LA CORTE E I CARDINALI

I CARDINALI

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Arc. 755: Cardinale Giacomo Antonelli (Sonnino, 2 aprile 1806 – Roma, 6 novembre 1876). Giacomo Antonelli nacque a Sonnino (piccolo centro, attualmente in provincia di Latina, al confine fra Stato della Chiesa e Regno delle Due Sicilie) da agiata famiglia borghese, poi grandemente arricchitasi. Il paese rischiò di esser demolito in seguito a un editto emesso nel 1819 dal cardinal Consalvi, segretario di Stato di Pio VII, in quanto ritenuto uno dei principali covi di briganti delle province meridionali di Campagna e Marittima. Trasferitosi a Roma, l’Antonelli entrò in seminario, dove si segnalò subito per le spiccate capacità in campo economico. Egli raggiunse il rango di cardinale senza mai essere ordinato sacerdote: era infatti appena stato ordinato diacono che papa Gregorio XVI lo volle fra i suoi collaboratori: tale decisione avrebbe segnato la vita dell’Antonelli. A 22 anni egli divenne assessore presso una delle sezioni di giudizio penale della provincia di Roma e, con rapidissima carriera, fu nominato delegato a Orvieto, poi a Viterbo e, infine, a Macerata. Nel 1841 fu nominato sottosegretario agli interni, quale vice del cardinal Mattei; nel 1844 fu secondo tesoriere nelle Finanze, e l’anno successivo grande tesoriere, ossia ministro delle Finanze. In tale veste, con un’abile operazione finanziaria, riuscì a fare in modo che lo Stato Pontificio tornasse in possesso dei beni appartenenti all'”appannaggio Leuchtemberg” (fino al 1814 “appannaggio Beauharnais”: ben 2300 tenute agricole e 137 palazzi urbani). Quando Pio IX salì al soglio di Pietro, Antonelli partecipò attivamente ai tentativi di riforma liberale del nuovo Papa, sui quali esercitò peraltro un grande influsso. Papa Pio IX creò Antonelli cardinale nel concistoro del 12 giugno 1847; Antonelli entrò contemporaneamente nel primo Consiglio dei ministri, la cui formazione stessa costituiva un’apertura di Pio IX alle riforme; quando poi, nel marzo 1848, si arrivò addirittura alla formazione di un governo misto di esponenti del clero e laici, la presidenza fu affidata a Antonelli, nominato cardinale segretario di Stato, in sostituzione di Giuseppe Bofondi, di mentalità liberale, ma considerato forse non abbastanza esperto. Mentre il 14 marzo 1848 il Papa proclamava la costituzione, Antonelli assecondava le pressioni popolari, inviando 10.000 uomini al confine settentrionale dello Stato della Chiesa, affinché si unissero ai Sardi che stavano cercando di scacciare gli austriaci dal Regno Lombardo-Veneto. Dopo la capitolazione delle truppe romane il 16 giugno 1848 a Vicenza il Papa su pressione di Antonelli assicurò tuttavia che le truppe non erano state inviate per combattere gli austriaci. Da quel momento Antonelli perseguì l’avvicinamento all’Austria e il ripristino della situazione antecedente i moti del 1848 e l’inizio della Prima guerra di indipendenza italiana. Il malumore della popolazione per questa abiura della causa nazionale fu però a Roma così minaccioso che Antonelli e i suoi colleghi dovettero lasciare spazio a un nuovo ministero. Pio IX chiamò al posto di Antonelli il conte Pellegrino Rossi. Antonelli, da dietro le quinte, rimase comunque il conduttore della politica papale. Fu infatti l’Antonelli che, dopo l’assalto del popolo al palazzo del Quirinale il 25 novembre 1848, spinse il Papa a fuggire a Gaeta, dove venne premiato con la seconda nomina a cardinale segretario di Stato. Dopo la restaurazione del potere papale, il 15 luglio 1849, grazie all’intervento francese, Antonelli tornò a Roma e fu posto alla guida del neocostituito Consiglio di Stato. Egli riorganizzò l’amministrazione, perseguitò i suoi avversari politici e introdusse, in modo deciso e astuto, un regime assolutistico di polizia. Antonelli respinse gli avvertimenti delle Potenze europee e gli inviti alla moderazione e all’introduzione delle riforme rese necessarie dai tempi. Egli non fece dunque alcuna concessione ai desideri di unificazione nazionale degli italiani e contestò energicamente le annessioni dei territori dello Stato della Chiesa al Regno d’Italia. Con una serie di note scritte, egli sostenne altresì la linea ecclesiastica di Pio IX che era divenuto tanto conservatore sul piano religioso e teologico quanto su quello politico. Alcuni storici di scuola liberale, a seguito di un rifiorire di studi sulla figura di Papa Mastai e specialmente sulla base di un approfondito riesame dei carteggi del periodo storico pontificio 1850-1870, giunsero alla conclusione che Antonelli avrebbe potuto venire realisticamente a patti con la situazione e con l’evoluzione dei tempi, ma che questi non avesse scientemente voluto, in coerenza con la frase, attribuita a tale prelato (e riferita al tramonto effettivo e inesorabile dell’autorità politica dello Stato della Chiesa), per cui l’Antonelli soleva spesso dire: “Dacché dobbiamo finire, meglio è scomparire quali siamo, con i grandi ideali e con tutte le forme della nostra passata grandezza”. Quando Antonelli morì, il 6 novembre 1876, lasciò un ingente patrimonio, per la cui successione si aprì un processo, che fece scalpore, fra una presunta figlia di Antonelli (la contessa Loreta Domenica Lambertini) e i parenti dell’Antonelli medesimo. Un nipote, il conte Pietro Antonelli, fu il protagonista della politica crispina di espansione coloniale in Africa attraverso l’alleanza con il negus Menelik, politica che si concluse con la disfatta di Adua. Fotografia CDV. Fotografo: H. Tournier – Paris.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro (austriaco) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (austriaco)
Cavaliere dell'Ordine Imperiale di Sant'Alexander Nevsky (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Sant’Alexander Nevsky (Impero di Russia)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austriaco) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austriaco)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Croce dell’Ordine di Carlo III (Spagna)
Gran Croce dell'Ordine del Cristo (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Croce dell’Ordine del Cristo (Portogallo)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Corona Bavarese (Regno di Baviera) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Corona Bavarese (Regno di Baviera)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Giuseppe (Granducato di Toscana) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Giuseppe (Granducato di Toscana)
Senatore di Gran Croce del Sacro Imperiale Angelico Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma) - nastrino per uniforme ordinaria    Senatore di Gran Croce del Sacro Imperiale Angelico Ordine Costantiniano di San Giorgio           (Parma)
Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale Ordine di San Ferdinando e del Merito (Regno delle Due           Sicilie)
Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce Ordine del Merito di San Lodovico
   «Nomina del 22 dicembre 1851»

