
Arc. 1491: Mosaico fotografico raffigurante la Casa Imperiale tedesca. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1713: Federico Guglielmo I di Hohenzollern (Berlino, 14 agosto 1688 – Potsdam, 31 maggio 1740). Nacque il 15 agosto 1688, figlio unico dell’allora elettore, più tardi re Federico I, e da Sofia Carlotta di Hannover. Era, a differenza dei genitori, di indole completamente tedesca, duro e soldatesco, senza alcun interesse intellettuale. Negli ultimi anni del regno di suo padre si era messo a capo di un’opposizione contro il sistema amministrativo-finanziario del padre, sistema di dissipazione e di favoritismi. Subito dopo la sua assunzione al trono (25 febbraio 1713) diede alla sua corte un carattere schiettamente borghese, ripudiando il fastoso e minuto cerimoniale francese, e prese nelle sue mani le redini del governo. Come frutto della guerra di successione spagnola, a cui aveva preso parte il suo antecessore, ebbe nella pace di Utrecht l’alta Gheldria e il principato di Neuenburg in Svizzera. Ma si trovò subito di fronte alla guerra Nordica, in cui erano fortemente coinvolti gl’interessi della Prussia. Dopo lunghe esitazioni, concluse nel 1714 un accordo di garanzia con Pietro I di Russia, che gli assicurava la futura conquista dello sbocco dell’Oder, in cambio della quale egli garantiva l’affermarsi dello zar nelle provincie baltiche; poi, nel 1715, dichiarò guerra alla Svezia e conquistò, in unione coi Danesi, la Pomerania svedese. Nella pace di Stoccolma (1720) ottenne, con un compenso pecuniario, Stettino con lo sbocco dell’Oder fino al Peene, realizzando così i progetti del Grande Elettore. Ma con ciò egli si trovava completamente disarmato di fronte alla diplomazia superiore della corte imperiale: tanto che, dopo essersi unito con la Francia, l’Inghilterra e l’Olanda contro l’Austria (trattato di alleanza di Herrenhausen del 1725), già nell’anno seguente fu abilmente tratto dall’ambasciatore imperiale, conte Seckendorf, ad un’unione molto stretta con gli Asburgo (trattato di Wusterhausen). Soprattutto le aspirazioni della Prussia al ducato di Berg, la cui casa regnante stava per estinguersi, lo spinsero a questo passo: ma egli dovette sperimentare che l’imperatore Carlo VI si prendeva gioco di lui e non appoggiava in alcun modo le sue pretese. Anche la sua politica di fedeltà all’imperatore e all’impero non poté sminuire la diffidenza dell’Austria contro lo stato degli Hohenzollern, che man mano cresceva in potenza. L’importanza e i meriti del governo di F. G. sono soprattutto nel campo della politica interna. Egli ha dato compimento all’opera del Grande Elettore, alla fondazione cioè della monarchia assoluta e all’unità dello stato. In contrasto cosciente al regime di suo padre, fece regnare dappertutto un’economia inesorabile, spesso addirittura gretta. Col riordinamento dei beni demaniali e con la elaborazione di un sistema d’ imposte, con l’ordinamento di uno stato regolare e di un’esatta contabilità vennero presto estinti i debiti fatti, le rendite vennero accresciute e fu perfino raccolto un tesoro di 7 milioni di talleri. La riforma delle finanze rese possibile l’accrescimento dell’esercito a 80.000 uomini, mantenuto interamente con mezzi proprî e non più dipendente, come prima, dai sussidî ricevuti dalle potenze estere. Il “Soldatenkönig” (Re dei soldati), che indossava sempre l’uniforme militare, creò nell’esercito una disciplina ferrea. Egli attirò a sé dal ceto dei nobili un corpo di ufficiali assolutamente devoti a lui; i soldati vennero forniti da mercenarî arruolati, anche dai contadini del paese, il cui obbligo di servizio veniva regolato dal cosiddetto sistema cantonale (Kantonsystem). L’amministrazione militare e quella delle imposte, finora separate, vennero riunite insieme nel 1723 con l’istituzione del direttorio generale; con ciò fu dato compimento alla centralizzazione di tutta l’amministrazione interna. Quel che rimaneva ancora dell’antica amministrazione di stati e dell’indipendenza comunale venne abolito senz’altro. In questo stato di militari e d’impiegati, organizzato rigidamente, governava esclusivamente il re, che decideva tutte le questioni, sia grandi sia piccole. La sua politica economica era ispirata da direttive mercantilistiche: ma le sue preoccupazioni maggiori furono per la colonizzazione interna. Ciò che egli fece di più notevole a tal riguardo, fu il “Rétablissement” della Prussia Orientale, dove accolse anche i protestanti cacciati da Salisburgo. Con ragione egli venne chiamato “il più grande re interno di Prussia”. Ma questo sovrano severo e collerico non seppe acquistarsi l’amore dei suoi sudditi. Anche verso i numerosi figli, che ebbe dalla moglie Sofia Dorotea di Hannover, egli fu un padre tirannico e duro. Sono noti i conflitti che ebbe con sua figlia Guglielmina, più tardi margravia di Bayreuth, e specialmente col figlio maggiore, il principe ereditario Federico. Ma quando morì il 21 maggio 1740 all’età di soli 52 anni, egli lasciò al suo erede uno strumento di governo, col quale questi poté fare dello stato prussiano una grande potenza europea. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Gran Maestro dell’Ordre de la Générosité |

Arc. 1337: Federico II di Hohenzollern, detto Federico il Grande (Berlino, 24 gennaio 1712 – Potsdam, 17 agosto 1786). Figlio di Federico Guglielmo I e di Sofia Dorotea di Hannover, fu educato, secondo precise disposizioni del padre, con la massima severità: accanto allo studio accurato della più recente storia europea e dell’economia politica, i più duri esercizi militari. Ma Federico, che manifestava in contrasto con le preferenze paterne un vivo interesse per le lettere e per la filosofia, seppe formarsi una cultura letteraria, grazie anche alla complicità del precettore, il calvinista francese Duhan de Jandun. L’insofferenza per la rozzezza e il formalismo militaresco dell’ambiente prussiano maturò, nel 1730, la decisione di fuggire dal regno. Ma il tentativo fallì e fu occasione di ogni sorta di efferatezza da parte del padre che aveva temuto un complotto contro la sua persona: F. fu sottoposto a un processo davanti a un consiglio di guerra e rinchiuso nella fortezza di Küstrin. Quivi, uscito di prigione piegato alla volontà paterna, funse da uditore della Camera dei demanî, acquistando una diretta esperienza dei problemi amministrativi del regno, che finirono per interessarlo profondamente. Sposatosi nel 1733 con la principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Lüneburg-Bevern, da cui non ebbe eredi, e ritiratosi nel castello di Rheinsberg, ebbe nuovamente l’occasione di dedicarsi allo studio delle lettere, circondandosi di letterati e di pensatori, fautori delle nuove idee illuministiche. Succeduto al padre il 31 maggio 1740, alla morte dell’imperatore Carlo VI seppe trar profitto dalla difficile posizione in cui era ridotta l’Austria in seguito alla contrastata successione di Maria Teresa per muoverle guerra con l’intento di entrare in possesso della Slesia. Dimostrandosi geniale condottiero, occupò Breslavia il 3 gennaio 1741 e conseguita la vittoria di Mollwitz, ottenne da Maria Teresa, stretta dai nemici da ogni parte, con la convenzione di Klein-Schnellendorf (9 ott.) la Bassa Slesia. Ripresa quindi la guerra, con il trattato di Breslavia (11 giugno 1742) ottenne anche l’Alta Slesia e la contea di Glatz. La morte di Carlo VII di Baviera e le mai sopite speranze di Maria Teresa di ricuperare la provincia perduta, spinsero F. nel 1745 a una nuova guerra contro l’Austria. Le vittorie prussiane di Hohenfriedberg, di Soor e di Hesselsdorf furono il preludio alla pace di Dresda del 25 dicembre: Maria Teresa confermò a Federico il possesso della Slesia, mentre il re di Prussia riconobbe come imperatore il di lei marito, Francesco I. Intanto dava mano alla riorganizzazione dello stato secondo i criterî di un intelligente, positivo illuminismo e nello spirito del più rigido accentramento: costituì una forte e onesta magistratura per l’applicazione di un nuovo codice di procedura (1747) e di un codice civile. Si interessò anche all’economia nazionale incoraggiando il commercio e l’industria (tessile principalmente), favorendo l’agricoltura con lavori di bonifica (la regione dell’Oder tra Swinemünde e Küstrin) e di colonizzazione. Ma l’alleanza fra Austria e Francia (trattato di Versailles, 1756), fino ad allora nemiche, convinse Federico, già alleato dal 16 gennaio dello stesso anno all’Inghilterra, a prevenire il concentrico attacco asburgico-borbonico, sostenuto anche dalla Russia. Ebbe così inizio la guerra dei Sette anni. Costretta nel 1756 alla capitolazione la Sassonia che aveva rifiutato di allearsi con la Prussia, Federico penetrò nella tarda primavera del 1757 in Boemia, giunse fino ad assediare Praga, ma la sconfitta, inflittagli dal Daun a Kolín il 18 giugno, lo obbligò a ritirarsi in Sassonia. Da lì, per impedire il congiungimento con gli Austriaci, si rivolse contro i Francesi battendoli il 5 novembre a Rossbach, quindi a marce forzate ritornò in Slesia, affrontò l’esercito austriaco due volte superiore e lo sconfisse a Leuthen (5 dicembre). Ma la guerra non era ancora al suo termine. Nel 1758 i Russi, dopo aver occupato Königsberg e la Prussia Orientale, stavano per unirsi agli Austriaci: con la vittoria di Zondorf (25 agosto), Federico impedì tale evento. Non così l’anno seguente. Battuto a Kunersdorf (12 agosto 1759), Federico ebbe l’esercito disfatto, disperò definitivamente della sua sorte, e solo l’indecisione e il disaccordo degli avversari lo salvarono dalla rovina. L’anno successivo Austriaci e Russi occuparono rispettivamente la Sassonia e il Brandeburgo, e per tre giorni la stessa Berlino. Malgrado la vittoria di Federico a Torgau (3 novembre 1760), la situazione restava quasi insostenibile, quando sopravvenne la morte della zarina Elisabetta e l’ascesa al trono di Pietro III, grande ammiratore di Federico, che abbandonò l’Austria stringendo poco dopo un patto di alleanza con la Prussia, con la quale firmò la pace nel maggio 1762. Il 21 luglio 1762 Federico batté ancora una volta gli Austriaci a Burkersdorf e meno di un anno dopo, il 15 gennaio 1763, anche Maria Teresa si rassegnò a porre termine al conflitto con la pace di Hubertsburg. Federico era salvo, la Slesia era rimasta alla Prussia. In questo lungo periodo di guerra, Federico rivelò in pieno le sue qualità di organizzatore e di condottiero, per le quali occupa un posto preminente nella storia dell’arte militare. A capo di uno stato di soli due milioni e mezzo di abitanti e senza unità territoriale, Federico seppe creare un esercito ben addestrato, fatto di milizie di leva obbligate al servizio, ma rafforzate col mercenariato. Alleggerì le ordinanze della cavalleria, aumentò la proporzione dei cannoni leggeri dell’artiglieria, curò la manovrabilità della fanteria, sì da poter formare la linea di battaglia in qualunque direzione. Riprese dal magistero del Montecuccoli il principio della “battaglia di ala”, cioè dell’azione frontale, ma pronta a farsi avvolgente, contro un’ala avversaria, derivandone la tattica dell’ordine obliquo. Praticò in strategia l’offensiva anche quando la guerra ebbe scopi politici difensivi, paralizzando così le mosse del nemico; e per aumentare il raggio d’azione della sua manovra strategica nel campo dei servizi logistici, ridusse i magazzini fissi a soli depositi di farina, incaricati di rifornire i forni di campagna mobili. Nella seconda campagna della guerra dei Sette anni (dal 1757 in poi) si delineò perfetta l’attuazione della manovra per linee interne, che doveva costituire il suo capolavoro, frutto dei numerosi accorgimenti logistici, organici e tattici. Dalla guerra dei Sette anni Federico era uscito con il paese prostrato. Con nuova genialità seppe promuovere l’opera di ricostruzione; favorì l’agricoltura e l’industria, riprese la colonizzazione e la bonifica delle regioni depresse. Non trascurò tuttavia di salvaguardare il prestigio e la posizione di rilievo che aveva procurato in Germania e in Europa al suo regno a prezzo dei sacrifici sopportati durante la guerra dei Sette anni. Estese ancora il suo dominio alla Prussia occidentale in virtù della prima spartizione della Polonia (1772), e sui principati di Ansbach e di Bayreuth in seguito alla guerra di successione di Baviera (pace di Teschen, 1779). Sospettoso dell’Austria, promosse nel 1785 una lega dei principi tedeschi (Fürstenbund) per costituire un contrappeso alla politica di Giuseppe II nell’Impero. Né fu solo uomo politico e grande condottiero di eserciti, ma anche generoso sebbene incostante protettore di artisti, filosofi, letterati. Ammiratore di Voltaire, intrecciò con lui una fitta corrispondenza, e lo volle con sé a Berlino nel triennio 1750-53: dopo questo soggiorno, tuttavia, i loro rapporti si guastarono. Cultore della musica, fu valente flautista e anche compositore. Abbellì Berlino e Potsdam di chiese, palazzi, castelli e altri edifici. Fu raccoglitore assiduo di opere d’arte prevalentemente francesi e rispondenti al gusto del lieto e del piacevole, che poi confluirono nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Gran Maestro dell’Ordine Pour le Mérite |
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Gran Maestro dell’Ordre de la Générosité |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca (Polonia) |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia) |
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23 novembre 1752 |

Arc. 1713: Federico Guglielmo II di Prussia (Berlino, 25 settembre 1744 – Potsdam, 16 novembre 1797). Nato il 25 settembre 1744, era figlio del principe Augusto Guglielmo, primogenito di Federico il Grande: la morte prematura del padre (1758) lo fece successore al trono di Prussia. Era di carattere cavalleresco, affabile e bonario, ma era un debole gaudente, completamente privo di applicazione al lavoro e di forza di volontà. La sua sensualità sfrenata passava ogni limite. Una delle sue amanti, Guglielmina Enke, che più tardi ebbe il titolo di contessa Lichtenau, veniva chiamata la Pompadour di Prussia. Come alle donne, così anche ai suoi favoriti egli lasciava una larga ingerenza nella sua politica. Fra questi erano in prima prima linea il sassone Bischoffwerder, che introdusse il principe nella società segreta dei Rosacroce, e anche l’ex-teologo Wöllner, che, Rosacroce egli pure, gli fece dal 1784 delle conferenze sull’arte di governare. La sua assunzione al trono (17 agosto 1786) fu salutata dal popolo con grandi aspettative, poiché si sperava da lui una mitigazione del duro regime di Federico il Grande. Ma il nuovo re non pensò né a radicali riforme liberali, né all’abolizione dell’assolutismo. Fu sciolta subito sì l’odiata Regia dei monopolî, ma altre misure, come l’affrancazione del commercio del grano e l’abolizione del monopolio dei tabacchi, furono rimesse di nuovo più tardi, poiché la progettata riforma delle imposte si era dimostrata non applicabile. Il governo personale del re venne conservato, certo più in apparenza che in realtà, perché F. non aveva capacità per un tale compito. Ciò portò all’indebolimento dello stato, il cui carattere militare, così pronunciato sotto il regno di Federico il Grande, andò sempre più diminuendo. Un mutamento avvenne invece nel campo culturale-politico: l’influenza francese, prevalente fino allora, diminuì. Il teatro venne aperto anche per le opere tedesche; la capitale fu abbellita con la costruzione della porta di Brandeburgo e di altri edifizî. Ma un considerevole passo indietro veniva sancito dall’editto (promulgato nel 1788) del Wöllner, sulla religione, che nella sua applicazione andava contro tutti gl’indirizzi di libero pensiero, minacciava la libertà di coscienza e incoraggiava l’ipocrisia. Ancora più funesta la debolezza di Federico Guglielmo nella politica estera. La brillante campagna in Olanda (1787) non portò con sé alcun vantaggio vero allo stato, e la convenzione di Reichenberg, conclusa nel 1790 fra il re e Leopoldo II, successore dell’imperatore Giuseppe II, era un successo momentaneo, ma nello stesso tempo un’enorme perdita di prestigio. Unito all’Austria, egli si fece trascinare nel 1792 nella guerra contro la Francia rivoluzionaria, il cui esito sfortunato fu causato principalmente dal contrasto fra gli alleati, soprattutto nella questione della Polonia. Il re combinò con la Russia, ma senza l’Austria, la seconda divisione della Polonia, che gli fruttò nel 1793 Danzica, Thorn e i palatinati di Posen (Poznań) e di Kalisz. Ma il fatto che le sue forze erano impegnate ad oriente, la disfatta subita sul Reno e il completo esaurimento delle sue finanze resero necessaria la fine della guerra nell’occidente. Nella pace di Basilea egli abbandonò ai Francesi i suoi possessi sulla riva sinistra del Reno fino a una pace generale; in un articolo segreto fu prevista perfino la loro definitiva cessione dietro compensi territoriali. Nello stesso anno fu compiuta la divisione della Polonia col terzo trattato di divisione, concluso fra Russia, Prussia e Austria, per il quale la Prussia ricevette la Lituania, la Masovia e Varsavia. Così, sotto il breve regno di Federico Guglielmo la Prussia raggiungeva un grande accrescimento territoriale, dovendosi aggiungere agli acquisti fatti verso oriente l’accessione alla Prussia nel 1793 dei margraviati della Franconia Anspach e Bayreuth: sì che il regno occupava ormai circa 320.000 kmq., con circa 8.700.000 abitanti. Ma la compagine interna dello stato, così forte ancora nel 1786, era molto scossa alla morte del re (16 novembre 1797). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Gran Maestro dell’Ordine Pour le Mérite |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo) |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia) |
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20 novembre 1772 |

