marescialli di Francia

 

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Arc. 1500: Girolamo Bonaparte in tenuta di gala da Generale di Divisione (Ajaccio, 15 novembre 1784 – Villegénis, 24 giugno 1860). Era figlio del generale Carlo Maria Bonaparte e di Maria Letizia Ramolino, ed ultimo fratello di Napoleone Bonaparte. Uscito dal collegio di Jully, ove compì i suoi studi, entrò nel gennaio del 1800 in Marina e l’anno successivo ottenne il grado di guardiamarina. Suo cognato, il generale Victor Emanuel Leclerc, lo condusse con sé a Santo Domingo, ove si recava per sedare la rivolta di Toussaint Louverture. Tornato in Francia con importanti messaggi per Napoleone Bonaparte, ripartì per la Martinica al comando della nave L’Épervier e con la ripresa delle ostilità contro l’Inghilterra, ricevette l’ordine di incrociare di fronte alla rada di Saint-Pierre e dell’isola di Tobago. Costretto dopo alcuni mesi dalla marina britannica a rinunciare a questa sorveglianza, si recò a New York, ove sposò la figlia minorenne di William Patterson, un commerciante di Baltimora, Elisabetta Patterson, incontrando, così come era stato per il fratello Luciano, la totale disapprovazione di Napoleone. Il matrimonio fu poi annullato in Francia nel 1805 nonostante fosse già nato a Londra il figlio Girolamo Napoleone. Rientrato fortunosamente in Francia nel 1805, fu incaricato dal fratello imperatore di andare ad Algeri a recuperare 250 genovesi prigionieri del Bey Hussein che li tratteneva come schiavi: il successo di questa missione gli valse il titolo di capitano di vascello. Dal comando di un vascello, Le Vétéran, passò a quello di una squadra di otto vascelli che condusse nel 1806 alla Martinica. Una tempesta di vento disperse la squadra e lui ne approfittò per abbandonare la squadra e tornarsene con Le Vétéran in Francia, senza avvisare il comandante ammiraglio Willaumez. Inseguito dagli inglesi riuscì, grazie anche all’abilità del suo pilota Jean Marie Furic, a riparare a Concarneau (Bretagna). In Francia fu nominato quello stesso anno contrammiraglio, principe di Francia, con una rendita di un milione, fu decorato della Grand’Aquila della Legion d’Onore e ritrovò il suo posto nell’ambito della famiglia Bonaparte. Ad agosto del 1807 sposò Caterina di Württemberg, figlia del re Federico I del Württemberg e subito dopo il fratello imperatore lo fece re di Vestfalia, mandandolo a risiedere nel castello di Wilhelmshöhe a Kassel, in Germania. Il regno, vassallo dell’Impero francese, ebbe un ruolo fondamentale nel supporto e nel sostentamento finanziario delle truppe francesi durante le guerre napoleoniche sul fronte orientale, in particolar modo durante la campagna di Russia. Giovane, spensierato e frivolo, mancava spesso di prudenza e moderazione, condusse una vita di divertimenti e si circondò di amanti. Napoleone gli affiancò due ministri, Beugnot e Reinhart, perché si occupassero dell’amministrazione, ma per loro fu molto difficile controllare il giovane scapestrato. A novembre dello stesso anno Girolamo diede al novello regno un regime costituzionale sul modello francese, ma la sua amministrazione lasciò parecchio a desiderare per l’eccesso di spese e di tasse. Nell’agosto 1807 lasciò la marina per assumere il comando delle truppe bavaresi e del Württemberg con le quali occupò la Slesia sottraendola al re di Prussia, il che gli varrà, tre mesi dopo la pace di Tilsit, il grado di generale di divisione. Nel 1812, lasciato il governo della Vestfalia agli amministratori, seguì Napoleone nella Campagna di Russia con il comando di uno dei dodici corpi d’armata di cui era costituita la Grande Armée (24 giugno 1812). Qui non si distinse certo per bravura, tanto che nemmeno un mese dopo, rimproverato severamente dal fratello per il mancato intervento contro le truppe del generale russo Bagration, si adontò e si dimise tornandosene in Vestfalia. Durante i Cento giorni ricevette dal fratello il comando di una divisione nel II Corpo d’armata del generale Reille, ma non diede neppure in questa occasione una buona prova di sé: nell’ambito della battaglia di Waterloo attaccò insistentemente il nemico ad Hougoumont (un obiettivo di scarsa importanza), provocando gravi perdite nella sua divisione e costringendo il suo comandante a distogliere forze preziose in altro settore per toglierlo dai guai. Dopo i disastri del 1812 e 1813 dovette abbandonare il regno di Vestfalia, ma la moglie Caterina non lo lasciò e lo accompagnò a Parigi. Nel marzo 1814 si dovettero separare, lei rientrò nel Württemberg e lui accompagnò l’imperatrice Maria Luisa d’Asburgo-Lorena a Blois. Dopo l’abdicazione di Napoleone tornò alla corte del Württemberg. Nel 1815 si trovava con la moglie a Trieste quando la notizia del ritorno del fratello dall’esilio dell’isola d’Elba lo riportò a Parigi. La caduta definitiva del fratello imperatore costrinse Girolamo ad allontanarsi dalla Francia ed a rientrare alla corte del suocero. Qui gli fu dato il castello di Ellwangen con l’obbligo di risiedervi con la moglie. Nel giugno 1816, poco prima di morire, il suocero lo creò principe di Montfort. Il mese successivo si trasferì a Vienna con la famiglia per incontrare la sorella Carolina, vedova di Gioacchino Murat. Da allora risiedé alternativamente a Vienna ed a Trieste dove acquistò la villa del barone Cassis. Tuttavia il ministro Metternich non tollerò la presenza di un Bonaparte in una città marittima dell’impero austriaco. Il 26 marzo 1823 Girolamo fu costretto abbandonare Trieste e, dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità pontificie, proseguì il suo esilio a Roma dove lo attendeva sua madre, Maria Letizia Ramolino, ed altri membri della famiglia imperiale. Nella città eterna acquistò dal fratello Luciano Bonaparte Palazzo Nunes.  Dal 1829 al 1831 Girolamo si stabilì con la famiglia a Porto San Giorgio, non appena furono terminati i lavori della villa Caterina in stile neoclassico su progetto dell’architetto Ireneo Aleandri. I lavori furono seguiti anche dal Colonnello Pier Damiano Armandi, amministratore dei beni del principe. Girolamo fu costretto, tuttavia, a lasciare la residenza marittima, su ordine delle autorità pontificie, dopo i falliti moti del 1831 nel fermano ed il ripristino dello Stato Pontificio. Deceduta la moglie Caterina nel 1835, nel 1840 sposò in segreto una nobildonna italiana, Giustina Pecori-Suárez (1811–1903), vedova del marchese Luigi Bartolini-Baldelli, con il solo rito religioso, a Firenze. Solo nel 1853 il matrimonio venne reso pubblico e celebrato a Parigi con cerimonia civile. Girolamo Bonaparte rientrò in Francia dopo gli avvenimenti del febbraio 1848, vivendo a Parigi una vita ritirata, in un appartamento situato al numero 3 della rue d’Alger. La popolarità politica crescente di suo nipote, il principe Luigi Napoleone e futuro Napoleone III di Francia, lo costringeva infatti a mantenersi in disparte per non ostacolare le attività politiche del parente. Questo atteggiamento cessò con la nomina di Luigi alla presidenza, ottenuta con sei milioni di voti. A questo punto Girolamo venne nominato il 23 dicembre 1848 governatore generale dell’Hôtel des Invalides e Maresciallo di Francia il 1º gennaio 1850. Divenne successivamente presidente del Senato nel 1851 e fu reintegrato, dopo il ristabilimento dell’Impero, del titolo e degli onori di Principe imperiale nel 1852. Le sue spoglie riposano nella cattedrale di Saint Louis des Invalides. La tomba è situata accanto al grande sarcofago di Napoleone, insieme a quella quella del fratello più grande Giuseppe Bonaparte, dei generali Duroc e Bertrand e del nipote, il Re di Roma. Fotografia CDV. Fotografo: Braun & C.ie – Paris.

Onorificenze

Gran Maestro dell'Ordine della Corona di Vestfalia - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro dell’Ordine della Corona di Vestfalia
     25 dicembre 1809
Decorato con il gran collare dell'Ordine della Legion d'Onore (benemerenza non statuaria) - nastrino per uniforme ordinaria    Decorato con il gran collare dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Grand Aigle dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Grand Aigle dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Gran Dignitario dell'Ordine della Corona Ferrea - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Dignitario dell’Ordine della Corona Ferrea
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro
   
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea
     Almanacco Imperiale del 1810
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona Fiorata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona Fiorata
     Almanacco Imperiale del 1810
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Giuseppe - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Giuseppe
     Almanacco Imperiale del 1810
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Fedeltà - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Fedeltà
   
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Serafini
     3 novembre 1810

