Casa Regnante Borbone Sicilia

FAMIGLIA REALE BORBONE – SICILIA

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Arc. 2014: Fotomontaggio della Famiglia Reale. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

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Arc. 443: Ferdinando Carlo Maria di Borbone (Palermo, 12 gennaio 1810 – Caserta, 22 maggio 1859), chiamato anche Re Bomba, è stato re del Regno delle Due Sicilie dall’8 novembre 1830 al 22 maggio 1859. Succedette al padre Francesco I in giovanissima età, e fu autore di un radicale processo di risanamento delle finanze del Regno. Sotto il suo dominio, il Regno delle Due Sicilie conobbe una serie di riforme burocratiche e innovazioni in campo tecnologico, come la costruzione della Ferrovia Napoli-Portici, la prima in Italia, e di impianti industriali avanzati, quali le Officine di Pietrarsa. Diede inoltre un grande impulso alla creazione di una Marina Militare e mercantile, attraverso le quali aumentò il livello degli scambi con l’estero. A causa però del suo temperamento conservatore e del perdurante contrasto con la borghesia liberale, che culminò nei moti rivoluzionari del 1848, il suo regno, dopo un breve esperimento costituzionale, fu segnato fino al termine della sua carica da una progressiva stretta in senso assolutista, che lo portò ad accentrare fortemente su di sé il peso dello Stato, oltre ad attuare una politica economica parsimoniosa e paternalista che lasciò il reame, negli ultimi anni, in una fase statica. Alla sua morte, il Regno delle Due Sicilie passò al figlio Francesco II, che lo avrebbe perso in seguito alla Spedizione dei Mille e l’intervento piemontese. Fotografia CDV. Fotografo: A. Hautmann & C. – Firenze. 1860 ca.

Onorificenze

Onorificenze delle Due Sicilie

Gran Maestro e Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro e Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro
   
Gran Maestro del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito
   
Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
   
Gran Maestro del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione
   
Gran Maestro del Reale Ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro del Reale Ordine di Francesco I
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro (Regno di Spagna)
     1821 
Cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo (Regno di Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dello Spirito Santo (Regno di Francia)
     1821
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria
   
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma)
     21 febbraio 1851
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Regno di Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Regno di Danimarca)
     4 agosto 1829
Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
     1829
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
   

 

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Arc. 986: S.M. Francesco II di Borbone ( Napoli 16 Gennaio 1836 – Arco 27 Dicembre 1894 ).  Francesco II era figlio di Ferdinando II e della prima moglie Maria Cristina di Savoia, a sua volta figlia di Vittorio Emanuele I. Di carattere timido e bonario, fu educato dai padri scolopi secondo rigidi precetti morali e religiosi, in particolare dal cappellano di corte Nicola Borelli. Sposò nel 1859 la duchessa Maria Sofia di Baviera, sorella dell’imperatrice Elisabetta d’Austria e cugina del re Ludovico II di Baviera, di lui più giovane di cinque anni, che aveva un temperamento del tutto opposto al suo. Francesco ebbe una sola figlia, Maria Cristina Pia di Borbone-Due Sicilie, morta a soli tre mesi d’età. Salito al trono alla morte del padre il 22 maggio 1859, ne seguì inizialmente l’indirizzo politico. Circondato dagli zii, poco rispettosi della sua autorità, trovò nella famiglia della matrigna non aiuto, bensì ostacoli, che resero più che mai difficile l’esercizio del potere. Il suo carattere fatalista e pio spinse la 18enne regina Maria Sofia di Baviera a tentare di prendere la direzione degli affari del regno, entrando così in aperto contrasto con la matrigna del re, la regina madre Maria Teresa. A questo riguardo si era pensato ad un complotto contro Francesco II e la giovane consorte, da parte della vedova di Ferdinando II, la precedente regina Maria Teresa, che mal si rassegnava alla perdita del potere. Si pensò allora ad una congiura con l’aiuto della “camarilla” per sostituire Francesco II con il Conte di Trani, secondogenito della regina madre austriaca, ma le supposte prove raccolte dal Filangieri vennero gettate nelle fiamme del camino dallo stesso Francesco II, che pronunciò le parole “È la moglie di mio padre”. In politica interna Francesco II di Borbone, pur regnando per poco più di un anno come sovrano sul trono di Napoli, ebbe tempo di varare varie riforme: concesse più autonomie ai comuni, emanò amnistie, nominò commissioni aventi lo scopo di migliorare le condizioni dei carcerati nei luoghi di detenzione, dimezzò l’imposta sul macinato, ridusse le tasse doganali, fece aprire le borse di cambio a Reggio Calabria e Chieti. Inoltre, siccome era in corso una carestia, dette ordini per l’acquisto di grano all’estero per rivenderlo sottocosto alla popolazione e per donarlo alle persone più indigenti. Francesco II si propose di far ripartire i progetti di ampliamento della rete ferroviaria; tali progetti, poi, furono realizzati e ampliati dopo il 1860. In politica estera, ebbe un iniziale allineamento sulle posizioni conservatrici dell’Austria. Nel 1859 approvò con proprio atto la ricostituzione dell’Ordine Militare di Santa Brigida, di cui era devotissimo. Le costituzioni furono accolte in Capua dal cardinale Giuseppe Cosenza e fu eletto Gran Maestro, con carica ereditaria, il conte Vincenzo Abbate senior. Fin dai tempi in cui regnò suo padre Ferdinando II, Francesco II diverse volte soleva dire che il suo regno era protetto dall’acqua salata e dall’acqua santa, ovvero dal mare e dallo Stato Pontificio; in realtà fu proprio dal mare che giunse Garibaldi e dalle terre del Papa stavano giungendo le truppe sabaude guidate da Vittorio Emanuele II in persona. I Borbone erano stati informati fin dall’inizio della partenza delle navi garibaldine dallo stesso ambasciatore borbonico nel regno di Sardegna. Però, pur disponendo di una flotta di 14 navi militari che incrociavano lungo le coste del Regno, la marina non riuscì a intercettarli se non quando sbarcarono a Marsala. La spedizione dei Mille impressionò i contemporanei per la rapidità delle prime conquiste e per la disparità almeno iniziale di forze in campo. Il 15 maggio 1860 nella battaglia di Calatafimi ben 3.000 soldati borbonici, di fronte ai mille garibaldini e 500 picciotti siciliani si ritirarono dopo un primo scontro, eseguendo l’ordine dell’anziano generale Landi. In conseguenza dello sbarco di Giuseppe Garibaldi in Sicilia e della sua rapida avanzata fece alcune concessioni liberali, in ciò consigliato dal suo primo ministro Carlo Filangieri, richiamando in vigore lo Statuto costituzionale (già concesso da Ferdinando II brevemente nel 1848) con atto sovrano del 25 giugno 1860. Al precipitare degli avvenimenti cercò, come ultima speranza, un’alleanza col cugino Vittorio Emanuele II di Savoia (giugno-luglio 1860), che la rifiutò, anche se il sovrano borbonico aveva in precedenza ricevuto offerte da parte di Cavour per un’Italia federale, offerte da lui rigettate. Intanto, Cavour dava ordine al generale Cialdini di partire alla volta di Napoli con l’esercito piemontese per impossessarsi del Regno delle Due Sicilie e ordinava all’ammiraglio Persano di seguire da lontano l’impresa di Garibaldi. Leopoldo, conte di Siracusa, zio del re, nel momento di crisi per l’avanzata di Garibaldi, inviò al nipote una pubblica lettera nella quale lo invitava per il bene di tutti a seguire l’esempio della Granduchessa di Toscana ed a lasciare il trono, producendo un grande effetto. Esiliato, alla fine di agosto il Conte di Siracusa si imbarcherà sulla nave piemontese Costituzione per recarsi a Genova e poi a Torino. Anche Luigi, conte dell’Aquila, altro zio del re, verrà allontanato da Napoli perché sospettato di farsi nominare reggente, esautorando così il nipote Francesco II. Quando Garibaldi a fine agosto passò in Calabria, dove erano di stanza circa 12.000 soldati del Borbone, ben 10.000 di essi a Soveria Mannelli si arresero senza sparare un solo colpo. Dopo la perdita della Sicilia e della Calabria, di fronte all’avvicinarsi dell’Esercito meridionale e seguendo il consiglio del Ministro dell’Interno Liborio Romano, che aveva già avuto contatti con i piemontesi, il re fuggì da Napoli senza combattere. Infatti Francesco II diede espressamente l’ordine alle guarnigioni rimaste nei forti di Napoli di rimanere neutrali e di non spargere sangue, per risparmiare alla capitale gli orrori della guerra. Lasciando Napoli emanò un proclama che “produsse larghissima impressione in vasti strati della popolazione meridionale” e con sé portò ben poco, convinto di tornare presto nella capitale: “dalle banche non ritirò i suoi depositi, dalla Reggia, più che opere d’arte e di valore venale, portò con sé oggetti di devozione e ricordi famigliari“. Abbandonato dalla sua flotta, Francesco II ripiegò dapprima sulla linea del Volturno dove le sue truppe furono sconfitte e poi, dopo aver tentato inutilmente una controffensiva contro le truppe garibaldine, si ritirò con la Regina consorte a Gaeta, dove l’esercito borbonico si difese valorosamente per tre mesi contro l’assedio dell’esercito sardo-piemontese comandato dal generale Enrico Cialdini. L’assedio di Gaeta ebbe inizio il 13 novembre 1860 e fu condotto in modo molto aspro. A Gaeta Francesco II dimostrò grande valore; almeno, così ne parlano alcune fonti estere: “L’ammirazione, e son per dire l’entusiasmo, che desta in Francia il nobile contegno del Re di Napoli, vanno crescendo ogni giorno in proporzione dell’eroica resistenza del giovane monarca, assediato dalla rivoluzione sullo scoglio di Gaeta. Così un bellissimo indirizzo degli abitanti di Avignone, con parecchie migliaia di firme, venne spedito al Re, in cui gli Avignonesi manifestavano la speranza loro ferma che il suo trionfo sarà misurato dalla grandezza del suo pericolo“. Dopo la capitolazione di Gaeta (13 febbraio 1861) Francesco II, con la moglie, si recò in esilio a Roma, via mare su di un piroscafo francese. Giunto a Roma, Francesco II fu prima ospitato al Quirinale dal papa Pio IX per passare poi a Palazzo Farnese, di proprietà dei Borbone, perché ereditato dalla sua ava Elisabetta. Rimase a Roma fino al 1870. Durante questo periodo compì alcuni tentativi di organizzare una resistenza armata nell’ex Regno. Il suo matrimonio rimase non consumato per molti anni, e ciò era dovuto al fatto che il Re soffriva di fimosi. La timidezza e il fanatismo religioso di Francesco avevano anche impedito alla coppia di sviluppare qualsiasi tipo di intimità fisica. Mentre era in esilio a Roma, Maria Sofia si innamorò di un ufficiale della guardia pontificia, Armand de Lawayss, rimanendo incinta. Si ritirò a casa dei genitori a Possenhofen, dove un consiglio di famiglia decise che doveva partorire in segreto per evitare lo scandalo. Il 24 novembre 1862 Maria Sofia avrebbe dato alla luce una bambina, Daisy de Lawayss, che fu affidata alla famiglia di Lawayss a Bruxelles. Alcuni biografi riportano che ella diede alla luce due bambine e che una di loro fu affidata al fratello di Maria Sofia, tuttavia tale affermazione non trova sufficienti riscontri per essere considerata attendibile. Nonostante ciò la coppia si ricompose e, sottopostosi a un’operazione chirurgica, Francesco guarì e il matrimonio poté essere consumato. Nel Natale del 1869 Francesco e Maria Sofia ebbero una figlia, Maria Cristina Pia, che però morì di lì a tre mesi. Dopo la definitiva partenza da Roma Francesco II si stabilì con la moglie a Parigi. Risiedette stabilmente nella capitale francese, da dove si allontanò solo per brevi viaggi, in Austria e in Baviera, presso i parenti della moglie. Visse privatamente, senza grandi mezzi economici, perché Garibaldi aveva confiscato tutti i beni dei Borbone, e il Governo italiano ne propose la restituzione a Francesco II, ma solo al patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono del Regno delle Due Sicilie, cosa che egli non accettò mai, rispondendo sdegnato: “Il mio onore non è in vendita”. Francesco II morì nel 1894 in Trentino (allora austro-ungarico), durante uno dei suoi viaggi compiuti per sottoporsi a cure termali; venne sepolto nella Collegiata dell’Assunta di Arco. Pretendente al trono delle Due Sicilie divenne il fratello Alfonso di Borbone-Due Sicilie. Anche dopo la morte di Francesco II la Regina Maria Sofia sperava ancora nella restaurazione del Regno, e frequentò anche socialisti ed esuli anarchici. Più di una fonte la vuole infatti, più o meno fantasiosamente, ispiratrice degli attentatori Passannante e Bresci. Le spoglie di Francesco II, di Maria Sofia e della loro figlia Maria Cristina, riunite dopo varie vicissitudini, riposano nella Basilica di Santa Chiara, a Napoli, dal 18 maggio 1984, dove sono state portate in forma solenne. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

