Arc. 1727: Principe Otto von Bismark in gran montura da Generale delle Guardie del Corpo, il Ministro della Guerra Albrecht von Roon e il Capo di Stato Maggiore Helmuth graf von Moltke in gran montura da Generale. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1295:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen in grande uniforme da Generale delle Guardie del Corpo (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fu il secondogenito della famiglia aristocratica dei Bismarck-Schönhausen, una rigida casta di latifondisti conservatori, autoritari e molto influenti.Tra il 1832 e il 1835 Bismarck frequentò la facoltà di giurisprudenza a Gottinga e a Berlino. In realtà studiò poco e si divertì molto, ma si laureò comunque nel 1835. Nei primi 32 anni della sua vita Bismarck non pensava molto alla politica. Nel 1847 sposò Giovanna Puttkamer e, per trovarsi una “sistemazione di prestigio”, iniziò ad interessarsi alla vita politica. Nello stesso anno partecipò come deputato alla Dieta degli Stati Tedeschi convocata dal re della Prussia – la prima che raccogliesse i rappresentanti degli Stati tedeschi che allora formavano la Confederazione Germanica, formatasi nel 1815. Nel 1848 scoppiarono delle rivolte democratiche in tutta l’Europa e rovesciarono il fragile equilibrio politico che si era creato nel 1815, durante il Congresso di Vienna. Anche la Germania fu coinvolta. Il 18 marzo 1848 venne repressa un’insurrezione popolare a Berlino, provocando circa 800 morti. Gli obbiettivi di questa rivolta furono l’introduzione di una costituzione democratica, una libera stampa, e l’unione della Germania. Il trono di Federico Guglielmo IV, re della Prussia, vacillò, ma il giovane deputato Bismarck si schierò decisamente dalla sua parte, ribadendo che la sovranità non poteva venire dal popolo, ma solo dall’alto, dal “diritto divino” dell’imperatore. Per Bismarck i rischi legati alle rivendicazioni democratiche erano elevati – basta ricordarsi che Carlo Marx aveva già scritto il suo “Manifesto dei comunisti”. L’atteggiamento duro di Bismarck fu premiato dal re della Prussia, che in seguito gli affidò sempre più importanti incarichi. In quegli anni Bismarck divenne il consigliere più stretto del re. Dal 1859 al 1862 Bismarck fu ambasciatore della Prussia a San Pietroburgo, dando prova di una grande abilità diplomatica. Fu lui a inventare la “Realpolitik”, una politica che lo avrebbe reso famoso e che seguì una sola regola: raggiungere l’obiettivo proposto con il mezzo più rapido, sicuro, efficace, qualunque esso fosse. Un grande salto di carriera fece Bismarck nel 1862 quando il re, a causa di una grave crisi politica, lo richiamò a Berlino e lo fece diventare Cancelliere (Primo Ministro) della Prussia e Ministro degli affari esteri. Questa crisi era dovuta al rifiuto dell’opposizione di accettare i provvedimenti di potenziamento, ammodernamento e riorganizzazione dell’esercito. L’imperatore, come spesso, non sapeva bene cosa fare, Bismarck invece scelse la linea dura. Questo conflitto diventa una vera e propria guerra contro il parlamento che si trascinò avanti fino al 1866. Il parlamento venne sciolto due volte e la stampa liberale criticò aspramente Bismarck, ma il cancelliere riuscì a restare sempre al suo posto di comando. Dopo le rivolte del 1848 la questione dell’unità della Germania divenne sempre più urgente da risolvere, anche per liberare lo sviluppo economico in Germania, ostacolato da troppi confini e dogane interni e troppe leggi diverse. Bismarck aveva capito che la Germania poteva essere unita o “dal basso”, cioè dal popolo con tutti i rischi che questo comportava o “dall’alto”, cioè da qualcuno abbastanza forte da costringere gli altri stati ad aderire a uno stato unitario. Per la verità, non era entusiasta dell’idea di una Germania unita: era troppo prussiano per vedere la Prussia in uno stato insieme a 30 altri stati tedeschi. Ma quando c’era un problema da affrontare Bismarck lo affrontò, sempre con i suoi mezzi. Il problema più importante da affrontare fu l’Austria: includerla in una Germania unita o no? Bismarck risolse la questione con una guerra. Nel 1866 provocò, per futili motivi, una guerra con l’Austria e inflisse agli Asburgo una schiacciante disfatta. La Confederazione degli stati tedeschi, fondato nel 1815 e fino ad allora capeggiata dall’Austria fu sciolta. Al suo posto venne costituita una Confederazione della Germania settentrionale sotto l’influenza della Prussia. E così l’Austria era estromessa dalla questione “Germania unita”. La nuova Prussia era talmente grande e potente che la Francia si sentì minacciata. C’era aria di guerra, e la guerra arrivò. Nel 1870 la Prussia provocò un’altra guerra, questa volta contro la Francia, il “nemico storico” della Germania. La guerra, alla quale adesso parteciparono quasi tutti gli stati della Germania, durò 6 mesi e finì con la totale disfatta della Francia. Il 16 gennaio del 1871, nella galleria degli specchi della reggia di Versailles, il re della Prussia fu proclamato primo imperatore del nuovo Reich, col nome Guglielmo I.Il modo in cui Bismarck aveva guidato la Prussia a diventare padrone della Germania era senz’altro caratterizzato da una grande spietatezza. L’appellativo “cancelliere di ferro” che non dispiaceva più di tanto a Bismarck è sicuramente azzeccato, almeno per certi aspetti della sua politica. Un esempio, diventato famoso, di questa spietatezza lo fornì Bismarck nel 1870, poco prima che iniziasse la guerra con la Francia. Era scoppiata una crisi diplomatica tra la Francia e la Prussia sulla successione al trono della Spagna, una questione in cui era coinvolto anche un principe della casata degli Hohenzollern al quale la Francia invece si oppose con forza. Dopo movimentate e eccitate trattative il re di Prussia incontrò l’ambasciatore francese nella località termale di Ems e dopo mandò a Berlino un dispaccio con un resoconto del colloquio, terminato con un ennesimo nulla di fatto. A questo punto Bismarck fece esplodere la situazione con un trucco: pubblicò la notizia del dispaccio, manipolando però parzialmente il suo contenuto in modo che la posizione del re della Prussia nei confronti della Francia sembrasse molto più dura di quanto non fosse in realtà. Il governo francese lo interpretò come una grave provocazione, ingestibile di fronte all’opinione pubblica e dichiarò guerra alla Prussia. Esattamente quello che voleva Bismarck. Raggiunto lo stato unitario del “Deutsches Reich” (Impero tedesco), Bismarck, ora non più cancelliere della Prussia, ma cancelliere del Reich, si rivelò un uomo politico non affatto aggressivo, almeno nella politica estera. La Germania era circondata dalle potenze “vecchie”, cioè Francia, Inghilterra, Austria e Russia, tutti diffidenti e sospettosi nei confronti di questo nuovo e forte elemento nella scacchiera politica dell’Europa, da sempre molto precaria e instabile. Fino alle sue dimissioni (forzate) nel 1890, Bismarck si mostrò un diplomatico cauto e molto abile che più di una volta riuscì a districare scontri politici e anche militari tra le potenze europee. Certo, sempre nell’interesse della Germania, ma l’equilibrio tra Russia, Turchia, stati Balcani, Austria, Francia e Inghilterra, pur essendo sempre labile e spesso sull’orlo del tracollo, fu sicuramente in buona parte merito suo. Nella politica interna invece Bismarck rimase il temuto “cancelliere di ferro”, piuttosto insofferente nei confronti dell’influenza che aveva ottenuto il parlamento del Reich. Odiava in particolare due partiti: i socialdemocratici, che durante il suo cancellierato erano ancora un partito rivoluzionario che volevano sovvertire lo stato a favore di una dittatura del proletariato e il partito del “Zentrum”, un nuovo partito cattolico sospettato da Bismarck di agire non nell’interesse della Germania, ma in quello del Vaticano. Contro entrambi i partiti Bismarck riuscì a far approvare delle leggi durissime, in particolare contro i socialdemocratici, che ostacolarono pesantemente la loro vita politica. Parallelamente cercò di venire incontro agli elettori dei socialdemocratici con delle riforme che per l’epoca erano rivoluzionarie: introdusse il primo sistema previdenziale sociale al mondo, che sarebbe servito da modello per tutti gli altri paesi. Istituì l’assicurazione contro le malattie, quella contro gli infortuni e infine realizzò un progetto di assicurazione per la vecchiaia. Ma nonostante ciò non riuscì a impedire che il partito socialdemocratico crescesse, lentamente ma in maniera inesorabile. E anche la cosiddetta “Kulturkampf” (lotta culturale) contro il partito cattolico del Zentrum non ebbe il successo sperato. Nel 1888 morì l’imperatore Guglielmo I e salì al trono suo figlio Guglielmo II. Subito si aprì un contrasto tra Bismarck e il giovane 29enne sovrano che, oltre ad essere geloso della popolarità di Bismarck, gradì sempre meno la politica di Bismarck, prudente verso l’esterno e dura verso l’interno. Questi contrasti tra cancelliere e imperatore andarono avanti per due anni e a un certo punto, nel 1890, Bismarck si sentì costretto a dimettersi dal governo e ritornare a malincuore alla vita privata. Dopo otto anni di vita trascorsa nel suo podere di Friedrichsruh, Bismarck morì il 30 luglio 1898, a 83 anni d’età. Il ritiro di Bismarck dalla scena politica nel 1890 rappresentò una specie di spartiacque nella storia della Germania. Soprattutto la nuova politica estera del imperatore Guglielmo II, aggressiva e poco diplomatica, aprì la strada per creare le condizione per lo scoppio del prima guerra mondiale. Fotografia CDv. Fotografo: J. Fernandez – Madrid.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
Cavaliere dell’Ordine supremo dell’Aquila Nera con collare e diamanti
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila con foglie di quercia, corona, scettro, spade e diamanti
Gran Commendatore con diamanti del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern
Cavaliere con spade del Reale Ordine dinastico di Hohenzollern
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite per le Scienze e le Arti (classe di pace)
Croce di Ferro di I classe 1870
1870
Croce di Ferro di II classe per combattenti 1870 con foglie di quercia del “25°”
1870; foglie di quercia, 1º agosto 1895
Commendatore del Baliaggio del Brandeburgo dell’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme
Cavaliere con collare dell’Ordine di Guglielmo
1870
Medaglia di salvataggio con nastro
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della corona del Württemberg
Cavaliere di gran croce dell’ordine di Luigi d’Assia (Assia)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Anhalt-Köthen)
1862
Cavaliere dell’Ordine dinastico della Fedeltà (Granducato di Baden)
1871
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera)
1866
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia (Ducato di Sassonia)
1866
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Falco Bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach)
1866
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale Guelfo (Regno di Hannover)
1857
Cavaliere di Gran Croce con Corona d’oro dell’Ordine al merito di Pietro Federico Luigi (Granducato di Oldenburg)
1866
Cavaliere dell’Ordine della Corona Fiorata (Regno di Sassonia)
1868
Onorificenze straniere
Cavaliere di Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio)
1863
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Dannebrog (Regno di Danimarca)
1852
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’onore (Impero Francese)
1865
Gran Cordone dell’Ordine del Crisantemo (Impero Giapponese)
1882
Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d’Italia)
1867
Cavaliere dell’Ordine Supremo del Cristo (Santa Sede)
1885
Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Regno di Svezia)
1875
Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (Regno di Spagna)
1875
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della Spada (Regno di Portogallo)
Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Sant’Andrea (Impero Russo)
Arc. 2809:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: E. Biegner – Berlin.