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Arc. 2166: Armand Jacques Achille Leroy de Saint-Arnaud (Parigi, 20 agosto 1798 – Mar Nero, 29 settembre 1854). Nel 1814, collegiale del lycée Napoléon, lavorò alle fortificazioni di Parigi e dopo la caduta di Napoleone si arruolò nella guardia nazionale a cavallo di Parigi. Si guadagnò allora il soprannome di Achille e adottò il patronimico de Saint-Arnaud. Tentò di entrare nelle guardie del corpo del re, compagnia Gramont, ma fu respinto. Entrò dunque in un reggimento di fanteria, ma dovette dare le dimissioni dopo aver sfidato a duello il proprio comandante. Si arruolò quindi nel 1821 in un reggimento di volontari in partenza per la Grecia per combattere contro i turchi. Ritornato in Francia condusse un’esistenza irregolare prima di essere reintegrato nell’esercito nel 1827 col grado di sottotenente. Fu allora assegnato al 49º Reggimento di fanteria di stanza a Vannes. Destinato partire per la Martinica, diede nuovamente le dimissioni e ricominciò la propria vita avventurosa. Si guadagnò da vivere come insegnante di lingue, di musica e di scherma, e recitò col nome d’arte di Florival. Dovette attendere il 1831 per lanciare definitivamente la propria carriera, quando incontrò il generale Bugeaud. Nominato tenente il 9 dicembre 1831, divenne ufficiale d’ordinanza di Bugeaud e prese parte alla repressione della rivolta vandeana del 1832 ; fu in seguito incaricato di scortare la duchessa di Berry da Blaye a Palermo. La sua carriera militare cominciò realmente quando, per via di debiti e scandali privati dovette riparare in Algeria come capitano della legione straniera; ebbe modo di distinguersi all’assedio di Costantina e ricevette la croce della Legion d’onore. Nel 1840, quando fu autorizzato da un’ordinanza reale ad assumere il nome di Leroy de Saint-Arnaud, il generale Schramm lo definì «ufficiale ardito e militare valoroso; si distinse più volte, degno di avanzamento». Nel 1841, nominato chef de bataillon, ebbe il comando del 1º Reggimento Zuavi, e nel 1842 divenne tenente colonnello del 53º Reggimento di fanteria leggera. Nel 1848 Saint Arnaud, Maggior Generale, ebbe il comando di una brigata durante i moti rivoluzionari, a Parigi. Al ritorno in Africa, dovuto forse al fatto che Luigi Napoleone lo considerava potenzialmente un capo militare al servizio di un eventuale colpo di Stato, nel corso di una spedizione in Cabilia Saint Arnaud diede prova di sé come comandante in capo e in forza di ciò fu richiamato in patria come Generale di Divisione (luglio 1851). Succedette al maresciallo Magnan come ministro della guerra e sovrintese alle operazioni militari del colpo di Stato del 2 dicembre 1851 che portò allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e alla salita al trono di Luigi Napoleone come Napoleone III. «Quel generale aveva lo stato di servizio di uno sciacallo», ebbe a dire Victor Hugo. Un anno dopo divenne Maresciallo di Francia e senatore, restando a capo del ministero della guerra fino al 1854, quando fu posto al comando, nonostante la salute malferma, delle forze francesi impegnate nella guerra di Crimea al fianco del collega britannico Lord Raglan. Condusse brillantemente la battaglia dell’Alma (20 settembre 1854), ma minato da lungo tempo da una pericardite, contrasse il colera, e il 26 settembre mise il comando nelle mani di Canrobert; morì a bordo della nave Berthollet diretta a Costantinopoli. Il suo corpo, riportato in Francia, fu tumulato all’Hôtel des Invalides. Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris.

Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’onore
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
     
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
   
Commendatore del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione     (Regno delle Due Sicilie)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nichan Iftikar (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Nichan Iftikar (Tunisia)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Gregorio Magno (Stato Pontificio) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Gregorio Magno (Stato Pontificio)
   
Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Regno del Belgio)
     

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Arc. 2085: Pierre François Joseph Bosquet (Mont-de-Marsan, 8 novembre 1810 – Pau, 5 febbraio 1861). Entrato all’École polytechnique nel 1829, fece parte del gruppo di allievi che partecipò all’insurrezione contro Carlo X nel 1830. Dal 1831 al 1833, fu sottotenente alla scuola d’applicazione d’artiglieria a Metz, dopodiché servì presso il 10º Reggimento d’artiglieria. Un anno dopo fu inviato in Algeria dove si distinse per le proprie qualità morali. Promosso capitano nel 1839, passò al 4º Reggimento d’artiglieria distinguendosi a Sidi-Lakhdar e ad Oued Mellah. Nel 1841 passò alla fanteria, e fu promosso tenente colonnello nel 1845, quindi colonnello, al comando di un reggimento di fanteria di linea, nel 1847. A partire dal 1848, comandò successivamente i distretti di Orano, Mostaganem e Sétif, partecipando alla repressione di una insurrezione in Cabilia, dove fu ferito seriamente ad una spalla, azione che gli valse la promozione sul campo al grado di generale di brigata. A quell’epoca, con sei citazioni all’ordine del giorno dell’esercito, era uno dei generali più brillanti dell’esercito coloniale francese in Africa. Nel 1853 tornò in Francia, dopo 19 anni d’assenza, col grado di generale di divisione. Bosquet fu uno dei primi scelti per partecipare alla guerra di Crimea, e con la battaglia dell’Alma la sua 2ª Divisione diede inizio all’offensiva francese. Mentre le truppe franco-britanniche stringevano d’assedio Sebastopoli, le due divisioni del corpo d’armata da cui dipendeva Bosquet erano incaricate della loro protezione. Il suo intervento nella battaglia di Inkerman (5 novembre 1854) assicurò la vittoria alleata. Promosso il 10 gennaio 1855 generale di corpo d’armata, prese posizione con le proprie truppe all’ala destra degli assedianti, davanti al Mamelon e alla torre di Malakoff. Condusse egli stesso le truppe alla conquista del Mamelon (7 giugno), e nel corso del grande assalto dell’8 settembre rimase alla testa delle sue truppe. Fu gravemente ferito nel corso della battaglia di Malakoff. All’età di 45 anni Bosquet era uno dei capi militari più in vista d’Europa, divenne senatore e maresciallo di Francia, mentre la sua salute declinava rapidamente. Nel 1858 ebbe il comando della piazza di Tolosa, ma si spense pochi anni più tardi dopo lunga malattia. Fu decorato con l’Ordine del Bagno, con la Gran Croce della Legion d’onore, e con l’Ordine della Medjidieh di 1ª classe. Il maresciallo Bosquet lasciò il proprio nome alla caserma di Mont-de-Marsan, in uso dal 1875 al 1998 al 6º Reggimento paracadutisti della fanteria di marina. Nel 1864 il boulevard de l’Alma a Parigi fu chiamato avenue Bosquet in suo onore. Si ricorda una sua frase divenuta celebre, e riferita alla carica dei Seicento durante la battaglia di Balaclava: «C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre: c’est de la folie» («È magnifico, ma non è la guerra: è una pazzia»). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Medjidié (Impero ottomano)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   

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Arc. 922: Jean Baptiste Philibert Vaillant in gran montura da Generale di Divisione (Digione, 6 dicembre 1790 – Parigi, 4 giugno 1872). Studiò all’École polytechnique nel 1807 per poi passare alla scuola del genio di Metz, dalla quale uscì nel 1809, entrando a far parte dell’esercito francese. Prestò servizio nella Campagna di Russia partecipando alla presa di Danzica nel 1811, incontrando personalmente Napoleone nel 1812 e venendo fatto prigioniero nel 1813, nel corso della battaglia di Kulm assieme a Dominique-Joseph René Vandamme ed a François Nicolas Benoît Haxo che saranno poi valenti generali come lui. Liberato alla sigla della pace, durante i Cento giorni combatté a Ligny, a Waterloo ed a Parigi ove venne ferito. Promosso al rango di capo di battaglione, comandò quindi una formazione nella campagna d’Algeria del 1830 ove venne nuovamente ferito. Promosso al grado di Tenente Colonnello, servì sotto Gérard nella spedizione del Belgio del 1831 per poi tornare nuovamente in Algeria. Vaillant comandò le fortificazioni di Algeri dal 1837 al 1838, quando, richiamato in patria, divenne direttore dell’École polytechnique. Promosso Tenente Generale nel 1845, fu incaricato di costruire le fortificazioni attorno a Parigi sotto il comando di Dode de la Brunerie. Nel 1849 gli fu affidato il comando del Genio del corpo di spedizione francese a Roma per liberare la città dai rivoluzionari della Repubblica Romana e restaurare l’autorità pontificia. Al termine di questa missione ottenne la Gran Croce della Legion d’Onore. Nominato Maresciallo di Francia nel 1851, Vaillant servì come ministro della guerra dal 1854 al 1859, entrando all’Accademia delle scienze nel 1853 e venendo nominato senatore e Gran Maresciallo di Palazzo da parte di Napoleone III. Tra il 1856 ed il 1860, ottenne per tre volte l’incarico di ministro dell’istruzione pubblica e del culto (1º luglio – 13 agosto 1856; 15 agosto 1857 – 28 agosto 1860; 30 settembre – 10 ottobre 1860). Nel 1859 prese parte alla Seconda guerra di indipendenza italiana e fu presente alla Battaglia di Magenta, siglando l’8 luglio di quello stesso anno la sospensione delle armi che precedette il ben più famoso Armistizio di Villafranca. Nel 1860 divenne ministro responsabile della casa imperiale e nel 1864 fu nominato Gran Cancelliere della Legion d’onore. Dal 1863 al 1870 venne nominato ministro dei Beni Culturali nonché membro del Consiglio Privato dell’imperatore. Dal 1858 al 1870 presiedette il Consiglio generale della Côte-d’Or, suo dipartimento natale. Dopo la caduta del Secondo Impero nel settembre 1870, Vaillant fu mandato in esilio, ma l’anno successivo gli fu concesso di tornare. Morì a Parigi nel 1872. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
     12 luglio 1849
Ufficiale dell'Ordine delle Palme Accademiche - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine delle Palme Accademiche
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
   
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera (Regno di Prussia)
   
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero di Russia)
   
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca (Impero di Russia)
   