Onorificenze

Onorificenze del Regno delle Due Sicilie

Gran Maestro e Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro e Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro
   
Gran maestro del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio
   
Gran maestro del Reale ordine di San Ferdinando e del merito - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale ordine di San Ferdinando e del merito
   
Gran maestro del Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione
   
Gran maestro del Reale ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale ordine di Francesco I
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di gran croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Spagna)
     1857
Cavaliere di gran croce dell'Ordine imperiale di Pietro I (Impero del Brasile) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine imperiale di Pietro I (Impero del Brasile)
     27 gennaio 1866
Cavaliere di gran croce dell'Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austro-ungarico)
   
Cavaliere dell'Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico)
     «Assedio di Gaeta 1860-1861»
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma)
     2 aprile 1869
Cavaliere dell'Ordine supremo dell'Aquila nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine supremo dell’Aquila nera (Regno di Prussia)
   
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Uberto (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto (Regno di Baviera)
   
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Regno di Danimarca)
     28 maggio 1878

 

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Arc. 1829: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. La fotografia è stata scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 1933: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1862 ca.

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Arc. 732: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia ( Napoli 16 Gennaio 1836 – Arco 27 Dicembre 1894 ) ultimo Re del Regno delle Due Sicilia dal 22 Maggio 1859 al 13 Febbraio 1861. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1862 ca.

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Arc. 1154: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Boglioni – Torino. 1860 ca.

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Arc. 1674: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: A. Barrère – Paris. 1860 ca.

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Arc. 2620: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in piccola montura da Colonnello di Fanteria. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. 1860 ca.

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Arc. 406: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in piccola montura da Colonnello di Fanteria. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

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Arc. 2391: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in piccola montura da Colonnello di Fanteria. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. La fotografia è stata scattata durante l’ esilio di Roma. 1861 ca.

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Arc. 1941: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in piccola montura da Colonnello di Fanteria. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. 1860 ca.

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Arc. 1955: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in piccola montura da Colonnello di Fanteria e la moglie Maria Sofia di Baviera Regina consorte. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

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Arc. 2730: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie in abito da caccia. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

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Arc. 1973: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie e la moglie Maria Sofia di Baviera Regina consorte. Fotografia CDV. Fotografo: A. Hautmann – Firenze. La fotografia è stata scattata durante l’ esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 2183: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

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Arc. 2183: S.M. Francesco II di Borbone – Sicilia Re delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