Arc. 1518: Federico Guglielmo IV (Berlino, 15 ottobre 1795 – Potsdam, 2 gennaio 1861). Federico Guglielmo venne educato a Potsdam da tutori privati, molti dei quali, membri della Reale Accademia delle Scienze di Berlino, avevano fatto esperienze civili di rilievo, come per esempio Friedrich Ancillon, lo storico Barthold Georg Niebuhr e il giurista Friedrich Carl von Savigny. Egli ebbe anche un’educazione di tipo militare che coltivò direttamente sul campo di battaglia grazie agli scontri con la Francia di Napoleone Bonaparte, ai quali prese parte nel 1814, pur mostrandosi indifferente al mestiere delle armi tanto caro a molti dei suoi antenati. La sua personalità artistica lo portava invece a interessarsi di architettura e giardinaggio paesaggistico, distinguendosi per essere divenuto patrono di molti artisti tedeschi del suo tempo, incluso l’architetto Karl Friedrich Schinkel. Nonostante la differenza di religione e a seguito di lunghe trattative diplomatiche, egli sposò Elisabetta Ludovica di Baviera nel 1823, ma la coppia non ebbe figli, probabilmente per l’impotenza del sovrano diagnosticata dal medico Christoph Wilhelm Hufeland. Come cultore del Romanticismo, promosse le arti tedesche e fu patrono di altri artisti prestigiosi, nutrendo un particolare interesse per il Medioevo: era affascinato dal passato tedesco in quella che gli sembrava la sua forma più mirabile, il Sacro Romano Impero. Nel 1815, a soli vent’anni, quando era ancora principe ereditario, fece una proposta di costituzione per lo stato, che però non venne mai applicata, dal momento che la maggior parte dell’aristocrazia intendeva mantenere il proprio consolidato potere. Egli si schierò d’altro canto contro la liberalizzazione e l’unificazione della Germania, preferendo permettere all’Austria di rimanere la principale delle potenze dell’area tedesca. Alla morte del padre, egli ascese al trono prussiano. Decise tuttavia di dare un tono diverso alla politica reazionaria inaugurata dal genitore defunto, diminuendo la censura sulla stampa e promettendo a un certo punto l’entrata in vigore di una costituzione, ma si rifiutò paradossalmente di avallare un’assemblea popolare legislativa, preferendo lavorare di concerto con l’aristocrazia in gruppi di lavoro locali nelle varie regioni del Regno di Prussia. Malgrado fosse un devoto luterano, i suoi sentimenti romantici lo posero in contrasto nella città di Colonia per aver liberato dalla prigionia Clemente Augusto di Droste-Vischering, arcivescovo di quella città, e per l’aver contribuito alla costruzione della Cattedrale di Colonia, una città nota per la sua propensione al romanticismo. Nel 1844 egli partecipò personalmente alla cerimonia d’inaugurazione della stessa cattedrale, divenendo il primo monarca di Prussia a fare il proprio ingresso in una cattedrale cattolica. Tornando sul piano politico, nel 1847 venne infine obbligato a convocare un’assemblea nazionale, che però non fu mai un vero e proprio corpo rappresentativo, ma più che altro una “dieta unita” che comprendeva tutte le province dello stato, che avevano propri diritti di tassazione. Mostrò una certa propensione a venire incontro alle richieste degli esponenti moti rivoluzionari del 1848 in Prussia; in ciò, non condivideva appieno la politica rigida del padre, alla quale si riavvicinò comunque in seguito. Quando anche in Prussia scoppiò la rivoluzione nel marzo del 1848, il re inizialmente tentò di reprimerla con la forza, ma successivamente richiamò le proprie truppe e si pose alla testa del movimento il 19 marzo di quello stesso anno. Egli formò così un governo di stampo liberale e diede alla luce la costituzione tanto attesa dalla Prussia. Quando però il suo trono fu nuovamente al sicuro da opposizioni, rioccupò Berlino con la forza e ristabilì l’ordine precedente. Egli a ogni modo aveva cambiato il proprio concetto di unificazione della Germania, il che spinse il Parlamento di Francoforte a offrirgli la corona dell’Impero tedesco il 3 aprile 1849, onore che egli rifiutò per l’eccessivo peso che essa avrebbe rappresentato in un periodo così incerto e non volendo soprattutto attirarsi le ire dell’Impero Austriaco. Essendo un tradizionalista reazionario, si pronunciò contro i borghesi che volevano rendergli la corona sostenendo che egli non aveva nulla da chiedere né da ricevere da una massa di bottegai. Sotto l’aspetto della politica interna, egli fondò una nuova costituzione che divideva finalmente il governo in due camere: quella alta formata da aristocratici ed eletta dalla camera legislativa, quella bassa composta dai tassati, suddivisi per fasce di tassazione. Non venne mai concesso il suffragio universale. La costituzione, inoltre, riservava al re il privilegio di eleggere tutti i ministri, ristabilendo anche le diete provinciali e ponendo a capo dell’esercito sempre il monarca. Tale costituzione rimase in vigore sino alla dissoluzione del regno nel 1918. Nel 1857 il sovrano fu colpito da una paralisi che interessò la metà sinistra del suo corpo e incise anche sulle sue capacità mentali. Suo fratello Guglielmo divenne reggente per lui sino alla sua morte, avvenuta nel 1861, quando lo stesso Guglielmo succedette al trono, in quanto Federico Guglielmo non aveva avuto figli dal proprio matrimonio. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Gran Maestro dell’Ordine Reale di Hohenzollern |
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Gran Maestro dell’Ordine Pour le Mérite |
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Gran Maestro dell’Ordine della Croce di Ferro |
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Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (ramo austriaco) |
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Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera (Regno Unito) |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca |
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Senatore Gran Croce con collana S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma) |
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1856 |
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Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro (Regno delle Due Sicilie) |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini |
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29 agosto 1811 |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca) |
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19 gennaio 1840 |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Baviera) |
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1823 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Anhalt) |
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18 maggio 1838 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Fedeltà (Baden) |
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1830 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen (Baden) |
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1830 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Enrico il Leone (Brunswick) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia (ducati ernestini) |
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ottobre 1838 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Giorgio (Hannover) |
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1826 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale Guelfo (Hannover) |
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1839 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Luigi d’Assia (Assia) |
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11 aprile 1830 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone d’Oro (Assia) |
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5 settembre 1841 |
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Croce d’onore di I Classe dell’Ordine principesco dinastico di Hohenzollern (Principati di Hohenzollern) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone d’Oro di Nassau (Lussemburgo) |
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maggio 1858 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito di Pietro Federico Luigi (Granducato di Oldenburg) |
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8 ottobre 1843 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Falco Bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach) |
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16 febbraio 1829 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona Fiorata |
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1839 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona del Württemberg (Regno di Württemberg) |
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1818 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austriaco) |
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1833 |
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Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio) |
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18 gennaio 1850 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dello Spirito Santo (Francia) |
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5 febbraio 1824 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Michele (Francia) |
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5 febbraio 1824 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia) |
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novembre 1856 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Guglielmo (Paesi Bassi) |
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9 febbraio 1842 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Leone dei Paesi Bassi |
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Senatore gran croce con collare del Sacro imperiale angelico Ordine costantiniano di San Giorgio (Ducato di Parma) |
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1856 |
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Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Sant’Andrea (Impero russo) |
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15 settembre 1801 |
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Cavaliere di IV classe dell’Ordine Militare di San Giorgio (Impero russo) |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila bianca (Polonia) |
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1829 |
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Cavaliere dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) |
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9 ottobre 1847 |
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Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro (Regno delle Due Sicilie) |
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Cavaliere di Gran Croce del Reale ordine di San Ferdinando e del merito (Regno delle Due Sicilie) |
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Arc. 1336: Federico Guglielmo IV Re di Prussia (Berlino, 15 ottobre 1795 – Potsdam, 2 gennaio 1861). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1571: Federico Guglielmo IV Re di Prussia (Berlino, 15 ottobre 1795 – Potsdam, 2 gennaio 1861). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1856: Elisabetta Ludovica di Baviera (Monaco di Baviera, 13 novembre 1801 – Dresda, 14 dicembre 1873). Elisabetta era figlia del re Massimiliano I di Baviera (1756-1825) e della sua seconda moglie Carolina di Baden (1776-1841). Aveva una sorella gemella, Amalia Augusta, divenuta regina di Sassonia come consorte di Giovanni di Sassonia. Il 29 novembre del 1823 sposò Federico Guglielmo, futuro re di Prussia, figlio maggiore di Federico Guglielmo III di Prussia e di Luisa di Meclemburgo-Strelitz. Giunto in Baviera per cercare moglie, Federico Guglielmo mostrò interesse per Ludovica, la quale però mostrava di tenere particolarmente alla religione del suo paese d’origine, quella cattolica. Federico Guglielmo però desiderava avere una moglie protestante. L’ostinazione della futura sposa finì per convincere il futuro sovrano. Le famiglie raggiunsero un compromesso che prevedeva che Ludovica praticasse il cattolicesimo con discrezione. La sposa doveva inoltre apprendere le basi della religione protestante. Nel 1830, finì per convertirsi alla religione protestante di sua spontanea volontà. La coppia non ebbe figli. Elisabetta condivise con il marito gli interessi intellettuali e anche la passione per le arti grafiche. Divenuta regina consorte di Prussia nel 1840, non provava invece nessun interesse per la vita politica del Paese: infatti si interessò attivamente solo a preservare l’amicizia che univa la Prussia all’Impero austriaco. Si dedicò completamente a Federico Guglielmo nel periodo della sua lunga infermità. All’inizio era ostile alla moglie britannica di suo nipote, Vittoria, principessa reale, conosciuta all’interno della famiglia come Viky, ma la loro relazione si sciolse quando Vicky si prese cura di Elisabetta e la confortò durante i primi dolorosi giorni della sua vedovanza. Elisabetta non dimenticò mai la gentilezza di Vicky e nella sue volontà spezzò la tradizione, lasciando a Vicky i suoi gioielli. Questi gioielli dovevano essere lasciati in eredità alla regina in carica, (Augusta di Sassonia-Weimar, cognata di Elisabetta); questo era un fatto per il quale Augusta non perdonò mai Vicky. Dopo la morte del marito, avvenuta il 2 gennaio 1861, visse nelle residenze di Sanssouci, Charlottenburg e Stolzenfels, occupandosi di opere di carità in memoria del marito. Elisabetta morì a Dresda il 14 dicembre del 1873 mentre era in visita alla sorella gemella Amalia. È sepolta a Potsdam accanto al marito. Fotografia CDV. Fotografo: Disderi – Paris.

Arc. 999: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Secondogenito di Federico Guglielmo III re di Prussia e di Luisa di Meclemburgo-Strelitz, la sua posizione di secondogenito lo aveva subito tenuto al di fuori delle questioni politiche del tempo. Intrapresa la carriera militare, nel 1814 combatté contro Napoleone distinguendosi come ottimo soldato. Sottoposto agli ordini del generale Gebhard Leberecht von Blücher, prese parte alle battaglie di Waterloo e di Ligny. Divenne anche un eccellente diplomatico, venendo coinvolto in molte missioni dopo la caduta dell’Impero francese. Nel 1829 sposò la principessa Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach e, nel corso delle rivoluzioni del 1848, Guglielmo riuscì vittoriosamente a reprimere una rivolta provocata da suo fratello, il re Federico Guglielmo IV, che era nel frattempo succeduto alla morte del padre sul trono prussiano. Purtroppo, la repressione nel sangue e l’uso dei cannoni contro i rivoltosi, lo resero impopolare per l’epoca, facendogli guadagnare il soprannome di Kartätschenprinz (Principe delle Granate). Gli eventi iniziarono a mutare nel 1857, quando Federico Guglielmo IV fu colpito da un ictus, rimanendo mentalmente disabile per il resto della vita che, comunque, terminò pochi anni dopo, nel 1861. Nel gennaio del 1858 Guglielmo divenne quindi principe reggente per conto del fratello, che non aveva discendenti. Il 2 gennaio 1861 Federico Guglielmo IV morì e Guglielmo ascese al trono prussiano con il nome di Guglielmo I. Dal fratello, però, oltre alla corona, egli ereditò anche il conflitto con il parlamento, di stampo liberale. Il nuovo sovrano era considerato politicamente neutrale, dal momento che operò nell’ambito parlamentare meno di quanto avesse fatto Federico Guglielmo. Guglielmo, ad ogni modo, trovò una soluzione conservatrice per il conflitto: nominò Otto von Bismarck come suo primo ministro (Cancelliere). Secondo la costituzione prussiana, il primo ministro era responsabile delle proprie azioni unicamente verso il re e non verso il parlamento e Bismarck era l’uomo perfetto perché, per la sua tempra, tendeva a vedere la propria relazione con Guglielmo I come un rapporto tra vassallo e signore. Ad ogni modo, fu Bismarck a tenere le redini del governo ed a dirigerne l’andamento, così come gli affari inerenti alla casa reale e alla politica estera, fornendo in molte occasioni l’assistenza giusta a Guglielmo I. Grazie alle guerre portate avanti dal Cancelliere di ferro (contro la Danimarca nel 1864, l’Impero austriaco nel 1866 e la Francia nel 1870-1871), Guglielmo I giunse a cingere la corona di Imperatore del Reich Tedesco il 18 gennaio 1871, nel palazzo di Versailles in Francia ove egli venne ufficialmente dichiarato sovrano. Il titolo di “Imperatore tedesco” venne scelto dallo stesso Bismarck dopo una lunga discussione sul carattere federale da dare al nuovo impero. Guglielmo, per le proprie ambizioni politiche, avrebbe preferito il titolo di “Imperatore di Germania”, che ad ogni modo era chiaro non sarebbe stato accettato dagli altri monarchi tedeschi che pure continuavano formalmente a detenere il potere effettivo nei loro stati così come Guglielmo continuava a regnare autonomamente sulla Prussia. Inoltre l’antico titolo di Imperatore di Germania avrebbe generato inevitabilmente la pretesa su altre terre esterne ai confini della Germania del 1871 (con l’intento di ricostituire l’Impero creato da Carlo V, provocando così altre guerre). Guglielmo riuscì dove il fratello aveva fallito, in quanto Federico Guglielmo rifiutò il titolo di imperatore offertogli dalla dieta rivoluzionaria tedesca perché ad offriglielo era la volontà popolare. Guglielmo invece riuscì a diventare imperatore “per grazia di Dio” per merito dell’operato di Bismarck. Con questa cerimonia, inoltre, la Confederazione Tedesca del Nord (1867–1871) venne trasformata nel vero e proprio Impero tedesco (“Kaiserreich”, 1871 – 1918). Il nuovo Impero si presentava come abbiamo già accennato, come una confederazione di stati; l’Imperatore ne era il capo di Stato ed il Presidente (primus inter pares) dei monarchi federati (i re di Baviera, Württemberg e Sassonia, i granduchi di Baden, Meclemburgo ed Assia e molti altri principati tra cui le libere città di Amburgo, Lubecca e Brema). La sua elezione, ad ogni modo, non placò le insurrezioni ed il malcontento locale per il nuovo assetto dell’area germanica e l’11 maggio 1878 Max Hödel fallì nel tentativo di assassinare Guglielmo a Berlino. Un secondo attentato venne tentato il 2 giugno di quello stesso anno dall’anarchico Karl Nobiling, che riuscì solo a ferire Guglielmo prima di suicidarsi. Questi due attentati divennero il pretesto per l’istituzione delle leggi anti-socialiste che vennero introdotte dal governo Bismarck col supporto di gran parte del Reichstag a partire dal 18 ottobre 1878, col proponimento chiaro di combattere i socialisti ed i movimenti di classe. Le leggi privarono il Partito Socialdemocratico di Germania del proprio status legale e proibirono tutte le organizzazioni di lavoratori, oltre a sopprimere molti giornali di stampo socialista e confiscando i testi di letteratura socialista. Malgrado questo il socialismo faceva sempre più presa sulla popolazione e molte di queste leggi vennero abolite per pressioni delle masse dal 1º ottobre 1890. Guglielmo I incentivò anche il colonialismo tedesco: infatti, durante il suo regno, furono fondate le colonie di Togo, Camerun, Tanzania e Namibia in Africa, mentre nel Pacifico i tedeschi s’insediarono in Papua Nuova Guinea, colonizzando anche le Bismarck, le Salomone, Nauru e le Marshall. Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. Berlin – Breslau.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Gran maestro e cavaliere dell’Ordine dell’Aquila nera |
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2 gennaio 1861 |
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Gran maestro e cavaliere di I classe dell’Ordine dell’Aquila rossa |
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2 gennaio 1861 |
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Fondatore e primo Gran maestro dell’Ordine della Corona |
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11 ottobre 1861 |
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Gran maestro dell’Ordine reale dinastico di Hohenzollern |
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2 gennaio 1861 |
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Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia |
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27 luglio 1849; foglie di quercia, 4 agosto 1866 |
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Gran croce della Croce di ferro |
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16 giugno 1871 |
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Croce di ferro di I classe |
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1813 |
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Croce di ferro di II classe per combattenti, con barretta foglie di quercia del giubileo “25°” |
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1870; barretta “25°”, 18 agosto 1895 |
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Protettore del Baliaggio del Brandeburgo dell’Ordine cavalleresco di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme |
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2 gennaio 1861 |
Onorificenze straniere
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Ducato di Anhalt) |
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Cavaliere dell’Ordine della fedeltà (Granducato di Baden) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Carlo Federico (Granducato di Baden) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen (Granducato di Baden) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Luigi d’Assia (Granducato d’Assia) |
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Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (Impero austro-ungarico) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austro-ungarico) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Massimiliano Giuseppe (Regno di Baviera) |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Enrico il Leone (Ducato di Brunswick) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia |
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Cavaliere dell’Ordine di San Giorgio (Regno di Hannover) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale Guelfo (Regno di Hannover) |
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Cavaliere dell’Ordine del Leone d’Oro (Granducato d’Assia-Kassel) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Luigi (Granducato d’Assia e Reno) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Filippo il Magnanimo (Granducato d’Assia e Reno) |
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Croce al merito militare (Granducato di Meclemburgo-Schwerin) |
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Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro (Regno delle Due Sicilie) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine reale di Kamehameha I (Regno delle Hawaii) |
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1876 |
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Cavaliere dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna, poi d’Italia) |
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1850 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna, poi d’Italia) |
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1850 |
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Medaglia d’oro al valor militare (Regno d’Italia) |
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«Per il valore dimostrato nella Battaglia di Sadowa» 3 luglio 1866 |
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Cavaliere straniero del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (K.G., Regno Unito) |
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1861 |
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Cavaliere dell’Ordine imperiale dell’Aquila bianca (Impero di Russia) |
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Cavaliere di I classe dell’Ordine imperiale di San Giorgio (Impero di Russia) |
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26 novembre 1869 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Sant’Enrico (Regno di Sassonia) |
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Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Regno di Svezia) |
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8 gennaio 1847 |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Regno di Danimarca) |
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1841 |

Arc. 1145: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 391: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Co. – Berlin.