Cavaliere dell'Ordine Imperiale di Sant'Aleksandr Nevskij in brillanti (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Imperiale di Sant’Aleksandr Nevskij in brillanti (Impero di Russia)
   
Cavaliere di I Classe dell'Ordine di San Stanislao (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I Classe dell’Ordine di San Stanislao (Impero di Russia)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Sant'Anna (Impero di Russia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Sant’Anna (Impero di Russia)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di San Benedetto d’Avis (Portogallo)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna)
   
Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Regno delle           Due Sicilie)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Casata Ernestina di Sassonia (Sassonia-Coburgo-Gotha) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Casata Ernestina di Sassonia (Sassonia-Coburgo- Gotha)
   
Commendatore di Gran Croce dell'Ordine della Spada (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore di Gran Croce dell’Ordine della Spada (Svezia)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone di Zähringen (Baden) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen (Baden)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Carlo III (Spagna)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Stato Pontificio) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Piano (Stato Pontificio)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austro-           ungarico)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Dannebrog (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Dannebrog (Danimarca)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi)
   
Cavaliere di I Classe dell'Ordine di Medjidié (Impero ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I Classe dell’Ordine di Medjidié (Impero ottomano)
   
Cavaliere di I Classe dell'Ordine di Osmanie (Impero ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I Classe dell’Ordine di Osmanie (Impero ottomano)
   
Cavaliere di I Classe dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I Classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa (Regno di Prussia)
   
Medaglia d'oro al valor militare (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro al valor militare (Regno di Sardegna)
     «Per essersi distinto in tutta la campagna del 1859»
   –  25 febbraio 1860
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   

 

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Arc. 857: Jean Baptiste Philibert Vaillant in gran montura da Generale di Divisione (Digione, 6 dicembre 1790 – Parigi, 4 giugno 1872). Fotografia CDV. Fotografo: L. Pierson – Paris. 

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Arc. 2170: Jacques Louis César Alexandre, conte di Randon in gran montura da Generale di Divisione (Grenoble, 25 marzo 1795 – Ginevra, 16 gennaio 1871). Nacque da una famiglia protestante originaria dell’Hérault, suoi zii erano il rivoluzionario Antoine Barnave e il generale dell’Impero Jean Gabriel Marchand. Educato in un liceo di Grenoble, visse in giovinezza momenti di libertà presso suo zio generale, a Saint-Ismier, dove amava praticare l’equitazione. Arruolato a sedici anni, raggiunse suo zio a Varsavia, e venne nominato sergente l’11 aprile 1812. Partecipò alla campagna di Russia; la sua condotta alla battaglia di Borodino, agli ordini del generale Marchand, gli valse le spalline di sottotenente. Visse le sofferenze della ritirata e partecipò alla campagna del 1813. Ferito due volte a Lützen, combatté nondimeno a Bautzen e quindi a Lipsia in qualità di aiutante di campo di suo zio. Nel 1814 seguì Marchand sulla frontiera delle Alpi per difendere la Savoia e il Delfinato. Nel 1815, all’epoca del ritorno in Francia di Napoleone, era capitano e aiutante di campo dello zio che comandava la 7ª Divisione di Grenoble. Il generale Marchand a quanto pare volle evitare ogni contatto fra le proprie truppe e quelle che tornavano dall’isola d’Elba, e si ritirò su Chambéry per sottrarre i suoi soldati alla magnetica presenza dell’Imperatore. Un battaglione del 5º Reggimento di fanteria di linea ed una compagnia di zappatori avevano l’ordine di distruggere il ponte di Ponthaut a qualche chilometro da La Mure. Randon fu inviato a Laffrey per accertarsi che le truppe incaricate di arrestare la marcia di Napoleone compissero il proprio dovere. Incitò invano il comandante del 5º fanteria ad aprire il fuoco, ma le truppe esitarono a portare a termine il loro compito, e l’Imperatore poté proseguire il suo cammino fra gli applausi e le acclamazioni. Al capitano Randon non restò che tornare dallo zio per fare rapporto sull’accaduto, mentre Marchand si ritirava sulla strada di Chambéry con 150 uomini fedeli ai Borbone. Dopo i Cento giorni ogni avanzamento di grado gli fu precluso, e dovette attendere la Monarchia di Luglio per riprendere la sua progressione nella gerarchia militare. Dopo il 1830 e nel periodo di sette anni, divenne successivamente chef d’escadron, tenente colonnello del 9º Reggimento Chasseurs, colonnello del 2º Reggimento Chasseurs d’Afrique e ufficiale della Legion d’onore. Servì in Algeria dal 1838 al 1847. Promosso ben presto al grado di Generale di Brigata, fu nominato Generale di Divisione il 22 aprile 1847, quindi commendatore della Legion d’onore, e comandante della 3ª Divisione. Occupò tale incarico sino a quando fu richiamato, nel settembre 1849, a sostituire, a Roma, il generale Rostolan in qualità di comandante del corpo di spedizione del Mediterraneo. Maresciallo di campo nel 1841, e Tenente Generale nel 1848, come direttore degli affari d’Algeria al ministero della guerra, divenne una prima volta, nel 1851, ministro della guerra, ma fu sostituito dal maresciallo Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud nel corso del colpo di Stato del 2 dicembre 1851. Tornò in Algeria, in qualità di governatore generale, l’11 dicembre, sino alla creazione del ministero d’Algeria e delle colonie, il 24 giugno 1858. La sua amministrazione fu segnata da importanti spedizioni militari. Fra le principali la spedizione del Babor che pose fine nel 1852 all’indipendenza della Cabilia orientale; nel 1854 le operazioni sul Sebaou, quindi la spedizione del 1857 che sottomise alla Francia tutte le tribù fra il Sebaou, Dellys e Bugia. Poi la conquista della Cabilia del Djurdjura, che gli valse poi il bastone da maresciallo. E, nel sud, la presa di Laghouat e di Touggourt, la sottomissione di Beni-M’zab e di Souf, che portarono i confini dell’Algeria sino in pieno deserto. Diede prova di buon amministratore istituendo le sottoprefetture, un collegio arabo, scuole di medicina; fece costruire dall’esercito seimila chilometri di strade, acquedotti, ponti, pozzi artesiani; aumentò lo sfruttamento delle miniere e delle foreste, rinnovò l’agricoltura, diede la concessione per impiantare una rete ferroviaria. Nel 1852 Randon ricevette il titolo di conte dello zio, il generale Marchand, morto senza discendenza. Fu anche nominato senatore e nel 1856 nominato maresciallo di Francia contemporaneamente a Bosquet e Canrobert. Rientrato in Francia, nel 1859 sostituì Vaillant al ministero della guerra. Fece sì che il giovane industriale Hector de Sastres diventasse il principale fornitore dell’esercito e contribuì quindi alla fortuna di tale famiglia. In conflitto con l’Imperatore riguardo l’aumento degli effettivi dell’esercito, fu egli stesso rimpiazzato da Niel. Lo stesso anno abiurò il protestantesimo e si convertì al cattolicesimo. Allo scoppio della guerra franco-prussiana, non permettendogli la salute di prestare servizio attivo, Randon accettò di ritornare al governatorato d’Algeria; ma dovette rassegnare le dimissioni prima ancora di insediarsi. Nel 1870 Randon era gravemente malato. Si sottopose ad un periodo di cure a Évian-les-Bains, ottenendo poi il permesso di proseguire le cure a Ginevra. Schiacciato dalle sofferenze per i disastri militari dell’esercito e per la caduta dell’Impero, si spense il 13 gennaio 1871. Una cerimonia funebre si tenne a Ginevra il 17 gennaio, e la salma arrivò a Saint-Ismier l’11 ottobre. I funerali si tennero l’indomani, con Mac-Mahon in rappresentanza del governo. Fotografia CDV. Fotografo: L. Cremière – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce della Legion d’Onore
   
Ufficiale della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
     23 luglio 1862

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Arc. 2454: Jacques Louis César Alexandre, conte di Randon in gran montura da Generale di Divisione (Grenoble, 25 marzo 1795 – Ginevra, 16 gennaio 1871). Fotografia CDV. Fotografo: Levitsky – Paris.