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Arc. 2398: S.M. Marie Sophie Amalie von Wittelsbach, Herzogin in Bayern, nota in italiano come Maria Sofia di Baviera (Castello di Possenhofen, 4 ottobre 1841 – Monaco di Baviera, 19 gennaio 1925).  Nata il 4 ottobre 1841 nel castello di Possenhofen, in Baviera, Maria Sofia Amalia era la terza figlia del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e della principessa Ludovica di Baviera, quest’ultima figlia di Massimiliano I, re di Baviera. Sorella della ben più nota Elisabetta di Baviera, detta “Sissi”, la sua figura era «alta, slanciata, dotata di bellissimi occhi di color azzurro-cupo e di una magnifica capigliatura castana; Maria Sofia aveva un portamento nobile ed insieme maniere molto graziose». Nel 1858 fu promessa in sposa, diciassettenne, a Francesco, erede al trono delle Due Sicilie, inizialmente conosciuto solo attraverso l’immagine di una miniatura. Il matrimonio serviva a rafforzare il legame tra la corona d’Asburgo e i Borbone-Napoli. Il fidanzamento ufficiale avvenne il 22 dicembre 1858 e il matrimonio fu celebrato per procura l’8 gennaio 1859. Dopo qualche giorno Maria Sofia fu accompagnata a Trieste, dove era attesa dalle navi borboniche Tancredi e Fulminante, a bordo delle quali arrivò a Bari il 1º febbraio 1859, dove infine incontrò suo marito Francesco e il suocero, il re Ferdinando II, ammalatosi durante il viaggio verso il capoluogo pugliese. Il 7 marzo i reali ripartirono via nave per Napoli e le condizioni di Ferdinando si aggravarono ulteriormente. Il 22 maggio successivo il re morì e Maria Sofia divenne la regina consorte di Francesco II, allora ventitreenne, poi passato alla storia con il nomignolo di Franceschiello. Fu regina delle Due Sicilie fino alla capitolazione di Gaeta del 13 febbraio 1861. Acquistò popolarità durante l’assedio della piazzaforte di Gaeta, dove la corte si era rifugiata il 6 settembre 1860   per tentare un’ultima resistenza alle truppe piemontesi. Ella cercò di incoraggiare i soldati borbonici, distribuendo loro medaglie con coccarde colorate da lei stessa confezionate, indossò un costume di taglio maschile e prese a recarsi in visita ai feriti negli ospedali di guerra. Quando, poi, a Gaeta la situazione peggiorò sempre più a causa della scarsità di cibo, della diffusa epidemia di tifo e del freddo, il marito la invitò a lasciare la roccaforte, ma la regina Maria Sofia fu irremovibile e volle restare. Grande fu l’ammirazione che ebbe verso la regina il giornalista francese Charles Garnier, presente sul posto. Maria Sofia ebbe il privilegio di veder coniata una medaglia in suo onore, nel 1861, recante al dritto solo la sua effigie e sul rovescio tre corone intrecciate ed annodate di felce, alloro e quercia coi motti: LIEBE / MUTH / TREUE (amore, fedeltà, coraggio). Dopo la caduta di Gaeta e l’annessione delle Due Sicile all’Italia, Maria Sofia e il deposto re si rifugiarono a Roma, capitale dell’allora Stato Pontificio, ormai ridotto al solo Lazio. A Roma Francesco II istituì un governo in esilio (che godette soltanto del riconoscimento della Santa Sede e dell’Austria, prima di essere definitivamente sciolto nel 1866) come governo legittimo del regno delle Due Sicilie. Nel febbraio 1862 apparvero alcune foto che la ritraevano senza veli e che vennero diffuse in tutte le corti d’Europa. Le foto si rivelarono essere abili manipolazioni nelle quali il capo della regina era stato montato su un corpo di una giovane prostituta, ritratta in pose sessuali molto lascive; le indagini svolte portarono infatti la polizia pontificia all’arresto di Antonio Diotallevi e della moglie Costanza Vaccari, autori del gesto. Le sue ricchezze e tutti i suoi privilegi erano, in un certo modo, compromessi da tali tragedie personali. Il suo matrimonio restò inconsumato per molti anni a causa del fatto che Francesco soffriva di fimosi. La timidezza e il fanatismo religioso del consorte, inoltre, impedivano alla coppia lo sviluppo di qualsiasi tipo di intimità. A Roma Maria Sofia si innamorò di un ufficiale della guardia pontificia, Armand de Lawayss, di cui rimase incinta. Ritiratasi nella casa di origine dei genitori a Possenhofen, in Baviera, su consiglio della famiglia partorì in segreto per evitare il prevedibile scandalo. Il 24 novembre 1862 Maria Sofia diede alla luce due gemelle, che furono affidate una alla famiglia di Lawayss a Bruxelles e l’altra alla Corte austriaca. Sempre su consiglio della famiglia, Maria Sofia confessò a Francesco la sua relazione extraconiugale; il matrimonio non si ruppe, Francesco si sottopose a un’operazione per ridurre la fimosi e fu in grado di consumare la relazione. Maria Sofia rimase incinta e diede alla luce un’altra bambina, chiamata Maria Cristina Pia, tenuta a battesimo dalla zia, l’imperatrice Sissi. Maria Cristina Pia visse solo tre mesi e morì il 28 marzo 1870. La coppia non ebbe altri figli. A seguito della presa di Roma da parte delle truppe italiane e della dissoluzione dello Stato Pontificio (20 settembre 1870), la coppia si trasferì in Baviera. Francesco morì nel 1894; Maria Sofia si trasferì da Monaco a Parigi, dove visse in una dimora acquistata dal marito nel quartiere di Saint-Mandé. A Parigi Maria Sofia presiedeva ancora un’informale corte borbonica in esilio: in effetti non cessò mai di sperare nella riconquista dei suoi possedimenti, ormai parte integrante del Regno d’Italia, e giunse fino al punto di stringere contatti con l’ambiente anarchico ostile ai Savoia; conobbe, per esempio, Errico Malatesta e si guadagnò l’appellativo di regina degli anarchici, anche se le sue mire differivano da quelle dell’ambiente con cui era venuta a contatto: ella sperava infatti di sfruttare l’ostilità verso i monarchi sabaudi per destabilizzare il regno d’Italia. Voci mai confermate narrano che Maria Sofia avesse avuto molta influenza anche sugli anarchici Giovanni Passannante e Gaetano Bresci, quest’ultimo uccisore del re d’Italia Umberto I nel 1900, ma le testimonianze storiche provarono che i due attentatori agirono invece individualmente. Tra gli anarchici con cui ebbe contatti vi fu Angelo Insogna, autore di una biografia su Francesco II e uomo di fiducia della sovrana. Egli venne in Italia come suo emissario nel marzo del 1901, fu presentato a Errico Malatesta e tentó di far evadere il regicida Bresci. In Francia Maria Sofia coltivò la sua grande passione per i cavalli, le cui gare seguiva in varie località d’Europa, come ad esempio a Londra, dove si appassionò inoltre alla caccia alla volpe. Durante la Grande Guerra Maria Sofia parteggiò per gli imperi centrali e la loro entrata in conflitto contro l’Italia. Nonostante la sua avversione per i Savoia, Maria Sofia aveva l’abitudine di visitare i campi di militari italiani in prigionia in Germania, cui donava libri e cibo. I soldati italiani erano ignari dell’identità di Maria Sofia, che si presentava all’epoca come una donna anziana (aveva superato i settant’anni), che parlava la loro lingua con un’inflessione mista tedesco-napoletana e che era interessata particolarmente alle notizie provenienti dal Mezzogiorno del Paese. Riferisce al proposito Arrigo Petacco che «…Fra quei soldati laceri ed affamati, lei cerca i suoi napoletani. Distribuisce, come a Gaeta, bons bons e sigari». Durante la sua vita, Maria Sofia indusse ammirazione anche tra i suoi accaniti nemici politici. Gabriele D’Annunzio la soprannominò infatti Aquiletta Bavara e Marcel Proust parlò di lei come della regina soldato sui bastioni di Gaeta. Maria Sofia morì a Monaco di Baviera a causa di una forte polmonite nel 1925. Da maggio 1984 le sue spoglie, insieme a quelle del marito Francesco e di sua figlia, riposano in una cripta della basilica di Santa Chiara a Napoli. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. Fotografia scattata il giorno delle nozze nel 1859.

Onorificenze

Dama dell'Ordine della Croce Stellata - nastrino per uniforme ordinaria    Dama dell’Ordine della Croce Stellata
   
Dama dell'Ordine di Teresa di Baviera - nastrino per uniforme ordinaria    Dama dell’Ordine di Teresa di Baviera
   
Dama dell'Ordine della regina Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinaria    Dama dell’Ordine della regina Maria Luisa
   
Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
   
Rosa d'Oro della cristianità - nastrino per uniforme ordinaria    Rosa d’Oro della cristianità
   

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Arc. 1155: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone – Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1859.

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Arc. 2141: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1860 ca.

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Arc. 2141: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone – Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 2143: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia scattata durante l’ esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 1674: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: A. Barrière – Paris. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 2143: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone – Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 2142: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone Sicilia. Fotografia CDV. Fotografo: P. Petit – Paris. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 1976: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: A. Hautmann – Firenze. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 1976: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 1954: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1862 ca.

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Arc. 2620: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie moglie di Francesco II di Borbone – Sicilia in abito da amazzone. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. 1860 ca.

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Arc. 1793: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: J. Albert. 1862 ca.

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Arc. 1712: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. 1862 ca.