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Arc. 684: Cardinale Giacomo Antonelli (Sonnino, 2 aprile 1806 – Roma, 6 novembre 1876). Fotografia CDV. Fotografo: Franck – Paris.

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Arc. 1878: Cardinale Bartolomeo Pacca, detto il Giovane (Benevento, 25 febbraio 1817 – Grottaferrata, 14 ottobre 1880). Era figlio di Orazio Pacca e di Giulia Caracciolo di Sant’Eramo ed era pronipote del più noto cardinale omonimo. Frequentò il Collegio Clementino, poi il Collegio dei Nobili a Velletri ed infine, dal 1835 al 1838, la Pontificia Accademia Ecclesiastica. Il 6 giugno 1841 fu ordinato sacerdote dall’omonimo prozio, cardinale Pacca. Ricoprì numerose cariche presso la Curia Romana fra le quali Maestro di Camera della Corte Pontificia (1856-1868),  Prefetto del Palazzo Apostolico (1868-1875) finché papa Pio IX lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 17 settembre 1875, assegnandogli la diaconia di Santa Maria in Portico Campitelli. Partecipò al conclave del 1878 che elesse papa Leone XIII. Morì il 14 ottobre 1880 all’età di 63 anni. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

FAMIGLIA PONTIFICIA

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Arc. 2396: Cameriere Segreto di Cappa e Spada. Il cameriere pontificio era, nella Chiesa cattolica, un membro della ” Famiglia Pontificia ” incaricato del servizio personale diretto del papa. La carica è stata abolita nel 1968 da Paolo VI. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: M. Petagna – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1151: Cameriere Segreto di Cappa e Spada. Fotografia CDV. Fotografo: G. Borelli – Roma. 1885 ca.