Arc. 417:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: König Wilhelm Gallerie – Berlin. Datata 1866.
Arc. 1324:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: E. Biegner – Berlin.
Arc. 445:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen durante la guerra franco-prussiana 1870-71 (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1069:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen durante la guerra franco-prussiana 1870-71 (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1069:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 696:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen (Schönhausen, 1º aprile 1815 – Friedrichsruh, 30 luglio 1898). Fotografia CDV. Fotografo: B. J. Birsch – Berlin.
Arc. 72: Johanna von Puttkamer principessa Von Bismark (1824-1894). Moglie del principe Otto Von Bismark. Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlino. 1865 ca.
Arc. 1515:Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen, al centro la moglie Johanna von Puttkamer principessa Von Bismark (1824-1894) e la figlia Marie. Fotografia CDV. Fotografo: G. Linde – Putbus.
Arc. 3143:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Von Moltke nacque nel Ducato di Meclemburgo-Schwerin da una famiglia di antica nobiltà. Suo padre nel 1805 si stabilì nell’Holstein e divenne cittadino danese, ma nello stesso periodo subì un tracollo economico per l’incendio della tenuta di campagna e per il saccheggio, da parte delle truppe francesi, delle proprietà cittadine di Lubecca, dove risiedeva la famiglia. Il giovane Moltke quindi crebbe in circostanze disagiate. All’età di nove anni fu mandato in collegio a Hohenfelde, a undici anni entrò come cadetto alla scuola di Copenaghen, destinato alla corte e all’esercito danese. Nel 1818 divenne paggio del re di Danimarca e Sottotenente in un reggimento di fanteria. A ventun anni decise di entrare al servizio della Prussia, pur perdendo l’anzianità di grado. Nel 1822 divenne sottotenente nell’8º Reggimento Fanteria di Francoforte sull’Oder. A ventitré anni fu ammesso alla Scuola di Guerra, dove studiò per tre anni diplomandosi nel 1826. Per un anno Moltke prestò servizio nella stessa scuola cadetti, per tre anni fu poi di guarnigione in Slesia e a Posen. Nel 1833, promosso Tenente, entrò nello Stato Maggiore Generale di Berlino, dove per le sue qualità di brillante ufficiale fu notato dai superiori, in particolare dal principe Guglielmo, allora Tenente Generale, in seguito re e imperatore. Fu ben accolto a corte e nella migliore società berlinese. Nel 1835 con la promozione a Capitano ottenne sei mesi di licenza per viaggiare nell’Europa sudorientale. Dopo una breve permanenza a Costantinopoli gli fu richiesto dal sultano Mahmud II di modernizzare l’esercito dell’Impero ottomano, e, dopo aver ricevuto autorizzazione da Berlino, accettò l’offerta. Rimase due anni a Costantinopoli, imparò il turco e ispezionò la capitale, il Bosforo e i Dardanelli. Viaggiò molto in Bulgaria e nei Balcani, e da entrambi i lati dello stretto. Nel 1838 fu inviato come consigliere militare presso il generale ottomano comandante le truppe in Armenia nel corso di una campagna contro Mehmet Ali. Durante l’estate Moltke compì estese ricognizioni e ispezioni, cavalcando per migliaia di chilometri. Navigò sulle rapide dell’Eufrate, visitò e mappò gran parte dell’Impero ottomano. Nel 1839 l’esercito mosse verso sud per combattere contro gli egiziani, ma all’avvicinarsi al nemico il generale turco rifiutò di ascoltare i consigli di Moltke, il quale si dimise dal suo ruolo e prese il comando dell’artiglieria. Nella battaglia di Nizib (oggi Nisibis), il 24 giugno 1839, l’esercito ottomano fu battuto. Con grande difficoltà von Moltke raggiunse il mar Nero, e quindi Costantinopoli; il suo protettore Mahmud II nel frattempo era morto, così von Moltke ritornò a Berlino, dove giunse, minato nella salute, nel dicembre 1839. Nel 1840 von Moltke fu assegnato al comando del IV Corpo d’Armata, di stanza a Berlino, pubblicò le sue mappe di Costantinopoli, e insieme ad altri viaggiatori tedeschi compilò una nuova mappa dell’Asia Minore nonché un saggio sulla geografia della regione. Nel 1848, dopo un breve ritorno allo Stato Maggiore di Berlino, divenne Capo di Stato Maggiore del IV Corpo d’Armata, di stanza in quel periodo a Magdeburgo, dove rimase sette anni durante i quali salì di grado a Tenente Colonnello e poi a Colonnello. Nel 1855 prestò servizio come aiutante personale del principe Federico (in seguito Federico III di Prussia); in questa veste accompagnò il Principe in Gran Bretagna per il matrimonio, a Parigi, e a San Pietroburgo per l’incoronazione dello zar Alessandro. Nel 1857 fu messo a capo dello Stato Maggiore Generale prussiano, una carica che ricoprì per i successivi trent’anni. Non appena insediato si mise al lavoro per modificare i metodi tattici e strategici dell’esercito prussiano, gli armamenti e i mezzi di comunicazione, l’addestramento dei quadri di comando, e i metodi di mobilitazione dell’esercito. Istituì anche lo studio della politica europea in relazione alla pianificazione delle possibili campagne militari. In breve tracciò le linee di un moderno Stato maggiore. Nel 1859 la seconda guerra di indipendenza diede il via alla mobilitazione dell’esercito prussiano, sebbene questo non entrasse nel conflitto. Dopo la mobilitazione l’esercito venne riorganizzato, e la sua forza venne quasi raddoppiata. La riorganizzazione non fu curata da von Moltke bensì dal principe reggente Guglielmo e dal ministro della guerra Albrecht von Roon. Von Moltke osservò da vicino la guerra in corso in Italia e ne redasse una storia (pubblicata nel 1862 con l’attribuzione alla divisione storica dello Stato maggiore prussiano). Nel dicembre 1862 a von Moltke fu richiesta una valutazione sugli aspetti militari della disputa con la Danimarca; considerò le difficoltà nel portare a termine una guerra, nel caso, probabile, in cui l’esercito danese si fosse ritirato sulle isole, dove, data l’inferiorità navale tedesca, sarebbe stato inattaccabile. Abbozzò un piano inteso ad aggirare sul fianco l’esercito danese prima di attaccarne le posizioni fronteggianti lo Schleswig, in modo da tagliare le vie di ritirata. Quando la guerra, nota come seconda guerra dello Schleswig, ebbe inizio nel febbraio 1864, von Moltke non fu aggregato alle forze prussiane ma rimase a Berlino. Il suo piano di guerra fu applicato malamente e l’esercito danese si rifugiò nelle fortezze di Dybbøl e Fredericia, entrambe le quali controllavano la via di ritirata sulle isole. Le fortezze furono poste sotto assedio – Dybbøl venne conquistata con un assalto e Fredericia fu abbandonata dai danesi senza colpo ferire – ma la guerra non dava segno di avvicinarsi alla fine. L’esercito danese era in salvo sulle isole di Als e Fionia. Il 30 aprile 1864 von Moltke divenne capo di stato maggiore delle forze alleate tedesche. Dopo un armistizio di due mesi l’esercito tedesco attaccò l’isola di Als (29 giugno). I danesi evacuarono l’isola e poco dopo accettarono le condizioni di pace proposte dai tedeschi. L’apparizione di von Moltke sul teatro di guerra aveva cambiato le sorti della guerra, e la sua influenza sul re si era notevolmente accresciuta. Di conseguenza, quando nel 1866 si ebbe lo scontro con l’Austria, i piani di von Moltke vennero adottati e scrupolosamente messi in pratica. Von Moltke pianificò e condusse le vittoriose operazioni militari durante la guerra austro-prussiana del 1866. I punti strategici principali sono i seguenti. Innanzitutto dimostrò la validità della concentrazione dello sforzo. I nemici erano due, l’esercito austro-sassone (270 000 uomini) e le armate tedesche del sud e del nord (circa 120 000). Le forze prussiane ammontavano dal canto loro a 60 000 uomini circa, ma Moltke cercò la superiorità in un punto decisivo: 48 000 uomini dovevano catturare l’armata di Hannover in meno di due settimane, e quindi attaccare e respingere le forze tedesche meridionali. Dopo che ebbero marciato sulla Sassonia, l’esercito sassone si ritirò in Boemia. Moltke aveva due armate a circa 150 chilometri l’una dall’altra, il problema era come avvicinarle per circondare l’esercito austriaco come i francesi a Waterloo fra sir Wellington e Blücher. Decise di riunire le due armate facendole avanzare verso Gitschin. Prevedeva che la marcia del Principe della Corona lo avrebbe probabilmente portato in collisione con una porzione dell’esercito austriaco, ma il Kronprinz disponeva di 100 000 uomini, e non era probabile che gli austriaci potessero contare su una forza superiore. Gli austriaci agli ordini di Ludwig von Benedek marciarono più