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Arc. 2395: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

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Arc. 1869: S.M. Maria Sofia di Baviera Regina consorte del Regno delle Due Sicilie. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1870 ca.

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Arc. 2184: S. A. R. Principe Luigi Maria di Borbone – Sicilia Conte di Trani in gran montura da Maggior Generale. Figlio del Re Ferdinando II e fratellastro di Francesco II ( Napoli 1 Agosto 1838 – Parigi 8 Giugno 1886 ). Vivace, allegro e amante delle donne, si divertiva insieme ai fratelli Alfonso e Gaetano a combinare pesanti scherzi ai danni dei gentiluomini di corte. Quando a Napoli arrivò la cognata Maria Sofia di Baviera, sposa del fratellastro Francesco, erede al trono, anch’essa entrò a far parte della scanzonata comitiva. In effetti anche il padre Ferdinando aveva un carattere allegro e ironico e si comportava nei confronti dei figli come un qualsiasi affettuoso e premuroso padre di famiglia. La madre Maria Teresa era arcigna e diffidente nei confronti degli estranei ma tenerissima e legatissima alla sua numerosa prole. Alla vita di corte e alle feste preferiva la tranquillità dei suoi appartamenti dove si dedicava alla cura dei figli. Sebbene dichiarasse il proprio affetto materno anche nei confronti del figliastro Francesco (primogenito del re), in realtà ambiva a mettere sul trono il suo primogenito. Quando già era re Francesco, tentò anche di organizzare un complotto per destituire il figliastro ma il piano, scoperto, non andò a buon fine. Combatté in prima linea al fianco di Francesco e Alfonso nella battaglia tra Capua e Gaeta per respingere l’esercito garibaldino. Per il coraggio dimostrato durante la difesa di Gaeta avrebbe ricevuto la croce di cavaliere dell’Ordine di Maria Teresa. Alla fine, però, alle 7 del mattino del 14 febbraio 1861 dovette, insieme agli ultimi sovrani delle Due Sicilie, lasciare per sempre Gaeta assediata e il suo regno. Prima della partenza, però, i due fratelli ebbero una violenta discussione, in quanto Luigi era del parere che bisognasse continuare a combattere fino all’ultimo. Avrebbe passato il resto della sua vita da esule senza più uno scopo nella vita o una propria identità. Si ritrovò quindi a bere, a frequentare bordelli e a condurre una vita di stravizi che gli procurò molti debiti. Tentò perfino di passare al servizio dei piemontesi. Il 5 giugno 1861, a Monaco di Baviera, sposò la duchessa Matilde di Baviera, settimogenita del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera, membro di una linea cadetta del Casato dei Wittelsbach, e della principessa Ludovica di Baviera, figlia del re Massimiliano I Giuseppe di Baviera. Il matrimonio in realtà fu organizzato a tavolino, già prima della caduta del regno delle Due Sicilie, da Maria Sofia di Baviera e dall’altra sorella Elisabetta, imperatrice d’Austria. Per l’occasione, il re di Baviera insignì Luigi della più alta onorificenza della corte: l’ordine di Sant’Uberto. L’unione con Matilde non fu però assolutamente felice. La moglie, per consolarsi, ebbe alcuni amanti, il più noto dei quali fu Bermudez de Castro. Ormai con la mente annebbiata dall’alcool e con la consapevolezza dell’inutilità della sua vita, decise di farla finita gettandosi nel lago di Zugo, presso Zurigo, nel 1878. Altre fonti invece riportano che sarebbe morto di malattia a Parigi l’8 giugno 1886. Il motivo di questa confusione consiste forse nel fatto che il suicidio non avrebbe consentito la celebrazione della messa funebre e sarebbe risultato scandaloso, giudicando il fatto che si trattava del cognato dell’imperatore Francesco Giuseppe. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia scattata durante l’esilio a Roma. 1862 ca.

Onorificenze

Onorificenze del Regno delle due Sicilie

Gran Maestro e Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro
   
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito
   
Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro
     1852
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Uberto - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Sant’Uberto
   
Cavaliere dell'Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico)
     «Assedio di Gaeta 1860-1861»

 

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Arc. 2014: S. A. R. Principessa Matilde Ludovica di Wittelsbach Contessa di Trani (Possenhofen, 30 settembre 1843 – Monaco di Baviera, 18 giugno 1925). Matilde era figlia di Massimiliano Giuseppe in Baviera e di Ludovica di Baviera. Entrambi i genitori, tra di loro cugini, appartenevano alla dinastia dei Wittelsbach, ma la madre Ludovica apparteneva alla famiglia reale, in quanto figlia del re Massimiliano I Giuseppe, mentre il padre era membro di un ramo cadetto. Pertanto sia Matilde sia i suoi fratelli avevano il predicato dinastico “in Baviera”, che li distingueva dai principi del ramo principale della loro famiglia cui spettava, invece, il predicato “di Baviera”. Tuttavia, sia i principi di Baviera sia i duchi in Baviera avevano diritto allo stesso trattamento di Altezza reale. Matilde nacque al castello di Possenhofen, la residenza estiva di suo padre, dove trascorse gran parte dell’infanzia insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle, crescendo in un clima relativamente disteso e lontano dal cerimoniale della corte bavarese. Già all’epoca in cui esisteva il Regno di Napoli, furono organizzate le nozze tra Matilde e Luigi, conte di Trani, figlio del re Ferdinando II delle Due Sicilie e cognato di Maria Sofia. Il matrimonio si celebrò a Monaco il 5 giugno 1861 nella chiesa di Ognissanti. Come accadeva ad altri membri della sua famiglia, Matilde soffriva episodicamente di crisi depressive. Giocava un fattore ereditario, aggravato anche dai matrimoni tra consanguinei, ma anche lo stile di vita che le nobildonne conducevano: cameriere e bambinaie le sollevavano da qualunque incarico domestico cosicché le vuote giornate potevano risultare alquanto tediose. La vita di Matilde era in fondo quella comune di tantissimi nobili senza un incarico ben preciso: viaggiava, si recava in località termali o dai genitori e parenti. Sua compagna di viaggio era Maria Sofia, esiliata come lei. Quando ebbe la prima e unica figlia, Maria Teresa, divennero frequenti gli incontri con la sorella Sissi e sua figlia Maria Valeria. Tra le due cugine c’erano pochi anni di differenza e da compagne di giochi nell’infanzia rimasero legate per tutta la vita. Sono rimaste nell’archivio di Stato degli Hohenzollern a Sigmaringen molte lettere di Maria Teresa inviate al padre o alla madre, che conducevano una vita separata. L’8 giugno 1886 a Parigi a 48 anni morì Luigi di Trani. Si parlò di suicidio ma ancora oggi non esiste una notizia certa. Matilde e la figlia rimasero a vivere a Baden-Baden, dove la principessa fu allieva del collegio Vittoria di Schloberg. Gli ultimi anni di vita della contessa furono molto diversi rispetto al periodo dei grandi viaggi. In Germania e in Austria non c’era più la monarchia e gran parte dei beni di famiglia erano stati confiscati. Pertanto sia Matilde che Maria Sofia dovettero cercare di risparmiare il più possibile. Tra il 1923 e il 1924 Matilde ebbe un incidente e il ricovero in clinica. Qui le venne applicato un apparecchio e fu sottoposta ad esercizi riabilitativi per le gambe. La contessa fu l’ultima, tra tutti i fratelli, a morire e venne sepolta nel cimitero di Monaco accanto alla sua dama di corte Nelly von Schmidt. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 986: S. A. R. Principe Alfonso di Borbone – Sicilia Duca di Caserta in gran montura da Colonnello di Artiglieria ( Caserta 28 Marzo 1841 – Cannes 26 Maggio 1934 ).  Alla sua nascita era quarto in linea di successione al trono, dietro il fratellastro Francesco ed i fratelli maggiori Luigi, conte di Trani, ed Alberto, conte di Castrogiovanni. Quest’ultimo morì il 12 luglio 1844 all’età di cinque anni ed Alfonso passò terzo in linea di successione. Il padre Ferdinando aveva un carattere allegro e ironico e si comportava nei confronti dei figli come un qualsiasi affettuoso e premuroso padre di famiglia. La madre Maria Teresa era arcigna e diffidente nei confronti degli estranei ma tenerissima e legatissima alla sua numerosa prole. Alla vita di corte e alle feste preferiva la tranquillità dei suoi appartamenti dove si dedicava alla cura dei figli. Allegro e vivace, si divertiva con i fratelli Luigi e Gaetano e la cognata Maria Sofia di Baviera, moglie del fratellastro Francesco, a fare scherzi ai gentiluomini della corte. Il 22 maggio 1859 Ferdinando II morì, Francesco salì al trono ed essendo senza figli ebbe come erede diretto il fratellastro Luigi. Alfonso combatté in prima linea al fianco di Francesco e Luigi nella battaglia tra Capua e Gaeta per respingere l’esercito garibaldino. Alla fine però, alle 7 del mattino del 14 febbraio 1861, dovette, insieme agli ultimi sovrani delle Due Sicilie, lasciare Gaeta assediata e il regno per sempre. Raggiunse la madre a Roma e trascorse la sua vita da esiliato. L’8 giugno 1886 Luigi morì, lasciando come unica erede la figlia Maria Teresa di Borbone-Due Sicilie, esclusa dalla successione per la legge salica. Alfonso divenne l’erede presuntivo di Francesco II e il 27 dicembre 1894, alla morte del fratellastro, Duca di Castro, pretendente al trono delle Due Sicilie e capo della casa di Borbone Due Sicilie (per i legittimisti: S.M. Alfonso I, Re del Regno delle Due Sicilie). Fotografia: CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia stampata durante l’esilio dei Borbone a Roma. 1862 ca.