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Arc. 1267:  Bernard Pierre Magnan (Parigi, 7 dicembre 1791 – Parigi, 29 maggio 1865) in gran tenuta da Maresciallo di Francia. Iniziò la carriera militare arruolandosi come soldato semplice nel 66º Reggimento fanteria il 29 dicembre 1809. Divenne rapidamente caporale ed ottenne i primi gradi nel medesimo reggimento; fu successivamente promosso sergente (1º gennaio 1810), sergente maggiore (7 ottobre dello stesso anno), sottotenente (20 giugno 1811), tenente (8 febbraio 1813), e capitano (6 settembre dello stesso anno). Combatté con distinzione nelle campagne del 1810, 1811, 1812 e 1813 in Spagna e Portogallo, in quelle del 1814 e 1815 in Francia ed in Belgio. Fu nominato cavaliere della Legion d’onore nel 1813. Passato ai tirailleurs della Guardia imperiale (1º Reggimento), il 13 gennaio 1814, fu nominato capitano aiutante maggiore al tempo della campagna dei sei giorni e fu ferito da un colpo di moschetto al basso ventre a Craonne, il 7 marzo 1814. A riposo al momento del ritorno di Luigi XVIII, ritornò al 4º Reggimento tirailleurs della Guardia per la campagna di Waterloo, dopodiché passò al 6º Reggimento di fanteria della Guardia reale; qui ricevette la nomina a capitano aiutante maggiore il 23 ottobre 1815, e chef de bataillon de la ligne il 6 settembre 1817. L’8 agosto 1820 passò come chef de bataillon al 34º Reggimento fanteria di linea, quindi come tenente colonnello al 60º Reggimento fanteria di linea il 20 novembre 1822; divenne colonnello del 49º il 21 settembre 1827, e maresciallo di campo il 31 dicembre 1835. Partecipò alla campagna di Catalogna nel 1823, fu all’ordine del giorno dell’esercito per la sua condotta ad Espuglas (9 luglio 1823) e venne decorato con l’Ordine reale e militare di San Luigi. Nel 1830 represse la prima insurrezione di Lione, ma venne temporaneamente messo a riposo per aver trattato con gli insorti. Messosi a disposizione dell’esercito belga come generale di brigata, servì per quel Paese dal 17 aprile 1832 al 30 giugno 1839. Ricevette la decorazione a commendatore della Legion d’onore nel 1833 ed occupò la funzione di comandante militare del dipartimento del Nord dal 1839 al 1845. Fu promosso al grado di generale di divisione il 20 ottobre 1845. Partecipò agli eventi del 1848 a Lione dove venne ferito nel corso delle operazioni. Nel 1849 fu elevato alla dignità di grand’ufficiale della Legion d’onore. A partire dal 14 luglio 1849 ebbe il comando della 4ª Divisione di Strasburgo. Fu deputato per il dipartimento della Senna nel 1849. Fu nominato comandante in capo dell’Armata di Parigi nel giugno 1851. Fu tra i principali organizzatori del colpo di Stato del 2 dicembre 1851; fu nominato Maresciallo dell’Impero da Napoleone III nel 1852. Nel 1862 lo stesso Napoleone III lo nominò Gran maestro del Grande Oriente di Francia per mettere da parte il principe Napoleone Luciano Carlo Murat, figlio di Gioacchino Murat. Ebbe l’iniziazione e ricevette i 33 gradi del Rito scozzese antico ed accettato in sole 48 ore. Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore
     23 giugno 1813
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore
     20 marzo1820
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
     15 novembre 1835
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore
     23 giugno1849
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’onore
     11 dicembre 1851
Cavaliere dell'Ordine Reale e Militare di San Luigi - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Reale e Militare di San Luigi
   
Médaille militaire (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire (Francia)
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   

Onorificenze estere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone di Zähringen - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone di Zähringen
   
Commendatore dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando
   
Commendatore dell'Ordine del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine del Cristo
   
Gran Cordone dell'Ordine reale di Leopoldo - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine reale di Leopoldo
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nichan Iftikar (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Nichan Iftikar (Tunisia)
   

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Arc. 1311: Bernard Pierre Magnan (Parigi, 7 dicembre 1791 – Parigi, 29 maggio 1865) in gran tenuta da Maresciallo di Francia. Fotografia CDV non montata. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. 2171: Bernard Pierre Magnan (Parigi, 7 dicembre 1791 – Parigi, 29 maggio 1865) in gran tenuta da Maresciallo di Francia. Fotografia CDV. fotografo: Disdéri – Paris.

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Arc. 1681: Esprit Victor Elisabeth Boniface de Castellane in tenuta di gala da Maresciallo di Francia (Parigi, 21 marzo 1788 – Lione, 16 settembre 1862). Figlio di Boniface Louis André de Castellane, deputato agli Stati Generali del 1789, Pari di Francia dopo la Restaurazione; e di Adélaïde Louise Guyonne de Rohan-Chabot, entrò nell’esercito il 2 dicembre 1804, giorno dell’incoronazione di Napoleone, come soldato del 5º Reggimento di fanteria leggera. Salì rapidamente la gerarchia militare, diventando sottotenente dei Dragoni nel febbraio 1806. Partecipò alla spedizione contro Napoli (estate 1806), quindi si unì all’Armata dei Pirenei, come aiutante di campo del colonnello Mouton, nel 1808. Combatté a Rio Seco, e a Burgos; fu nominato tenente aiutante di campo il 29 gennaio 1808 e fu fra gli ufficiali di ordinanza di Napoleone durante il soggiorno dell’Imperatore in Spagna. Quando l’Imperatore lasciò la Spagna nel gennaio 1809, il suo Stato Maggiore lo seguì in Germania. Il tenente de Castellane assistette alle battaglie di Ebersberg, Eckmühl, Ratisbona, Essling, Wagram ed altre della campagna del 1809, e ovunque seppe distinguersi; a Wagram ricevette anche una decorazione. Fu quindi incaricato di importanti missioni: dopo una di queste a Bayreuth, Napoleone lo definì brave jeune homme, e lo fece cavaliere dell’Impero con una rendita di 2.000 franchi. Capitano il 18 febbraio 1810, de Castellane partecipò alla prima parte della campagna di Russia come aiutante di campo del conte di Lobau, fu nominato comandante di battaglione a Mosca il 3 ottobre 1812 e divenne aiutante di campo del conte di Narbonne. Prese parte alle battaglie di Vitebsk, Smolensk, Borodino, Krasnoi, della Beresina. A Borodino fu promosso chef d’escadron e, durante la ritirata, ebbe il comando dello squadrone destinato alla protezione personale dell’Imperatore. Nominato colonnello-maggiore del 1º Reggimento della Guardia, il 21 giugno 1813, de Castellane era, appena nove anni prima, un semplice soldato. Il giorno successivo sposò a Parigi Louise Cordélia Eucharis Greffulhe. Combatté a Dresda, a Magonza ed in Champagne. Nel 1814, divenne Colonnello, e dopo i Cento Giorni, divenne Colonnello del Reggimento Ussari del Basso Reno, sorto dalle ceneri del 5º Reggimento Ussari (27 settembre 1815). Nel 1822 prese il comando del Reggimento Ussari della Guardia Reale, divenne maréchal de camp (generale di brigata) nel 1824. Inviato in Spagna nel 1823, fu richiamato in patria per non aver voluto aderire alle rivendicazioni ultra realiste di Ferdinando VII. Nel 1825 tenne il comando di una brigata di cavalleria a Barcellona, per cui ebbe citazioni favorevoli, e nel 1825 comandò l’avanguardia della Divisione di Cadice, composta da quattro reggimenti ed una batteria di artiglieria. Nel 1829, fu incaricato di sovrintendere a sette reggimenti; dopo gli eventi del luglio 1830, fu ispettore di dieci reggimenti e depositi di fanteria e di cinque di cavalleria; nel settembre 1831 ebbe il comando militare del dipartimento dell’Alta Saona e di una brigata di cavalleria. Partecipò alla campagna del Belgio e all’assedio di Anversa (1832) alla testa della 1ª Brigata di fanteria della 2ª Divisione dell’Armata del Nord. Il 30 gennaio 1833 fu nominato tenente generale, e prese nello stesso anno il comando della divisione di stanza nei Pirenei Orientali; fu al comando della 21ª Divisione militare nell’ottobre 1835. Fu nominato Pari di Francia il 3 ottobre 1837, si imbarcò quindi per Algeri il dicembre successivo. In Algeria sostituì il generale Trézel a Bona e Costantina nel 1837 ma, sostanzialmente, svolse la funzione di ispettore generale. Fece domanda di riprendere il proprio vecchio ufficio dei Pirenei, e fu esaudito il 18 marzo 1838. Nel 1848 represse con energia la sollevazione di Rouen. Il 12 febbraio 1850, fu nominato comandante della 42ª Divisione militare (Bordeaux); ricevette inoltre il comando delle divisioni 44ª e 45ª (Nantes e Rennes). Il 26 gennaio 1852, divenne senatore di Lione e, il 2 dicembre 1852, maresciallo di Francia. Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
   
Collare dell'Ordine di Carlo III (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Collare dell’Ordine di Carlo III (Regno di Spagna)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando (Regno di Spagna)

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Arc. 1541: Esprit Victor Elisabeth Boniface de Castellane in gran tenuta di gala da Maresciallo di Francia (Parigi, 21 marzo 1788 – Lione, 16 settembre 1862). Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris. 

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Arc. 1684: Esprit Victor Elisabeth Boniface de Castellane in gran tenuta da Generale di Divisione (Parigi, 21 marzo 1788 – Lione, 16 settembre 1862). Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris.