rapidamente del previsto, e potevano opporsi al Kronprinz con quattro o cinque corpi d’armata; ma l’attenzione di Benedek si diresse invece sul principe Federico, e i suoi quattro corpi d’armata, privi di un comando unificato, furono decisamente battuti. Il 1º luglio Benedek riunì le proprie forze, ormai scosse, su una posizione difensiva di fronte a Sadowa. Le due armate di Moltke erano in quel momento a un giorno di marcia l’una dall’altra e ad altrettanto dal nemico, il 3 luglio entrarono in azione, la prima contro il centro, la seconda contro il fianco destro austriaco. L’esercito austriaco fu completamente sconfitto e la campagna e la guerra erano vinte. Moltke non fu molto soddisfatto dell’andamento della battaglia: tentò di spostare l’Armata dell’Elba sopra Königgrätz per prevenire la ritirata austriaca, ma il suo sottoposto non riuscì a giungervi in tempo; tentò anche di trattenere la 1ª Armata da un attacco troppo a fondo, sperando in tal modo di trattenere gli austriaci sulle loro posizioni abbastanza a lungo perché la ritirata fosse loro tagliata dall’armata del Kronprinz, ma anche questo non avvenne. Durante i negoziati di pace Otto von Bismarck si oppose al desiderio del re di annettere la Sassonia e altri territori oltre a quelli occupati, temendo l’intervento della Francia. Moltke, tuttavia, confidava di poter battere sia gli austriaci sia i francesi, se fossero intervenuti, e sottopose a Bismarck i suoi piani in caso di una guerra su due fronti. Moltke si trovò nuovamente a dirigere l’esercito prussiano nella guerra franco-prussiana (1870-1871), che mise le basi per la creazione dell’Impero tedesco nel 1871. Il grande successo del 1866 aveva rafforzato la posizione di Moltke, cosicché quando il 5 luglio 1870 fu emanato l’ordine di mobilitazione delle forze prussiane e tedesche del sud, il suo piano venne adottato senza alcuna obiezione. Cinque giorni dopo Moltke ricevette la nomina a capo di Stato maggiore generale dell’esercito per la durata della guerra. Le forze tedesche furono raggruppate in tre armate: la 1ª, agli ordini di Steinmetz, sulla Mosella vicino Treviri; la 2ª, di 130 000 uomini, sotto il Principe Reggente nei pressi di Homburg, con alle spalle una riserva di 60 000 uomini; la 3ª, ai comandi del Kronprintz Federico Carlo di Prussia, di 130 000 uomini, a Landau. Tre corpi d’armata erano tenuti indietro nel nordest della Germania, nel caso l’Austria facesse causa comune con la Francia. La battaglia di Wœrth si accese prematuramente, e quindi condusse non alla cattura dell’armata di Mac-Mahon, come si voleva, ma solo alla sua sconfitta e rapida ritirata. La battaglia di Spicheren non fu voluta da Moltke, il quale avrebbe preferito trattenere l’armata di Bazaine sulla Saar fino al momento in cui avrebbe potuto attaccarla di fronte con la 2ª Armata e sul fianco sinistro con la 1ª. Ma queste inaspettate vittorie non spiazzarono von Moltke, il quale portò avanti la pianificata avanzata su Pont-à-Mousson, passò la Mosella con la 1ª e la 2ª Armata, quindi si diresse a nord in un movimento accerchiante, cosicché l’effetto della battaglia di Gravelotte fu quello di sospingere Bazaine nella fortezza di Metz e tagliargli la via per Parigi. Niente mette pienamente in luce il pensiero e la volontà di Moltke quanto la sua determinazione di attaccare il 18 agosto alla battaglia di Gravelotte, quando altri strateghi avrebbero pensato che, una volta ottenuta una vittoria strategica, sarebbe stata inutile una vittoria tattica. Fu criticato per l’ultimo attacco di Gravelotte, causa di inutili perdite, ma oggi sappiamo che l’attacco fu ordinato dal re, e che Moltke si biasimò per non aver adoperato la propria influenza per impedirlo. Durante la notte seguente alla battaglia Moltke lasciò un’armata a impegnare Bazaine a Metz, e inviò le altre due verso Parigi, con la più meridionale in posizione avanzata, cosicché quando fosse entrata in contatto con l’armata di Mac-Mahon l’avrebbe sospinta verso nord. Il 25 agosto si scoprì che Mac-Mahon era diretto verso nordest per soccorrere Bazaine; appena accertata l’accuratezza dell’informazione Moltke ordinò alle sue colonne di dirigersi a nord invece che a ovest. L’ala destra di Mac-Mahon fu attaccata a Beaumont mentre tentava di attraversare la Mosa, costretta a interrompere l’avanzata e ritirarsi faticosamente presso Sedan. Alla battaglia di Sedan le due armate tedesche, guidate magistralmente da Moltke, riuscirono a circondare completamente l’armata francese, che il 1º settembre fu attaccata da tutte le direzioni e costretta alla resa. Moltke, dopo aver ottenuto a Sedan la più grande vittoria campale della sua carriera, riprese quindi l’avanzata su Parigi, che venne circondata. L’assedio di Metz ebbe termine il 27 ottobre; il 28 gennaio 1871 a Parigi fu concluso l’armistizio che pose fine alla guerra. Nell’ottobre 1870 Moltke ricevette il titolo di graf (conte), come ricompensa per i suoi servigi. Nel giugno 1871 fu promosso a Feldmaresciallo e ottenne una grossa prebenda monetaria. Fece parte della Dieta della Confederazione Tedesca del Nord dal 1867 al 1871 e dal 1891 fu membro del Reichstag, il Parlamento tedesco dell’epoca. Dopo la guerra franco-prussiana supervisionò la redazione della storia ufficiale, pubblicata fra il 1874 e il 1881 dallo Stato maggiore. Nel 1888 lasciò l’incarico di Capo di Stato Maggiore e gli successe Alfred von Waldersee. Suo nipote Helmuth Johann Ludwig von Moltke rivestì la medesima carica dal 1906 al 1914. Graf von Moltke lasciò il servizio attivo il 9 agosto 1888 e morì a Berlino nel 1891. Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Comp. – Berlin.
Onorificenze
Onorificenze prussiane
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere di I Classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Cavaliere di Gran Croce della Croce di Ferro
Gran Commendatore dell’Ordine di Hohenzollern
Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni del baliaggio di Brandeburgo
Onorificenze straniere
Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d’Italia)
Cavalieri dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero di Russia)
Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
10 agosto 1881
Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona del Württemberg
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca (Impero di Russia)
Cavaliere di Gran Croce con corona e spade dell’Ordine al Merito di Pietro Federico Luigi
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Luigi d’Assia
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’onore
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Leopoldo
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria
Cavaliere dell’Ordine della fedeltà
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Carlo Federico
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Massimiliano Giuseppe
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Enrico il Leone
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona wendica
Croce al merito militare (Meclemburgo-Schwerin)
Cavaliere dell’Ordine della corona fiorata
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Sant’Enrico
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Falco Bianco
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona del Württemberg
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito militare del Württemberg
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della spada
Cavaliere dell’Ordine di Aleksandr Nevskij
Cavaliere dell’Ordine di Mejidiyye
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Elefante Bianco
Arc. 2314:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: C. Jacotin – Paris.
Arc. 2513:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891) è stato un generale prussiano, feldmaresciallo, per trent’anni capo di stato maggiore dell’esercito prussiano ed artefice delle vittorie sull’Impero austro-ungarico e sulla Francia nel XIX secolo. È conosciuto anche come von Moltke il Vecchio per distinguerlo dal nipote Helmuth Johann Ludwig von Moltke, che comandò l’esercito imperiale tedesco allo scoppio della prima guerra mondiale.
Arc. 545:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: E. Neurdein – Paris.
Arc. 1727:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1499:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: E. Jamrath & Sohn – Berlin.
Arc. 1479:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: B.J. Hirsch – Berlin.
Arc. 1285:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia formato gabinetto. Fotografo: Loescher & Petsch – Berlin.
Arc. 141: Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: Reichard & Lindner – Berlino. 1873.