Onorificenze

Onorificenze borboniche

Gran maestro e cavaliere dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne e reale ordine di San Gennaro
   
Gran maestro del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio
   
Gran maestro del Reale ordine di San Ferdinando e del merito - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale ordine di San Ferdinando e del merito
   
Gran maestro del Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione
   
Gran maestro del Reale ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria    Gran maestro del Reale ordine di Francesco I
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Regno di Spagna)
     1857
Cavaliere dell'Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Maria Teresa (Impero austro-ungarico)
     «Assedio di Gaeta 1860-1861»
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma)
     2 aprile 1869

 

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Arc. 2837: S. A. R. Principe Alfonso di Borbone – Sicilia Duca di Caserta in tenuta da caccia ( Caserta 28 Marzo 1841 – Cannes 26 Maggio 1934 ). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

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Arc. 1954: S. A. R. Principessa Maria Immacolata Clementina di Borbone – Sicilia ( Napoli 14 Aprile 1844 – Vienna 18 Febbraio 1899 ).        Era la quintogenita e la seconda tra le figlie femmine del re Ferdinando II e di Maria Teresa d’Asburgo-Teschen; sua madre era figlia primogenita dell’arciduca Carlo d’Asburgo-Teschen e della principessa Enrichetta di Nassau-Weilburg. Attraverso il suo matrimonio con Carlo Salvatore d’Asburgo-Toscana, Maria Immacolata divenne Arciduchessa d’Austria, Principessa d’Austria, Ungheria, Croazia e Boemia. Fu Dama dell’Ordine della Croce Stellata. Pudica e riservata, Maria Immacolata veniva chiamata scherzosamente dal padre “Petitta”. Come le sorelle, era cresciuta avendo come modello la madre, la quale aborriva feste e vita di corte per dedicarsi alla cura dei figli e al cucito. Dopo la fuga da Napoli, seguì la famiglia a Roma, dove venne fatta alloggiare dal Papa presso il Palazzo del Quirinale. Maria Immacolata era nota per la sua bellezza e per questo motivo l’imperatrice Elisabetta d’Austria, la incluse nel suo album di foto di belle donne inoltre poiché il marito di Maria Immacolata era solito regalarle una collana di perle ogni volta che lei partoriva un altro bambino, l’imperatrice Elisabetta aveva ironicamente soprannominato la famiglia “pescatori di perle”. Infine, la figlia più giovane dell’imperatrice Elisabetta, Arciduchessa Maria Valeria, sposò il figlio di Maria Immacolata, l’Arciduca Francesco Salvatore. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

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Arc. 2863: S. A. R. Principessa Maria Immacolata Clementina di Borbone – Sicilia ( Napoli 14 Aprile 1844 – Vienna 18 Febbraio 1899 ). Fotografia CDV. Fotografo: F.lli d’Alessandri – Roma.

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Arc. 2195: S. A. R. Principe Gaetano di Borbone – Sicilia Conte di Girgenti in gran montura da Colonnello Onorario degli Ussari spagnoli ( Napoli 12 Gennaio 1846 – Lucerna 26 Novembre 1871 ). Era il settimo dei figli di Ferdinando II delle Due Sicilie e della seconda moglie Maria Teresa d’Austria. Gaetano era un membro del Casato di Borbone-Due Sicilie e consorte di Isabella, Principessa delle Asturie, per due volte riconosciuta erede presuntiva al trono di Spagna. Attraverso questa unione, Gaetano fu creato un Infante di Spagna.  Aveva un carattere allegro e insieme ai fratelli Luigi e Alfonso si divertiva ad organizzare scherzi ai gentiluomini della corte. Alle loro scorribande si aggiunse poi Maria Sofia di Baviera, moglie del fratellastro Francesco. Anche il padre Ferdinando era un tipo allegro e scherzoso e si comportava affettuosamente nei confronti dei figli come qualsiasi padre di famiglia. La madre invece era molto riservata e preferiva vivere appartata lontano dalla mondanità e dalla vita di corte, occupandosi soltanto dei figli. Gaetano seguì il destino della sua esule famiglia che, dopo la fuga da Napoli, visse a Roma presso il palazzo del Quirinale. Fu scelta per lui come sposa l’infanta Maria Isabella di Spagna, figlia di Isabella II di Spagna e divenne egli Infante di Spagna, decorato con onorificenze spagnole. Il matrimonio avvenne nel 1868 e restò senza figli. Gaetano si ammalò di una grave forma di depressione che lo portò a suicidarsi nel novembre del 1871 a Lucerna. Dato che probabilmente anche il fratello Luigi morì suicida (ma il fatto fu forse tenuto segreto), può darsi che la prospettiva di vivere per tutta la vita in esilio, senza poter tornare nel proprio regno di nascita e di appartenenza e senza una propria identità sia stata una condizione troppo pesante da accettare. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1868 ca.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro (Regno di Spagna)
     1868
Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III
     1868
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Isabella la Cattolica
     1868
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma)
     15 ottobre 1869

 

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Arc. 2821: S. A. R. Principe Gaetano di Borbone – Sicilia Conte di Girgenti in tenuta da caccia (Napoli 12 Gennaio 1846 – Lucerna 26 Novembre 1871). Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli.

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Arc. 2065: S. A. R. Principe Pasquale di Borbone – Sicilia Conte di Bari ( Caserta 15 Settembre 1852 – Rueil Malmaison 21 Dicembre 1904 ). Fu l’undicesimo figlio di Ferdinando II delle Due Sicilie e della seconda moglie Maria Teresa d’Austria. Bambino allegro e scherzoso, fu cresciuto dalle amorevoli cure della madre Maria Teresa. Ferdinando era anch’egli affettuoso e si comportava coi figli come un qualsiasi padre: anche in momenti ufficiali, non rinunciava a prendere in braccio i figlioletti. In seguito alla cacciata dei Borbone da Napoli e dal regno, seguì la madre e i fratelli a Roma, ospiti del Papa presso il Quirinale. Sposò morganaticamente Blanche Marconnay, figlia di Henriette de Marconnay, il 20 novembre 1878 a Clichy nel dipartimento della Senna. Fotografia CDV. Fotografo: Grillet – Napoli. 1860 ca.