Arc. 1825: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: G. Oehme & F. Jamrath – Berlin.

Arc. 1474: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1146: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. – Berlin.

Arc. 2675: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 2512: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia formato 10,6 x 8,1. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1311: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: H. Schnaebeli – Berlin.

Arc. 1332: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico, imperatore di Germania (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1538: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico, imperatore di Germania (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 701: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1474: Guglielmo I in uniforme da generale durante la guerra franco-prussiana del 1870-71, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1473: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Reichard & Lindner – Berlin. 1880 ca.

Arc. 1333: Guglielmo I e il cancelliere principe Otto von Bismark. Fotografia CDV. Fotografo: W. Berndt – Dresden.

Arc. 1518: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1472: Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico (Berlino, 22 marzo 1797 – Berlino, 9 marzo 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Petit & Trinquart – Paris.

Arc. 1332: Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach (Weimar, 30 settembre 1811 – Berlino, 7 gennaio 1890). Augusta ricevette un’ampia formazione che le fu sufficiente ad adempiere in seguito ai doveri di rappresentanza alla corte. La corte di Weimar, ove Augusta crebbe, era considerata una delle più liberali del tempo. Il Ducato di Sassonia-Weimar era stato il primo Stato tedesco ad approvare, già nel 1826, una Costituzione. La corte di Weimar, sotto l’influenza della defunta Anna Amalia di Sassonia-Weimar-Eisenach (1739-1807), era già da tempo molto aperta all’arte e alla letteratura. Augusta era quindicenne quando conobbe il futuro marito Guglielmo di Prussia, il cui fratello Carlo di Prussia aveva sposato la sua sorella maggiore, Maria. Guglielmo percepì la “eccezionale personalità” di Augusta, anche se apparentemente meno interessante di quella della sorella maggiore. Ma fu soprattutto il padre di Guglielmo, Federico Guglielmo III, che gli fece prendere in considerazione la giovane come possibile consorte. Guglielmo era a quel momento ancora fortemente innamorato della principessa polacca Eliza Radziwiłł, ma un legame matrimoniale con quest’ultima era considerato dalla corte prussiana una mesalliance, poiché Eliza non ne era considerata all’altezza. A quel tempo il pretendente alla corona di Prussia era il fratello di Guglielmo, Federico Guglielmo, ma il suo matrimonio era stato fino ad allora privo di discendenti e quindi Guglielmo era il presunto futuro aspirante al trono. Il padre, Federico Guglielmo III, vietò definitivamente al figlio nel giugno 1826 il rapporto con Eliza Radziwiłł e Guglielmo cominciò a prendere in considerazione un’altra possibilità di matrimonio, ma solo l’intervento del padre fece sì che Guglielmo chiedesse il 29 agosto 1828, per iscritto, la mano di Augusta, che acconsentì con gioia a fidanzarsi con lui il 25 ottobre del medesimo anno. L’11 giugno 1829, il giorno del suo arrivo a Berlino dopo uno stressante viaggio da Weimar durato tre giorni, i due si sposarono nella cappella del castello di Charlottenburg. Augusta fu accolta molto cordialmente dalla corte prussiana, ma cominciò presto ad annoiarsi a causa della frugalità militaresca della corte. L’adempimento di incarichi e funzioni di tipo caritatevole, che avrebbero potuto alleviare la sua noia, rimase riservato alla cognata Elisabetta Ludovica di Baviera. Contemporaneamente Guglielmo incominciò a diventare fastidioso al vivace spirito della ventenne consorte. Anche l’intesa sessuale fra i due coniugi non era molto buona, come testimonia indirettamente una lettera del principe alla sorella Carlotta, ove Guglielmo lamenta la scarsa femminilità della moglie. Il primo figlio, il futuro imperatore di Germania Federico III, venne al mondo il 18 ottobre 1831, dopo oltre tre anni di matrimonio, e ne trascorreranno altri sette prima che nasca la seconda, Luisa Maria Elisabetta, futura granduchessa del Baden. Guglielmo aveva intanto ripreso presto la sua libertà amorosa, instaurando discretamente rapporti intimi con dame di diversa estrazione, ma Augusta ne fu presto a conoscenza e a causa di tutti questi problemi inattesi attraversò fino al 1840 una crisi maniaco-depressiva. Augusta si interessò sempre molto alla politica e dal 1845 cominciò a misurarsi con le questioni politiche. Come molti altri spiriti liberali nutrì parecchie speranze dall’ascesa al trono del cognato Federico Guglielmo, ritenuto uomo di moderne vedute. Tuttavia quest’ultimo si rifiutò di concedere al popolo una costituzione e si comportò in modo assai più conservatore di quanto lasciasse pensare il suo comportamento di quando era solo il principe ereditario. Anche il Parlamento dei Land uniti, che Federico Guglielmo aveva convocato a seguito della rivolta del 22 aprile 1847, e che aveva limitato a trattare solo questioni finanziarie, fu sciolto dopo pochi mesi. Egli fu ritenuto anche responsabile della sanguinosa repressione della insurrezione del marzo 1848, risolta a colpi di granata e mitraglia contro la popolazione in rivolta. Su richiesta del fratello re, Guglielmo fuggì a Londra e Augusta, con i figli, tornò a Potsdam. Nei circoli liberali si discusse molto se il sovrano non dovesse abdicare, il principe della corona rinunciare ai suoi diritti sul trono ed Augusta, la “nobile e di aperte vedute” principessa, assumere la reggenza fino al raggiungimento della maggiore età da parte del figlio Federico. Non è dato oggi sapere se questo piano fosse stato o meno preso seriamente in considerazione, poiché poco tempo dopo Augusta distrusse le sue lettere ed i suoi diari. Dopo che nel maggio 1848 nella chiesa di San Paolo a Francoforte si erano riuniti in Assemblea Nazionale più di 800 deputati, Guglielmo poté, già da luglio di quell’anno, tornare in patria. Egli fu nominato nel 1849 governatore generale della provincia del Reno e nella primavera dell’anno successivo Augusta e Guglielmo presero possesso della loro nuova residenza a Coblenza. Essi si stabilirono nel castello dell’ultimo principe elettore di Treviri, sul fiume Reno. Augusta si trovò bene a Coblenza. Ella ebbe qui finalmente l’occasione di organizzare una vita di corte come quella cui era abituata fin da piccola a Weimar. Dopo il suo ingresso al palazzo del principe elettore in Coblenza ella fece progettare e realizzare dai famosi architetti di giardini Peter-Joseph Lenné ed Hermann Fürst von Pückler-Muskau il Giardino della Principessa Augusta, dal suo nome così successivamente denominato. Il figlio Federico in quel tempo studiava diritto nei pressi di Bonn e fu il primo pretendente al trono prussiano dotato di cultura accademica ed anche a questo Augusta aveva fornito il suo contributo determinante. La corte di Coblenza era frequentata da personaggi di tendenza liberale come lo storico e scrittore Maximilian Duncker, i professori di diritto August Moritz von Bethmann-Hollweg e Clemens Theodor Perthes e i politici Alexander von Schleinitz e Ludwig Karl von Jetten. Anche Guglielmo, sotto l’impressione della rivolta del ’48, assunse un atteggiamento moderato, il che suscitava disappunto nel fratello regnante. Anche l’atteggiamento di tolleranza di Augusta nei confronti del cattolicesimo, che in quei tempi presso Coblenza era piuttosto diffuso, veniva visto con sospetto; atteggiamento che in tempi in cui la fede ad una confessione religiosa aveva ancora un notevole significato, veniva considerato poco adatto ad una principessa protestante prussiana. Così, ad esempio, sostenne la costruzione di un Santuario presso Arenberg da parte del parroco Giovan Battista Kraus. Il suo riconoscimento, libero da pregiudizi, del lavoro del santuario e dell’ospedale cattolici la esposero in particolare all’antipatia dei suoi avversari a Berlino. Nel 1856 Augusta e Guglielmo sposarono la diciassettenne figlia Luisa al granduca del Baden, Federico. L’anno successivo, dopo una sua visita al castello di Balmoral, il figlio Federico si fidanzò con la sedicenne principessa Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlia della regina Vittoria e del principe consorte Alberto (18 maggio 1857) e il relativo matrimonio si celebrò il 25 gennaio 1858, nella cappella reale di St. James’s Palace. Questo matrimonio fu un’unione sentimentale ma anche politica: la regina Vittoria e il principe Alberto speravano infatti che il matrimonio di Viky (così era soprannominata la figlia Vittoria) con il futuro re di Prussia avrebbe cementato una stretta alleanza fra Regno Unito e Prussia, nella possibilità di un’unione degli stati tedeschi sotto il dominio dei prussiani (come infatti avvenne più tardi). Anche Augusta, che vedeva nell’Inghilterra un esempio di moderna monarchia, era certa che sua nuora avrebbe avuto sul figlio, futuro re, un’influenza positiva in senso liberale. Nello stesso anno Guglielmo fu nominato Principe Reggente, poiché il fratello, colpito da diverse ischemie, non era più in grado di gestire gli affari di governo. Così Augusta dovette lasciare l’amata Coblenza e rientrare con il marito nella capitale. Guglielmo licenziò il precedente governo e nominò ministri favorevoli ad una politica più liberale, alcuni dei quali avevano frequentato la corte di Coblenza: Alexander von Schleinitz, molto apprezzato dalla consorte Augusta, fu nominato Ministro degli Affari Esteri, Ludwig Karl von Jetten fu chiamato al dicastero dell’Agricoltura, August Moritz von Bethmann-Hollweg fu nominato ministro della Cultura ed il principe Carlo Antonio di Hohenzollern-Sigmaringen fu chiamato a presiedere il Gabinetto. Gli avversari conservatori videro in queste scelte lo zampino di Augusta ma in effetti la sua influenza su Guglielmo era piuttosto limitata. Ella non poté impedire inoltre al marito, divenuto nel frattempo re di Prussia dal 2 gennaio 1861, di sciogliere nuovamente il parlamento che non si piegava ai suoi voleri né poté opporsi a che il marito nominasse primo ministro di Prussia un suo fedele, Otto von Bismarck. Augusta considerava Bismarck un suo mortale nemico e Bismarck la vedeva come il punto di coagulo di tutte le forze politiche che lavoravano contro di lui. Augusta era particolarmente inorridita dalla politica bismarckiana, che avrebbe condotto alla Guerra austro-prussiana. Contemporaneamente ella si allontanava sempre di più dal marito. Bismarck la chiamava “vecchia fregata” e aizzava la stampa prussiana contro la regina liberale, esprimendosi negativamente su di lei anche nei discorsi in parlamento. A questa situazione contribuì in modo essenziale il fatto che Augusta fosse intelligente e politicamente curiosa, ma le mancasse tatto e abilità diplomatica. Inoltre ella irritava Bismarck bistrattando a Corte sua moglie Giovanna. Ripresero quindi le sue manie depressive e la regina andava sempre più spesso a Baden-Baden per curarsi e mentre la stragrande maggioranza dei prussiani esultava per la vittoria prussiana nella battaglia di Königgrätz, Augusta portava il lutto per i caduti e i feriti, per la qual cosa il popolo se la prendeva con lei. Inoltre non andava d’accordo con la nuora, la principessa ereditaria Vittoria, sebbene entrambe avessero le medesime idee politiche, giudicando negativamente la politica di Bismarck. Il forte e religioso senso del dovere di Augusta le faceva sentire Vittoria come agnostica, prendendosela con lei per gli occasionali soggiorni all’estero e sentendosi allontanare dal figlio a causa della vivace sposa inglese. Aveva invece un ottimo rapporto con l’adorato nipote Guglielmo. Come regina di Prussia e prima donna del Regno divenne per lei possibile dedicarsi ad attività caritative. Augusta, che detestava la guerra, fondò l’Associazione Patriottica Femminile, che si occupava dei soldati feriti ed ammalati. Approfittò inoltre dei suoi viaggi in Inghilterra, fra le altre cose, per scambi con Florence Nightingale, al cui lavoro essenziale per la diminuzione della mortalità nei lazzaretti inglesi diede il suo contributo. Su iniziativa di Augusta furono fondati vari ospedali, fra i quali l’ancora esistente Langenbeck-Virchow-Haus, sede della Società tedesca di chirurgia. Come era stata contraria alla guerra austro-prussiana, Augusta fu contraria anche a quella franco-prussiana del 1870/71 della quale ritenne principale responsabile Otto von Bismarck. Ella percepì il trono imperiale come una personale sconfitta: avrebbe voluto l’unione della Germania sotto il primato prussiano attraverso una conquista morale e non tramite spargimento di sangue. Il suo personale contrasto con Bismarck si mostrò anche dopo il 1871. Nella Kulturkampf, indirizzata specialmente contro la chiesa cattolica, prese decisamente le parti di quest’ultima. Le riuscì così di convincere il marito a non sciogliere gli ordini religiosi cattolici che, diversamente da altri, si dedicavano ai servizi ospedalieri. A questa piccola, parziale vittoria, seguirono altre finché nel 1878 Bismarck dovette ritirare quasi tutte le misure di coercizione anticattolica, fatto che il cancelliere tedesco percepì come sconfitta personale della quale l’imperatrice era colpevole e scatenò ancora contro di essa la stampa prussiana. Augusta pose termine alla sua avversione per Bismarck solo negli ultimi anni di vita, quando stranamente questi le apparve come la persona più adatta a sostenere il giovane nipote Guglielmo nella sua attività di governo. Ammalata di reumatismi già da alcuni anni, Augusta fu colpita da ictus nel giugno 1881 in forma così grave da doversi muovere per il palazzo con stampelle, il che le impedì di adempiere ai suoi doveri di sovrana. Anche i rapporti con il marito, che festeggiò il suo novantesimo compleanno nel 1887, migliorarono decisamente. Guglielmo I morì il 9 marzo 1888 e solo 99 giorni dopo, a causa di un tumore alla laringe, anche il figlio, salito al trono con il nome di Federico III di Germania, moriva. Augusta sopravvisse ancora per vedere il nipote Guglielmo incoronato imperatore. Fino a poche settimane prima della morte, Augusta visitava tutti gli anni la città di Coblenza, la sua “Potsdam sul Reno”. Dopo la morte la sua salma fu inumata nel Mausoleo del Parco del castello di Charlottenburg vicino a quella del marito. Fotografia CDV. Fotografo: E. Jamrath & Sohn – Berlin.
Onorificenze
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Dama dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Dama dell’Ordine di Luisa |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine di Sidonia (Regno di Sassonia) |
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Arc. 1486: Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach (Weimar, 30 settembre 1811 – Berlino, 7 gennaio 1890) nata principessa di Sassonia-Weimar, fu imperatrice di Germania come consorte dell’imperatore Guglielmo I. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1677: Federico III di Prussia in gran tenuta da Generale delle Guardie del Corpo (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Nato nel Neues Palais a Potsdam, era discendente della Casa di Hohenzollern, sovrani di Prussia, allora il più potente degli stati tedeschi. Il padre di Federico, il principe Guglielmo di Prussia, era un fratello minore del re Federico Guglielmo IV e, essendo stato allevato nelle tradizioni militari degli Hohenzollern, si ispirava a una rigorosa disciplina. Guglielmo si innamorò di sua cugina Elisa Radziwiłł, ma i suoi genitori erano convinti che non fosse adatta come sposa di un principe prussiano. I genitori scelsero per lui come moglie la principessa Augusta di Sassonia-Weimar, conosciuta in tutta Europa per le sue idee liberali. A causa delle loro differenti vedute, la coppia non ebbe un matrimonio felice e, come risultato, Federico crebbe in una famiglia tormentata, con un’infanzia solitaria. Federico aveva anche un ottimo rapporto con suo zio, il re Federico Guglielmo IV, soprannominato “il romantico sul trono”. Federico crebbe durante un periodo politico tumultuoso. L’idea di liberalismo in Germania aveva fatto progressi nel corso degli anni Quaranta dell’Ottocento e stava guadagnando un ampio sostegno. Quando Federico aveva 17 anni, questi emergenti sentimenti liberali – nonché nazionalistici – scatenarono una serie di sollevazioni negli stati tedeschi e in Europa. In Germania, il loro obiettivo era quello di proteggere la libertà, creare un parlamento tedesco e redigere una costituzione. Anche se le rivolte, in ultima analisi, non portarono cambiamenti duraturi, i sentimenti liberali rimasero una forza influente nella politica tedesca per tutta la vita di Federico. Grazie all’influenza della madre, Federico venne educato secondo idee diverse da quelle che fino ad allora erano usuali per un erede al trono tedesco. Federico era uno studente di talento, in particolare per le lingue straniere e il latino, e completò la propria istruzione all’Università di Bonn, dove studiò legge, storia e letteratura. Ricevette comunque anche un’adeguata istruzione militare, come voleva la tradizione degli Hohenzollern; all’età di dieci anni era già Sottotenente nel I Reggimento di Fanteria della Guardia. I matrimoni del XIX secolo servivano a mantenere legami di sangue tra le famiglie regnanti e a garantire alleanze tra le nazioni europee. Già nel 1851, la regina Vittoria e il principe Alberto stavano facendo piani per far sposare la loro figlia maggiore, Vittoria, a Federico. La regina e suo marito, entrambi di origine o nascita tedesca, volevano mantenere i loro legami di sangue con la Germania, in particolare Alberto, che sperava nella liberalizzazione e la modernizzazione della Prussia. Il padre di Federico sperava che il figlio sposasse una granduchessa russa, mentre la madre era notevolmente a favore di un matrimonio con una principessa inglese. Nel 1851, la regina Vittoria invitò Federico in Inghilterra, ufficialmente per visitare l’Esposizione universale di Londra, ma in realtà sperava che la culla del liberalismo e della rivoluzione industriale avrebbe avuto un influsso positivo su Federico. Il principe Alberto prese Federico sotto le sue ali durante il suo soggiorno, ma fu la principessa Vittoria, di solo undici anni, che lo guidò alla Fiera. Dal quel momento iniziò una corrispondenza tra Vittoria e Federico. Il fidanzamento della giovane coppia venne annunciato nell’aprile 1856. Il matrimonio venne celebrato il 25 gennaio 1858 nella Cappella di St. James’s Palace, a Londra. Anche se combinato, il loro fu un matrimonio d’amore. Per l’occasione, Federico venne promosso Maggior Generale dell’esercito prussiano. Anche Vittoria aveva ricevuto una educazione liberale e condivideva le opinioni del marito; tra i due era anzi la figura dominante. Nel 1861, il padre di Federico, Guglielmo, divenne re di Prussia, e Federico principe della Corona, carica che mantenne per i successivi 27 anni. Inizialmente il padre venne considerato politicamente neutrale, ma in seguito abbracciò idee conservatrici. Nel 1862 Guglielmo minacciò di abdicare, poiché la Dieta aveva rifiutato di imporre nuove tasse per finanziare la riorganizzazione dell’esercito. In seguito nominò Otto von Bismarck primo ministro. La sua nomina provocò un contrasto tra Federico e suo padre, che portò all’esclusione del primo dagli affari di stato. Rappresentò la Germania a cerimonie ufficiali, matrimoni e feste, come ad esempio il giubileo d’oro della regina Vittoria nel 1887. Federico fu severamente rimproverato dal padre per le sue idee liberali, così trascorse gran parte del tempo in Gran Bretagna, dove la regina Vittoria gli concesse spesso di rappresentarla nelle cerimonie di Stato e nelle funzioni sociali. Come principe della corona di Germania, comandò le armate nella guerra austro-prussiana del 1866 e il suo tempestivo arrivo fu cruciale per la vittoria prussiana nella battaglia di Königgrätz. Dopo la battaglia il padre lo insignì dell’Ordine Pour le Mérite. Decisivo fu anche il suo intervento nella guerra franco-prussiana del 1870, dove prese parte alle battaglie di Wissembourg, Wœrth e Sedan, nonché all’assedio di Parigi. Nel 1871 avvenne l’unificazione della Germania come Impero tedesco, con Guglielmo imperatore (Kaiser) e Federico erede. Mai amato da Bismarck, che non si fidava del liberalismo della moglie, Federico venne sempre tenuto lontano da qualsiasi posizione di potere reale per tutta la vita del padre. Molto interessato alla nuova capitale Berlino, Federico fu nominato nel 1875 Protettore Imperiale dei musei: grazie al suo lavoro e a quello di Wilhelm von Bode vennero acquistate e create le collezioni d’arte che ancora oggi è possibile ammirare nella città. Nel 1878, quando suo padre fu vittima di un tentativo di assassinio, Federico assunse brevemente il ruolo di reggente, ma poi fu relegato, ancora una volta, ai margini. La mancanza di influenza lo avvilì profondamente, inducendolo anche a pensare più volte al suicidio. Guglielmo morì il 9 marzo 1888. I progressisti tedeschi speravano che Federico avrebbe avviato il paese verso un nuovo governo liberale. All’epoca della sua ascesa al trono, Federico aveva 56 anni e soffriva già di un incurabile cancro alla laringe, che era stato mal diagnosticato. Ricevette consigli medici contrastanti per quanto riguardava il trattamento. In Germania, il dottor Ernst von Bergmann propose di eliminare la laringe completamente, ma il suo collega, il dottor Rudolf Virchow, non era d’accordo, in quanto non si poteva comunque escludere la morte del paziente. Il medico inglese Sir Morell Mackenzie, che aveva diagnosticato il cancro, consigliò una tracheotomia, a cui Federico e sua moglie si dissero d’accordo. L’8 febbraio, un mese prima della morte del padre, una cannula venne collegata per consentire a Federico di respirare; per il resto della sua vita egli fu in grado di parlare, ma spesso comunicava attraverso la scrittura. Durante l’operazione il Dr. Bergmann stava quasi per ucciderlo a causa dell’incisione nella trachea per l’inserimento della cannula. Federico iniziò a tossire e sanguinare e Bergmann mise l’indice nella ferita per ingrandirla. L’emorragia cessò dopo due ore, ma le azioni di Bergmann comportarono un ascesso nel collo di Federico e la produzione di pus, che gli causarono nuovo disagio nei mesi successivi della sua vita. Nonostante la malattia, Federico fece del suo meglio per adempiere i suoi obblighi come imperatore. Regnò solo per 99 giorni e non fu in grado di realizzare un cambiamento duraturo: morì infatti a Potsdam il 15 giugno 1888 e venne sepolto presso la Friedenskirche di Potsdam. Fotografia CDV. Fotografo: H. Selle – Potsdam.
Onorificenze
Onorificenze tedesche
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Gran Maestro dell’Ordine della Corona |
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Gran maestro dell’Ordine reale dinastico di Hohenzollern |
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Gran Maestro dell’Ordine Pour le Mérite |
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Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Croce di Ferro |
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Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca) |
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1873 |
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Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata |
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1850 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
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1850 |
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Medaglia d’oro al valor militare |
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1866 |
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Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (ramo austriaco) |
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Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera |
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1858 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale Vittoriano |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea |
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Cavaliere di II classe dell’Ordine Imperiale di San Giorgio |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Massimiliano Giuseppe |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Sant’Enrico (Sassonia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme |
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Arc. 1913: Arc. 1294: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: G Oehme & F. Jamrath – Berlin.