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Arc. 2299: Marchese Giuseppe Pacca, Cameriere Segreto di Cappa e Spada. Fotografia CDV. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1813: Senatore di Roma. Dal 1580 il Senatore divenne di esclusiva nomina papale con il conseguente svuotamento di gran parte delle competenze della magistratura capitolina, pur rimanendo l’atto del giuramento nelle mani dei Conservatori. La carica inizialmente di durata semestrale, divenne poi annuale, spesso prorogata od interrotta, e solo dal 1655 divenne vitalizia. La sua residenza ufficiale era il Palazzo Senatorio in Campidoglio e a lui spettava, a partire dal basso medio evo, il titolo di Magnificus Vir Dominus. Ultimo Senatore di Roma fu il marchese Francesco Cavalletti Rondinini creato nel 1865, i suoi poteri e quelli del Senato romano passarono alla nuova Giunta di Governo presieduta da Michelangelo Caetani duca di Sermoneta, pochi giorni dopo l’arrivo dell’esercito italiano con la breccia di Porta Pia nel settembre del 1870, assumendo il nome di Giunta provvisoria di Governo di Roma e sua provincia. Fotografia CDV. Fotografo: G. Agostini – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1401: Bussolante in alta montura. I Bussolanti erano gli addetti all’anticamera del Papa distinti in partecipanti e soprannumerarî. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: M. Petagna – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1401: Bussolante in piccola montura. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: M. Petagna – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1400: Mazziere Pontificio. Sorto probabilmente verso il secolo XII, il collegio dei servientes armorum (detto poi dei sergentes armorum e quindi dei mazzieri pontifici) era uno dei numerosi uffici o corpi di cui si componeva la corte papale e assunse maggiore rilevanza dal secolo XVI, iniziando il suo declino nella seconda metà del XIX secolo. Fu soppresso da Paolo VI nel 1968. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: L. Suscipj – Roma. 1870 ca.

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Arc. 1400: Decano di sala dell’anticamera pontificia. Il Decano di Sala dell’Anticamera pontificia è un membro laico della famiglia pontificia e responsabile dell’Appartamento pontificio. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 2397: Decano di sala dell’anticamera pontificia. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: Sconosciuto. 1865 ca.

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Arc. 624: Giojelliere de Sacri Palazzi in gran montura. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 1865 ca.

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Arc. 1596: Domestico Pontificio. I domestici pontifici (o cubicolari) sono inservienti del Papa e membri della Famiglia Pontificia al diretto servizio del Papa. La loro denominazione, anticamente scopatori segreti, è originata dalla funzione specifica di cura e pulizia degli ambienti privati del Sommo Pontefice. Rispondono agli ordini dell’Aiutante di Camera di Sua Santità. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma. 1865 ca.

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Arc. 1840: Sediario pontificio in montura di gala . I Sediari e i Parafrenieri pontifici, costituirono, fin dal 1378, anche una Arciconfraternita, tra le più antiche di Roma ancora attive. L’arciconfraternita aveva una propria chiesa, quella di Sant’Anna dei Parafrenieri, attuale parrocchia del Vaticano, localizzata presso l’omonima porta di accesso alla Città del Vaticano, che da questa prende il nome. Nelle stampe antiche raffiguranti i cortei papali si vedono i Sediari trasportare a spalla il Papa sulla Sedia Gestatoria seguiti o preceduti dagli scudieri, denominati Parafrenieri pontifici, con i quali condividevano, oltre all’abito, anche i servizi. Con la soppressione delle Scuderie pontificie, Parafrenieri e Sediari furono fusi in un unico Collegio, facendo prevalere la denominazione comune di questi ultimi. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: Sconosciuto. 1865 ca.

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Arc. 3075: Sediario pontificio in montura ordinaria con mantella. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: G. Agostini – Roma.

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Arc. 982: Sediario pontificio in montura ordinaria. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: F.lli D’Alessandri – Roma.

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Arc. 2396: Battistrada in gran montura. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: G. Agostini – Roma. 1865 ca.

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Arc. 210: Cocchiere Pontificio in montura di gala. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: G. Agostini – Roma.

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Arc. 1895: Cocchiere pontificio. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: G. Agostini – Roma. 1865 ca.

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Arc. 2831: Apostolo pontificio. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: Sconosciuto. 1865 ca.

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Arc. 1802: Paggio del Governatore. Fotografia CDV dipinta a mano. Fotografo: G. Agostini – Roma. 1865 ca.

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