrocchiale di Quattordio dal vescovo di Asti, Michele Amatore Lobetti, da cui appunto prese il proprio nome, ricevendo contestualmente anche la prima comunione e la cresima. Poco dopo ottenne ufficialmente la cittadinanza piemontese. Nel 1838, secondo la testimonianza raccolta dal suo biografo, Michele Lessona, Amatore sentì il bisogno di ritornare in Egitto con l’intento di iniziare attività commerciali grazie all’appoggio delle conoscenze del padre adottivo Luigi Castagnone tramite cui ottenne i primi contratti di lavoro. Con lo scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza, Amatore decise di lasciare l’Egitto ed arruolarsi come volontario nell’esercito sabaudo; per fare ciò si imbarcò dal Cairo alla volta di Livorno e da li giunse poi a Genova dove si arruolò nel corpo dei bersaglieri e destinato, l’8 agosto 1848, a Casale Monferrato nella 4ª Compagnia del 1º Battaglione. Durante il primo periodo in cui fu in servizio, perfezionò i propri studi con l’aggiunta di geometria, aritmetica e francese, lingua necessaria a capire i comandi degli ufficiali piemontesi dell’epoca. Per i suoi sforzi venne premiato e il 1º gennaio 1849 ricevette il grado di sottocaporale, passato a quello di caporale già dal 1º marzo di quello stesso anno. Con questo grado prese parte alla Battaglia di Novara del 23 marzo e poi si diresse a Genova per la repressione dei moti locali scoppiati in quell’anno, dal 5 all’11 aprile. Per il valore dimostrato durante i combattimenti di Genova, Amatore ricevette una Medaglia d’Argento al Valor Militare e venne promosso sergente. Nel 1859, Michele Amatore prese parte alla Seconda Guerra d’Indipendenza dove combatté nella Battaglia di San Martino dove ancora una volta mostrò un valore eroico tale da farlo promuovere al termine del combattimento al rango di Sottotenente, poi il 2 maggio 1860 ottenne la promozione a Tenente ed infine nel 1863 venne promosso Capitano, nel 3º Reggimento Bersaglieri. Con quest’ultimo grado prese parte nel 1866 alla Terza Guerra d’Indipendenza ove ottenne la Croce di Bronzo prussiana. Nel 1866, Amatore prese parte alla repressione dei moti di Palermo e Monreale, in Sicilia dove rimase in tutto tredici anni occupandosi dapprima della repressione del brigantaggio e poi distinguendosi, durante l’epidemia di colera in Sicilia, per l’apporto dato personalmente alla popolazione locale in collaborazione con l’arcivescovo di Monreale, Benedetto D’Acquisto, venendo per questo decorato da re Vittorio Emanuele II con la Medaglia ai Benemeriti della Salute Pubblica. Nel 1871 venne assegnato all’8º Reggimento Bersaglieri a Palermo, ma già dal 1879 si trovava a Milano ove si sposò con Rosetta Brambilla da cui però non ebbe figli. Nel 1880 si pensionò dall’esercito a causa di problemi legati alla vista e si trasferì a Rosignano Monferrato, paese natale del suo padre adottivo, dove morì il 7 luglio 1883. Venne sepolto nel cimitero locale, non lontano dalla tomba del dott. Castagnone. Fotografia CDV. Fotografo: G. Rossi – Milano.