Arc. 415: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 2676: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 2341: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. – Berlin.

Arc. 438: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Co. Berlin.

Arc. 544: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Co. Berlin.

Arc. 1294: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

Arc. 1470: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

Arc. 2676: Federico III di Prussia in uniforme da generale durante la guerra franco-prussiana del 1870-71 (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

Arc. 425: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

Arc. 1351: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: G. Brogi – Firenze. 1880 ca.

Arc. 1469: Federico III di Prussia in tenuta da Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: F. Jamrath & Sohn – Berlin.

Arc. 2677: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1427: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1331: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma.

Arc. 1302: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: H. Günther – Berlin.

Arc. 438: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888) e la moglie Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1832: Federico III di Prussia (Potsdam, 18 ottobre 1831 – Potsdam, 15 giugno 1888) e la moglie Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Fotografia CDV. Fotografo: Mayall – London.

Arc. 1232: La Famiglia del principe Federico III di Prussia. La moglie Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha e i figli Guglielmo (futuro imperatore di Germania Guglielmo II), Carlotta, Enrico e Sigismondo. Fotografia CDV. Fotografo: Hills & Saunders – Eton.

Arc. 1478: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Nata nel 1840, la piccola Vittoria, che i suoi genitori chiamavano ″Vicky″ o ″Pussy″, era la primogenita della regina Vittoria del Regno Unito e di suo marito, il principe Alberto. Ebbe dunque il titolo di principessa reale poco tempo dopo la sua nascita, il 19 gennaio 1841, e rimase erede presunta fino alla nascita di suo fratello, il futuro Edoardo VII, il 9 novembre seguente. La coppia reale decise di dare ai suoi figli un’educazione quanto più completa possibile. Di fatto, la sovrana britannica, che succedette a suo zio, il re Guglielmo IV, all’età di 18 anni, stimava che non era sufficientemente preparata al mestiere di sovrana. Dal canto suo, il principe Alberto, originario del piccolo ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha aveva ricevuto, grazie a suo zio, il re dei Belgi Leopoldo I, un’educazione molto curata. Fu regina di Prussia e imperatrice di Germania come sposa di Federico III di Germania. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze britanniche
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Dama di I classe dell’Ordine reale di Vittoria ed Alberto (VA) |
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Compagna dell’Ordine imperiale della Corona d’India (CI) |
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1º gennaio 1878 |
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Medaglia in oro del giubileo d’oro della regina Vittoria |
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21 giugno 1887 |
Onorificenze prussiane
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Dama con collare dell’Ordine supremo dell’Aquila nera |
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Dama di I classe dell’Ordine di Luisa |
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Croce al merito per Dame e Damigelle |
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Onorificenze straniere
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Croce d’oro al merito per l’assistenza infermieristica per l’anno 1870/71 (Regno di Baviera) |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine ducale della Casata ernestina di Sassonia (Ducati sassoni) |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine imperiale di San Carlo (Impero del Messico) |
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Dama di Gran Croce del Reale Ordine di Santa Isabella (Regno di Portogallo) |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine imperiale di Santa Caterina (Impero di Russia) |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine di Sidonia (Regno di Sassonia) |
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Dama Nobile del Reale Ordine delle Dame Nobili della regina Maria Luisa (Regno di Spagna) |
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25 gennaio 1878 |
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Dama dell’Ordine di Olga (Regno di Württemberg) |

Arc. 1517: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 1664: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 545: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. – Berlin.

Arc. 1573: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (Londra, 21 novembre 1840 – Schloss Friedrichshof, 5 agosto 1901) e il figlio Guglielmo futuro imperatore di Germania( Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1477: Luisa di Prussia (Berlino, 3 dicembre 1838 – Baden-Baden, 23 aprile 1923). Luisa era la figlia secondogenita di Guglielmo I di Germania (1797-1888) e di Augusta di Sassonia-Weimar (1811-1890). In famiglia era chiamata “Vivi”. I suoi genitori erano una coppia felice ma tesa, e Luisa aveva solo un fratello, il principe Federico, che aveva sette anni più di lei. Alla sua nascita, Augusta dichiarò che il suo dovere di perpetuare la dinastia degli Hohenzollern era completo. Crebbe nelle città di Berlino e di Coblenza, dove il padre fu nominato nel 1849 Governatore Generale della Renania. La madre, durante la sua infanzia, la istruì sia nelle scienze umane sia nelle varie occupazioni di cui, secondo le usanze, si doveva occupare una principessa di sangue reale. Queste occupazioni consistevano in opere di carattere sociale, come le visite agli orfanotrofi, agli ospedali e alle organizzazioni caritatevoli. Luisa mise in pratica questi insegnamenti istituendo nel 1859, nella città di Karlsruhe, la prima associazione femminile che funse da anticipatrice della Croce Rossa. Luisa fu promessa in sposa a Federico, principe reggente di Baden, figlio di Leopoldo I di Baden e della principessa Sofia Guglielmina di Svezia, nel 1854; si sposarono il 20 settembre 1856 al Neues Palais di Potsdam. Federico era reggente a causa della pazzia di suo fratello Luigi e fu proclamato Granduca di Baden quando i medici dichiararono che non c’era possibilità di recupero. Come unica figlia del principe ereditario prussiano (e successivamente imperatore), il loro matrimonio fece sì che Baden acquisisse una grande importanza, e ancor più una volta che l’impero tedesco fu fondato. Luisa era una moglie e madre felice: scrisse ad un amico che “dal nostro ultimo incontro, la mia vita è diventata tanto più bella, più preziosa, per me, la mia felicità è tanto più ricca e profonda di prima”. Arrivando alla corte di Baden, Luisa vi incontrò la granduchessa in carica, nata Stefania di Beauharnais, figlia adottiva di Napoleone Bonaparte e madre presunta dell’enigmatico Kaspar Hauser. Luisa e Federico non amavano la rigidità della corte di Karlsruhe e fuggivano volentieri nel loro castello sull’isola di Mainau. Erano popolari a Baden e tutti parlavano con affetto orgoglioso dei loro granduca e duchessa a Costanza, dove la coppia aveva una residenza estiva. Luisa era una grande amica di Alice, granduchessa d’Assia, sorella minore di sua cognata, e le due si visitavano spesso. Nelle lettere della regina Vittoria, lei e Federico venivano sempre citati con piacere o simpatia come buoni Fritz e Louise di Baden. Sebbene fossero amiche, Luisa e sua cognata Vittoria hanno sempre avuto un “confronto non troppo amichevole”, in particolare quando paragonavano i loro figli: mentre il figlio maggiore di Vittoria, il principe ereditario Guglielmo era nato con un braccio deformato, Luisa a quanto pare non poteva resistere vantandosi che i suoi tre figli fossero più sani e più grandi alla stessa età. Luisa era molto affezionata a suo nipote, tuttavia, e Vittoria scrisse a sua madre che la granduchessa “lo ha rovinato in modo terribile”. Le relazioni tra Luisa e Vittoria si fecero ancora più distanti quando la prima voleva che suo figlio, il principe ereditario Federico, sposasse la nipote di Vicky, la principessa Elisabetta d’Assia; la principessa sposò invece il granduca Sergej Aleksandrovič di Russia e Luisa ritenne che la sua famiglia fosse stata snobbata. Tuttavia, anche il figlio di Vicky, Guglielmo, era stato rifiutato da Elisabetta, cosa di cui Luisa sembrava inconsapevole. La guerra austro-prussiana causò un certo attrito tra Baden e Prussia, in quanto il primo, nonostante i loro stretti legami familiari a Berlino, scelse di sostenere gli austriaci. Luisa era molto coinvolta nelle organizzazioni caritatevoli del suo ducato, in particolare per quanto riguarda le donne. Contribuì a fondare un’associazione benefica per le donne, chiamata Baden Frauenverein, che si concentrava sulla fondazione di ospedali e case per i bambini. Con il sostegno dell’Associazione delle donne, Luisa fondò la prima scuola di casalinghe di Baden a Karlsruhe, portando avanti l’obiettivo di Theodor Gottlieb von Hippel. Mantenne una corrispondenza con Florence Nightingale. La granduchessa ebbe anche per tutta la vita un’amicizia con Clara Barton, che incontrò durante la guerra franco-prussiana. Organizzarono ospedali militari e aiutarono ad organizzare fabbriche di cucito per le donne per aiutare lo sforzo bellico. Nonostante la sua età, Luisa fu presente per dare il bentornato ai soldati tedeschi feriti al loro ritorno in Germania dai campi di prigionia francesi. Nel giro di due anni Luisa perse il padre, il fratello, il figlio minore e la madre. Federico morì il 28 settembre 1907 e il loro primogenito gli successe come Federico II. In quello stesso anno, la loro unica figlia Vittoria divenne regina consorte di Svezia. Luisa visse abbastanza per vedere il suo ducato assorbito nel nuovo stato tedesco dopo la rivoluzione del 1918-19 che ebbe luogo alla fine della prima guerra mondiale. Dopo l’abdicazione dell’imperatore tedesco, i disordini si diffusero a Karlsruhe. Il figlio di un cortigiano condusse un gruppo di soldati fino alla facciata del palazzo, seguito da una grande folla di persone, e vi furono sparati alcuni colpi. Luisa, così come il resto della famiglia, lasciò il palazzo e partì per il palazzo Zwingenberg, nella valle del Neckar. Con il permesso del nuovo governo, fu loro concesso di rimanere al Palazzo Langenstein, che apparteneva a un conte svedese. Durante questi eventi, si disse che Luisa avesse mantenuto la calma e non avesse pronunciato mai una parola di lamentela. Nel 1919 la famiglia chiese il permesso al governo di risiedere a Mainau; fu risposto che ora erano privati cittadini e potevano fare ciò che desideravano. Il nuovo governo repubblicano le diede il permesso di vivere il resto della sua vita a Baden-Baden, dove morì il 23 aprile 1923. Fu l’ultima nipote sopravvissuta di Federico Guglielmo III di Prussia. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Dama di I Classe dell’Ordine di Luisa |
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Dama dell’Ordine di Guglielmo |
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Onorificenze straniere
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Dama di I Classe dell’Ordine Reale di Vittoria ed Alberto |
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Dama Nobile dell’Ordine della regina Maria Luisa |
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Dama di Gran Croce dell’Ordine di Sidonia (Regno di Sassonia) |

Arc. 1468: Luisa di Prussia (Berlino, 3 dicembre 1838 – Baden-Baden, 23 aprile 1923). Fotografia CDV. Fotografo: E. Desmaisons – Paris.