Arc. 1826:Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke (Parchim, 26 ottobre 1800 – Berlino, 24 aprile 1891). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 444:Friedrich Heinrich Ernst von Wrangel in gran montura da Generale comandante le Guardie del Corpo (Stettino, 13 aprile 1784 – Berlino, 1º novembre 1877). Il barone von Wrangel (conte nel 1864) nacque a Stettino, nella Pomerania prussiana da una nobile famiglia di tradizioni militari originaria della Baltica. Suo padre era il maggiore generale prussiano Friedrich Ernst von Wrangel(7 aprile 1720 – 13 gennaio 1805), mentre sua madre era Sophie Luise Elisabeth von Below (26 agosto 1752 – 26 aprile 1805). Dopo gli studi a Leida, intraprese la carriera delle armi in cavalleria e già nel 1796, all’età di dodici anni, divenne caporale nel 6º reggimento dragoni “Werther” dell’esercito prussiano. Il 5 ottobre 1798 venne nominato sottotenente. Durante le Guerre napoleoniche si distinse a Eylau, Heilsberg (1807) ed a Jena, dove ricevette l’onorificenza Pour le mérite per delle pesanti ferite subite ad una spalla nel corso di una carica francese. Wrangel venne quindi collocato nel 3º reggimento corazzieri reali ed il 19 marzo 1808 venne promosso tenente, ottenendo il 18 aprile 1809 il grado di capitano assieme al comando di uno squadrone. Successivamente combatté come colonnello dei dragoni la Guerra di Liberazione del 1813 negli scontri di Bautzen e Großgörschen dopo i quali ottenne il titolo di maggiore. Distintosi nella Battaglia di Lipsia ed a Wachau ricevette l’Ordine della Croce di Ferro nel 1815. Già il 13 maggio 1814 era stato promosso al grado di tenente colonnello, ed il 3 ottobre 1815 ottenne il grado di colonnello. Il 30 marzo 1823 ricevette la promozione a Maggior Generale, ottenne il comando della 10ª divisione di cavalleria ed entrò a far parte dell’Ordine Teutonico. Nel 1832 partecipò al soffocamento di alcune rivolte contadine in Posnania e in Slesia. Nel 1834, a capo della 13ª divisione con sede a Münster, represse le rivolte scoppiate tra l’arcivescovo di Colonia e la corona, operazioni dopo le quali venne promosso Tenente Generale. Ricevette quindi diversi privilegi dalla corte e si avvicinò sempre più al partito degli junker, ottenendo poi il comando delle piazzeforti di Königsberg e Stettino. Nel 1848 Wrangel ottenne il comando del II corpo d’armata della Confederazione Germanica nella Prima guerra dello Schleswig, venne promosso generale di cavalleria e vinse diversi scontri. Fu uno dei sostenitori di una reazione dura contro i liberali di Francoforte sul Meno e partecipò al bombardamento di Magonza e Münster. Ricevette poi da Federico Guglielmo IV il comando generale dell’esercito reazionario in Brandenburgo e sconfisse i rivoluzionari a Berlino, riportando il re in città e ristabilendo l’ordine. Per tali atti ricevette l’Ordine dell’Aquila Rossa. Durante questo periodo strinse inoltre una forte amicizia col principe ereditario Guglielmo, futuro primo imperatore di Germania. Durante la Seconda guerra dello Schleswig ebbe il comando supremo delle truppe prussiane e sconfisse i danesi a Idstedt, prendendo prigioniero il generale danese Gerhard Christoph von Krogh. Sconfisse nuovamente i danesi di Christian Julius de Meza a Lundby. Malgrado questo, lo stato maggiore dell’esercito prussiano si rese conto che Wrangel, anche a causa dell’età avanzata, non era più in grado di coordinare da solo le vaste operazioni previste sul campo dal comandante generale Helmuth Karl Bernhard von Moltke. Prese comunque parte alla prima ed alla seconda guerra dello Schleswig e successivamente alla Guerra franco-prussiana. L’estrema popolarità accumulata da Wrangel con le truppe e con il popolo, ad ogni modo, gli consentì di rimanere regolarmente in servizio e la sua presenza in ambito militare creò non pochi problemi: con von Moltke si scontrò da quando quest’ultimo cercò di rimuoverlo dai propri incarichi, sospettando che lo stesse facendo per invidia, come pure si scontrò col generale Albrecht von Roon per i medesimi motivi, ed infine si scontrò col primo ministro prussiano Otto von Bismarck che Wrangel definì “diplomatico da forca” in un dispaccio. Dopo la pace trovò comunque il modo di riappacificarsi con Bismarck. I contrasti che il vecchio generale ebbe erano spesso dettati dalla sua natura conservatrice e dalla sua visione ormai da molti ritenuta superata della guerra. Il 18 maggio 1864, Wrangel venne elevato al rango di conte. Dopo la sua promozione a Generalfeldmarschall nel 1856, era ancora l’ufficiale di più alto rango dell’esercito prussiano dopo l’imperatore; il conte Bogdan von Hutten-Czarski, nelle sue memorie, riportò che era consuetudine per gli ufficiali dell’esercito fare una visita ufficiale al vecchio feldmaresciallo. Morì nel 1877 all’età di 93 anni. Fotografia CDV. Fotografo: Loescher & Petscher – Berlin.
Onorificenze
Onorificenze tedesche
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere di I classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa
Cavaliere di I classe dell’Ordine Reale di Hohenzollern
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Cavaliere di Gran Croce della Croce di Ferro
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona Wendica (Meclemburgo-Schwerin)
Onorificenze straniere
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo)
Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
11 agosto 1859
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austriaco)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austriaco)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Dannebrog (Danimarca)
Cavaliere dell’Ordine Teutonico
Arc. 1771:Friedrich Heinrich Ernst von Wrangel in gran montura da Generale comandante le Guardie del Corpo (Stettino, 13 aprile 1784 – Berlino, 1º novembre 1877). Fotografia CDV. Fotografo: G. Schwartz & Comp. – Berlin.
Arc. 1899:Friedrich Heinrich Ernst von Wrangel (Stettino, 13 aprile 1784 – Berlino, 1º novembre 1877). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1811:Friedrich Heinrich Ernst von Wrangel (Stettino, 13 aprile 1784 – Berlino, 1º novembre 1877). Fotografia CDV. Fotografo: H. Lehmann & C. – Berlin.
Arc. 1553:Albrecht Theodor Emil von Roon (Pleushagen, 30 aprile 1803 – Berlino, 23 febbraio 1879). Assieme al cancelliere Otto von Bismarck e al generale von Moltke, contribuì alla nascita dell’Impero tedesco e all’affermazione della Germania come potenza europea. Figura dominante del governo prussiano durante la decade chiave di metà Ottocento, con una serie di guerre di successo contro Danimarca, Austria e Francia, portò al consolidamento della leadership prussiana in Europa. Conservatore e sostenitore della monarchia, egli fu tra i principali modernizzatori dell’efficienza dell’esercito prussiano nel XIX secolo. Roon nacque a Pleushagen, presso Kolberg (Kołobrzeg), in Pomerania. La sua famiglia era di origini fiamminghe e si era successivamente insediata in Pomerania. Il piccolo Albrecht fu cresciuto principalmente dalla madre, dato che suo padre, ufficiale dell’esercito prussiano, morì durante le guerre della quarta coalizione capitanata da Napoleone Bonaparte. Una volta cresciuto Roon entrl nel corpo dei cadetti di Culm (Chełmno) nel 1816, dal quale nel 1818 procedette verso la scuola militare di Berlino e nel 1821 venne incluso nel 14° (3° Pomerania) reggimento aquartierato a Stargard, in Pomerania. Studiò all’accademia militare di Berlino dal 1824 al 1827. Nel 1826 venne trasferito nel 15º reggimento di Minden. Spedito nel 1832 al quartier generale del corpo d’armata di Karl von Müffling, a Krefeld, rimase deluso dall’inefficienza dell’esercito di cui faceva parte; scrisse pertanto e pubblicò lo stesso anno un’opera in tre volumi, Grundzüge der Erd-, Völker- und Staatenkunde (“Principi di fisica, nazionalismo e geografia politica”) in cui espresse i suoi pensieri raccogliendo un discreto successo. Nel 1835 entrò nello Stato Maggiore generale tedesco ottenendo la promozione a capitano l’anno successivo e quella di maggiore nel 1842. Nel 1844, in qualità di tutore del principe Federico Carlo di Prussia, impartì a questo lezioni all’università di Bonn e lo accompagnò in vari viaggi. Le fortune di von Roon iniziarono dopo che domò la rivolta scoppiata nel Baden per conto del futuro Guglielmo I di Germania, nell’ambito della primavera dei popoli. Divenne tenente colonnello nel 1850, colonnello un anno dopo. Promosso maggiore generale nel 1856 e tenente generale nel 1859, Roon era stato assegnato sin dal 1850 a diversi comandi e ad importanti missioni. Il principe Guglielmo divenne reggente nel 1858 e nel 1859 decise di nominare Roon a membro della commissione istituita per riorgranizzare l’esercito. Durante la Seconda guerra di indipendenza italiana, Roon ottenne di mobilitare una divisione. Sul finire del 1859, pur essendo ancora uno dei più giovani tenenti generali dell’esercito prussiano, egli succedette ad Eduard von Bonin come ministro della guerra prussiano. Due anni più tardi, nel 1861, gli venne assegnato anche il ministero della marina. Grazie al suo nuovo e prestigioso incarico, von Roon ottenne di poter riorganizzare l’esercito. Grazie anche all’approvazione di von Moltke ed Edwin von Manteuffel, prese il via la sua idea di una “nazione in armi”, sulla scia del pensiero di Gerhard von Scharnhorst, e la conseguente istituzione di una riserva permanente (Landwehr) con compiti secondari ma che in caso poteva essere inglobata nell’esercito vero e proprio. Questa innovazione, che mobilitò una gran massa di uomini, gli valse l’odio della popolazione, anche se le vittorie della guerra austro-prussiana (1866) e della guerra franco-prussiana (1870 – 1871) placarono in parte le loro ire. Roon venne creato conte il 19 gennaio 1871, appena dopo che Moltke ebbe ricevuto il medesimo onore. Nel gennaio del 1873, egli succedette a Bismarck nella carica di primo ministro, ma problemi di salute lo costrinsero alle dimissioni già nel novembre dello stesso anno. Morì sette anni dopo a Berlino, il 23 febbraio, non prima di essere stato nominato feldmaresciallo nel 1873. La sua salma riposa ancora oggi nella cripta della famiglia Roon al castello di Krobnitz, presso Görlitz. Fotografia CDV. Fotografo: L. Haase & Co. Berlin.