Onorificenze

Onorificenze borboniche

Cavaliere dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne e reale ordine di San Gennaro
   
Bali Gr. Croce di giust. del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria    Bali Gran Croce di Giustizia del Sacro militare ordine Costantiniano di San Giorgio
     1860

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale e distinto ordine spagnolo di Carlo III (Regno di Spagna)
     1857

Arc. 2443: Gennaro di Borbone (Caserta, 28 febbraio 1857 – Albano Laziale, 13 agosto 1867). Principe della Casa delle Due Sicilie e conte di Caltagirone, era l’ultimogenito di Ferdinando II delle Due Sicilie e della sua seconda moglie Maria Teresa d’Asburgo-Teschen. Ferdinando si era dimostrato coi figli un padre affettuoso e giocoso. Non era raro vederlo circondato dai bambini che giocavano, mentre lui sedeva alla scrivania intento al suo lavoro. Né era raro per ambasciatori e politici parlare con il re mentre questi contemporaneamente teneva in braccio qualche figlio. La madre Maria Teresa, se con gli estranei era scontrosa e arrogante, coi figli era una madre tenerissima e protettiva. Ciò che caratterizzò l’infanzia di Gennaro fu solo la sfortuna di nascere per ultimo e due anni prima della morte del padre, quando il re era già ammalato e ridotto a spostarsi su una lettiga. Era troppo debole quindi per poter giocare e coccolare il figlioletto. Il principe, inoltre, visse poco o nulla di quella vita di corte fastosa e agiata che ad un membro di sangue reale era riservata per nascita fino agli ultimi giorni terreni. Nel 1860 infatti, i Borbone vennero cacciati via da Napoli e dal loro regno dalle truppe garibaldine. Furono ospitati dal papa Pio IX nel palazzo del Quirinale a Roma. Un’epidemia di colera costrinse la popolazione, o almeno chi poteva, ad abbandonare la capitale. Maria Teresa prese i figli che abitavano ancora con lei e scappò sui colli Albani. Neanche qui però la famiglia reale riuscì a trarsi in salvo: il piccolo Gennaro si ammalò e Maria Teresa, fatti scappare gli altri figli, si rifiutò di abbandonare l’ultimogenito al suo destino. Il bambino morì quasi subito; la regina rimase contagiata e morì anch’essa tra atroci sofferenze, avendo rifiutato le cure di un medico perché da lei considerato “liberale”. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma.

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Arc. 2144: S. A. R. Principe Gennaro di Borbone – Sicilia Conte di Caltagirone. Ultimogenito del Re Ferdinando II ( Caserta 28 Febbraio 1857 – Albano Laziale 13 Agosto 1867 ). Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1658: S.A.R. Principe Francesco di Borbone – Sicilia Conte di Trapani in uniforme da Tenente Generale in gran montura. Fratello del Re Ferdinando II e zio del Re Francesco II. Nato a Napoli, Francesco era il figlio minore di re Francesco I delle Due Sicilie (1777 – 1830) e della sua seconda moglie, nonché sua cugina, l’infanta Maria Isabella di Borbone-Spagna (1789 –  1848), figlia di re Carlo IV di Spagna e di sua moglie la regina Maria Luisa di Parma. Francesco era fratellasto di Carolina, Duchessa di Berry e fratello di Luisa Carlotta, Duchessa di Cadice, Maria Cristina, Regina di Spagna, Ferdinando II delle Due Sicilie, Carlo Ferdinando, Principe di Capua, Leopoldo, Conte di Siracusa, Antonio, Conte di Lecce, Infanta Maria Amalia di Spagna e Portogallo, Maria Carolina, Contessa di Montemolin, Teresa Cristina, Imperatrice del Brasile.  Nel 1850 fu nominato generale di brigata. Durante la seconda guerra d’indipendenza, fu uno degli avversari principali del generale borbonico Giuseppe Salvatore Pianell in quanto lo accusò diverse volte di favoreggiamento nei confronti dei rivoluzionari e dei Savoia. L’8 ottobre 1860 fu nominato tenente generale. Dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie nel 1861, al termine della Spedizione dei Mille, la famiglia reale andò in esilio. In principio, Francesco e la sua famiglia andarono a Roma, al seguito del re Francesco II, e dove erano sotto la protezione di Papa Pio IX. Quando anche lo Stato Pontificio fu invaso da Vittorio Emanuele II d’Italia nel 1870, fuggirono in Francia. Francesco morì nel 1892 a Parigi all’età di 65 anni. Francesco sposò sua nipote S.A.I. e R. l’Arciduchessa Maria Isabella d’Austria, Principessa di Toscana (1834 – 1901), figlia del granduca Leopoldo II di Toscana (1797 – 1870) e della sua seconda moglie la granduchessa Maria Antonietta di Borbone (1814 – 1898), sorella dello stesso Francesco, il 10 aprile del 1850. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma. Fotografia stampata durante l’esilio dei Borbone a Roma. 1862 ca.

Onorificenze

Gran Maestro e Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne e Reale Ordine di San Gennaro
   
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito
   
Bali Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (1866), titolare della Commenda della Magione, Gran Prefetto dell'Ordine - nastrino per uniforme ordinaria    Bali Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine     Costantiniano di San Giorgio (1866), titolare della Commenda   della Magione, Gran Prefetto dell’Ordine
   
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di Francesco I - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di Francesco I
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Insigne Ordine del Toson d'Oro (ramo spagnolo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne Ordine del Toson d’Oro (ramo spagnolo)
     1830 (942°)
Cavaliere di Gran Croce con Collare del Reale Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce con Collare del Reale Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III
     20 marzo 1830
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico (Parma)
     10 agosto 1851
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare della Torre e della Spada (Regno di Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare della Torre e della Spada (Regno di Portogallo)
   

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Arc. 2181: S.A.R. Principe Francesco di Borbone – Sicilia Conte di Trapani. Alle sue spalle si distinguono Carlos di Borbone – Spagna Conte di Montemolin e Maresciallo Filippo Colonna di Stigliano. Fotografia CDV. Fotografo: A. Bernoud – Napoli. 1859 ca.

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Arc. 1678: S.A.R. Principe Francesco di Borbone – Sicilia Conte di Trapani e la moglie S. A. I. l’ Arciduchessa Maria Isabella d’Austria Principessa di Toscana. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. Fotografia scattata durante l’esilio di Roma. 1865 ca.

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Arc. 2184: S. A. R. Principe Francesco di Borbone – Sicilia Conte di Trapani e la moglie Maria Isabella di Toscana. Al loro fianco il Tenente del 1° Reggimento Ussari della Guardia Reale Alfredo Dentice di Frasso e la moglie. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’ Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 2181: S. A. R. Principe Francesco di Borbone – Sicilia Conte di Trapani. Fotografia CDV. Fotografo: R. Ferretti – Roma. 1865 ca.

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Arc. 3116: Maria Isabella d’Asburgo-Lorena (Firenze, 21 maggio 1834 – Lucerna, 14 luglio 1901), nata principessa di Toscana e arciduchessa d’Austria. Maria Isabella era figlia del granduca Leopoldo II di Toscana (1797-1870) e della sua seconda moglie la granduchessa Maria Antonietta di Borbone (1814-1898). I suoi nonni paterni furono il granduca Ferdinando III di Toscana e Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli; quelli materni il re Francesco I delle Due Sicilie e Maria Isabella di Borbone-Spagna. Maria Isabella sposò, il 10 aprile del 1850, lo zio materno, il principe Francesco di Borbone-Due Sicilie, (1827-1892), conte di Trapani e figlio minore del re Francesco I delle Due Sicilie e della regina Maria Isabella di Borbone-Spagna. Dal 1860 al 1870 visse a Roma; lasciò la città eterna dopo la sua capitolazione. Morì all’età di sessantasette anni in Svizzera. È sepolta nel cimitero di Père-Lachaise a Parigi. Fotografia CDV. Fotografo: Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinaria    Dama Nobile dell’Ordine della regina Maria Luisa
 