Arc. 1608: Arc. 197: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Carlo fu destinato alla carriera militare. Entrò nell’esercito prussiano nel 1811, all’età di dieci anni, con il grado di tenente in un reggimento delle guardie. Nel 1819, divenne membro dell’Accademia prussiana Staatsrat. Nel 1820 venne nominato maggiore del Iª Reggimento di fanteria. Nel 1824 divenne maggior generale. Nel 1830 divenne comandante della IIª Divisione di Guardie, arrivando nel 1836 al grado di comandante generale. Alla morte del padre, nel 1840, salì al trono il fratello Federico Guglielmo IV di Prussia, il quale lo nominò Generale della Fanteria. Non perse mai i contatti con la sorella Carlotta, ormai divenuta zarina di Russia; infatti compì frequenti viaggi in Russia per visitarla. Durante i moti rivoluzionari del 1848, Carlo rimase a Berlino e usò il proprio palazzo per incontrare i cittadini. Partecipò inoltre alle sedute del Consiglio di Stato Prussiano e viaggiò per le missioni diplomatiche che Federico Guglielmo gli assegnava. Tra il 1864 e il 1866 venne nominato Governatore di Magonza. Il fratello Guglielmo, divenuto ormai Re di Prussia, lo nominò per l’Ordine Pour le Mérite. Sposò, il 26 maggio 1827 a Charlottenburg, Maria Luisa di Sassonia-Weimar-Eisenach, figlia di Carlo Federico di Sassonia-Weimar-Eisenach e di Marija Pavlovna Romanova. Maria Luisa era una sorella maggiore di Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach, moglie di suo fratello Guglielmo I. La famiglia viveva in Wilhelmstrasse, di fronte alla residenza del cancelliere tedesco Otto von Bismarck. In possesso di grande ricchezza e un grande collezionista d’arte, il loro palazzo conteneva tesori d’arte. Carlo era anche un collezionista di armi rare e acquistò e conservò con cura coltelli, spade, pugnali, fucili, pistole e revolver da diversi paesi e periodi di tempo. È stato detto che Carlo assomigliava poco ai suoi cugini Hohenzollern, in possesso di una faccia stretta e incolore e capelli grigi con una postura china. Maria morì nel gennaio del 1877, solo cinque mesi prima di quello che sarebbe stato le nozze d’oro del loro matrimonio. Sebbene si fossero sposati per motivi familiari e dinastici, il loro matrimonio era stato felice e armonioso, ed erano profondamente legati l’uno all’altro. Dopo la sua morte, Carlo invecchiò rapidamente. Nel 1882, il suo piede scivolò mentre si alzava dal tavolo da pranzo, fratturandosi il femore sinistro. Morì a Berlino pochi mesi dopo, il 21 gennaio 1883, all’età di 81 anni. Le sue ultime parole furono: “Viva l’Imperatore”. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze prussiane
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila nera |
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Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia |
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Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo |
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1853 |
Onorificenze straniere
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria |
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Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo |
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1853 |
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Cavaliere di gran croce dell’ordine reale di Kalākaua |
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1881 |
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Cavaliere dell’Ordine di San Giorgio |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini |
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22 marzo 1873 |

Arc. 1235: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. – Berlin.

Arc. 2365: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 495: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 197: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 2677: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1823: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1520: Principe Carlo di Prussia, (Berlino, 29 giugno 1801 – Berlino, 21 gennaio 1883). Fotografia CDV. Fotografo: P Petit – Paris.

Arc. 2435: Alberto di Prussia (Königsberg, 4 ottobre 1809 – Berlino, 14 ottobre 1872). Era il fratello più giovane del re Federico Guglielmo IV di Prussia, del Kaiser Guglielmo I, della zarina russa Alexandra Fjodorowna e della granduchessa alessandrina di Meclemburgo-Schwerin. Nell’esercito prussiano è salito al grado di colonnello generale. Dopo il divorzio dalla sua prima moglie Marianne Principessa of Orange-Nassau e il matrimonio morganatico della sua seconda moglie Rosalie Contessa von Hohenau, nata von Rauch, dovette trasferire la sua residenza da Berlino a Dresda. A tal fine vi fece costruire il castello di Albrechtsberg. Albrecht era il quinto figlio e l’ultimo di dieci figli del re Federico Guglielmo III e la regina Luise nata a Königsberg, sua residenza durante l’occupazione francese di Berlino. Era il fratello dei re prussiani Federico Guglielmo IV e Guglielmo I, che fu anche imperatore tedesco dal 1871. Sua madre morì quando lui aveva meno di un anno. Albrecht e i suoi fratelli vennero affidati alle cure della principessa Marianne e all’età di 10 anni, come tutti i principi prussiani, entrò a far parte del 1 ° Reggimento della Guardia a piedi nell’esercito prussiano nel 1819, dove fu promosso Generale di Cavalleria fino al 1852, ramo di servizio a cui si dedicò particolarmente. Nel 1865 fu nominato ispettore della terza divisione dell’esercito e nella guerra contro l’Austria nel 1866 comandò il corpo di cavalleria della 1^ Armata e partecipò alle battaglie vicino a Münchengrätz, Gitschin e Königgrätz. All’inizio della guerra contro la Francia nel 1870 ricevette il comando della 4^ Divisione di Cavalleria assegnata alla 3^ Armata e prese parte attiva alla guida della 3^ Armata da Weißenburg via Wörth e Sedan a Parigi. All’inizio di ottobre gli fu affidato il compito di osservare l’esercito francese della Loira con la divisione dell’esercito del Generale von der Tann, la cui cavalleria coprì i bavaresi nella battaglia di Artenay e durante l’avanzata verso Orléans. Nella battaglia di Loigny e Poupry e Beaugency, la sua divisione di Cavalleria partecipò con successo alle operazioni del Granduca di Meclemburgo Federico Francesco II e del principe Friedrich Karl Nikolaus di Prussia fino alla fine della campagna della Loira. Albrecht ricevette il Pour le Mérite il 31 dicembre 1870. Dopo la fine della guerra, fu nominato Colonnello Generale. Dal 1867 al 1871 fu membro del Reichstag della Confederazione della Germania settentrionale come membro del distretto elettorale del Reichstag Gumbinnen. Non si è unito a nessun gruppo parlamentare ed era un conservatore indipendente. Morì il 14 ottobre 1872 e fu sepolto nel mausoleo del parco del castello di Charlottenburg.
Onorificenze
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria |
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Cavaliere dell’Ordine della Torre e della spada |
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Arc. 493: Alberto di Prussia (Königsberg, 4 ottobre 1809 – Berlino, 14 ottobre 1872). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1330: Alberto di Prussia (Königsberg, 4 ottobre 1809 – Berlino, 14 ottobre 1872). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1913: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Era figlio maggiore del principe Carlo di Prussia, e di sua moglie, la principessa Maria di Sassonia-Weimar, nipote di Federico Guglielmo III di Prussia. Sua madre era la sorella dell’imperatrice Augusta, moglie di Guglielmo I di Germania. Il principe fu educato alla vita militare sotto la tutela dell’allora maggiore Albrecht von Roon (1842-1846), che seguì il principe nel 1846 all’Università di Bonn. Dopo aver terminato gli studi il principe servì in qualità di capitano nello staff del generale Friedrich Graf von Wrangel durante la campagna della Prima guerra dello Schleswig nel 1848. Promosso al grado di maggiore partecipò ad una campagna militare nel Baden durante la quale venne ferito. L’anno successivo venne promosso al grado di colonnello, poi maggior generale nel 1854 ed infine generale nel 1856. Nel 1860 il principe pubblicò un trattato militare dal titolo in tedesco Eine militärische Denkschrift von P. F. K.. Promosso al grado di General der Kavallerie il principe prese parte alla Seconda guerra dello Schleswig nel 1864 contro la Danimarca nella quale gli fu affidato il comando delle truppe prussiane nel contingente di spedizione austro-prussiano. Si distinse particolarmente nella Guerra austro-prussiana dove guidò la 1ª Armata, composta dal II, III e IV Corpo d’armata. Giunto a Königgrätz sostenne la superiorità numerica degli austriaci fino a quando suo cugino il principe ereditario Federico III di Germania non attaccò ai fianchi l’avversario alla guida della Seconda Armata. Allo scoppio della Guerra franco-prussiana gli venne affidato il comando della Seconda Armata con la quale ottenne un’importante vittoria nella battaglia di Spicheren e nelle battaglie di Vionville-Mars le Tour e Saint Privat-Gravelotte e nel successivo assedio di Metz. Dopo la caduta di Metz le sue truppe vennero inviate sulla Loira con il compito di rendere sicura l’area intorno a Orléans dove i francesi sotto la guida di Aurelle de Paladines prima e di Antoine Chanzy poi, cercavano di marciare a nord per difendere Parigi. Dopo aver sconfitto i francesi ad Orléans e a Le Mans venne insignito del grado di Generalfeldmarschall. Dopo la guerra venne promosso al grado di ispettore generale e ricevette il rango di feldmaresciallo dallo zar Alessandro II. Sposò, il 29 novembre 1854, Maria Anna di Anhalt (14 settembre 1837-12 maggio 1906), figlia di Leopoldo IV di Anhalt-Dessau. Fotografia CDV. Fotografo: H. Günter – Berlin.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Cavaliere di Gran Croce della Croce di Ferro |
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Cavaliere dell’Ordine di Hohenzollern |
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Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite |
Onorificenze straniere
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Cavaliere di II Classe dell’Ordine Imperiale di San Giorgio |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini |
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19 luglio 1874 |
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Medaglia d’oro al valor militare |
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1866 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno |
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3 luglio 1878 |

Arc. 416: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Sconosciuto. Datata 1864.

Arc. 1823: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 2678: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 427: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Gratz – Berlino.

Arc. 2062: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 1641: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: C. Luck – Berlin.

Arc. 1798: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 1797: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Günter – Berlin.

Arc. 2365: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Gratz – Berlino.

Arc. 1912: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1677: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1538: Federico Carlo di Prussia, (Berlino, 20 marzo 1828 – Jagdschloss Glienicke, 15 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 415: Maria Anna di Anhalt-Dessau (Dessau, 14 settembre 1837 – Friedrichroda, 12 maggio 1906). Maria Anna era figlia di Leopoldo IV di Anhalt-Dessau, primo duca di Anhalt, e della principessa Federica di Prussia, nipote del re di Prussia Federico Guglielmo II. Venne data in sposa al principe Federico Carlo di Prussia, nipote di Federico Guglielmo III di Prussia; il matrimonio venne celebrato a Berlino il 29 novembre 1854. l matrimonio con Federico Carlo fu infelice. Dopo la nascita di Luisa Margherita, sua quarta femmina, si disse che il marito le schiaffeggiò le orecchie per non aver partorito un maschio. A detta del New York Times, solo le suppliche dell’imperatore Guglielmo I evitarono una separazione. I contemporanei ritennero Maria Anna una delle donne più affascinanti della sua generazione. La principessa possedeva un rimarchevole talento per la pittura e la musica, e spesso consigliava le giovani in procinto di compiere il proprio debutto in società. Maria Anna era quasi completamente sorda e tale stato, a detta della sua amica, la principessa Catherine Radzwill, la rendeva estremamente timida ed imbarazzata ogni qualvolta si trovasse in compagnia. Comunque, sempre a detta della principessa, quando Maria Anna rimaneva da sola con un ospite, lontana dal baccano di molte conversazioni che potessero circondarla, diventava molto affascinante, e davvero spiritosa. Dopo la morte del marito, avvenuta il 15 giugno 1885, Maria Anna lasciò Berlino per l’Italia, soggiornando principalmente a Napoli, Roma, e Firenze. Presto iniziarono a circolare voci sul fatto che ella avesse contratto un matrimonio morganatico con uno dei suoi scudieri, il capitano von Wagenheim. Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 1877: Maria Anna di Anhalt-Dessau (Dessau, 14 settembre 1837 – Friedrichroda, 12 maggio 1906). Fotografia CDV. Fotografo: H. Lhomann & C. – Berlin.