Onorificenze
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere di I Classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo
Croce di Ferro di I classe
Croce di Ferro di II classe
Arc. 1515:Federico Guglielmo Nicola Alberto di Prussia (Berlino, 8 maggio 1837 – Kamenz, 13 settembre 1906). Nel 1847 entrò nell’esercito prussiano e nel 1864 partecipò alla campagna dello Schleswig nel battaglione del principe Federico Carlo di Prussia e partecipando alle battaglie di Skalitz, Sadowa, Schweinschädel e Königgrätz nella guerra austro-prussiana nel 1866. Nella Guerra franco-prussiana comandò la II° Brigata di cavalleria e partecipò alle battaglie di Gravelotte e Sedan. Dopo la caduta del Secondo Impero, fu subordinato a Edwin von Manteuffel nei combattimenti intorno a Bapaume e St. Quentin. Nel 1874 divenne comandante degli X Corpi di stanza ad Hannover. Nel 1883 succedette allo zio Carlo come Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del baliaggio di Brandeburgo. Nel 1885, Alberto fu scelto come Reggente per il Ducato di Brunswick, dal momento che il cancelliere tedesco Otto von Bismarck aveva rimosso Ernesto Augusto, principe ereditario di Hannover, dal suo incarico. Nel 1913 il figlio di Ernesto Augusto, Ernesto Augusto, divenne duca di Brunswick, regnando solo per 5 anni e 6 giorni. Dopo aver accettato la reggenza, Alberto e la sua famiglia risiedette principalmente a Brunswick, Berlino e Kamenz. Alberto sposò il 9 aprile 1873 a Berlino, Maria di Sassonia-Altenburg, figlia di Ernesto I di Sassonia-Altenburg. Alberto morì il 13 settembre 1906 a Kamenz. Fu sepolto nel Mausoleum auf dem Hutberge nel parco di Schloss Kamenz. Dopo la seconda guerra mondiale, il mausoleo fu saccheggiato e i cadaveri di Alberto e di sua moglie furono nuovamente sepolti nel parco.
Onorificenze
Onorificenze di Brunswick
Gran Maestro dell’Ordine di Enrico il Leone
Onorificenze prussiane
Gran Maestro dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere dell’Ordine al merito della corona prussiana
Cavaliere di gran croce dell’ordine dell’Aquila rossa
Cavaliere di I classe dell’ordine della Corona
Gran Commendatore dell’Ordine di Hohenzollern
Cavaliere di I classe con spade dell’Ordine principesco di Hohenzollern
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con fronde di quercia
Croce di Ferro di I classe
Croce di Ferro di II classe
Medaglia della campagna militare del 1864
Medaglia commemorativa della guerra del 1870-1871
Onorificenze tedesche
Cavaliere Gran Croce dell’Ordine di Alberto l’Orso (Anhalt)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Fedeltà (Granducato di Baden)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Carlo Federico (Granducato di Baden)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen (Granducato di Baden)
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera)
Cavaliere di I classe dell’ordine di Enrico il Leone (Brunswick)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Leone d’Oro (Granducato d’Assia e del Reno)
16 aprile 1853
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Luigi d’Assia (Assia)
6 maggio 1870
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Croce d’Onore della Casa di Lippe (Principato di Lippe)
Cavaliere di Gran Croce con gemme dell’Ordine della Corona Wendica (Meclemburgo- Schwerin)
Croce di I Classe al merito militare (Meclemburgo-Schwerin)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito di Pietro Federico Luigi (Oldenburg)
5 settembre 1850
Cavaliere dell’ordine della Corona fiorata (Sassonia)
Cavaliere di gran croce dell’ordine del Falco bianco (Sassonia-Weimar-Eisenach)
Cavaliere di Gran Croce per sovrani dell’Ordine della corona del Württemberg (Württemberg)
Onorificenze straniere
Cavaliere del Toson d’oro (Spagna)
15 dicembre 1891
Collare dell’Ordine di Carlo III (Spagna)
15 maggio 1902
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austriaco)
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi)
Commendatore dell’Ordine Militare di Guglielmo (Paesi Bassi)
25 agosto 1878
Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d’Italia)
Gran Croce dell’Ordine civile di Alfonso XII (Spagna)
6 giugno 1906
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito (Regno delle Due Sicilie)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della Spada (Portogallo)
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella di Romania (Romania)
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo)
Cavaliere dell’Ordine di Sant’Aleksandr Nevskij (Impero russo)
Cavaliere di I classe dell’Ordine imperiale di San Stanislao (Impero russo)
Cavaliere di I classe dell’Ordine imperiale di San Vladimiro (Impero russo)
Cavaliere di IV classe dell’Ordine Militare di San Giorgio (Impero russo)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine Reale Norvegese di Sant’Olav (Norvegia)
3 settembre 1856
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
Cavaliere onorario del Venerabilissimo Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme (Regno Unito)
Croce al merito militare di I classe (Impero austro-ungarico)
Arc. 2514:Friedrich August Eberhard von Württemberg (Stoccarda, 24 gennaio 1813 – Zehdenick, 23 gennaio 1885). Augusto era il quinto e il più giovane dei figli del principe Paolo Federico di Württemberg (fratello del re Guglielmo I di Württemberg), e di sua moglie, la principessa Carlotta di Sassonia-Hildburghausen. Dopo 16 anni di servizio militare prestati nell’esercito del Regno di Württemberg, nel 1831 Augusto venne promosso al grado di Rittmeister nel 1º reggimento di cavalleria. Nell’aprile del 1831 ottenne il permesso dallo zio Guglielmo I di entrare a far parte dell’esercito prussiano col quale il Württemberg era alleato. Nell’esercito prussiano Augusto venne inizialmente assegnato al reggimento delle guardie del corpo del re e successivamente venne promosso Maggiore. Nel 1836 venne promosso al rango di Luogotenente Colonnello e nel 1838 divenne Colonnello, passando al reggimento di corazzieri della guardia. Nel 1844, come Maggiore Generale, Augusto assunse il comando della 1ª brigata di cavalleria e nel 1850 venne promosso al grado di Luogotenente Generale. Dopo una breve interruzione di due anni dal 1854 al 1856, egli comandò la 7ª divisione a Magdeburgo, ma rimase inquadrato nei reparti di cavalleria. Nel settembre del 1857 prestò servizio come comandante generale del 3º corpo d’armata ma il 3 giugno 1858 passò al comando della prestigiosa Guardia reale prussiana, posizione che mantenne per i vent’anni successivi. Nella guerra austro-prussiana del 1866, Augusto prese nuovamente le armi sotto il comando dell’allora principe ereditario Federico di Prussia come comandante generale di cavalleria nelle vittoriose battaglie di Soor e Burkersdorf. Si distinse grandemente anche nella battaglia di Sadowa del 3 luglio 1866 occupando poi la città di Chlum con le proprie truppe. Dopo questa campagna l’imperatore Guglielmo I di Germania ricompensò Augusto con la medaglia dell’ordine Pour le Mérite e lo nominò capo del 10º Reggimento di Ulani di Posen a Züllichau che mantenne simbolicamente il suo nome sino alla dissoluzione del corpo nel 1919. Nell’ambito della guerra franco-prussiana, Augusto prese parte alla Battaglia di Gravelotte il 18 agosto 1870 dove le sue truppe scelte della Guardia reale prussiana, mandate all’attacco allo scoperto contro le solide posizioni francesi, subirono forti perdite; solo l’intervento del XII corpo d’armata sassone, che aggirò sul fianco le linee nemiche, permise di vincere ugualmente la battaglia. Il corpo della Guardia prussiana venne successivamente inquadrato nella Maasarmee sotto il comando di Alberto, principe ereditario di Sassonia col quale prese parte alla Battaglia di Sedan, dove le sue truppe ebbero modo di distinguersi (scontri nel Bois de la Garenne), ed a parte dell’Assedio di Parigi. Dopo la fine della guerra Augusto venne ricevuto personalmente dal Kaiser che gli conferì la corona d’alloro per l’Ordine Pour le Mérite, oltre ad entrambe le classi della Croce di Ferro. Il 2 settembre 1873 venne nominato Colonnello Generale di cavalleria col grado di Feldmaresciallo. Chiamato a sostituire il feldmaresciallo Friedrich von Wrangel, Augusto venne trasferito nel giugno del 1878 al comando superiore dove rimase per quattro anni. Il 24 agosto 1882 chiese di essere messo a riposto e ricevette la croce di cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera direttamente dall’Imperatore. Augusto morì a Zehdenick presso Berlino il 12 gennaio 1885. La sua morte avvenne per un malore durante un viaggio di caccia. I suoi funerali si svolsero quattro giorni dopo a Berlino nella Garnisonkirche. La salma venne trasferita poi al Castello di Ludwigsburg dove trovò sepoltura nella cappella locale.