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Arc. 685: Aimable Jean Jacques Pélissier duca di Malakoff in gran tenuta da Generale di Divisione (Maromme, 6 novembre 1794 – Algeri, 22 maggio 1864). Nacque da una famiglia di artigiani benestanti, il padre essendo impiegato in una polveriera. Dopo aver frequentato la Prytanée national militaire di La Flèche e l’Scuola Speciale Militare di Saint-Cyr, entrò nell’esercito nel 1815 come Sottotenente in un reggimento di artiglieria. I brillanti risultati ottenuti agli esami del 1819 gli valsero l’assegnazione al comando. Servì come Aiutante di Campo nella campagna spagnola del 1823 e nella spedizione di Morea 1828 – 1829. Nel 1830 prese parte alla spedizione d’Algeria e al ritorno fu promosso al grado di chef d’escadron. Dopo alcuni anni di servizio allo Stato Maggiore di Parigi fu inviato nuovamente in Algeria come capo del comando della provincia di Orano col grado di Tenente Colonnello e ivi rimase fino alla guerra di Crimea, svolgendo un ruolo chiave in molte importanti operazioni. La durezza del suo comportamento nello sterminare un’intera tribù araba nelle caverne di Dahra (o Dahna), vicino a Mostaganem, dove la tribù aveva trovato rifugio (18 giugno 1845), suscitò una tale indignazione in Europa che il ministro della guerra, Maresciallo Soult, espresse pubblicamente la propria disapprovazione; ma il Maresciallo Bugeaud, governatore generale d’Algeria, non solo approvò ma elevò Péllissier al grado di Generale di Brigata, grado che tenne sino al 1850, quando fu promosso Generale di Divisione. Dopo le battaglie di ottobre e novembre 1854 davanti a Sebastopoli, Pélissier fu inviato in Crimea, dove il 16 maggio 1855 succedette al Maresciallo Canrobert come comandante in capo delle forze francesi impegnate nell’assedio della città. Il 12 dello stesso mese fu promosso Maresciallo di Francia. Il suo comando fu caratterizzato da un’ininterrotta pressione sul nemico e da un’inalterabile determinazione a condurre la campagna senza subire interferenze da parte del governo di Parigi. La sua perseveranza fu coronata dal successo nell’assalto alla torre di Malakoff, l’8 settembre, che pose fine all’assedio e diede la vittoria alle forze anglo-francesi. Massone, durante l’assedio di Sebastopoli partecipò alla fondazione della Loggia “Saint Jean de Crimée”. Al suo ritorno a Parigi fu nominato senatore, creato “Duca di Malakoff” (22 luglio 1856; l’unico altro titolo per campagne vittoriose assegnato da Napoleone III – sempre un titolo ducale – fu per la vittoria di Magenta nella campagna d’Italia, al generale Patrice de Mac-Mahon), e premiato con una rendita annuale di 100.000 franchi. Dal marzo 1858 al maggio 1859 fu ambasciatore a Londra, ma venne richiamato in patria per assumere il comando dell’armata di guardia al Reno. Nello stesso anno divenne gran cancelliere della Legion d’Onore. Nel 1860 fu nominato governatore generale dell’Algeria, dove morì nel 1864. Fotografia CDV. Fotografo: L. Pierson – Bruxelles. 

Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce della Legion d’Onore
   
Cavaliere dell'Ordine di San Luigi - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di San Luigi
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   

Onorificenze straniere

Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone e del Sole (Impero d'Iran) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone e del Sole (Impero d’Iran)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno d’Italia)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Cavaliere Gran Commendatore dell'Ordine di Nichan Iftikar (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere Gran Commendatore dell’Ordine di Nichan Iftikar (Impero Ottomano)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando (Spagna)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   

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Arc. 411: Aimable Jean Jacques Pélissier duca di Malakoff (Maromme, 6 novembre 1794 – Algeri, 22 maggio 1864). Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris. 

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Arc. 1375: Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, duca di Magenta  in tenuta di gala da Maresciallo di Francia (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893). Nato al castello di Sully (presso Autun), nel département della Saona e Loira, Patrice de Mac Mahon era il sedicesimo dei diciassette figli di Maurice-François de Mac Mahon (1754-1831), conte di Mac Mahon e generale francese, e di sua moglie, Pélagie de Riquet de Caraman (1769-1819) la quale era inoltre discendente diretta di Pierre-Paul Riquet, ideatore e costruttore del Canal du Midi. In realtà la nobilitazione della sua famiglia era abbastanza recente: nel 1749 suo nonno Jean-Baptiste de Mac Mahon era stato nominato marchese di Mac Mahon e d’Eguilly (feudo quest’ultimo ricevuto in dote dalla moglie Charlotte Le Belin, dama d’Eguilly) da re Luigi XV. Per queste ascendenze, la politica vigente in famiglia era prevalentemente di corrente realista. I suoi antenati, però, erano originari dell’Irlanda dalla quale erano stati costretti ad emigrare dopo le Leggi penali irlandesi emanate sotto il governo di Guglielmo III d’Inghilterra contro i cattolici irlandesi; fu così che la famiglia Mac Mahon giunse in Francia dove si naturalizzò appunto nel 1749. Patrice de Mac Mahon entrò dal 1820 nel Petit Séminaire des Marbres di Autun, continuano poi i propri studi al Collegio “Louis-le-Grand“. Il 23 ottobre 1825 fece il proprio ingresso all’Accademia di St-Cyr, ove si diplomò il 1º ottobre 1827. Dal 1827 iniziò anche la sua carriera nell’esercito entrandone a far parte. Mac Mahon venne agganciato al 4º reggimento ussari e prestò servizio nell’esercito come aiutante di campo del generale Achard, partecipando alla campagna di Algeri nel 1830. Trasferito al 20º fanteria di linea, si distinse sia nella presa di Algeri per capacità e coraggio oltre che il 24 novembre 1830 quando sostenne un combattimento sul colle di Mouzaia, azione che gli valse la Legion d’Onore. Richiamato in Francia, portò nuovamente l’attenzione su di sé durante la spedizione ad Anversa del 1832 al termine della quale venne nominato capitano nel 1833. Fece ritorno nuovamente nei territori delle colonie francesi in Africa dove rimase dal 1834 al 1854. Durante questi anni, dapprima sotto il comando del generale Clauzel e poi di Damrémont, prese parte ad una serie di azioni belliche, venendo ferito pesantemente durante l’Assedio di Costantina del 1837, ove aveva condotto anche un’audace carica di cavalleria contro le pianure occupate dai beduini. Nel 1840 fece ritorno brevemente in Francia dove ottenne il rango di Chef d’escadron e dove rimase sino al 1841 quando decise, alla testa del 10º battaglione cacciatori a piedi, di tornare in Algeria dove nell’aprile di quell’anno prese parte alla battaglia del colle di Bab el-Thaza e nello scontro con le truppe di Abd el-Kader il 25 maggio di quello stesso anno. Il 31 dicembre 1842, venne promosso tenente colonnello del 2º reggimento della Legione Straniera e nel 1843 ne divenne comandante in sostituzione del titolare malato sino al 1845. Ebbe modo di distinguersi ancora una volta nei combattimento di Chaab el Gitta e di Aïn Kebira il 14 e il 17 ottobre 1844. Abbandonato il suo incarico presso la Legione Straniera, nel dicembre del 1845 venne promosso colonnello e ottenne il comando del 41º reggimento di fanteria di linea allora d’istanza a Maghnia, sempre in Algeria. All’inizio del 1848, venne nominato comandante della suddivisione di Tlemcen, e il 12 giugno di quello stesso anno venne nominato generale di brigata. Nel 1849, ottenne la commenda della Legion d’Onore. Venne promosso al grado di generale di divisione nel 1852, rimanendo in Algeria sino al 1855. Allo scoppio della guerra di Crimea, prese parte al conflitto come comandante della 1ª divisione di fanteria del 2º corpo d’armata d’oriente e da subito si distinse nella battaglia di Malachov presso Sebastopoli (8 settembre 1855), durante la quale sembra abbia esclamato la frase che gli viene sovente associata: J’y suis, j’y reste (“Qui sono, qui resto”). Dopo questi eventi gli venne offerto il posto di Capo delle armate francesi, ma egli declinò l’offerta preferendo fare ritorno in Algeria. Nel 1856 venne nominato Senatore dell’Impero di Francia, rifiutando però ancora una volta il titolo di comandante supremo delle armate francesi e preferendo invece su sua richiesta essere inviato nuovamente in Algeria ove si dedicò alla sconfitta della resistenza del popolo cabilo. Durante questo periodo ebbe inizio inoltre la sua attività politica votando contro una legge sulla sicurezza nazionale voluta dagli estremisti dopo il tentativo fallito di assassinio dell’Imperatore Napoleone III di Francia da parte del repubblicano “mazziniano” Felice Orsini. Egli combatté anche valorosamente nella seconda guerra d’indipendenza italiana come comandante del II Corpo dell’Armata d’Italia, vincendo gli austriaci di Ferencz Gyulai nella battaglia di Magenta del 4 giugno 1859 al comando del 2º corpo d’armata francese, scontro dopo il quale ottenne il titolo di Duca di Magenta e di Maresciallo di Francia, direttamente per mano di Napoleone III, sul campo di battaglia. Durante la battaglia a Magenta ebbe modo di mostrare ancora una volta la sua fede verso la Legion d’Onore che aveva servito e comandato in Algeria gridando a gran voce: “La Legione è qui. Siete nel sacco! (“Voici la Légion ! L’affaire est dans le sac!“). La vittoria delle armate francesi nello scontro di Magenta garantirono a Vittorio Emanuele II di Savoia e a Napoleone III l’ingresso e la presa di Milano l’8 giugno di quello stesso anno. Prese parte anche alle battaglie di Solferino e San Martino (24 giugno) e Melegnano in quello stesso anno, risultando ancora una volta vittorioso e rimanendo sul campo sino all’11 luglio quando, con la firma dell’Armistizio di Villafranca, le armate francesi abbandonarono l’Italia e venne decretata l’annessione della Lombardia al Piemonte. Terminata la guerra in Italia, Mac Mahon fece ritorno in Francia ed acclamato come eroe, con l’imperatore che ormai lo considerava suo uomo di fiducia. Proprio per questo nel 1861 venne inviato come rappresentante dell’Impero francese all’incoronazione di Guglielmo I di Prussia. Tornò successivamente in Algeria dove venne nominato governatore generale dal 1º settembre 1864, facendo ritorno in Francia solo con lo scoppio della guerra franco-prussiana, durante la quale guidò le armate alsaziane. Durante questi scontri, Mac Mahon comandò il I ed il V Corpo d’armata francese dell’armata del Reno del Sud. Il 4 agosto 1870 la 3ª Armata prussiana attaccò la sua linea presso la città di Wissembourg, giungendo alla battaglia di Wœrth. Il 1º settembre di quello stesso anno, i prussiani tentarono di assediare la città di Sedan, con una forza di 200.000 soldati prussiani al comando del feldmaresciallo Helmuth von Moltke. Gli sforzi dei francesi per contrastare gli attaccanti furono indecisi e lo stesso Mac Mahon venne ferito e il comando passato al generale de Wimpffen che annunciò la resa dei francesi, seguita a breve da quella di Napoleone III del 2 settembre, al termine della conclusione degli scontri che egli stava guidando personalmente a Sedan con altri 83.000 soldati. Quando la Comune di Parigi venne soppressa nel maggio del 1871, Mac Mahon si occupò delle armate di stanza a Versailles, uccidendo nel corso degli scontri circa 30.000 comunardi, catturandone altri 38.000, di cui 7.000 vennero deportati. Per le sue azioni in difesa della sicurezza della Francia e considerata la sua gloriosa carriera militare, nel maggio del 1873 venne eletto Presidente della Terza Repubblica francese, assumendo quale suo Primo Ministro il controverso repubblicano Jules Simon, rimpiazzato poi con l’orleanista duca di Broglie, prima di sciogliere l’Assemblea Nazionale il 16 maggio 1877, gesto che lasciò indubbiamente emergere la sua natura filo-monarchica; Mac Mahon era infatti intenzionato a reprimere i sentimenti repubblicani a favore del ritorno al trono degli Orléans. Malgrado tutto, l’intento non ebbe seguito, ma la posizione di Mac Mahon ne rimase pesantemente compromessa. Le forze progressiste della sinistra riportarono un notevole successo alle elezioni del 5 gennaio 1879 per il rinnovo del Senato e conseguentemente Mac Mahon si trovò privo della maggioranza parlamentare, sicché il 30 gennaio seguente il Presidente della Repubblica rassegnò le dimissioni. Ritiratosi dalla politica per la vita privata, trascorse gli ultimi quattordici anni della sua vita in una quasi totale solitudine, morendo al Castello di Sully (presso Montcresson, Loiret) nel 1893. Le esequie di stato solenni vennero celebrate nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi con la partecipazione di molti personaggi del mondo militare e politico internazionale. Venne sepolto coi massimi onori militari nella cripta dell’Hôtel des Invalides di Parigi. Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
     1857
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
     1859
Medaille Coloniale con baretta "Algerie" - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Coloniale con baretta “Algerie”
     1893