Arc. 1948: Federico Guglielmo Nicola Alberto di Prussia (Berlino, 8 maggio 1837 – Kamenz, 13 settembre 1906). Alberto era il figlio del principe Alberto di Prussia, figlio di Federico Guglielmo III di Prussia, e di sua moglie, la principessa Marianna di Orange-Nassau, figlia di Guglielmo I dei Paesi Bassi. Nel 1847 entrò nell’esercito prussiano e nel 1864 partecipò alla campagna dello Schleswig nel battaglione del principe Federico Carlo di Prussia e partecipando alle battaglie di Skalitz, Sadowa, Schweinschädel e Königgrätz nella guerra austro-prussiana nel 1866. Nella Guerra franco-prussiana comandò la II° Brigata di cavalleria e partecipò alle battaglie di Gravelotte e Sedan. Dopo la caduta del Secondo Impero, fu subordinato a Edwin von Manteuffel nei combattimenti intorno a Bapaume e St. Quentin. Nel 1874 divenne comandante degli X Corpi di stanza ad Hannover. Nel 1883 succedette allo zio Carlo come Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del baliaggio di Brandeburgo. Nel 1885, Alberto fu scelto come Reggente per il Ducato di Brunswick, dal momento che il cancelliere tedesco Otto von Bismarck aveva rimosso Ernesto Augusto, principe ereditario di Hannover, dal suo incarico. Nel 1913 il figlio di Ernesto Augusto, Ernesto Augusto, divenne duca di Brunswick, regnando solo per 5 anni e 6 giorni. Dopo aver accettato la reggenza, Alberto e la sua famiglia risiedette principalmente a Brunswick, Berlino e Kamenz. Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.
Onorificenze
Onorificenze di Brunswick
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Gran Maestro dell’Ordine di Enrico il Leone |
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Onorificenze prussiane
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Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Cavaliere dell’Ordine al merito della corona prussiana |
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Cavaliere di gran croce dell’ordine dell’Aquila rossa |
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Cavaliere di I classe dell’ordine della Corona |
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Gran Commendatore dell’Ordine di Hohenzollern |
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Cavaliere di I classe con spade dell’Ordine principesco di Hohenzollern |
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Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con fronde di quercia |
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Croce di Ferro di I classe |
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Croce di Ferro di II classe |
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Medaglia della campagna militare del 1864 |
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Medaglia commemorativa della guerra del 1870-1871 |
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Onorificenze tedesche
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Cavaliere Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Anhalt) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Fedeltà (Granducato di Baden) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Carlo Federico (Granducato di Baden) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen (Granducato di Baden) |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera) |
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Cavaliere di I classe dell’ordine di Enrico il Leone (Brunswick) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Leone d’Oro (Granducato d’Assia e del Reno) |
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16 aprile 1853 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Luigi d’Assia (Assia) |
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6 maggio 1870 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Croce d’Onore della Casa di Lippe (Principato di Lippe) |
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Cavaliere di Gran Croce con gemme dell’Ordine della Corona Wendica (Meclemburgo-Schwerin) |
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Croce di I Classe al merito militare (Meclemburgo-Schwerin) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito di Pietro Federico Luigi (Oldenburg) |
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5 settembre 1850 |
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Cavaliere dell’ordine della Corona fiorata (Sassonia) |
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Cavaliere di gran croce dell’ordine del Falco bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach) |
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Cavaliere di Gran Croce per sovrani dell’Ordine della corona del Württemberg (Württemberg) |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere del Toson d’oro (Spagna) |
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15 dicembre 1891 |
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Collare dell’Ordine di Carlo III (Spagna) |
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15 maggio 1902 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austriaco) |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) |
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Commendatore dell’Ordine Militare di Guglielmo (Paesi Bassi) |
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25 agosto 1878 |
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Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d’Italia) |
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Gran Croce dell’Ordine civile di Alfonso XII (Spagna) |
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6 giugno 1906 |
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Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio) |
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Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito (Regno delle Due Sicilie) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della Spada (Portogallo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella di Romania (Romania) |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Aleksandr Nevskij (Impero russo) |
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Cavaliere dell’Ordine imperiale dell’Aquila Bianca (Impero russo) |
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Cavaliere di I classe dell’Ordine imperiale di San Stanislao (Impero russo) |
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Cavaliere di I classe dell’Ordine imperiale di San Vladimiro (Impero russo) |
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Cavaliere di IV classe dell’Ordine Militare di San Giorgio (Impero russo) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine Reale Norvegese di Sant’Olav (Norvegia) |
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3 settembre 1856 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito) |
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Cavaliere onorario del Venerabilissimo Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme (Regno Unito) |
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Croce al merito militare di I classe (Impero austro-ungarico) |
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Arc. 532: Federico Guglielmo Nicola Alberto di Prussia (Berlino, 8 maggio 1837 – Kamenz, 13 settembre 1906). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1515: Federico Guglielmo Nicola Alberto di Prussia (Berlino, 8 maggio 1837 – Kamenz, 13 settembre 1906). Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 759: Federico Guglielmo Luigi Alessandro di Prussia in uniforme da Generale Comandante i Granatieri Guardie (Berlino, 21 giugno 1820 – Berlino, 4 gennaio 1896). Alessandro era il figlio del principe Federico di Prussia, e di sua moglie, la principessa Luisa di Anhalt-Bernburg. Si arruolò in giovane età e fu assegnato al quartier generale del principe ereditario Federico durante la guerra austro-prussiana. Durante la mattinata della battaglia decisiva di Königgrätz, un episodio raccontò che mentre era a cavallo, scappò via; Alessandro è stato trovato più tardi nel pomeriggio seduto a cavallo in un bosco vicino, affermando che il suo cavallo aveva insistito per andarci. Servì come Generale di Fanteria nell’esercito prussiano. Era anche un capo del III° Reggimento Fanteria occidentale e capo del II° Reggimento di Granatieri della Guardia nel Landwehr. Nel 1891, Alessandro frequentò la località di Marienbad e si imbarcò per Ostend per tre o quattro settimane. Viaggiando in Svizzera, Alessandro amava rimanere sotto il titolo di Conte di Tecklenburg. Nel novembre 1852, Alessandro andò a visitare la sua amica molto malata, la duchessa d’Orléans, nella sua tenuta a Losanna, sebbene sopravvisse per altri sei anni. Verso la fine di dicembre del 1895, Alessandro si ammalò gravemente. Morì alle undici meno un quarto dell 4 gennaio 1896 dopo aver sofferto per qualche tempo. L’imperatore e l’imperatrice erano al suo capezzale quando morì. Il 9 gennaio, il suo funerale ebbe luogo nella cattedrale di Berlino. Con la sua morte, la corte di Berlino tenne un periodo di lutto di un mese, causando la modifica delle funzioni della stagione mondana e delle feste di corte. Anche le escursioni di caccia predisposte per il mese furono cancellate. Alcuni dei membri del suo entourage ricevettero lasciti abbastanza sostanziali, ma il resto della sua proprietà passò al fratello minore, Giorgio, e dopo la sua morte, al suo figlioccio, Oscar di Prussia. Fotografia CDV. Fotografo: D. Reimer’s – Berlin.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea |
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Arc. 433: Guglielmo II di Germania e Prussia (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Nato nel castello di Potsdam, presso Berlino, il 27 gennaio 1859. È figlio di Federico III di Hohenzollern e della principessa Vittoria, primogenita di Alberto principe consorte e di Vittoria regina d’Inghilterra. Quando venne al mondo aveva il braccio sinistro paralizzato, l’articolazione dell’omero strappata, la fascia muscolare circostante gravemente danneggiata. Energiche cure riuscirono a sanare in gran parte quelle imperfezioni. A dieci anni fu iscritto nel 1° Reggimento della Guardia reale a piedi. Nel 1874 fu mandato a frequentare il ginnasio di Cassel, che lasciò quando raggiunse la maggiore età (27 luglio 1877). Nominato Luogotenente nella Guardia reale a Potsdam, frequentò per due anni i corsi di diritto all’università di Bonn, e quindi riprese il suo posto nella Guardia reale, di cui nel settembre del 1885 fu nominato Colonnello. Il 27 febbraio 1881 sposò Augusta Vittoria, primogenita di Federico di Augustenburg, eccellente madre di famiglia ma non perfetta imperatrice. Sia pure attendendo alle cure del suo reggimento, negli anni successivi non rimase del tutto estraneo agli affari politici; nel maggio del 1884 andò infatti alla corte di Russia per assistere alla proclamazione della maggiore età del granduca Nicola; ma già prima (1882) suo padre, al fine di metterlo al corrente dell’amministrazione civile, lo aveva inviato in missione presso il preside della provincia di Brandeburgo. Il 9 novembre 1887 raggiunse a S. Remo il padre affetto da un cancro alla gola; e quando, dopo un consulto che non lasciava alcun dubbio sul carattere inguaribile del male dal quale il Kronprinz era stato colpito, si dispose a tornare in Germania, scrisse freddamente: “Mio padre è perduto; il suo male è assolutamente cancrenoso. È questione di giorni, forse di settimane. Parto, perché non v’è nulla da sperare da un prolungamento della mia visita. Mio nonno è debolissimo, lo zar sta per giungere e la mia presenza a Berlino è indispensabile. Spero che avrò ancor tempo di tornare qui”. Infatti, egli cominciò ad esercitare fin d’allora le funzioni di sovrano. Dopo di essere stato promosso maggior generale, con decreto del 17 novembre 1887 firmato da Guglielmo I e dal Bismarck, ricevette una specie d’investitura che faceva di lui un vice imperatore. G. rivide una seconda volta il padre il 2 marzo 1888; tornò a Berlino cinque giorni dopo, in tempo per assistere il nonno negli ultimi momenti di vita. Il 15 giugno anche Federico III morì a Potsdam. Appena salito al trono, lanciò due proclami all’esercito e alla marina e tre giorni dopo, nel giorno dei funerali di suo padre, ne fece uno al popolo, affermando fin d’allora che il diritto a regnare gli veniva da Dio. Animato da buona volontà di fare si mise all’opera. Del resto, le circostanze nelle quali egli iniziava il suo regno erano particolarmente favorevoli. Alla potenza economica della Germania, in continuo aumento da parecchi anni, corrispondeva la potenza militare, la quale era in armonia con la forte situazione che la Triplice Alleanza garantiva in Europa all’impero tedesco. La Germania aveva piena coscienza della sua supremazia, e riteneva che potevano sempre più consolidarla le energiche dichiarazioni fatte dal sovrano assumendo il potere, le quali rispondevano alle aspirazioni della grande maggioranza dei Tedeschi. Ma non si doveva dimenticare, e la grande maggioranza dei Tedeschi non lo dimenticavano, che gli artefici di quella potenza erano Bismarck e Moltke; e molta fu la sorpresa quando si seppe (agosto 1888) che quest’ultimo aveva pregato l’imperatore di esonerarlo dalle funzioni di capo dello Stato maggiore, che quel desiderio era stato esaudito e che a succedergli era stato nominato il generale A. v. Waldersee. D’ingegno vivace, ma vanitoso e desideroso, fin dai suoi primi atti, di tener desta su di lui l’attenzione dell’Europa, iniziò subito la serie dei suoi numerosi viaggi. La sua prima visita fu in Russia (18 luglio 1888); da Pietroburgo G. passò per Stoccolma e Copenaghen, per incontrarsi con Oscar II e con Cristiano IX. Rientrato a Kiel (31 luglio), percorse gran parte della Germania, quindi visitò a Vienna Francesco Giuseppe. Argomento di vive discussioni in tutta Europa fu la visita che egli fece a Roma: era stata preparata da Crispi, allora presidente del Consiglio, e doveva considerarsi come una consacrazione della Triplice Alleanza. Se non che, aveva promesso di renderla pure al pontefice, e in proposito era stato preparato un minuzioso protocollo. Nella capitale del regno d’Italia ebbe accoglienze festosissime. Al Vaticano andò partendo dalla legazione tedesca presso la S. Sede. Leone XIII lo accolse nel suo studio privato, si lamentò con l’imperatore della situazione che gli avvenimenti del 1870 avevano fatto alla Santa Sede; e qui va notato che il giorno prima, in un pranzo al Quirinale, aveva brindato a Roma capitale d’Italia. Dopo dodici minuti di conversazione, che era stabilito dovesse durare mezz’ora, il principe Enrico di Prussia e Herbert Bismarck, ministro degli Affari esteri, che avevano accompagnato l’imperatore nella visita al pontefice, forzata la consegna, aprirono bruscamente la porta dello studio, dove entrò dapprima il principe, poi il ministro. Questo incidente ebbe un seguito diplomatico; e fu detto che era stato preparato tra Crispi e Bismarck, per non lasciare a Leone XIII il tempo di continuare nelle sue lamentele e nelle sue proteste. Nel 1889 continuò nei suoi viaggi e nei ricevimenti ufficiali. Il re d’Italia, accompagnato da Crispi, gli restituì la visita; e così pure l’imperatore d’Austria: e con ciò la Triplice Alleanza riceveva agli occhi dell’Europa una nuova consacrazione. Nell’ottobre anche lo zar andò a Berlino; ma già dall’agosto era andato in Inghilterra, e nell’ottobre egli andò ad Atene per concludere il matrimonio di sua sorella Sofia con re Costantino, quindi proseguì per Costantinopoli, iniziando col sultano ‛Abd ul-Hamīd quelle relazioni che dovevano mettere la Turchia alla dipendenza della Germania. Nel suo viaggio di ritorno sbarcò a Venezia; di là visitò a Monza Umberto I e a Innsbruck Francesco Giuseppe. Rientrò a Potsdam il 15 novembre e così chiuse per allora il ciclo delle sue peregrinazioni. Nel suo primo anno di regno ebbe speciali cure per il principe di Bismarck. Se non che, il vecchio cancelliere si era persuaso fin dai primi giorni che il giovane imperatore voleva essere il solo padrone. Essi avevano una diversa opinione nel considerare le questioni politiche, specialmente d’intonazione sociale; il Bismarck non s’interessava delle ultime se non in quanto potessero avere una ripercussione politica; Guglielmo invece considerava come un dovere di sovrano moderno quello di portare rimedi ai mali della società. Da parte sua, Bismarck riteneva che il suo sovrano non assumesse un atteggiamento netto nella politica estera. Il 15 marzo 1890 scoppiò il conflitto, per una meschina questione di procedura. Il 20 marzo, dopo alcuni incidenti, nei quali gli sembrò si fosse menomata la sua autorità, il cancelliere di ferro inviò le proprie dimissioni che furono subito accettate; gli fu dato un successore nel conte G. L. v. Caprivi. Contemporaneamente, anche Herbert Bismarck si dimetteva da ministro degli Affari esteri. Libero dalla personalità dominante di Bismarck, con un cancelliere che eseguiva ciecamente gli ordini del suo imperatore, con una grande fiducia in sé stesso, volle dare un’impronta tutta sua personale agli affari di governo; e quando si avvide che il Caprivi, per quanto docile, non lo secondava in alcune idee, lo licenziò (1894), scegliendo Hohenlohe-Schillingsfürst che era il tipo del vecchio funzionario perfetto, al quale sei anni dopo sostituì B. von Bülow, che nelle sue Memorie mostrò a nudo le deficienze del suo sovrano, poi Th. v. Bethmann-Hollweg (14 luglio 1909), rimasto in carica nove anni, fra i quali tre di guerra; e dal 1917, non potendo ormai più padroneggiare la marea che doveva inghiottirlo, avvicendò in brevissimo tempo tre cancellieri: G. Michaelis, G. v. Hertling e il principe Max del Baden. Convinto che l’impero tedesco avesse da compire una missione politica e religiosa, analoga a quella alla quale si era accinto Carlomagno e che egli ne dovesse essere l’esecutore, ebbe grandi cure per l’esercito e per la marina, i maggiori sostegni per porre in atto questo suo mandato; e ai problemi militari subordinò i problemi coloniali, culturali, religiosi, sociali, artistici. L’inaugurazione d’un monumento, la costruzione d’una caserma, d’una scuola, d’una chiesa, un anniversario, tutto porgeva a lui l’occasione di discorsi, nei quali aveva cura di far emergere la sua personalità. Ma più spesso, nonostante reiterate dichiarazioni di pacifismo tutto ciò valeva a tenere agitata l’opinione pubblica europea. La sua politica estera fu sempre ondeggiante, specialmente nei riguardi della Russia, contro la quale versò a piene mani la sua esasperazione, quando si rafforzò l’alleanza russo-francese, da lui del resto provocata. Anche con l’Inghilterra egli, di fronte a uomini che ne reggevano le sorti, sentì l’inferiorità sua, e se ne adirò più volte; e allora fu sua grande preoccupazione quella di costruire una flotta che rivaleggiasse con la flotta inglese; ed è noto con quanta pompa esteriore egli compisse lunghe crociere, come ad esempio durante il suo viaggio in Palestina (agosto-novembre 1898), che fu il prologo di quel disegno d’una ferrovia transasiatica del sud, specie di contraltare all’espansione coloniale e commerciale dell’Inghilterra; della quale, già due anni innanzi, aveva commosso l’opinione pubblica per il suo telegramma (3 gennaio 1896) a P. Kruger, quando L. S. Jameson invase il Transvaal, facendosi sconfiggere dai Boeri. E fu pure l’indirizzo della sua politica estera che persuase la Francia e l’Inghilterra a intendersi e a concludere il trattato dell’8 aprile 1904, per cui la prima riconosceva la situazione inglese in Egitto, la seconda la penetrazione pacifica francese nel Marocco. Né il suo intervento in quest’ultimo paese fu nella sua finalità fortunato poiché l’incidente di Agadir e la conferenza d’Algeciras non condussero a risultati favorevoli per la Germania. È tuttavia da riconoscere che assicurò al suo paese un vasto impero coloniale e una marina mercantile potente; e in ciò ebbe un sagace consigliere in A. Ballin. Così, il 14 novembre 1897 avvenne l’occupazione di Kiao-chow che sotto abili mani tedesche divenne in breve una perla coloniale; così nel 1899 l’acquisto del gruppo delle Caroline e delle Marianne, cedute dalla Spagna; così nel 1900 la conquista definitiva delle isole Samoa. Ma dove l’espansione coloniale tedesca ebbe maggiore attività fu in Africa, per l’acquisto del Camerun (1894 e 1911), e dei possedimenti dell’Africa orientale e del sudovest (1890), contributo per il vasto disegno d’una Mittel–Afrika, da contrapporre all’espansione coloniale inglese in Africa. Quando avvenne l’assassinio di Sarajevo (29 giugno 1914), dopo un consiglio tenuto a Potsdam il 5 luglio, al quale intervennero i rappresentanti dei due gabinetti di Vienna e di Budapest, sembra avesse dichiarato che l’Austria poteva contare sulla sua fedeltà, e che anzi avrebbe rimpianto non si dovesse trarre profitto dell’occasione che si era presentata così favorevole. Scoppiata la guerra, l’inquietudine del suo carattere, l’impulsività e la mutevolezza delle decisioni furono, sebbene non sempre, arginate dagli elementi militari; dopo qualche tempo egli parve quasi prigioniero nel quartiere generale, e sembrò “un borghese messo a capo del più colossale esercito, senza le virtù, anche senza la maggior parte dei vizi, del soldato”, ossessionato d’avere a nemica quasi tutta l’Europa. Travolto dalle vicende della guerra, dopo più giorni d’ondeggiamenti, costrettovi dal cancelliere Max del Baden e dal consiglio dei generali, i quali gli descrivevano l’esercito in rotta, la rivoluzione in Germania, i soldati che facevano causa comune con i socialisti, e quando già G. Scheidemann aveva proclamata la repubblica a Berlino, il 9 novembre 1918 si decise ad abdicare, rifugiandosi a Dorn, in Olanda. Fotografia CDV. Fotografo: F. Jamrath & Sohn – Berlin.
Onorificenze
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Gran Maestro dell’Ordine dell’Aquila Nera (Germania) |
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Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (Spagna) |
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Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera (Regno Unito) |
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«Ritirata nel 1915» |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero di Russia) |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca) |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia) |
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25 aprile 1878 |
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Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d’Italia) |
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1873 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d’Italia) |
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1873 |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia (Regno d’Italia) |
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1873 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Norvegia (Norvegia) |
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Cavaliere dell’Ordine dei Santi Cirillo e Metodio (Regno di Bulgaria) |
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Balì Cavaliere di Gran Croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta |
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Gran Croce e Collare dell’Ordine di Carol I |
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1906 |

Arc. 1686: Guglielmo II di Germania e Prussia (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia CDV. Fotografo: Jabez Hughes – Ryde isle of Wicht.

Arc. 1706: Guglielmo II di Germania e Prussia in uniforme da parata da Tenente del 1° Reggimento della Guardia Reale di Potsdam (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Selle & Kuntze – Potsdam. Datata 6 maggio 1882.

Arc. 1603: Guglielmo II di Germania e Prussia (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1837: Guglielmo II di Germania e Prussia in uniforme da Ammiraglio (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Reichard & Lindner – Berlin. 1898.

Arc. 1836: Guglielmo II di Germania e Prussia in uniforme da Ammiraglio (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Byrne & C. – Richmond. Autografa e datata 7 agosto 1890.