Onorificenze
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Croce di ferro di I classe
Croce di ferro di II classe
Arc. 1506:Edwin von Manteuffel (Dresda, 24 febbraio 1809 – Karlsbad, 17 giugno 1885). Figlio del presidente della corte suprema del Magdeburgo, entrò nella Guardia a cavallo a Berlino nel 1827, diventando ufficiale nel 1828. Dopo aver frequentato la scuola di guerra per due anni, servì come aiutante di campo del generale von Müffling e del Principe Alberto di Prussia. Venne promosso capitano nel 1843 e maggiore nel 1848. Successivamente fu aiutante di campo di Federico Guglielmo IV di Prussia. Raggiunse il grado di tenente colonnello nel 1852 e di colonnello comandante del 5º reggimento Ulani l’anno successivo, ricoprì anche incarichi diplomatici in Austria e Russia. Fu uno degli artefici della riorganizzazione dell’esercito prussiano nell’inizio degli anni sessanta dell’Ottocento. Combatté in tutte le campagne successive contro l’Austria, contro la Danimarca durante la seconda guerra dello Schleswig, divenendo governatore dello Schleswig e durante la Guerra austro-prussiana, nella quale occupò l’Holstein, comandò una divisione contro gli Hannoveriani (alleati dell’Austria) e comandò l’Armata del Meno. Durante la guerra franco-prussiana conquistò Amiens il 27 novembre 1870 nella battaglia di Villers-Bretonneux, sconfiggendo l’armata del Nord francese, che poi batté di nuovo il 23 dicembre nella battaglia di Pont-Noyelles (o L’Hallue) costringendo i francesi dopo una vittoria parziale a ritirarsi ad Arras. Infine accerchiò l’armata del generale Bourbaki, al comando di una forza di 150.000 uomini, già sconfitta dal generale Werder presso Héricourt tra il 15 e il 17 gennaio. Manteuffel, succeduto a August von Werder al comando del settore orientale, procedette in direzione di Bourbaki al fine di annientarlo, e questi, onde evitare l’accerchiamento delle sue truppe, arretrò fino a Besançon, ma senza riuscire a ritirarsi. Gran parte delle sue truppe dovette riparare in Svizzera sotto la spinta tedesca. Dopo il Congresso di Berlino nel 1878 Manteuffel, ancora una volta fu inviato in missione diplomatica in Russia, e dal 1879 fu governatore imperiale tedesco dell’Alsazia-Lorena. Fotografia CDV. Fotografo: A. Brandt – Flensburg. 1865 ca.
Arc. 1607:Edwin von Manteuffel (Dresda, 24 febbraio 1809 – Karlsbad, 17 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: H. Manfstaengl – Dresden.
Arc. 143:Edwin von Manteuffel (Dresda, 24 febbraio 1809 – Karlsbad, 17 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1865 ca.
Arc. 1655:Edwin von Manteuffel (Dresda, 24 febbraio 1809 – Karlsbad, 17 giugno 1885). Fotografia CDV. Fotografo: Società Fotografica – Berlin.
Arc. 1510:Karl Eberhard Herwarth von Bittenfeld (Werther, 4 settembre 1796 – Bonn, 2 settembre 1884). Herwarth von Bittenfeld nacque a Großwerther in Turingia, in una famiglia aristocratica che aveva dato molti ufficiali superiori all’esercito prussiano. Entrò in fanteria, nel 2º Reggimento Guardie, nel 1811, e servì durante la guerra della Sesta coalizione (1813–15) contro la Francia napoleonica, distinguendosi nelle battaglie di Lützen (1813) e Parigi (1814). Durante gli anni di pace fece lentamente carriera. Allo scoppio della rivoluzione del 1848 a Berlino, era in servizio presso il palazzo reale, come colonnello del 1º Reggimento delle Guardie. Generalmajor nel 1852, Generalleutnant nel 1856, ricevette i gradi di generale di fanteria, ed il comando del VII° Corpo d’Armata nel 1860. Nella Seconda guerra dello Schleswig nel 1864, Herwarth von Bittenfeld assunse il comando dell’esercito Prussiano quando il principe Federico Carlo di Prussia divenne comandante delle forze alleate, e fu sotto il suo comando che i prussiani forzarono il passaggio delle isole Als che porterà alla vittoria sul generale Steinmann il 29 giugno, prologo alla fine della guerra che avvenne poco dopo. Bittenfeld venne nominato comandante dell’VIII° Corpo d’armata nell’autunno. Il 29 giugno era anche stato decorato con l’ordine Pour le Mérite. Allo scoppio della guerra austro-prussiana, Herwarth comandava l’Armata dell’Elba che invase il Regno di Sassonia e la Boemia, risalendo la valle del fiume Elba. Le sue truppe sconfissero gli austriaci presso Hühnerwasser e nella battaglia di Münchengrätz. Durante la decisiva battaglia di Sadowa le sue truppe formavano l’ala destra dello schieramento Prussiano ed Herwarth stesso diresse i combattimenti contro il fianco sinistro austriaco. Tornato al comando dell’VIII° Corpo dopo la guerra, Herwarth von Bittenfeld divenne un membro del Reichstag della Confederazione Tedesca del Nord dal 1867 fino al 1870, continuando a pianificare le difesa della Germania occidentale contro una possibile offensiva francese, fino al luglio 1870. Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana, Herwarth von Bittenfeld non venne impiegato sul campo, ma era responsabile della non meno importante attività, di organizzazione e spedizioni di tutti gli uomini ed i materiali necessari per i combattimenti in Francia; in seguito assunse l’incarico di controllore dei prigionieri di guerra, quando la minaccia di invasione francese era stata eliminata. Nel 1871, il suo ottimo stato servizio, venne riconosciuto con la promozione al rango di Feldmaresciallo. Passò il resto della sua vita a Bonn, dove morì nel 1884. Dal 1889 il 13º reggimento di Fanteria (1° Westfalia) porta il suo nome. Fotografia CDV. Fotografo: C. Günter – Berlin. 1871 ca.
Arc. 1773:Karl Eberhard Herwarth von Bittenfeld (Werther, 4 settembre 1796 – Bonn, 2 settembre 1884). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 2515: Karl Friedrich von Steinmetz (Eisenach, 25 dicembre 1796 – Bad Landeck, 4 agosto 1877). Fu educato alla scuola cadetti di Stolp in Pomerania, dal 1807 al 1811, nella situazione di miseria e povertà causata dall’occupazione francese. Allo scoppio della guerra della sesta coalizione lui e il fratello maggiore raggiunsero Breslavia, dove, nonostante la loro povertà furono arruolati nell’esercito, il maggiore come aspirante Alfiere, il minore come Sottotenente. Dopo un tentativo vano di ottenere il trasferimento negli ussari di Blücher, reggimento per cui sin da bambino aveva concepito un’intensa ammirazione sin da quando si trovava a Stolp, gli fu ordinato di presentarsi al generale Yorck, che trattò lui e gli altri ufficiali inviati da Breslavia con freddezza, fino a che Steinmetz chiese di ritornare dal re. I due fratelli presero parte ai più duri scontri della campagna del 1813, il maggiore rimanendo ucciso alla battaglia di Lipsia e il più giovane subendo diverse ferite. Durante la breve permanenza sul Reno utilizzò il tempo per migliorare la propria educazione militare e generale. Nelle battaglie in Francia guadagnò la Croce di Ferro di seconda classe. Dopo la conclusione della pace entrò a Parigi una volta sola, temendo di dilapidare i dieci ducati risparmiati e destinati alla madre. Per la stessa ragione si tenne alla larga dai piaceri cui indulgevano i suoi compagni più fortunati. Il suo disdegnare gli eccessi giovanili gli permise di superare i limiti della propria salute malferma e di acquisire il vigore fisico che conservò sino alla fine della carriera di soldato. Il suo carattere e il suo fisico furono rafforzati dallo stile di vita spartano, ma il suo temperamento fu amareggiato dalle circostanze che gli imposero tale autodisciplina. Poco dopo la guerra fu assegnato al 2º Reggimento della Guardia a piedi, di stanza a Berlino. Si dedicò con rigore allo studio e ai doveri della professione. Dal 1820 al 1824 studiò con profitto all’accademia di guerra, e alla fine del corso fu assegnato alla sezione topografica dello Stato maggiore. Il Generale von Müffling lo descrisse come arrogante e risentito per gli incoraggiamenti, che probabilmente vedeva come paternalismo, ma aggiunse che la sua abilità gli avrebbe consentito di primeggiare fra i suoi compagni. Il matrimonio con la cugina Julie, figlia del Tenente Generale KKF von Steinmetz, non solo temperarono il suo animo feroce ed irritabile, ma in qualche modo migliorarono anche le sue condizioni materiali, visto che il suocero si dimostrò generoso con la giovane coppia, e la promozione a Capitano della Landwehr di stanza a Potsdam, vicino alla residenza del generale, li pose in contatto quotidiano. Anche il suo comandante di brigata, Generale von Röder, era un eccellente