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Arc. 1649: Maria Amalia di Borbone-Napoli (Caserta, 26 aprile 1782 – Esher, 24 marzo 1866). Maria Amalia nacque il 26 aprile 1782 alla reggia di Caserta, vicino a Napoli. Era la settima dei nove figli di Ferdinando I delle Due Sicilie e di Maria Carolina d’Austria. Come giovane principessa italiana, venne educata nella tradizione cattolica che restò sempre nel suo cuore. Maria Carolina, come sua madre, Maria Teresa, fece sforzi per far parte della vita di sua figlia, anche se quest’ultima era accudita quotidianamente da una governante, Vincenza Rizzi. Quando lei era ancora bambina, la madre di Maria Amalia e sua zia, Maria Antonietta, si accordarono per il matrimonio tra lei e il figlio di Maria Antonietta, Luigi Giuseppe, Delfino di Francia, il futuro re di Francia, che avrebbe fatto di lei la regina di Francia, ma le loro speranze svanirono nel 1789. Maria Amalia subì uno sconvolgimento fin dalla tenera età. La morte di sua zia Maria Antonietta durante la Rivoluzione francese e le successive azioni drammatiche della madre scombussolarono la sua giovane età. Allo scoppio della Rivoluzione francese nel 1789, la corte napoletana non fu ostile a questo movimento, ma quando la monarchia francese venne abolita e Maria Antonietta e Luigi XVI furono ghigliottinati, i genitori di Maria Amelia aderirono alla Prima coalizione contro la Francia nel 1793. Sebbene una pace fosse stata stipulata con la Francia nel 1796, il conflitto ricominciò nel 1798 e la famiglia reale lasciò il Regno di Napoli e fuggì nel Regno di Sicilia, il 21 dicembre 1798, sulla HMS Vanguard, un vascello della Royal Navy protetto da due navi da guerra napoletane. Dopo l’invasione di Napoli da parte di Napoleone nel 1806, la famiglia reale rimase in Sicilia, dove, stanziati a Palermo, erano sotto la protezione delle truppe britanniche. Durante l’esilio a Palermo, Maria Amalia conobbe il suo futuro sposo, Luigi Filippo d’Orléans, anch’egli esiliato dalla Francia divisa dalle complicazioni della Rivoluzione Francese e dal potere crescente di Napoleone. Il padre di Luigi Filippo, il precedente duca d’Orléans, era stato ghigliottinato durante la Rivoluzione francese, anche se era stato un sostenitore del movimento. I due si sposarono nel 1809, tre anni dopo essersi incontrati in Italia, e Maria Amalia divenne duchessa d’Orléans. La cerimonia nuziale fu celebrata a Palermo il 25 novembre 1809. Il matrimonio era considerato controverso, perché lei era la nipote di Maria Antonietta, mentre lui era il figlio dell’uomo che aveva forse partecipato all’esecuzione di sua zia. Sua madre era scettica sull’unione per la stessa ragione, ma lei aveva acconsentito dopo che lui l’aveva convinta del fatto che era determinato a compensare la scelte sbagliate di suo padre. Andarono ad abitare a palazzo d’Orléans fino al 1814. Durante il periodo della restaurazione in Francia, prima dell’ascesa al trono di Luigi Filippo, la famiglia viveva nel Palais-Royal, che era stata la residenza del padre di Luigi Filippo, il precedente duca d’Orléans. Nonostante le preoccupazioni finanziarie della famiglia, la residenza fu restituita al suo originario splendore, il che costò alla coppia più di undici milioni e mezzo di franchi. Nel 1830, a seguito di quella che è conosciuta come Rivoluzione di Luglio, Luigi Filippo diventò re dei francesi, con Maria Amalia come sua consorte. Maria Amalia non giocò un ruolo attivo nelle questioni politiche, anzi fece di tutto per allontanarsi da esse. Dopo che suo marito abdicò a seguito degli eventi della Rivoluzione del 1848, la famiglia reale fuggì in Inghilterra, ove Luigi Filippo morì due anni dopo. Rimasta vedova, Maria Amalia continuò a vivere in Inghilterra, dove frequentava la Messa quotidiana ed era ben nota alla regina Vittoria. Morì il 24 marzo 1866. Venne sepolta, secondo le sue ultime volontà, con il vestito che aveva conservato dal 1848 quando, con il marito, aveva lasciato la Francia. Fotografia CDV. Fotografo: Mason & Co. – London.

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Arc. 1559: S. A. R. Carlo Ferdinando di Borbone-Due Sicilie, principe di Capua ( Palermo 10 Ottobre 1811 – Torino 22 Aprile 1862 ). Era il secondo fra i figli maschi di re Francesco I delle Due Sicilie e della sua seconda moglie Maria Isabella di Borbone-Spagna. Carlo Ferdinando era fratellasto di Carolina, Duchessa di Berry e fratello di Luisa Carlotta, Duchessa di Cadice, Maria Cristina, Regina di Spagna, Ferdinando II delle Due Sicilie, Leopoldo, Conte di Siracusa, Antonio, Conte di Lecce, Infanta Maria Amalia di Spagna e Portogallo, Maria Carolina, Contessa di Montemolin, Teresa Cristina, Imperatrice del Brasile, Francesco, Conte di Trapani.  Il 12 maggio 1836 il fratello di Carlo Ferdinando, re Ferdinando II emise un decreto che confermava la decisione del 1829 del loro defunto padre re Francesco I delle Due Sicilie che i membri del sangue reale del Regno, indipendentemente dalla loro età, erano tenuti ad ottenere il consenso del sovrano per sposarsi e che i matrimoni fatti senza tale consenso dovevano essere considerati nulli. Si dice che Carlo Ferdinando sposò morganaticamente Penelope Smyth, figlia di Grice Smyth, il 5 aprile 1836 a Gretna Green, Scozia, Regno Unito. Tuttavia, Carlo Ferdinando fece richiesta di una speciale licenza di matrimonio all’arcivescovo di Canterbury, al fine di sposarsi (o ri-sposarsi) con Miss Smyth alla Chiesa di St. George, in Hanover Square. Nell’ordinanza del tribunale furono descritti come uno scapolo e una zitella. Il Ministro plenipotenziario inviato del re, il conte de Ludolf, contestò la concessione della licenza e una udienza si svolse presso la Corte di Facoltà il 4 maggio 1836. Il Master della Facoltà, il dottor John Nicholl, rifiutò di concedere la licenza per il fatto che la successione al trono avrebbe potuto essere interessata dal mancato riconoscimento del matrimonio a Napoli. Le pubblicazioni di matrimonio vennero lette per l’ultima volta nella chiesa di St. George, in Hanover Square, l’8 maggio 1836. Dopo essere stato cacciato dal regno borbonico si riparò a Malta. Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris. 1860 ca.

Onorificenze

Gran maestro e cavaliere dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne e reale ordine di San Gennaro
   
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Insigne Ordine del Toson d'oro (ramo spagnolo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Insigne Ordine del Toson d’oro (ramo spagnolo)
     1826
Cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo (Regno di Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dello Spirito Santo (Regno di Francia)
     1826 (927°)
Cavaliere di Gran Croce con collare del Reale e Distino Ordine Spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce con collare del Reale e Distino Ordine Spagnolo di Carlo III (Spagna)
     18 giugno 1815

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Arc. 2143: S.M. Maria Cristina di Borbone – Sicilia Regina di Spagna e sorella di Re Ferdinando II ( Palermo 27 Aprile 1806 – Le Havre 22 Agosto 1878 ). Fotografia CDV. Fotografo: Disderi & C.ie – Paris. 1865 ca.