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (Spagna)
     1875
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Nera (Impero di Germania) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Nera (Impero di Germania)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
     26 agosto 1861
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale della Cambogia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale della Cambogia
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea
   

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Arc. 409: Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, duca di Magenta  in tenuta di gala da Maresciallo di Francia (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. 2174: Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, duca di Magenta e maresciallo di Francia in gran tenuta da Generale di Divisione (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893). Fotografia CDV. Fotografo: Lafayette – Paris. 

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Arc. 1375: Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, duca di Magenta e maresciallo di Francia in piccola tenuta da Generale di Divisione (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893). Fotografia CDV. Fotografo: London Stereoscopic & Photography Co. – London.

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Arc. 2454: Marie Edmé Patrice Maurice Mac Mahon, duca di Magenta e maresciallo di Francia in piccola tenuta da Generale di Divisione (Sully, 13 luglio 1808 – Montcresson, 16 ottobre 1893). Fotografia CDV. Fotografo: Delton – Neuilly.

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Arc. 1945: François Marcellin Certain de Canrobert (Saint-Céré, 27 luglio 1809 – Parigi, 28 gennaio 1895). Figlio di Antoine Certain de Canrobert, cavaliere dell’Ordine di San Luigi, nacque a Saint-Céré, nel dipartimento del Lot, dove tuttora si trova la sua casa natale e un monumento ne onora la memoria in place de la République. Frequentò l’École Spéciale Militaire de Saint-Cyr, e ne uscì col grado di sottotenente di fanteria nel 1828; promosso tenente nel 1833, servì in Algeria dal 1835 al 1839. Fu promosso capitano nel 1837, nello stesso anno ricevette la Legion d’Onore per l’ardimento dimostrato nella seconda spedizione di Costantina, che permise la conquista della città. Nel 1839 fu impiegato per organizzare un battaglione della Legione straniera per le guerre carliste in Spagna. Nel 1841 servì nuovamente in Africa. Promosso tenente colonnello nel 1846 e colonnello del 3º Reggimento fanteria nel 1847, comandò la spedizione contro Ahmed Sghir nel 1848, e sconfisse gli Arabi al passo di Djerma. Trasferito agli Zuavi sconfisse i Cabili e nel 1849 diede prova di energia e coraggio portando rinforzi alla guarnigione assediata di Bou Sada, e al comando di una delle colonne di attacco a Zaatcha. In quest’ultima occasione fu promosso a generale di brigata. Guidò poi nel 1850 la spedizione contro Narah e distrusse il caposaldo arabo. Richiamato in Francia da Luigi Napoleone Bonaparte, ne divenne l’aiutante di campo; contribuì alla riuscita del colpo di Stato del 2 dicembre 1851 reprimendo duramente il tentativo controrivoluzionario dei repubblicani. Generale di divisione, partecipò alla guerra di Crimea; fu alla guida della 2ª Divisione alla battaglia dell’Alma, dove fu due volte ferito. Assunse il comando delle forze francesi alla morte del maresciallo Saint-Arnaud. Riportò la vittoria alla battaglia di Inkerman, dove ricevette una leggera ferita ed ebbe un cavallo ucciso sotto di sé mentre guidava una carica di Zuavi. Le sue divergenze con lord Raglan, generale dell’esercito britannico, e il disappunto per il prolungarsi dell’assedio di Sebastopoli, l’obbligarono a cedere il comando. Non tornò però in patria, preferendo concludere il conflitto alla testa della sua vecchia divisione, sino alla caduta di Sebastopoli. Dopo il ritorno in Francia fu inviato in missione diplomatica in Danimarca e Svezia, fu nominato maresciallo di Francia e senatore. Comandò il III Corpo d’armata in Lombardia nel 1859 (Seconda guerra di indipendenza), con cui si distinse alla battaglia di Magenta (4 giugno) e diede un importante contributo alla Battaglia di Medole, nell’ambito della grande battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno). In quell’occasione, il comportamento tattico di Canrobert fu oggetto di velate critiche per quella che venne considerata un’indecisione del generale, ovvero l’aver tenuto fermo il III Corpo d’armata francese a presidio di Castel Goffredo, mentre la battaglia divampava a Medole e Solferino. In realtà, Canrobert stava attendendo l’arrivo della temibile Divisione Jellacic che gli esploratori francesi riferivano essere uscita dalla fortezza di Mantovae che era lecito pensare avrebbe cercato di attaccare alle spalle lo schieramento francese. Canrobert rimase tutta la mattinata in attesa, ma non aveva davvero colpe. Egli non poteva immaginare che il mancato giungere del nemico dipendesse dal semplice fatto che la divisione Jellinec era attestata a Marcaria, troppo lontana per udire il rombo dei cannoni e che il comando austriaco si era semplicemente dimenticato di avvertirla dell’iniziata battaglia. Le truppe di Carnobert permisero di strappare agli austriaci il paese di Cavriana; al fine di evitare l’accerchiamento, Francesco Giuseppe diede l’ordine di ritirata e rifugiò le sue truppe oltre le fortezze del Quadrilatero. Successivamente comandò il campo fortificato di Châlons-en-Champagne, il IV Corpo d’armata di stanza a Lione e l’Armata di Parigi. Nella guerra franco-prussiana comandò il VI Corpo d’armata, che vinse a Gravelotte, dove Canrobert comandò personalmente la posizione di St.Privat. Il VI Corpo d’armata fu tra quelli intrappolati a Metz che si dovettero arrendere con la fortezza, e Canrobert fu preso prigioniero con Bazaine. Dopo la guerra Canrobert fu tra i membri del Consiglio superiore della guerra, e attivo nella vita politica: sotto la Terza Repubblica, fu uno dei capi del partito bonapartista, eletto senatore per il Lot nel 1876 e per la Charente nel 1879 e di nuovo nel 1885. Morì a Parigi, dove fu onorato con funerali pubblici e sepolto nel cimitero militare dell’Hôtel des Invalides. Le sue memorie furono pubblicate nel 1898. Fu proprietario del castello Églantine a Jouy-en-Josas, nel quale è aperto il Museo della tela di Jouy. Fotografia CDV. Fotografo: Levitsky – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce della Legion d’onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   
Medaille coloniale con baretta "Algerie" - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille coloniale con baretta “Algerie”
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna)
     16 novembre 1857
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
     17 novembre 1855
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dell’Elefante (Danimarca)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Andrea (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea (Impero russo)
   

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Arc. 2657: François Marcellin Certain de Canrobert (Saint-Céré, 27 luglio 1809 – Parigi, 28 gennaio 1895). Fotografia CDV. Fotografo: Nadar – Paris.

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Arc. 1928: François Marcellin Certain de Canrobert (Saint-Céré, 27 luglio 1809 – Parigi, 28 gennaio 1895). Fotografia CDV. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. 1267: François Marcellin Certain de Canrobert (Saint-Céré, 27 luglio 1809 – Parigi, 28 gennaio 1895). Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris. 