soldato, e Steinmetz spesso ebbe a raccontare dei preziosi insegnamenti da lui ricevuti. Dal 1830 in poi il suo lavoro al reggimento e la sua carriera andarono avanti senza problemi per alcuni anni in varie guarnigioni, sino a che nel 1839 divenne Maggiore comandante di battaglione. In tale posizione ebbe numerose divergenze con i diretti superiori, poiché insisteva per un estenuante addestramento delle truppe, troppo pressante per i suoi compagni più conservatori, ma nel privato le sue relazioni, grazie soprattutto alla posizione sociale della moglie, erano le migliori. Nel 1848 era al comando di un battaglione della Guardia durante i disordini di Berlino, ma non vi fu coinvolto, e presto trovò un’occupazione più attiva nella Prima guerra dello Schleswig, dove ebbe modo di distinguersi al punto che Wrangel, il comandante in capo, gli riconobbe un ruolo decisivo nelle sorti della battaglia di Schleswig (23 aprile 1848). Si distinse ancora alla battaglia di Dybbøl, e lo stesso principe Guglielmo lo decorò con l’ordine Pour le Mérite. Al ritorno fu occupato nel difficile comando delle truppe del Brandeburgo durante la seduta di un’assemblea popolare democratica, e dopo di essa nel controllo di alcune truppe notoriamente percorse da fremiti rivoluzionari. Nel 1850 era governatore militare a Cassel, e nel 1851, diventato Colonnello comandante la scuola cadetti di Berlino, dispose una riforma del sistema di educazione prevalente, i cui difetti aveva apertamente condannato sin dal 1820. Ad oltre cinquant’anni di età imparò il latino e l’inglese, per migliorare le proprie competenze. Nel 1854, dopo 41 anni di servizio attivo, fu promosso Maggior Generale. A Magdeburgo, come a Berlino, il suo zelo riformatore gli creò numerosi nemici, e nell’ottobre dello stesso anno subì una dolorosa perdita con la morte della sua unica figlia, ventiseienne. Da Magdeburgo fu destinato al comando di una brigata della Guardia a Berlino (1857), e di qui quasi immediatamente al comando divisionale del I Corpo d’armata; al principio del 1858 fu promosso Tenente Generale e per i cinque anni in cui conservò questo comando si dedicò in particolar modo all’approfondimento della conoscenza dell’arma di cavalleria. Circa nel 1863, venendo a sapere che von Bonin, superiore a lui per rango, ma inferiore per età e anni di servizio, stava per ricevere il comando del I Corpo d’armata, meditò di ritirarsi, ma contemporaneamente gli fu assegnato il comando del II Corpo d’armata, e, poco dopo, quando il Kronprinz rilevò il medesimo comando, fu nominato comandante del V Corpo d’armata a Posen. Poco tempo dopo morì sua moglie. Venne promosso Generale di Fanteria nel 1864, e guidò il V Corpo d’armata nella guerra austro-prussiana nel 1866. Fu l’occasione della vita. La sua guida competente e risoluta si mise in luce nel corso di tre battaglie, vinte in tre giorni successivi, a Nachod, Skalitz e Schweinschädel, e si aprì la strada, attraverso le montagne nonostante la sconfitta del rivale von Bonin a Trautenau. Nel 1867, il “Leone di Nachod”, com’era popolarmente soprannominato, contrasse un secondo matrimonio con Elise von Krosigk. Per la prima volta nella vita era un uomo ragionevolmente ricco, avendo nel 1866 ricevuto una rendita vitalizia per i suoi servizi. Circa in quell’epoca venne eletto nel parlamento della Confederazione tedesca settentrionale. Allo scoppio della guerra franco-prussiana del 1870 Steinmetz fu assegnato al comando di una delle tre armate radunate sul Reno, le altre due agli ordini del principe Federico Carlo di Prussia e del Kronprinz. Ben presto emersero serie divergenze fra Steinmetz e il principe Federico Carlo. Il primo considerò come un’offesa personale l’ordine di sgomberare le strade per lasciare passare l’armata del principe, e vari incidenti (come a Spicheren) fecero via via montare in lui il risentimento finché sul campo di Gravelotte perse la calma e sprecò inutilmente le proprie truppe. Dopo di che non ci fu alternativa che rilevarlo dal comando della 1ª Armata e rimandarlo in patria col ruolo di governatore generale dei distretti del V e VI Corpo d’armata. Nell’aprile 1871 fu messo a riposo per propria richiesta, ma il suo luminoso stato di servizio non fu dimenticato dopo la vittoria, e fu promosso feldmaresciallo, con una pensione di 2.000 talleri e divenne membro della camera alta. Con lo spirito di lealtà che lo aveva guidato in tutta la carriera non tentò di giustificare la propria condotta del 1870. La sua vita di generale a riposo fu tranquilla e felice, e mantenne la salute sino all’ultimo. Il 37º Reggimento Fucilieri dell’esercito tedesco prese il suo nome. Fotografia CDV. Fotografo: H. Grat – Berlin.
Onorificenze
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con foglie di quercia (classe militare)
Croce di ferro di II classe
Arc. 1560:Karl Friedrich von Steinmetz (Eisenach, 25 dicembre 1796 – Bad Landeck, 4 agosto 1877). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1147:Albrecht Theodor Emil von Roon (Pleushagen, 30 aprile 1803 – Berlino, 23 febbraio 1879). Roon nacque a Pleushagen, presso Kolberg (Kołobrzeg), in Pomerania. La sua famiglia era di origini fiamminghe e si era successivamente insediata in Pomerania. Il piccolo Albrecht fu cresciuto principalmente dalla madre, dato che suo padre, ufficiale dell’esercito prussiano, morì durante le guerre della quarta coalizione capitanata da Napoleone Bonaparte. Una volta cresciuto Roon entrò nel corpo dei cadetti di Culm (Chełmno) nel 1816, dal quale nel 1818 procedette verso la scuola militare di Berlino e nel 1821 venne incluso nel 14° (3° Pomerania) reggimento acquartierato a Stargard, in Pomerania. Studiò all’accademia militare di Berlino dal 1824 al 1827. Nel 1826 venne trasferito nel 15º Reggimento di Minden. Spedito nel 1832 al quartier generale del corpo d’armata di Karl von Müffling, a Krefeld, rimase deluso dall’inefficienza dell’esercito di cui faceva parte; scrisse pertanto e pubblicò lo stesso anno un’opera in tre volumi, Grundzüge der Erd-Völker und Staatenkunde (“Principi di fisica, nazionalismo e geografia politica”) in cui espresse i suoi pensieri raccogliendo un discreto successo. Nel 1835 entrò nello Stato Maggiore generale tedesco ottenendo la promozione a Capitano l’anno successivo e quella di Maggiore nel 1842. Nel 1844, in qualità di tutore del principe Federico Carlo di Prussia, impartì a questo lezioni all’università di Bonn e lo accompagnò in vari viaggi. Le fortune di von Roon iniziarono dopo che domò la rivolta scoppiata nel Baden per conto del futuro Guglielmo I di Germania, nell’ambito della primavera dei popoli. Divenne Tenente Colonnello nel 1850, Colonnello un anno dopo. Promosso Maggior Generale nel 1856 e tenente generale nel 1859, Roon era stato assegnato sin dal 1850 a diversi comandi e ad importanti missioni. Il principe Guglielmo divenne reggente nel 1858 e nel 1859 decise di nominare Roon a membro della commissione istituita per riorganizzare l’esercito. Durante la Seconda guerra di indipendenza italiana, Roon ottenne di mobilitare una divisione. Sul finire del 1859, pur essendo ancora uno dei più giovani tenenti generali dell’esercito prussiano, egli succedette ad Eduard von Bonin come ministro della guerra prussiano. Due anni più tardi, nel 1861, gli venne assegnato anche il ministero della marina. Grazie al suo nuovo e prestigioso incarico, von Roon ottenne di poter riorganizzare l’esercito. Grazie anche all’approvazione di von Moltke ed Edwin von Manteuffel, prese il via la sua idea di una “nazione in armi”, sulla scia del pensiero di Gerhard von Scharnhorst, e la conseguente istituzione di una riserva permanente (Landwehr) con compiti secondari ma che in caso poteva essere inglobata nell’esercito vero e proprio. Questa innovazione, che mobilitò una gran massa di uomini, gli valse l’odio della popolazione, anche se le vittorie della guerra austro-prussiana (1866) e della guerra franco-prussiana (1870 – 1871) placarono in parte le loro ire. Roon venne creato conte il 19 gennaio 1871, appena dopo che Moltke ebbe ricevuto il medesimo onore. Nel gennaio del 1873, egli succedette a Bismarck nella carica di primo ministro, ma problemi di salute lo costrinsero alle dimissioni già nel novembre dello stesso anno. Morì sette anni dopo a Berlino, il 23 febbraio, non prima di essere stato nominato Feldmaresciallo nel 1873. Fotografia CDV. Fotografo: C. Günther – Berlin.