Arc. 619: Guglielmo II di Germania e Prussia in uniforme da Ammiraglio (Berlino, 27 gennaio 1859 – Doorn, 4 giugno 1941). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1925: Carlotta di Prussia (Potsdam, 24 luglio 1860 – Baden-Baden, 1º ottobre 1919). Era la figlia maggiore e secondogenita del principe Federico di Prussia, al momento della sua nascita Principe della Corona, figlio di Guglielmo I di Germania, e di sua moglie, la principessa reale Vittoria, nota come “Vicky” in famiglia, figlia primogenita della regina Vittoria I del Regno Unito. Nacque diciannove mesi dopo la difficile nascita di suo fratello maggiore, il principe Guglielmo. Sua nonna, la regina Vittoria, voleva che la sua prima nipotina prendesse il suo nome. Tuttavia, i prussiani volevano che la nuova principessa venisse chiamata Carlotta, come l’imperatrice Alexandra Feodorovna di Russia, che era nata la principessa Carlotta di Prussia. Come compromesso, il suo primo nome era Vittoria, tuttavia, è stata sempre chiamata Carlotta. Prende il nome anche da sua nonna paterna, la regina Augusta. Carlotta era un membro degli Hohenzollern, una casa reale che aveva governato la Prussia dal XVII secolo. Poco prima del suo primo compleanno suo padre divenne il principe ereditario di Germania. Lei e suo fratello ricevevano spesso le visite dei loro nonni materni. Vicky e Federico a loro volta portarono Guglielmo e Carlotta in visita in Inghilterra nel giugno 1861, sei mesi prima della morte di Alberto. La famiglia trascorreva gli inverni a Berlino e le estati a Potsdam; inoltre includeva solitamente un soggiorno in campagna, per la gioia dei bambini. Nel 1863 Vicky e Federico acquistarono una proprietà in rovina e la ristrutturarono in una fattoria, consentendo alla famiglia di vivere periodicamente una semplice vita di campagna. Federico era un marito amorevole, ma come ufficiale nell’esercito prussiano, i suoi doveri lo allontanavano sempre più da casa. Vicky era una madre intellettualmente esigente che si aspettava che i suoi figli esibissero una guida politica e morale, e in assenza del marito sorvegliava attentamente la loro educazione. Poco dopo essere arrivata nel suo nuovo paese d’adozione, Vicky osservò le continue discussioni e intrighi all’interno della famiglia reale prussiana. Questo rafforzò la sua fede nella superiorità della cultura inglese; ha cresciuto i suoi figli in scuole materne in stile inglese, e ha promosso con successo l’amore per il suo paese nativo incorporando aspetti della cultura inglese a casa e portandoli a frequenti viaggi in Inghilterra. Durante la sua infanzia Carlotta dimostrò di avere una personalità nervosa e agitata, si mangiava spesso le unghie e rovinava i suoi vestiti, tanto che la nonna Vittoria scrisse in più di una occasione alla figlia la sua disapprovazione. Nonostante le punizioni che venivano inflitte alla bambina, questa non abbandonò mai le sue abitudini, che si esternavano anche con il poco interesse per lo studio, atteggiamento che preoccupava la madre. Nel corso del tempo, si è sviluppata una frattura tra i tre primogeniti e i tre figli più piccoli. Le morti dei fratelli di Carlotta, Sigismondo e Waldemaro, devastarono la principessa ereditaria. La rigida educazione che Vicky diede ai tre figli più grandi non si replicò nella sua relazione con i suoi tre figli più piccoli. I figli più grandi, a loro volta, si risentirono per l’indulgenza di Vicky verso i loro fratelli più piccoli. Carlotta fu molto amata dai nonni paterni, l’imperatore Guglielmo e l’imperatrice Augusta, e anche il fratello maggiore Guglielmo le fu sempre molto affezionato. Carlotta era sostenitrice della politica conservatrice del fratello maggiore e del cancelliere Bismarck, in contrasto con la madre, favorevole ad una politica più liberale. La principessa aveva le gambe corte, che, abbinate a vita e braccia lunghe, la facevano apparire alta quando si sedeva. Era anche abbastanza semplice. Soffrì di problemi di salute significativi per la maggior parte della sua vita adulta; questo era accompagnato da uno stato quasi continuo di disturbi mentali. I suoi numerosi problemi di salute includevano reumatismi, dolori alle articolazioni, mal di testa e insonnia. In seguito ad alcuni flirt, si diffusero pettegolezzi maliziosi che causarono problemi. Nell’aprile 1877 Carlotta si fidanzò con il duca Bernardo di Sassonia-Meiningen (1851-1928), figlio maggiore del duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen e della sua prima moglie la principessa Carlotta di Prussia. Van der Kiste ritiene che la decisione di Carlotta di sposare Bernardo derivi anche dal desiderio di diventare indipendente dai suoi genitori, e in particolare dalle critiche di sua madre. Il matrimonio venne celebrato il 18 febbraio 1878 a Berlino in una doppia cerimonia che comprendeva anche il matrimonio della principessa Elisabetta Anna di Prussia con Federico Augusto di Oldenburg. Gli zii materni di Carlotta, il Principe di Galles e il Duca di Connaught e Strathearn, presenziarono alle nozze, così come il re Leopoldo II e la regina Maria Enrichetta del Belgio. La nuova coppia si stabilì vicino al Neues Palais, in una piccola villa in precedenza abitata da Auguste von Harrach, la moglie morganatica di Federico Guglielmo III di Prussia. Acquisirono anche una villa a Cannes, una decisione che fece arrabbiare Guglielmo, che considerava la Francia un paese nemico. Alla fine Carlotta trascorse la maggior parte dei suoi inverni nella città francese, sperando che il suo clima caldo avrebbe aiutato ad alleviare la sua cattiva salute. Dopo la nascita della figlia, Carlotta abbandonò la vita famigliare in favore della vita sociale di Berlino e in lunghi viaggi. Durante questi viaggi, Carlotta lasciava spesso sua figlia a sua madre Vicky. Feodora fece spesso lunghe visite a Friedrichshof, la proprietà della nonna materna; in un’occasione, Vicky osservò che Feodora “è davvero una brava bambina e molto più facile da gestire di sua madre”. Come sua madre, Fedora soffriva di malattie e vari dolori fisici, oltre a gravi emicranie. Guglielmo I concesse a Carlotta e a Bernardo una villa vicino a Tiergarten e trasferì Bernardo in un reggimento della città. Carlotta passava gran parte del suo tempo a socializzare con altre dame, dove era normale perseguire attività come pattinaggio, spettegolare e organizzare cene. Era ammirata per il suo senso della moda, avendo importato tutti i suoi vestiti da Parigi. Anche Carlotta fumava e beveva. Si guadagnò la reputazione di pettegola e molti la trovarono acida; era conosciuta per far amicizia con qualcuno e guadagnarsi la fiducia, solo per diffondere i loro segreti agli altri. Il padre di Carlotta ascese al trono tedesco come Federico III nel marzo 1888, solo per soccombere al cancro alla gola nel giugno di quell’anno. Carlotta rimase con suo padre malato durante questo periodo, insieme alla maggior parte dei suoi fratelli. Con l’ascesa di suo fratello come Guglielmo II, l’influenza sociale di Carlotta aumentò a Berlino, dove si circondò di un gruppo di nobili, diplomatici e giovani funzionari della corte. Mentre si era riconciliata gradualmente con sua madre durante la malattia di suo padre, Carlotta si schierò con Guglielmo quando si lamentò che avrebbe dovuto assistere al Giubileo d’oro della Regina Vittoria al posto di suo padre malato. Dopo l’ascesa al trono di Guglielmo II, Carlotta e Bernardo si schierarono dalla sua parte nelle dispute con la madre. All’inizio del 1891, la società di Berlino esplose in uno scandalo dopo che una serie di lettere anonime circolarono tra i membri di spicco della corte, tra cui Guglielmo II e sua moglie Augusta Vittoria. Le lettere erano scritte con la stessa calligrafia e presentavano pettegolezzi salaci, accuse e intrighi tra i potenti della corte. Alcuni includevano immagini pornografiche stratificate su fotografie reali. Guglielmo II ordinò un’indagine, ma lo scrittore (o gli scrittori) non furono mai identificati. Alcuni contemporanei ipotizzarono che Carlotta, nota per la sua lingua tagliente e l’amore per il gossip, avrebbe potuto essere la responsabile. Gli storici hanno suggerito che lo scrittore potrebbe essere stato il fratello di Augusta Vittoria, il duca Ernesto Gunther di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg in collaborazione con la sua amante. Durante lo scandalo delle lettere, Carlotta perse il suo diario che conteneva sia i segreti di famiglia che le critiche su vari membri della sua famiglia; il diario venne infine consegnato a Guglielmo II, che non la perdonò mai per i suoi contenuti. Bernardo fu trasferito a un reggimento nella tranquilla città di Breslavia, in effetti esiliandoli. Gli venne limitata anche la possibilità di viaggiare fuori dal paese, a meno che non fossero disposti a rinunciare agli onori reali. Nel 1896, Augusta Vittoria accusò Carlotta di intrattenere una relazione con Karl-August Freiherr Roeder von Diersburg, un funzionario di corte. Carlotta negò le accuse. Bernardo difese sua moglie e criticò gli Hohenzollern per aver tentato di mantenere ogni principessa prussiana sotto il controllo della famiglia. Nel giugno del 1911, Carlotta prese parte all’incoronazione di suo cugino Giorgio V in Inghilterra, ma la calura estiva del paese la lasciò a letto con la faccia gonfia e il dolore alle membra. Il 25 giugno 1914, Bernardo divenne duca di Sassonia-Meiningen. La prima guerra mondiale scoppiò il 28 luglio; Bernardo partì per il fronte mentre Carlotta rimase al governo del ducato, prestandosi principalmente come prestanome. Durante la guerra, Carlotta sperimentò sempre più dolori come dolori cronici, gambe gonfie e problemi ai reni. L’intensità del dolore divenne così forte che cominciò a prendere l’oppio come unico rimedio. La conclusione della guerra portò alla fine la politica dell’Impero tedesco, così come di tutti i suoi numerosi ducati; di conseguenza, Bernardo fu costretto ad abdicare. L’anno seguente, Carlotta si recò a Baden-Baden per cercare cure mediche per il suo cuore, morendo infine a causa di un infarto il 1 ottobre 1919, all’età di 59 anni. Recenti esami medici sui suoi resti e su quelli della figlia, morta dopo una vita di sofferenza, hanno evidenziato che entrambe probabilmente soffrivano di porfiria, una rara malattia genetica che si ritiene abbia colpito alcuni membri della famiglia reale britannica, in particolare Giorgio III. Fotografia CDV. Fotografo: Mayall – London.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Dama di I Classe dell’Ordine di Luisa |
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Onorificenze straniere
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Dama dell’Ordine della Corona d’India |
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Arc. 1877: Carlotta di Prussia (Potsdam, 24 luglio 1860 – Baden-Baden, 1º ottobre 1919). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1876: Vittoria di Prussia (Potsdam, 12 aprile 1866 – Bonn, 13 novembre 1929). Era la seconda figlia dell’imperatore Federico III di Germania, e di sua moglie, la principessa Vittoria. Era una nipote della regina Vittoria del Regno Unito. In pubblico era sempre chiamata Principessa Vittoria, ma i famigliari la chiamavano Moretta o Young Vicky. Come le sorelle, le principesse Sofia e Margherita, Vittoria era molto legata alla madre e fin da piccola adottò comportamenti ed usanze inglesi. Nel 1881, il principe Alessandro di Battenberg, che era stato scelto come sovrano di Bulgaria dal 1879, visitò la corte prussiana per volere della madre di Vittoria. Siccome la madre e la nonna raccomandarono Alessandro come un possibile marito, Vittoria catturò rapidamente l’entusiasmo e si innamorò di lui. Alessandro, come i suoi fratelli, era considerato magro e focoso. I genitori della ragazza erano favorevoli al matrimonio, ma il nonno paterno, l’imperatore Guglielmo I, ed il cancelliere dell’Impero, Otto von Bismarck, si opposero all’unione: essi temevano infatti che lo sposalizio potesse offendere la Russia, dal momento che le azioni di Alessandro in Bulgaria stavano infastidendo i russi. Il contrasto degenerò in un’aspra battaglia di parole, ma infine i genitori della principessa Vittoria dovettero cedere ed essa dovette abbandonare l’idea di sposare Sandro. Sposò, il 19 novembre 1890, il principe Adolfo di Schaumburg-Lippe. Il matrimonio risultò essere senza figli come conseguenza di un aborto spontaneo avvenuto durante i primi mesi di matrimonio. Adolfo morì nel 1916. Nonostante fosse tecnicamente dalla parte della Germania durante la prima guerra mondiale, Vittoria parteggiava per la fazione britannica. Dopo la guerra essa incontrò il cugino, re Giorgio V del Regno Unito, e gli espresse il desiderio che sarebbero ritornati tutti amici in breve tempo; Giorgio le rispose che pensava che questo non sarebbe stato possibile ancora per molti anni. Il 19 novembre 1927, nonostante la forte disapprovazione dei fratelli e delle sorelle, Vittoria sposò Alexander Zoubkoff (25 settembre 1901 – 28 gennaio 1936), un rifugiato politico russo descritto come un «ballerino», di trentacinque anni più giovane di lei. In quel periodo le finanze della Principessa erano in uno stato piuttosto precario e Zoubkoff ne dilapidò buona parte per i suoi divertimenti, facendo raramente ritorno al tetto coniugale. Vittoria fu infine obbligata a mettere all’asta il contenuto di palazzo Schaumburg; la vendita fu condotta dal banditore di Colonia, M. Lempertz. L’asta attirò però meno interesse di quanto era stato previsto e il The Times descrisse la gran parte delle offerte come «senza spirito»; si stimò che il ricavato del procedimento coprì solamente un terzo dei debiti di Vittoria (che ammontavano a 900 000 reichsmark o 45 000 sterline). Dopo aver lasciato palazzo Schaumburg, la Principessa si trasferì in un monolocale arredato a Mehlem, un sobborgo di Bonn. Vittoria fu sul punto di divorziare da Zoubkoff sulla base del fatto che il suo comportamento gli era costato l’espulsione dalla Germania, che non era in grado di mantenerla e che «le relazioni coniugali non esistevano», ma pochi giorni dopo che questo annuncio venne reso pubblico essa si ammalò gravemente di polmonite e morì all’ospedale di Bonn il 13 novembre 1929. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
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Dama di I Classe dell’Ordine di Luisa |
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Dama di II Classe dell’Ordine reale di Vittoria ed Alberto |

Arc. 1843: Vittoria di Prussia (Potsdam, 12 aprile 1866 – Bonn, 13 novembre 1929). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1845: Gioacchino Carlo Guglielmo Federico Leopoldo di Prussia in grande uniforme da Sottotenente del 1° Reggimento delle Guardie (Berlino, 14 novembre 1865 – Krojanke, 13 settembre 1931). Federico Leopoldo era il figlio del principe Federico Carlo di Prussia, e di sua moglie, la principessa Maria Anna di Anhalt. All’età di dieci anni era cadetto e sottotenente nel 1° Reggimento delle Guardie a Potsdam, nel 1885 venne promosso a primo Tenente, nel 1888 a Capitano, nel 1890 a Maggiore e nel 1893 a Colonnello. Nello stesso anno, ricevette il grado di Generale di Divisione e divenne comandante del reggimento Garde du Corps, un reggimento corazzieri del 1° Guardie Brigata di Cavalleria. Durante la guerra russo-giapponese (1904-1905) lavorò come consulente presso la sede dell’esercito russo. Nel 1907 venne nominato Ispettore Generale dell’Esercito e il 10 settembre 1910 a Colonnello Generale. Sposò, il 24 giugno 1889 a Berlino, la principessa Luisa Sofia di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg (8 aprile 1866-28 aprile 1952), una sorella dell’imperatrice Augusta Vittoria, moglie dell’imperatore Guglielmo II. Il principe Federico Leopoldo di Prussia fu un assiduo frequentatore di casinò e sono stati venduti, per questo motivo, parti del suo patrimonio. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea |
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Cavaliere dell’Ordine dei Serafini |
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3 settembre 1893 |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine reale vittoriano |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della corona del Württemberg |
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Arc. 1300: Gioacchino Carlo Guglielmo Federico Leopoldo di Prussia (Berlino, 14 novembre 1865 – Krojanke, 13 settembre 1931). Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlin.