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Arc. 1668: Auguste Michel Etienne, conte Regnaud de Saint-Jean d’Angély in gran tenuta da Generale di Divisione (Parigi, 30 luglio 1794 – Cannes, 1º febbraio 1870). Figlio di un personaggio illustre del 1° Impero (Consigliere di Stato e Accademico), ricevette l’educazione di base alla Prytanée national militaire, ed entrò nel 1811 all’École militaire de Saint-Germain-des-Prés, che abbandonò nel 1812 per unirsi, in qualità di Sottotenente, all’8º Reggimento Ussari in partenza per la Campagna di Russia. Si distinse in numerosi scontri, principalmente nella successiva guerra della sesta coalizione, e fu promosso Tenente (10 ottobre 1813) e successivamente (4 dicembre) membro della Legion d’onore. Essendo stato l’8º Reggimento Ussari quasi annientato nella battaglia di Lipsia, Regnaud fu assegnato, in qualità di aiutante di campo, al generale Corbineau, lui stesso aiutante di campo dell’Imperatore, e servendo allo Stato Maggiore imperiale partecipò al resto della guerra, durante la quale fu promosso al grado di Capitano, per via della sua condotta nei combattimenti sotto le mura di Reims. Col medesimo grado servì durante il primo anno della Restaurazione nel 1º Reggimento Ussari. Al suo ritorno dall’Isola d’Elba l’Imperatore volle presso di sé il giovane capitano come ufficiale d’ordinanza, e lo elevò al grado di chef d’escadron nel giorno della battaglia di Waterloo. Congedato con i propri commilitoni, Regnaud d’Angély lasciò l’esercito e la Francia per ricongiungersi al padre Michel, vittima della reazione. Tornò più tardi a Parigi, per sollecitare la cancellazione del nome del padre dalle liste di proscrizione, cosa che ottenne dopo sforzi notevoli, ma troppo tardi: il conte Michel Regnaud de Saint-Jean-d’Angely poté ritornare nella capitale solo poco prima di morire. Radiato dai quadri dell’esercito, il giovane conte condusse vita ritirata in campagna sino al 1825, quando partì per la Grecia che combatteva per l’indipendenza contro i turchi, guidati da Ibrahim Pacha. Regnauld fu incaricato, di concerto con il colonnello Fabvier, di organizzare un corpo di cavalleria secondo il sistema europeo; ne tenne il comando sino alla fine del 1826; rientrato in Francia, si unì volontario nel 1828, alla spedizione di Morea del generale Maison. Dalla Monarchia di Luglio, Regnaud ebbe il riconoscimento del grado, e nominato tenente colonnello del 1º Reggimento Chasseurs à cheval, poi 1º Reggimento Lancieri, corpo di che promosso colonnello nel 1832. Nel mese di maggio 1831 aveva già ricevuto la nomina a ufficiale della Legion d’Onore. In seguito Regnaud de Saint-Jean-d’Angely ricevette il grado di Generale di Brigata (1841) e quindi di Generale di Divisione (10 luglio 1848). Fu quindi rappresentate all’Assemblea legislativa, grand’ufficiale della Legion d’onore, e comandante del corpo di spedizione nel Mediterraneo nel 1849. Prese parte alla guerra di Crimea ma si distinse particolarmente nella campagna d’Italia del 1859, anche se il nome più famoso è quello di Mac Mahon. Alla battaglia di Magenta, per consentire un’audace manovra di Mac Mahon, Regnaud dovette tener testa per più di un giorno a forze ben superiori; Mac Mahon sopraggiunse con ritardo, in tempo per raccogliere il successo preparatogli da Regnaud. Per i suoi meriti a Magenta ricevette la nomina a Maresciallo di Francia. Nella battaglia di Solferino e San Martino fu al comando della Guardia imperiale di Napoleone III. Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Grand'Ufficiale della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale della Legion d’Onore
   
Medaglia di Sant'Elena - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di Sant’Elena
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1859
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea
   

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Arc. 1541: Auguste Michel Etienne, conte Regnaud de Saint-Jean d’Angély in gran tenuta da Generale di Divisione (Parigi, 30 luglio 1794 – Cannes, 1º febbraio 1870). Fotografia CDV. Fotografo: Disderi – Paris. 

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Arc. 1730: Adolphe Niel in gran tenuta da Generale di Divisione (Muret, 4 ottobre 1802 – Parigi, 13 agosto 1869). Nato da una vecchia famiglia borghese assai conosciuta nell’Alta Garonna, si diplomò nel 1821 all’École polytechnique per poi frequentare la scuola del corpo del genio di Metz.  Divenne tenente nel 3° Reggimento nel 1825, e capitano del 1° nel 1829. Prese parte alle operazioni contro la città algerina di Costantina, in cui comandava una parte delle truppe del genio; la sua condotta gli valse la promozione a comandante di battaglione nel 1837. Fu poi promosso tenente colonnello nel 1842 e colonnello nel 1846. Nel 1849 servì come capo di Stato Maggiore del generale Vaillant durante la spedizione comandata da Oudinot contro la Repubblica Romana. Fu quindi nominato generale di brigata e direttore dei servizi del genio al quartier generale. Nel 1851 Niel divenne membro del Comitato per le fortificazioni, nel 1852 entrò nel Consiglio di Stato e nel 1853 divenne generale di divisione. Nella prima parte della guerra di Crimea Niel fu impegnato sul mar Baltico, nella direzione del genio durante le operazioni contro la fortezza di Bomarsund. All’inizio del 1855 fu inviato in Crimea, dove succedette al generale Bizot a capo del corpo del genio. Per alcuni anni fu il più influente consigliere militare di Napoleone III, e nell’occasione fu investito dei poteri per guidare i generali in loco secondo i voleri dell’imperatore e del governo. Niel portò a termine il delicato incarico nel migliore dei modi, dirigendo le operazioni di assedio alla battaglia di Malakoff. Fu premiato con la Gran Croce della Legion d’Onore. Dal 1855 al 1859 lavorò al quartier generale e fu membro del Senato; nella guerra contro l’Austria comandò il IV Corpo d’armata e prese parte alla battaglia di Magenta e, nell’ambito della battaglia di Solferino e San Martino, diresse magistralmente la Battaglia di Medole, per la quale venne creato Maresciallo di Francia sul campo. Molti storici concordano nell’indicare Niel come il principale artefice della vittoria franco-sarda del 24 giugno 1859. Dopo aver servito anche per alcuni anni in un comando di guarnigione, divenne ministro della guerra succedendo a Jacques Louis Randon, e tenne tale incarico dal 1867 al 1869. In tale veste concepì ed avviò un ampio schema di riforma dell’esercito, basato sulla coscrizione generalizzata e la creazione di vaste riserve. A tal proposito sono da sottolineare le innovazioni introdotte dalla Commissione per gli studi ferroviari, presieduta da Niel, nel 1869 in materia di sbarchi ed imbarchi di truppe e materiali in piena via e nelle vicinanze del nemico. Gli studi in materia, per paradosso, verranno poi utilizzati dai tedesco-prussiani durante la guerra del 1870-1871 e non dai francesi. Non visse però abbastanza per vedere completata la sua opera di riorganizzazione: morì a Parigi un anno prima della guerra franco-prussiana, che avrebbe distrutto il vecchio esercito imperiale su cui la creatura di Niel si doveva innestare. Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris.

Onorificenze

Onorificenze francesi

Grand' Croix della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’ Croix della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno di Sardegna)
     1859
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Serafini (Svezia)
     3 settembre 1867
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Gregorio Magno (Stato Pontificio) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Gregorio Magno (Stato Pontificio)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria (Impero austro-ungarico)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Torre e della spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Torre e della spada (Portogallo)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Federico (Regno di Wurttemberg) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Federico (Regno di Wurttemberg)
   
Commendatore di Gran Croce dell'Ordine della Spada (Regno di Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore di Gran Croce dell’Ordine della Spada (Regno di Svezia)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Osmanie (Impero ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Osmanie (Impero ottomano)
   
Commendatore del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione (Regno delle Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore del Reale e Militare Ordine di San Giorgio della Riunione (Regno delle Due       Sicilie)
   
Cavaliere Commendatore dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere Commendatore dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Cavaliere di II classe dell'Ordine di Medjidié (Impero ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di II classe dell’Ordine di Medjidié (Impero ottomano)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   
Baltic Medal (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Baltic Medal (Regno Unito)
   
Medaglia dell'assedio di Roma (Stato Pontificio) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia dell’assedio di Roma (Stato Pontificio)
   

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Arc. 761: Adolphe Niel in gran tenuta da Generale di Divisione (Muret, 4 ottobre 1802 – Parigi, 13 agosto 1869). Fotografia CDV. Fotografo: Mayer & Pierson – Paris. 