Onorificenze prussiane e tedesche
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera
Cavaliere di I Classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine reale dinastico di Hohenzollern
Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni del Baliaggio di Brandeburgo
Croce di Ferro di I classe
Croce di Ferro di II classe
Onorificenze straniere
Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
Cavaliere di III classe dell’Ordine Imperiale di San Giorgio (Impero di Russia)
Arc. 1340:Albrecht Theodor Emil von Roon (Pleushagen, 30 aprile 1803 – Berlino, 23 febbraio 1879). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1911:Eduard Vogel von Falkenstein (Breslavia, 5 gennaio1797 – castello di Dolzig, 6 aprile1885). Vogel von Falckenstei nacque a Breslavia, in Slesia, il 5 gennaio 1797, figlio di Hannibal Vogel von Falckenstein (25 marzo 1750 – 25 settembre 1808) maggiore dell’esercito prussiano, comandante di un battaglione in Slesia e cavaliere dell’ordine Pour le Mérite e di sua moglie, Charlotte Helene, nata Graetz (1769 – 5 novembre 1835). Entrò nell’esercito prussiano nel 1813, servendo dapprima come Jäger poi come ufficiale in un gruppo di volontari durante le guerre della sesta coalizione anti-francese, combatté a Großgörschen, Bautzen, Laon, nella battaglia del Katzbach, a Montmirail e a Château-Thierry. Per la sua condotta a Bischofswerda ottenne la croce di Ferro di II classe e per Thionville l’Ordine di San Giorgio di V classe. Promosso Maggiore nel 1841, partecipò alla repressione dei moti rivoluzionari del 1848 a Berlino, il 24 agosto del 1841 divenne comandante di un reggimento della Guardia in Holstein durante la Prima Guerra dello Schleswig contro i danesi guidati dal Generale barone Christoph von Krogh e nel 1850 gli fu intitolato il nome di un reggimento. Promosso Colonnello nel 1851 e Maggior Generale nel 1855, fu direttore del Dipartimento di Economia Militare fino al 1856, contribuendo molto al nuovo sviluppo delle tecniche militari e risanando le finanze dell’esercito prussiano; nel 1859 fu promosso Tenente Generale. Durante la Seconda Guerra dello Schleswig servì accanto ad un suo vecchio compagno d’armi, Friedrich Graf von Wrangel, e poi sotto Moltke e Manteuffel, divenendo poi luogotenente del ministro della guerra von Roon. Nel 1864 ricevette l’onorificenza Pour le Mérite, fu nominato governatore dello Jutland e comandante in capo del 7º Corpo d’Armata. Falckenstein partecipò alla guerra austro-prussiana, comandando l’invasione di Sassonia e Boemia e minò i collegamenti tra gli austriaci e i loro alleati, bloccando tutti i ponti sul fiume Meno. Successivamente comandò l’attaccò ad Hannover, conquistata dagli alleati degli austriaci, obbligando questi ad abbandonare la città, obbligando inoltre Giorgio di Hannover, duca di Cumberland, a far entrare il principato di Hannover nella Confederazione Germanica, troncando i suoi legami con l’Inghilterra, sconfiggendolo prima assieme a Moltke durante la Battaglia di Langensalza, nella quale i prussiani persero 1.753 uomini contro i 1.429 dell’Hannover. Questi ultimi si arresero a Nordhausen il 29 giugno. Falckenstein inoltre comandò lo stato maggiore delle armate che per prime entrarono a Francoforte sul Meno il 16 luglio; nel 1867 fu rappresentante di Königsberg al Reichstag e durante la Guerra franco-prussiana fu Governatore Generale delle Terre di frontiera tedesche (Renania-Palatinato, Saar) e quindi anche Governatore Generale della costa orientale del Reno e organizzò, per prevenire una sospetta invasione francese della Renania, la Seewehr, composta da volontari. Dal 1873 Falckenstein si ritirò in vita privata al castello di Dolzig e fu insignito del grado di feldmaresciallo. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1077:Eduard Vogel von Falkenstein (Breslavia, 5 gennaio1797 – castello di Dolzig, 6 aprile1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1147:Eduard Vogel von Falkenstein (Breslavia, 5 gennaio1797 – castello di Dolzig, 6 aprile1885). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 1769:Karl Konstantin Albrecht Leonhardt Graf von Blumenthal (Schwedt, 30 luglio 1810 – Köthen, 21 dicembre 1900). Nacque a Schwedt, Brandeburgo, il 30 luglio 1810, figlio del capitano Ludwig von Blumenthal, rimasto poi ucciso nel 1813 durante la battaglia di Dennewitz. Cresciuto nella tenuta del nonno a Reddenthin, dove suo zio Gustav von Below aveva fondato quello che sarebbe diventato successivamente il Movimento Pentecostale, frequentò le scuole militari di Culm e Berlino come Allievo Ufficiale. Il 28 luglio 1827 fu assegnato come Sottotenente al Reggimento Fanteria della riserva della Guardia. Tra il 1830 e il 1833 frequentò la Scuola di guerra di Berlino, e tra il 1837 e il 1845 ricoprì l’incarico di aiutante del “Koblenzer Gardelandwehrbataillons”, venendo promosso Tenente nel 1844. Negli anni successivi tenne due studi approfonditi, ciascuno di tre mesi, delle tecniche delle armi in dotazione alla Brigata d’artiglieria della Guardia e al reparto genieri della Guardia. Dopo aver prestato servizio nella provincia renana, entrò a far parte della divisione topografica dello Stato Maggiore nel 1846. Come Tenente del 31º Reggimento Fanteria, nel 1848 partecipò alla repressione delle rivolte di Berlino, e nel 1849 fu promosso Capitano di stato maggiore. Lo stesso anno ha fatto parte dello stato maggiore del Generale Eduard von Bonin durante la prima guerra dello Schleswig, distinguendosi particolarmente durante la battaglia di Fredericia, tanto che fu nominato Capo di stato maggiore dell’Armata dello Schleswig-Holstein, quando il suo predecessore, il Capitano von Delius, rimase ucciso. Nel 1850 ricoprì l’incarico di ufficiale di stato maggiore della Divisione mobile di Tietzen, in Assia-Kassel. Mandato in missione in Inghilterra nello stesso anno, viaggiò anche in Francia e Belgio. Dopo aver raggiunto il grado di Tenente Colonnello, nel 1859 fu nominato aiutante personale del principe Federico Carlo. Nel 1860 divenne Colonnello comandante del 31º Reggimento Fanteria, e più tardi del 71º Reggimento Fanteria. Allo scoppio della seconda guerra dello Schleswig, nel 1864, ricopriva l’incarico di Capo di stato maggiore del III Corpo d’Armata, e fu nominato capo di stato maggiore dell’esercito che operava contro la Danimarca. Dimostrò molta abilità, in particolare nella battaglia di Dybbøl e nell’attacco notturno all’isola di Als, tanto che a guerra conclusa fu promosso Maggior Generale e decorato con la Croce di Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite. Durante la guerra austro-prussiana del 1866 ricoprì l’incarico di Capo di stato maggiore della 2ª Armata, al comando del Kronprinz di Prussia. Si distinse durante i duri combattimenti di Sadowa (3 luglio), quando l’intervento della sua armata tramutò una quasi sconfitta in una brillante vittoria. A Königgrätz il Principe Ereditario di Prussia gli disse: Io so a chi devo la condotta della mia armata, ma operò brillantemente anche nelle successive operazioni tra Olomouc e Vienna. Per questi risultati gli vennero assegnate le Foglie di quercia sulla Croce di Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite, e dall’ottobre del 1866 assunse il comando della 14ª Divisione di Düsseldorf con la promozione a Tenente General. Nel 1871 fu dichiarato cittadino onorario di Düsseldorf. Durante la guerra franco-prussiana del 1870–1871, ricoprì l’incarico di Capo di stato maggiore della 3ª Armata, sotto gli ordini del Principe Ereditario di Prussia. Le sue qualità di soldato gli valsero la fiducia del comandante in capo dell’esercito, generale von Moltke, che lo consultò spesso durante le fasi che precedettero la battaglia di Sedan e l’assedio di Parigi. Diresse la fasi dell’assedio alla capitale francese, rifiutandosi di bombardarla con l’artiglieria, e poi le operazioni condotte dal Generale Ludwig Freiherr von und zu der Tann-Rathsamhausen intorno ad Orléans, difendendo il Generale Federico Francesco II di Meclemburgo-Schwerin dalle interferenze operative di von Moltke. Dopo la fine del conflitto ricevette un premio di 150.000 talleri, e rappresentò la Prussia alla grandi manovre tenute dall’esercito inglese a Chobham, per assumere poi il comando del IV Corpo d’armata con Quartier generale a Magdeburgo. Nel 1873 fu promosso al grado di Generale di Fanteria, venendo elevato al rango nobiliare di Conte dieci anni dopo. Nel 1888 fu elevato al rango di Feldmaresciallo, assumendo l’incarico di Ispettore generale della 4^, e poi della 3^ Armata. Ritiratosi definitivamente a vita privata nel 1896, si spense nella sua tenuta di Quellendorf, vicino a Köthen, il 21 dicembre 1900, venendo sepolto nella tomba di famiglia di Krampfer. A partire dal 1 aprile 1876 divenne membro onorario dell’Accademia svedese delle scienze. Il 2 settembre 1873 gli venne intitolato il Forte XII della Piazzaforte di Strasburgo, una caserma di Halle e un ex miniera a Recklinghausen. Gli sono state intitolate numerose strade, tra cui a Heidelberg-Neuenheim e a Norimberga. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Onorificenze
Onorificenze tedesche
Cavaliere dell’Ordine Pour le Mérite con fronde di quercia
Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila nera
Cavaliere di I classe dell’Ordine dell’Aquila rossa
Cavaliere del Reale Ordine di Hohenzollern
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito militare del Württemberg
Commendatore dell’Ordine militare di Massimiliano Giuseppe
Croce commemorativa della campagna militare del 1866 (Prussia)
Medaglia commemorativa della guerra del 1870-1871 (Prussia)
Onorificenze estere
Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Sant’Aleksandr Nevskij (Impero russo)
Arc. 1148:Karl Konstantin Albrecht Leonhardt Graf von Blumenthal (Schwedt, 30 luglio 1810 – Köthen, 21 dicembre 1900). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.
Arc. 72: Johanna von Puttkamer principessa Von Bismark (1824-1894). Moglie del principe Otto Von Bismark. Fotografia CDV. Fotografo: H. Graf – Berlino. 1865 ca.