Onorificenze
Onorificenze italiane
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Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia |
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Medaglia d’argento al valor militare (sul campo) |
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«Per essersi distinto nel ristabilimento dell’ordine nella città di Genova, nei giorni 3 e 4 aprile precedenti.» 13 luglio 1849 |
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Menzione onorevole al valor militare |
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«Per essersi distinto nella lotta al brigantaggio.» 1866 |
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Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d’Indipendenza (3 barrette) |
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Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia |
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Medaglia di bronzo ai benemeriti della salute pubblica |
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Onorificenze straniere
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Croce al merito militare di Prussia (Prussia) |
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1866 |
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Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859 (Francia) |

Arc. 1638: Bersaglieri: Fara Gustavo in grande uniforme da Colonnello Comandante dell’11° Reggimento Bersaglieri ( Orta 18 settembre 1859 – Genova Nervi 24 febbraio 1936). Allievo alla Scuola Militare il 1° ottobre 1876, venne promosso Sottotenente nell’8° Bersaglieri il 31 luglio 1879. Tenente il 25 dicembre 1881, passò al 12° Bersaglieri il 16 settembre 1883 e fu insegnante alla Scuola Militare di Modena dal 10 dicembre 1883 all’11 settembre 1887. Capitano nel 4° Bersaglieri l’8 aprile 1888, Fara chiese di essere assegnato come volontario per le colonie italiane in Africa e nell’ottobre di quello stesso anno partì alla volta dell’Eritrea, dove nel gennaio dell’anno successivo venne assegnato come comandante della 3ª compagnia di ascari, partecipando alla marcia su Asmara. Combatté ad Agordat nel 1890, fatto che gli valse la croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Nell’azione, il Fara riuscì a cogliere di sorpresa i nemici che stavano avanzando verso il mare e minacciavano di occupare la colonia Eritrea comandata dal Generale Orero: il Fara inviò due compagnie di àscari a rafforzare le file del Maggiore Cortese col quale si diresse all’attacco di Dega, bloccando i nemici alla gola di Damatai, appunto presso Agordat dove avvenne lo scontro dove fu possibile inoltre recuperare il bottino razziato a Beni Amer e liberare diversi prigionieri. Ammalatosi di malaria nel 1891, venne costretto a rientrare in patria dove, dopo essere guarito, venne destinato al 18º Reggimento Bersaglieri e si sposò il 30 agosto 1893 con Giulia Mazzoni. Promosso Maggiore il 21 dicembre 1899, ottenne il comando del XXXIV battaglione del 10º Reggimento Bersaglieri, raggiungendo il grado di Tenente Colonnello il 29 giugno 1905. Il 28 giugno 1906 passò nel 1° Reggimento Bersaglieri, il 29 settembre 1907 al 7° Reggimento e il 1° luglio 1910 venne promosso infine Colonnello ed ottenne il comando dell’ 11º reggimento Bersaglieri. Considerata l’esperienza da lui acquisita con la guerra d’Eritrea e per la distinzione acquisita sul campo di battaglia, Gustavo Fara prese parte in seguito alla guerra libica (1911-12) guidando l’11º Reggimento Bersaglieri nella battaglia di Sciara Sciatt, dove guidò la resistenza del forte di Henni impedendo che la sconfitta si tramutasse in una rotta. Il Generale Pecori Giraldi che aveva assunto il comando dell’oasi di Ain Zara il 18 dicembre lanciò un’operazione contro l’oasi di Bir Tobraz (14 km a sud di ʿAin Zara). Al Generale italiano era giunta la notizia che alcuni capitribù di arabi che aveva giurato fedeltà all’Italia erano stati presi prigionieri da altri arabi ostili pertanto decise di inviare una spedizione di soccorso nell’oasi di Bir Tobraz dove presumeva fossero stati portati come prigionieri. Senza informare il Generale Caneva Pecori-Giraldi inviò 11º Reggimento Bersaglieri del Colonnello Fara in missione con circa 3.000 uomini. La spedizione partì durante la notte nella speranza di attaccare il campo nemico all’alba ma le guide locali che erano state assegnate non trovarono l’obiettivo e il reparto vagò per sette ore nel deserto finché non trovò l’accampamento nemico. Gli italiani decisero allora di attaccare ma si portarono contro il versante sbagliato dell’accampamento e presto si trovarono presi tra due fuochi. A questo punto Fara decise di disimpegnare il reparto e assunta formazione a quadrato respinse gli attacchi nemici per tutto il giorno finché all’approssimarsi della notte gli arabi si ritirarono. La colonna italiana iniziò la veloce ritirata verso Ain Zara abbandonando tutto il materiale inutile e anche i corpi dei caduti. Sulla strada di ritorno la colonna Fara intercettò una Brigata di soccorso che si era persa anch’essa. Il resoconto della spedizione attirò dure critiche contro il Generale Pecori Giraldi che aveva voluto l’azione e a seguito di una inchiesta fu sollevato dall’incarico nel febbraio 1912. Il generale reagì attribuendo le colpe a Fara. Il Generale Luigi Cadorna venuto a conoscenza delle accuse mosse da Pecori Giraldi al suo sottoposto lo accusò di incompetenza e raccomandò la promozione a generale per il Colonnello Fara che definì “un vero soldato“. Fara fu poi promosso a Maggior generale per meriti di guerra IL 25 dicembre 1911. Il 31 marzo 1912 fu iniziato in Massoneria nella loggia napoletana del Grande Oriente d’Italia Figli di Garibaldi, ma frequentò la loggia appena pochi mesi. Terminata la guerra in Libia, il 26 marzo 1913 il Fara venne prescelto per assumere il comando della Brigata “Friuli”, abbandonando contestualmente la massoneria dimissionando dalla Loggia “Darwin” di Napoli, all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, della quale era membro. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, Gustavo Fara al comando della 24ª divisione di stanza in Carnia e il 1° agosto 1915 venne promosso Tenente Generale per poi passare al comando della 4ª divisione, con la quale prese parte alla presa di Sabotino (24 ottobre 1915), ove rimase ferito. Rimessosi dalle ferite, chiese di essere rinviato al fronte al comando della 19ª divisione, con la quale contribuì a controbattere all’offensiva lanciata dagli austriaci in Val Lagarina. Si distinse con la 14ª divisione a Monfalcone (4 agosto 1916) ove si meritò una medaglia d’argento al valor militare. L’abilità del Fara ad ogni modo emerse in maniera preponderante nelle ultime fasi della Grande Guerra: nell’agosto del 1917 costituì la 47ª Divisione Bersaglieri con la quale prese parte all’undicesima offensiva dell’Isonzo, riuscendo ad oltrepassare il fiume ed a raggiungere l’altopiano della Bainsizza, ottenendo il grado di Commendatore dell’Ordine militare di Savoia. Nell’ottobre di quello stesso anno combatté sul Monte Grappa e dal 1918 ottenne il comando della 23ª Divisione Bersaglieri, segnalandosi sul Piave e sul Paradiso, ove ottenne altre onorificenze. Con la fine del conflitto, nel gennaio del 1919 venne assegnata la Divisione Territoriale di Firenze, ma già il 1° marzo 1920 venne messo a Disposizione. Il 10 luglio dello stesso anno venne collocato in Posizione Ausiliaria. Il 18 settembre 1928 venne promosso Generale di corpo d’Armata in Riserva. Dopo la sua messa a riposo, il Generale Fara decise di ritirarsi nella sua residenza estiva di Nervi ove si avvicinò al mondo politico. Vicino al nascente fascismo, si fece promotore del primo Fascio di Combattimento di Nervi costituito nel 1921 in occasione delle elezioni amministrative ma aderì ufficialmente al movimento il 2 maggio 1922. Nel settembre del 1922 incontrò per la prima volta Emilio De Bono e Benito Mussolini, ricordando a quest’ultimo di essere stato il comandante dell’11º reggimento nel quale egli stesso aveva militato e di essere pronto a supportare la causa d’insurrezione del movimento fascista. Per questi motivi partecipò alla marcia su Roma nell’ottobre del 1922 insieme alla colonna di Ulisse Igliori, e divenne Luogotenente Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, nonché Ispettore Generale della stessa milizia. Tra il 1924 e il 1925 fu anche regio commissario all’Aquila, dopo che il sindaco liberale Vincenzo Speranza lasciò la carica per contrasti con il nuovo regime. Fu nominato Senatore del Regno il 22 dicembre del 1928. Fotografia formato 13 x 8,5. Fotografo: Comoletti
Onorificenze
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Grande ufficiale dell’Ordine militare di Savoia |
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11 novembre 1920 |
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Commendatore dell’Ordine militare di Savoia |
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31 agosto 1917 |
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Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia |
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24 agosto 1890 |
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Medaglia d’oro al valor militare |
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«Per le eminenti qualità di soldato ardimentoso e brillante sotto il fuoco nemico spiegate e prima dopo la sua promozione per merito di guerra, nei numerosi combattimenti della campagna di Libia a cui prese parte.» Ain Zara – 4 dicembre 1911. |
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Medaglia d’argento al valor militare |
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Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia |
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8 marzo 1900 |
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Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia |
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28 dicembre 1911 |
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Grand’Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia |
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3 giugno 1916 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia |
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3 giugno 1916 |
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Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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12 gennaio 1911 |
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Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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15 gennaio 1914 |
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Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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24 luglio 1919 |
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Grand’ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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14 settembre 1920 |
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Grand’ufficiale dell’Ordine coloniale della Stella d’Italia |
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29 gennaio 1925 |
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Medaglia mauriziana al merito militare di dieci lustri |
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Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni) |
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Croce al merito di guerra |
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Medaglia a ricordo della campagna d’Africa |
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Medaglia commemorativa della guerra italo-turca |
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Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) |
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Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia |
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Medaglia commemorativa della Marcia su Roma, oro |
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28 ottobre 1922 |
RISERVA DEI BERSAGLIERI

Arc. 805: Riserva dei Bersaglieri: Maggiore della Riserva in grande uniforme. Fotografia formato gabinetto. Fotografo: C. Capitanio – Brescia.
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