Arc. 1876: Le principesse Maria al centro, Elisabetta (a destra) e Luisa (a sinistra) di Prussia.
Maria Elisabetta Luisa Federica di Prussia(Potsdam, 14 settembre 1855 – Dresda, 20 giugno 1888). Era la primogenita di Federico Carlo di Prussia, e di sua moglie, la principessa Maria Anna di Anhalt, figlia di Leopoldo IV di Anhalt-Dessau e di Federica di Prussia. Era una pronipote di Guglielmo I di Germania. Il 23 agosto 1878 Maria sposò, nel Neues Palais di Potsdam, il principe Enrico di Orange-Nassau (1820-1879), terzogenito del re Guglielmo II dei Paesi Bassi e della granduchessa russa Anna Pavlovna Romanova, che dal 1855 era stato Governatore del Lussemburgo e Ammiraglio della Marina Olandese. Il matrimonio era stato combinato nel tentativo di salvare la Casata degli Orange-Nassau dall’estinzione. Sfortunatamente però la coppia non ebbe figli. Dopo nemmeno cinque mesi, nel gennaio del 1879, Enrico morì, vittima del morbillo. Durante il suo primo, breve matrimonio Maria fu una delle madrine di battesimo di suo nipote Arturo, Duca di Connaught, unico figlio maschio di sua sorella Luisa Margherita. Il battesimo ebbe luogo nella Cappella Privata del Castello di Windsor. Sei anni dopo, il 6 maggio 1885, Maria sposò, a Berlino, il principe Alberto di Sassonia-Altenburg, figlio del principe Edoardo di Sassonia-Altenburg, e della sua seconda moglie, la principessa Luisa Carolina di Reuss-Greiz. Maria morì nel 1888 a Schloss Abrechtesberg, vittima di febbre puerperale, e venne sepolta nella Cripta della famiglia ducale di Sassonia-Altenburg. Il suo secondo marito si risposò nel 1891 a Remplin, con la Principessa Elena di Meclemburgo-Strelitz (1857–1936).
Elisabetta Anna di Prussia (Potsdam, 8 febbraio 1857 – Fulda, 28 agosto 1895). Attraverso sua sorella Luisa Margherita, duchessa di Connaught, e la di lei figlia Margherita, principessa ereditaria di Svezia, Elisabetta Anna era imparentata con le famiglie reali inglese e svedese. Fu una delle madrine di battesimo della principessa Patrizia, un’altra figlia di sua sorella Luisa Margherita. Il 18 febbraio del 1878 sposò a Berlino il granduca ereditario di Oldenburg Federico Augusto II di Oldenburg. Si trattò di un doppio matrimonio: contemporaneamente la principessa Carlotta, figlia del principe della corona, sposò Bernardo, principe ereditario di Sassonia-Meiningen. Si trattava del primo grande evento occorso da quando la Prussia aveva dato vita, nel 1870 all’Impero tedesco e alle nozze parteciparono molti personaggi importanti, tra cui re Leopoldo II del Belgio e sua moglie la regina Maria Enrichetta. Anche il principe di Galles partecipò alle nozze, in quanto Carlotta era sua nipote. Elisabetta Anna morì il 28 agosto 1895, prima che il marito succedesse al padre come Granduca di Oldenburg. Prima della sua morte Federico Augusto stava costruendo una nuova residenza nella città di Oldenburg; una volta che Elisabetta Anna morì, l’edificio venne battezzato Elisabeth-Anna Palais in suo onore. Federico Augusto sposò in seguito Elisabetta Alessandrina di Meclemburgo-Schwerin, figlia del granduca Federico Francesco II di Meclemburgo-Schwerin.
Luisa Margherita di Prussia poi Duchessa di Connaught e Strathearn (Potsdam, 25 luglio 1860 – Londra, 14 luglio 1917). Luisa Margherita nacque a Marmorpalais, nei pressi di Potsdam. Suo padre era Federico Carlo di Prussia, figlio di Carlo di Prussia e della principessa Maria di Sassonia-Weimar-Eisenach. Sua madre era Maria Anna di Anhalt, figlia di Leopoldo IV di Anhalt-Dessau. Il suo bisnonno fu Federico Guglielmo III di Prussia. Il 13 marzo 1879 sposò, presso St. George’s Chapel a Windsor, Arturo, duca di Connaught, figlio di Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha e della regina Vittoria. Molti membri delle famiglie reali d’Inghilterra e della Germania parteciparono, come ad esempio il principe e la principessa di Galles. Dopo il suo matrimonio venne designata Sua Altezza Reale la Duchessa di Connaught e il suo nome venne anglicizzato come Luisa Margherita. Durante i primi venti anni di matrimonio, Luisa accompagnò il marito nei suoi vari ruoli istituzionali. Nel 1911 accompagnò il marito in Canada, poiché era diventato Governatore Generale del Canada. Rientrarono in Inghilterra nel 1916. Luisa Margherita morì a causa della bronchite dovuta all’epidemia d’influenza spagnola. Venne sepolta nel memoriale di Frogmore. È stata il primo membro della famiglia reale britannica ad essere cremato. La procedura di seppellire le ceneri in un’urna non era ancora nota a quel tempo, e la sua urna du trasportata in una bara normale durante le cerimonie funebri. Le sue ceneri furono poi sepolte al Burial Ground Reale, Frogmore. Il duca di Connaught le sopravvisse per quasi 25 anni. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1688: Friedrich Wilhelm Georg Ernst Prinz von Preußen (Düsseldorf, 12 febbraio 1826 – Düsseldorf 2 maggio 1902). Il principe Giorgio nacque a Düsseldorf, il figlio più giovane del principe Federico di Prussia, nipote di Federico Guglielmo II di Prussia. Sua madre era la principessa Guglielmina Luisa di Anhalt-Bernburg, unica figlia sopravvissuta di Alessio Federico Cristiano, duca di Anhalt-Bernburg. Trascorse la sua giovinezza sul Reno vicino al castello Jägerhof, dove era di stanza suo padre. Viaggiò spesso in Gran Bretagna, Francia e Italia, scoprendo arte e letteratura. Nonostante la tradizione della famiglia Hohenzollern, il principe Giorgio non mostrò alcuna inclinazione alla carriera militare; inoltre, sebbene i suoi primi talenti musicali iniziassero a svilupparsi molto bene, divenne ufficiale militare nel 1836; nel 1861 fu a capo dei Lancieri di Pomerania e nel 1866 fu Generale di Cavalleria. Durante la guerra austro-prussiana nel 1866, Giorgio portò il suo reggimento in battaglie contro l’Austria e combatté anche nella guerra franco-prussiana dal 1870 al 1871. Nel 1850 si recò a Berlino, dove il principe frequentò il salotto di Minna von Tresckow. Fu lei a incoraggiarlo a pubblicare le sue opere. Nel 1872 pubblicò in forma anonima la sua autobiografia “Foglie gialle”, ma non erano disponibili ulteriori approfondimenti sulla sua privacy. Quando fu costituita l’Associazione generale della letteratura tedesca, nel 1873 fu protettore del Museo storico della città di Düsseldorf. Nello stesso anno diventò presidente dell’Accademia delle Scienze senza fini di lucro. Alla sua morte, avrebbe lasciato in eredità la sua vasta biblioteca di circa 6.000 titoli alla Biblioteca universitaria di Bonn. Il principe Giorgio era di natura modesta e riservata e si preoccupava poco dello vita mondana richiesta dalla società reale. Di conseguenza, partecipò raramente, alle feste di corte e alle funzioni statali; George si teneva anche accuratamente lontano dalla politica e vedeva poco i suoi parenti, tranne che a cene puramente private e familiari. Scelse invece di dedicarsi all’arte e alla letteratura. George spesso si divertiva a visitare librerie di seconda mano e frugare tra i loro contenuti in cerca di tesori letterari. Di conseguenza, raccolse un gran numero di libri che hanno riempito il suo palazzo in Wilhelmstrasse a Berlino. Il principe scrisse molte delle sue opere in quello che si diceva fosse un ottimo francese, spesso sotto pseudonimi; di conseguenza, il pubblico di molti dei suoi spettacoli non sapeva che dietro di loro c’era un principe prussiano. Prima della guerra franco-prussiana, il principe Giorgio era molto vicino a molti scrittori, poeti e altre figure letterarie francesi come Alexandre Dumas; molti di loro si riunivano ogni anno a Ems con il principe per discutere di argomenti artistici. Dopo la guerra, tuttavia, le frizioni prussiane e francesi aumentarono e Giorgio trovò difficile conciliare i suoi piaceri privati con le opinioni della sua famiglia. Smise di viaggiare a Parigi e infatti non mise piede sul suolo francese per molti anni. Nonostante la distanza, il principe Giorgio si sforzò di seguire da vicino la scena letteraria a Parigi da allora in poi, e i suoi conoscenti rimasero spesso scioccati da quanto bene sapesse cosa stava accadendo artisticamente in Francia. Un contemporaneo di George in seguito osservò che, sebbene gli piacesse dilettarsi con la poesia, “i suoi sforzi furono apprezzati meglio nella cerchia della corte, dove sono stati rappresentati alcuni dei suoi pezzi, che nel mondo esterno”. Il principe Giorgio morì il 2 maggio 1902 a Berlino. A quel tempo, era il membro vivente più anziano della Casa degli Hohenzollern. Dopo la sua morte la sua salma fu portata al castello Rheinstein, che aveva ereditato nel 1863 con il suo unico fratello il principe Alexander e per il quale aveva sempre nutrito una predilezione; il 9 maggio 1902 fu sepolto nella cappella del castello. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1774: Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen (Krauchenwies, 22 settembre 1835 – Berlino, 8 giugno 1905). Leopoldo era il figlio maggiore del principe Carlo Antonio di Hohenzollern-Sigmaringen e della principessa Giuseppina di Baden. I suoi nonni paterni furono Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen e Maria Antonietta Murat, quelli materni Carlo II di Baden e Stefania di Beauharnais. Tra i suoi fratelli di ricordano Carlo primo re di Romania della famiglia Hohenzollern-Sigmaringen e Stefania regina di Portogallo. Leopoldo nacque alla tenuta di Krauchenwies, nei pressi di Sigmaringen, nel 1835. Sin dai primi anni della sua giovinezza manifestò una particolare eccellenza nel campo degli studi. Seguendo la vocazione militare della sua famiglia, ad ogni modo, Leopoldo si diresse verso la carriera militare, venendo nominato inizialmente secondo Tenente del 1º reggimento della Guardia il 18 ottobre 1851 per poi divenire primo Tenente il 27 aprile 1858. Il 21 ottobre 1859 venne nominato Capitano comandante della 4ª Leib-Compagnie, all’interno della quale venne promosso al rango di Maggiore il 20 agosto 1861 ed infine Maggiore Generale nel 1873. Nel 1861, durante l’intervento francese in Messico, Napoleone III considerò la possibilità di nominare il principe o uno dei fratelli Carlo e Federico, come possibili candidati al trono imperiale del Messico, sia perché cattolici e sia perché la loro presenza su quel trono avrebbe accontentato in un sol colpo Inghilterra, Austria e Prussia. Tuttavia una riflessione più approfondita sulla questione messicana ed in particolare l’influenza della principessa Pauline von Metternich, portò alla scelta infine dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo-Lorena. Il 12 settembre del 1861 sposò a Lisbona l’infanta del Portogallo Antonia di Braganza figlia della regina Maria II e del re Ferdinando di Sassonia Coburgo-Gotha, co-regnante assieme alla moglie. A seguito della rivoluzione spagnola del 1868 e dell’abdicazione della regina Isabella II, avvenuta nel 1870, venne offerto a Leopoldo il trono iberico. La candidatura di Leopoldo al trono spagnolo non solo era caldamente sostenuta dal Primo Ministro prussiano Otto von Bismarck, ma il suo essere nipote di Stefania di Beauharnais lo rendeva il candidato ideale perché imparentato strettamente e più volte anche coi Bonaparte. Napoleone III, ad ogni modo, determinato ad opporsi all’espansione dell’influenza prussiana in Europa, costrinse il padre del principe a ritirare la candidatura del figlio, cosa che avvenne effettivamente poco dopo e che portò il giovane Leopoldo ad indirizzare una lettera a Guglielmo I nel quale ribadiva: “Sono prussiano e tedesco nel profondo del mio cuore”. In realtà lo scopo della Francia non era solo quello di far desistere la Prussia dall’ottenere il trono di Spagna, proteggendo così i propri confini e il rischio di trovarsi schiacciata in una pericolosa morsa tra Germania e penisola iberica nelle mani degli Hohenzollern, ma anche quello di trovare o creare il pretesto per far scoppiare una guerra che potesse consentire a Napoleone III di espandere la propria influenza in Europa e consolidare il proprio potere. Delusi dall’arrendevolezza prussiana, i francesi cercarono di prolungare la crisi. L’ambasciatore francese in Prussia chiese che il re di Prussia Guglielmo I garantisse che mai un Hohenzollern sarebbe stato candidato al trono di Spagna. Il re ascoltò la richiesta e se ne andò senza prendere accordi per un futuro incontro con l’ambasciatore. Il suo telegramma (il dispaccio di Ems) che riportava il dialogo avuto con l’ambasciatore, fu modificato ad arte da Bismarck affinché provocasse l’indignazione francese. La dichiarazione di guerra da parte del Secondo Impero francese, che darà il via alla guerra franco-prussiana, fu inviata ufficialmente nel luglio del 1870. Al termine della guerra, che vide la Prussia vittoriosa sulla Francia e la proclamazione dell’Impero tedesco, il principe Leopoldo, il 18 gennaio 1871, prese parte alla proclamazione ufficiale del neonato stato tedesco che si tenne nella reggia di Versailles, in Francia. Nell’ottobre del 1880, rinunciò ai suoi diritti sul trono di Romania essendo l’erede di suo fratello, re Carol I, in favore di suo figlio primogenito Guglielmo. Alla morte di suo padre nel 1885, Leopoldo gli succedette come principe di Hohenzollern-Sigmaringen. Dopo l’incendio scoppiato nel castello di Sigmaringen nel 1893, si impegnò personalmente per ricostruirlo. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
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Gran Maestro dell’Ordine Principesco di Hohenzollern |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila Rossa |
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Gran Commendatore del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern |
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Croce di Ferro di II classe |
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Dienstauszeichnung |
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Onorificenze tedesche
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Anhalt) |
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Gran Maestro dell’Ordine della Fedeltà (Baden) |
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Gran Maestro dell’Ordine del Leone di Zähringen (Baden) |
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Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Luigi d’Assia (Granducato d’Assia) |
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Cavaliere di Gran Croce con gemme dell’Ordine della Corona Wendica (Granducato di Meclemburgo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Falco Bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach) |
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Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona Fiorata (Regno di Sassonia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona del Württemberg (Regno di Württemberg) |
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Medaglia al merito con spade (Schaumburg-Lippe) |
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Onorificenze straniere
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austro-ungarico) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) |
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Gran cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Insegna dei due Ordini (Portogallo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della Spada (Portogallo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella di Romania (Romania) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona (Romania) |
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Cavaliere di I classe dell’Ordine di San Stanislao (Impero russo) |
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Arc. 1513: Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen (Krauchenwies, 22 settembre 1835 – Berlino, 8 giugno 1905). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Arc. 1519: Maria di Hohenzollern-Sigmaringen (Sigmaringen, 17 novembre 1845 – Bruxelles, 26 novembre 1912). Maria era un membro del ramo della famiglia Hohenzollern, i Sigmaringen, rimasto fedele alla religione cattolica. Era figlia del principe Carlo Antonio di Hohenzollern-Sigmaringen e della principessa Giuseppina di Baden. I suoi nonni paterni erano il principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen e la principessa Maria Antonietta Murat; quelli materni il granduca Carlo II di Baden e la granduchessa Stefania di Beauharnais, a sua volta figlia adottiva di Napoleone Bonaparte.Secondo la leggenda Maria dovrebbe essere nipote del famosissimo Kaspar Hauser, presunto fratello maggiore di sua madre fatto rapire da bambino e allevato sotto falso nome, la cui vicenda ispirò numerosi scrittori e giornalisti dell’epoca. Maria trascorse la sua infanzia nell’atmosfera austera del castello di Sigmaringen, ricevendo un’educazione molto severa. Sposò il 25 aprile del 1867 a Berlino, il principe Filippo del Belgio, conte delle Fiandre, figlio cadetto del re Leopoldo I del Belgio e della sua seconda moglie, la regina Luisa d’Orléans e fratello del re Leopoldo II. La promotrice di questa unione fu la regina Vittoria d’Inghilterra, cugina in primo grado di Filippo. La coppia si stabilì al palazzo di Rue de la Regence, nel pieno centro di Bruxelles, vicino al Palazzo reale. Il re Leopoldo II e la regina Maria Enrichetta perdettero il loro unico figlio maschio nel 1869, quando il bambino aveva dieci anni, e, avendo solo altre tre figlie, furono il conte Filippo e Maria ad assicurare l’avvenire della dinastia belga. Il re Leopoldo II infatti aveva deciso che solo i figli maschi potevano ereditare la corona. Fu designato erede Baldovino, figlio primogenito dei Conti di Fiandra e, alla morte di questo, il loro figlio cadetto Alberto, che divenne erede legittimo alla morte del padre avvenuta nel 1905 e re alla morte dello zio nel 1909. Maria, per tutto il tempo che visse in Belgio, sostenne finanziariamente numerose opere di carità. I Conti di Fiandra con la nipote Clementina sostituirono ufficialmente, per moltissimi anni, il ruolo lasciato vacante dalla regina Maria Enrichetta, ritiratasi fuori dalla corte, nella città di Spa. Morì il 26 novembre del 1912 nella sua residenza di Bruxelles ed è inumata nella Cripta Reale della chiesa di Nostra Signora di Laeken. Fu molto dotata per il disegno e la pittura e lasciò numerose e apprezzate acqueforti e puntesecche. In gioventù studiò con Jacobsen, che fu allievo di Mücke, mentre in Belgio si perfezionò con Van der Hecht. Fu presidentessa onoraria degli acquafortisti e degli incisori del Belgio, incoraggiando la ripresa di questa tecnica dimenticata. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
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Dama di I Classe dell’Ordine di Luisa (Prussia) |
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Dama Nobile dell’Ordine della regina Maria Luisa (Spagna) |

Arc. 1478: Otto Theodor von Manteuffel (Lübben, 3 febbraio 1805 – Krossen, 26 novembre 1882). Manteuffel nacque figlio di Friedrich Otto Gottlob Freiherr von Manteuffel (6 aprile 1777 – Lübben, gennaio 1812) e sua moglie Auguste von Thermo (Zieckau, 4 dicembre 1782 – Luebben, 2 marzo 1810). Il padre era presidente dell’Oberamt e direttore del concistoro del Margraviato della Bassa Lusazia. Otto Theodor era il fratello maggiore del ministro dell’agricoltura prussiano Karl Otto von Manteuffel; il politico e militare conservatore Edwin von Manteuffel era suo cugino. Frequentò la Pforta State School dal 1819 e studiò legge e scienze della camera alla Friedrichs University di Halle dal 1824 al 1827. Lì divenne un membro del Corps Saxonia Halle. Nel 1830 assunse al posto di cancelliere. Nel 1833 divenne amministratore distrettuale del distretto di Luckau, nel 1841 divenne consigliere di governo a Königsberg e nominato vicepresidente del governo a Stettino nel 1843. Nel 1844 il principe di Prussia, allora presidente del Ministero dello Stato, lo nominò conferenziere. Poco dopo, Manteuffel fu anche nominato membro del Consiglio di Stato prussiano. Lavorò in finanza fino al 1845, quando divenne direttore del Ministero dell’Interno. Dal 1833 fu membro del Parlamento provinciale (Prussia) della provincia di Brandeburgo come deputato per il distretto di Luckau, di cui divenne poi presidente. La Dieta Unita del 1847 gli diede l’opportunità di dimostrare le sue capacità parlamentari, dopo di che Manteuffel si dimostrò un vigoroso difensore dello stato burocratico e oppositore del liberalismo costituzionale. L’8 novembre 1848 entrò a far parte del gabinetto di Friedrich Wilhelm von Brandenburg come ministro dell’Interno. Manteuffel svolse un ruolo importante nella costituzione prussiana del 5 dicembre 1848; ma fu anche lui che introdusse il messaggio del 7 gennaio 1850, che abrogò disposizioni essenziali di quella costituzione, e lo difese dinanzi alle camere. Dopo la morte del conte di Brandeburgo gli fu affidata la gestione provvisoria degli affari esteri. Nel novembre 1850 partecipò alla conferenza di Olmütz e portò nuovamente il Bundestag alla restaurazione austriaca della Confederazione tedesca. “L’uomo forte fa un passo indietro”, con queste parole cercò di calmare le camere, che erano insoddisfatte di questi provvedimenti. Il 19 dicembre 1850 fu nominato definitivamente Presidente del Ministero di Stato e Ministro degli Affari Esteri, in tale veste partecipò anche al Congresso di Parigi del 1856. Mantenne la sua posizione, seppur appoggiandosi sempre più al partito reazionario, fino all’inaugurazione della reggenza e all’inizio della cosiddetta Nuova Era (ottobre 1858). Manteuffel si ritirò nelle sue proprietà in Lusazia. Eletto alla Camera dei rappresentanti prussiana per Görlitz nel 1859 e rieletto quattro volte, non partecipò particolarmente ai dibattiti. Il 1 gennaio 1861 rinunciò al mandato. Membro della casa padronale dal 1864, rappresentò ripetutamente i principi conservatori. La dimensione dei suoi possedimenti intorno a Drahnsdorf, Krossen, Schäcksdorf e Falkenhayn comprendeva circa 2153 ettari secondo la rubrica generale dei proprietari del maniero nel Brandeburgo, pubblicata per la prima volta nel 1879 poco prima della sua morte. Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris.
Onorificenze
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Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera (Prussia) |
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Cavaliere dell’Ordine imperiale di Sant’Andrea (Impero russo) |
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Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca) |
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Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Impero messicano) |
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