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Arc. 1855: Maria Carolina Ferdinanda Luisa di Borbone (Caserta, 5 novembre 1798 – Castello di Brunnsee, 16 aprile 1870). Era figlia di Francesco I, re delle Due Sicilie (1777-1830), e dell’arciduchessa Maria Clementina d’Asburgo-Lorena (1777-1801), figlia, a sua volta, dell’imperatore Leopoldo II d’Asburgo-Lorena. Dopo aver trascorso la sua infanzia e adolescenza a Palermo e a Napoli, Carolina andò in Francia per sposare Carlo Ferdinando d’Artois, duca di Berry, figlio minore del conte d’Artois, futuro Carlo X e fratello del re Luigi XVIII. Nonostante il suo sposo avesse vent’anni in più di lei e il loro matrimonio fosse stato combinato, essi sembravano aver formato una coppia molto unita. Il palazzo dell’Eliseo fu sistemato per loro. Dopo l’assassinio di suo marito, la duchessa di Berry si trasferì alle Tuileries. Carolina aveva un temperamento completamente opposto a quello di sua cognata, la duchessa d’Angoulême: era poco attaccata all’etichetta, amava invitare gente, ed era molto sensibile alla moda. La duchessa di Berry era una grande mecenate, che incoraggiava i pittori, i musicisti e i letterati. Dopo una rappresentazione a corte dei commedianti del teatro del Gymnase, ella ne prese il patrocinio e il teatro divenne famoso da quel momento, con il nome di «teatro di Madame» fino al 1830. Carolina amava allontanarsi spesso dalla capitale, ed ebbe un ruolo non trascurabile nella voga dei bagni a mare, soprattutto a Boulogne-sur-Mer e a Dieppe, praticando volentieri questi passatempi durante le belle stagioni. Fu proprio lei a inaugurare una sezione del canale della Somme. Dopo la Rivoluzione di Luglio, seguì Carlo X e la corte in esilio, cercando nel contempo di farsi proclamare reggente di suo figlio, il conte di Chambord, altrimenti noto come Enrico V. Ritornò clandestinamente in Francia nel 1832 e tentò di rilanciare le guerre di Vandea. La sollevazione si rivelò assai debole, e l’operazione fallì rapidamente. La duchessa cercò rifugio in una casa a Nantes ma, tradita da un certo Deutz, dopo aver tentato invano di fuggire attraverso il camino, fu arrestata dalla polizia del ministro degli Interni Thiers. Si aprì, allora, un assai delicato scandalo: Carolina era stata coinvolta nel malaccorto tentativo di sollevazione come vedova del figlio di Carlo X (assassinato il 13 febbraio 1820 e martire della casa reale) e madre dell’erede al trono, loro figlio il conte di Chambord. Ma, nel corso della prigionia nella fortezza di Blaye, le nacque una figlia, Anna Maria (presto morta), evidentemente non dal defunto marito. In tale occasione la duchessa fu costretta ad ammettere un segreto matrimonio con il duca Ettore Lucchesi Palli (1896-1864), un nobile siciliano. I due fatti fecero molto rumore e vennero sfruttati con grande efficacia polemica dal governo di Luigi Filippo (che aveva fatto assistere al parto dei testimoni scelti dal maresciallo  Bugeaud). Arrestata, le fu permesso di lasciare la Francia l’8 giugno 1833 per Palermo. Da lì, si mise in viaggio per Praga, ma Carlo X rifiutava di accoglierla se non a condizioni determinate. La questione, infatti, era molto delicata in quanto la duchessa aveva agito come vedova del figlio di Carlo X e madre dell’erede al trono. Carlo X, dunque, pretendeva la prova della esistenza di un regolare atto di matrimonio con il duca Ettore Lucchesi Palli e affidò la delicata missione a Montbel, già ministro degli interni, insieme a Ferron, già ministro degli esteri nel 1827-29. Questi intercettarono Carolina a Firenze, in settembre, e ottennero la consegna del contratto (sino ad allora conservato in Vaticano). Dopodiché la protagonista dello scandalo incontrò un secondo messaggero, Chateaubriand (anch’egli ex-ministro) a Venezia il 18 settembre e il 20 seppe che l’udienza era stata rifiutata. Sinché non venne ammessa alla presenza del suocero, dal 13 al 18 ottobre, a Lubiana. Qui si vide allontanata dalla famiglia reale, che le rifiutò la direzione dell’educazione del figlio. Questo perché in realtà, come è risultato chiaramente anche da studi recenti, il padre della bimba partorita in prigionia, era un capo della rivolta e non il duca Lucchesi Palli, che acconsentì al matrimonio per coprire lo scandalo e perché voleva bene alla principessa. La duchessa di Berry venne quindi accolta in Belgio. Si trasferì in seguito in Austria, dove visse fino alla morte, avvenuta a Brunnsee nel 1870. Fotografia CDV. Fotografo: G. Le Grey & C.ie – Paris. 

Onorificenze

Dama di Gran Croce di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria    Dama di Gran Croce di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
   
Dama dell'Ordine della regina Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinaria    Dama dell’Ordine della regina Maria Luisa

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Arc. 1738: Maria Carolina Ferdinanda di Borbone-Due Sicilie (Napoli, 29 novembre 1820 – Trieste, 14 gennaio 1861). Maria Carolina era una delle figlie di Francesco I delle Due Sicilie, e della sua seconda moglie, Maria Isabella di Spagna. Attraverso suo padre Maria Carolina era la nipote di Ferdinando I delle Due Sicilie e di Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e attraverso sua madre era nipote di Carlo IV di Spagna e di Maria Luisa di Borbone-Parma. Da entrambi i genitori, era discendente di Carlo III di Spagna. Dopo i matrimoni delle sue sorelle, Maria Cristina con Ferdinando VII di Spagna e Maria Amalia con Sebastiano di Borbone-Spagna, Maria Carolina conobbe l’Infante Carlo, conte di Montemolin, figlio maggiore dell’Infante Carlo, Conte di Molina e di sua moglie l’Infanta Maria Francesca di Portogallo. Dopo la morte di Ferdinando VII, nel 1833, l’infante Carlo Maria Isidro di Borbone-Spagna e la sua famiglia dovette partire per l’esilio. Le nozze tra Maria Carolina e Carlo Luigi vennero celebrate il 10 luglio 1850 al Palazzo Reale di Caserta. La coppia non ebbe figli e visse al lato della princessa de Beira, leader del partito carlista. Maria Carolina e il marito morirono di tifo a poche ore l’uno dall’altro il 14 gennaio 1861 a Trieste. Maria Carolina aveva contratto la malattia dagli infermieri del marito. La coppia morì senza eredi. Maria Carolina e Carlo furono sepolti nella Cattedrale di San Giusto a Trieste. Fotografia CDV. Fotografo: Disderi & Cie. – Paris. 

Onorificenze

Dama dell'Ordine della regina Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinaria    Dama dell’Ordine della regina Maria Luisa
     30 marzo 1830

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Arc. 3036: Carlo Luigi di Borbone-Spagna, Conte di Montemolin (Madrid, 31 gennaio 1818 – Trieste, 13 gennaio 1861). Carlo Luigi nacque nel Palazzo reale di Madrid e venne battezzato lo stesso giorno. Era il primogenito maschio del pretendente carlista Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna, e della sua prima moglie, Maria Francesca di Braganza. Passò l’infanzia e l’adolescenza in esilio in Portogallo e in Inghilterra. Durante la prima guerra carlista, accompagnò il padre sul fronte settentrionale; alla fine della guerra, si stabilirono entrambi in Francia. Divenne il pretendente al trono carlista dopo l’abdicazione di suo padre il 18 maggio 1845, che cercò con questa misura di facilitare il matrimonio tra Carlo Luigi e Isabella II, che non avvenne (Isabella II sposò Francesco d’Assisi di Borbone-Spagna nel 1846), tra l’altre cose, a causa della sua stessa posizione intransigente, poiché si oppose all’idea di Balmes di essere semplicemente il re consorte, sostenendo che l’unione dinastica dovrebbe essere come quella dei Re Cattolici, con pari diritti. Alla fine del 1846 Carlo Luigi pubblicò un manifesto in cui invocava la lotta armata. Ad aprile tentò di entrare in Spagna, ma fu fermato al confine francese e tornò a Londra. Il 10 luglio 1850 Carlo Luigi sposò Maria Carolina delle Due Sicilie, quinta figlia di Francesco I delle Due Sicilie e di Maria Isabella di Borbone-Spagna; non ebbero figli. Il ministro plenipotenziario degli Stati Uniti a Madrid, attraverso Antonio de Arjona e José María de Areizaga, indicò a Carlo Luigi che il suo governo gli avrebbe fornito tutto il denaro necessario per raggiungere il trono, in cambio dell’indipendenza di Cuba. Il conte di Montemolín rispose che preferiva vivere sempre in esilio piuttosto che minacciare l’integrità della Spagna. Nel 1855 mantenne contatti con Francesco d’Assisi di Borbone-Spagna per giungere a una riconciliazione tra i due rami borbonici, ma fallì e, a maggio, si verificò una nuova insurrezione carlista in Spagna, che non ebbe conseguenze. Nel marzo 1860 si recò alle Isole Baleari per tentare un’altra insurrezione con l’appoggio del Capitano Generale delle Isole Baleari, Jaime Ortega. Il 1 aprile, entrambi, alla testa di 4000 uomini, ignari delle loro intenzioni, si diressero verso San Carlos de la Rápita. Dopo lo sbarco, marciarono ad Amposta dove avrebbero passato la notte, ma ci fu un insurrezione contro i comandanti al Creu del Coll, e i responsabili dovettero fuggire a Ulldecona. Il 21 aprile, l’esercito lo arrestò insieme al fratello Ferdinando e li portò a Tortosa, dove il 23 aprile abdicò ai suoi diritti al trono, come suo fratello. Liberati dal governo spagnolo, si recarono a Trieste, e il 15 giugno dichiararono nulle le abdicazioni fatte mentre erano detenuti, ma l’altro loro fratello, Giovanni Carlo, li ritenne validi e assunse i diritti al trono. La morte di Carlo Luigi, nel gennaio 1861 a Trieste, poco dopo quella di Ferdinando e della vedova di Carlo Luigi, Maria Carolina, lasciò Giovanni Carlo come erede della dinastia carlista, con il nome di Giovanni III. Vennero sepolti a Trieste, nella cappella di San Carlo Borromeo nella Cattedrale di San Giusto. Fotografia CDV. Fotografo: Disderi & C.ie – Paris. 

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro (ramo spagnolo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (ramo spagnolo)
   
Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Croce dell’Ordine di Carlo III
   

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