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Arc. 2668: François Achille Bazaine in piccola montura da Generale di Divisione (Versailles, 13 febbraio 1811 – Madrid, 23 settembre 1888). Il padre abbandonò la famiglia poco prima della nascita di Bazaine, lasciandola senza sostegno economico. Dopo non aver superato l’esame di ammissione all’École polytechnique, Bazaine si arruolò nel 1831 come soldato semplice nel 37º Reggimento fanteria di linea, con la prospettiva di servire in Algeria, ricevendo sul campo la promozione a sottotenente nel 1833. Per aver dato prova di coraggio in azione fu decorato con la Legion d’Onore e promosso a tenente nel 1835. Servì in due campagne nelle file della Legione straniera prima in Algeria poi in Spagna contro i carlisti nel 1837-38, ritornando in Africa come capitano nel 1839. Il 4 giugno 1850 viene nominato colonnello del 55º Reggimento fanteria di linea, il 4 febbraio 1851 riceve il comando del 1º Reggimento della Legione straniera ed il mese successivo il comando del distretto di Sidi-bel-Abbès. Il 28 ottobre 1854 venne nominato Generale di Brigata e posto al comando di due reggimenti della Legione nell’Armata d’Oriente. Nella guerra di Crimea comandò una brigata, e mantenne la propria reputazione nelle trincee davanti a Sebastopoli. Alla cattura del lato sud della città (10 settembre 1855) ne fu nominato governatore militare, e il 22 settembre successivo fu nominato Generale di Divisione. Comandò le forze francesi nella spedizione di Kinburn. Fu investito dal comandante in capo britannico, Lord Gough, con l’Ordine del Bagno nel 1856, per il suo cospicuo contributo alla campagna alleata durante la guerra. Al ritorno in Francia occupa il posto di ispettore di fanteria, quindi di comandante, della 19ª Divisione a Bourges. In Lombardia l’8 giugno 1859 venne ferito mentre era al comando della 3ª Divisione del I Corpo d’armata di Baraguey d’Hilliers alla battaglia di Melegnano, ed ebbe una parte importante nella battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno), dove la sua divisione, insieme alla divisione Forey ed a una parte della Guardia imperiale, sfondò al centro le linee austriache riuscendo finalmente a penetrare nel castello e nel cimitero della cittadina (posizioni chiave del nemico). Per il suo servizio nella campagna ricevette la gran croce della Legion d’Onore, di cui (1855) era già commendatore. Comandò con distinzione la 1ª Divisione sotto il generale Forey nella spedizione messicana del 1862, gli successe nel comando supremo nel 1863 e divenne Maresciallo e senatore di Francia nell’anno successivo. Proseguì la guerra con grande energia e successo, entrando in Messico nel 1863 e espellendo il presidente Benito Juárez. L’esperienza africana come soldato ed amministratore lo mise nelle migliori condizioni per affrontare i guerrilleros di Juárez, ma ebbe meno successo nelle relazioni con Massimiliano, con la cui corte il comando militare francese era in costante attrito. Qui, come più tardi in patria, la politica di Bazaine sembrò essere volta, almeno in parte, a ricercare un ruolo preminente a Palazzo; nello stesso esercito si pensava che aspirasse a giocare un ruolo da Bernadotte. Il suo matrimonio con una ricca signora messicana, la cui famiglia era sostenitrice di Juárez, complicò ulteriormente le sue relazioni con lo sfortunato imperatore, e quando al termine della Guerra civile americana gli Stati Uniti inviarono un forte esercito alla frontiera messicana, le forze francesi furono costrette a ritirarsi. Bazaine con molta competenza diresse la ritirata e l’imbarco a Veracruz (1867). Al suo ritorno a Parigi ricevette una fredda accoglienza dal sovrano; la pubblica opinione, tuttavia, era a suo favore, e fu ritenuto un capro espiatorio per gli errori di altri. Il 12 novembre 1867, ottenne il comando del III Corpo d’armata a Nancy, l’anno seguente il comando del campo di Châlons, e rimpiazzò Regnaud de Saint-Jean d’Angély alla testa della Guardia imperiale. Allo scoppio della Guerra franco-prussiana il Maresciallo Bazaine fu posto al comando del III Corpo d’armata dell’Armata del Reno. Prese parte alle prime battaglie, ma Napoleone III ben presto gli affidò il comando dell’intera armata. Quanto la sua inazione fu causa del disastro di Spicheren è materia di disputa. La cosa migliore che si può affermare riguardo alla sua condotta è che le tradizioni negative della guerra su piccola scala e la mania di conquistare “posizioni forti” tipiche dei generali francesi del 1870, erano in Bazaine enfatizzate dal suo personale disprezzo per Frossard, comandante del corpo d’armata dispiegato a Spicheren. Frossard stesso, il capo della scuola delle “posizioni forti” poteva solo maledire le proprie teorie per la paralisi del resto dell’armata che lo lasciò combattere a Spicheren senza alcun supporto. Bazaine effettivamente, quando ricevette la richiesta di aiuto, mosse in avanti parte del proprio corpo d’armata, ma solo per “conquistare posizioni forti”, non per dare un contributo sul campo di battaglia. Pochi giorni dopo ricevette il comando d’armata, e la sua condotta di essa fu parte centrale della tragedia francese del 1870. Trovò l’armata in ritirata, male equipaggiata e numericamente in grande svantaggio, e i comandi scoraggiati e non si fidavano l’uno dell’altro. Non c’era praticamente possibilità di successo. Il problema era quello di cavar fuori l’armata e il governo stesso da una situazione disastrosa, e la soluzione di Bazaine fu quella di riportare la sua armata a Metz. Sembra chiaramente appurato che le accuse di tradimento cui gli eventi successivi diedero foschi colori non avessero fondamento nei fatti. Né, poi, l’irresolutezza di Bazaine a lasciare la regione della Mosella, quando ancora c’era tempo di sganciarsi dal nemico in avanzata può essere considerata segno di speciale incompetenza. La risoluzione ad attestarsi nei dintorni di Metz fu basata sulla consapevolezza della lentezza di spostamento dell’esercito francese: allontanarsene troppo avrebbe significato essere costretti alla battaglia da forze superiori in posizione di svantaggio. Nelle sue “posizioni forti” vicino alla fortezza, invece, Bazaine sperava di infliggere pesanti perdite ai tedeschi che non si sarebbero esentati dall’attaccare, e nel complesso il risultato giustificò le sue attese. Il piano era credibile, ma l’esecuzione a tutti i livelli, dal Maresciallo stesso ai comandanti di battaglione, non fu all’altezza. I metodi di spostamento estremamente cauti, che l’esperienza algerina aveva dimostrato adatti a piccole colonne nel deserto, esposte a imboscate ed attacchi improvvisi, ridussero la mobilità della grande armata, che aveva condizioni di marcia favorevoli, a meno di dieci chilometri al giorno, contro i quasi trenta del nemico. Quando, prima di raggiungere la decisione finale di attestarsi a Metz, Bazaine tentò, con una decisione ambigua, di dare inizio ad una ritirata su Verdun, il lavoro dei comandi e l’organizzazione del movimento attraverso la Mosella furono così inefficaci che quando il comando tedesco, dai propri calcoli, riteneva Bazaine già nelle vicinanze di Verdun, i francesi avevano in realtà appena mosso le proprie artiglierie e i carriaggi attraverso la città di Metz. Persino sul campo di battaglia il Maresciallo proibì al suo staff di farsi vedere, e condusse il combattimento per mezzo dei suoi ufficiali d’ordinanza personali. L’elefantiaca armata, dopo aver attraversato Metz, si imbatté in un isolato corpo d’armata nemico, comandato dal brillante Constantin von Alvensleben, che subito ordinò l’attacco. Durante quasi tutta la giornata la vittoria fu a portata di mano di Bazaine. Due corpi d’armata tedeschi combatterono per tutto il giorno per sopravvivere, ma Bazaine non aveva fiducia nei suoi generali e nelle sue truppe, e si accontentò di infliggere severe perdite alle unità tedesche più aggressive. Due giorni dopo, mentre i francesi si erano nuovamente ritirati su Metz – impiegando sette ore per coprire meno di dieci chilometri – masse di tedeschi si materializzarono sulle vie di comunicazione col resto della Francia. Bazaine si aspettava tutto questo, e, presentendo che prima o poi i tedeschi lo avrebbero attaccato nella posizione da lui stesso scelta, non fece alcun tentativo per interferire con la loro concentrazione di truppe; la grande battaglia era già stata combattuta – pensava – e, avendo inflitto gravi perdite ai suoi assalitori, poteva ora attestarsi senza troppo temere sul campo trincerato di Metz. Ma, sebbene egli non avesse formulato alcuna richiesta di aiuto, la pubblica opinione, allarmata ed eccitata, premeva perché si inviasse in soccorso l’unica armata francese rimasta, l’Armata di Châlons comandata da Mac-Mahon. L’avventura finì a Sedan, e con Sedan crollò il Secondo Impero. Sino a questo punto Bazaine aveva servito il proprio Paese probabilmente nei limiti delle circostanze, e certamente con sufficienti capacità ed un certo grado di successo da giustificarne il ruolo. La sua esperienza, vasta com’era, non era bastata tuttavia a prepararlo al comando di una vasta armata in una situazione delicata. A partire dalla fallita spedizione messicana, inoltre, era caduto in uno stato di apatia morale e fisica, non avvertibile sul campo di battaglia a causa della sua reputazione di impassibilità, assolutamente ovvio invece per gli ufficiali dello Stato Maggiore. Tuttavia, nonostante questi difetti, non si può affermare che qualcuno dei subordinati di Bazaine avrebbe fatto meglio al suo posto, con la possibile eccezione di Ladmirault, uno dei comandanti di corpo d’armata più giovani. Bazaine, quindi, nel complesso giustificò la sua reputazione, anche quella per l’intrigo e la diplomazia sottobanco. Se in Messico aspirava ad un ruolo a corte, a Metz andò molto oltre: in quanto comandante dell’unica armata organizzata in quel momento in Francia, si vide come l’artefice dei destini della nazione. In questa veste diede il via ad una serie di intrighi diplomatici, in particolare con l’Imperatrice, alcuni dei quali mai completamente chiariti; i negoziati si svolgevano fra il mondo esterno ed il comandante assediato, i cui propositi rimangono in certa misura oscuri, ma pare accertato che propose col benestare tedesco di impiegare la propria armata per «salvare la Francia da se stessa», ossia utilizzarla per un colpo di Stato contro la Terza repubblica e restaurare l’Impero, formalmente decaduto dopo Sedan. Lo schema tuttavia crollò; Bazaine, si disse, rifiutò di continuare a combattere per un governo in cui non si riconosceva, e l’Armata del Reno (140.000 uomini) si arrese il 27 ottobre. Al momento della resa un’altra settimana di resistenza avrebbe consentito ai coscritti del governo di difesa nazionale di sfondare le deboli linee tedesche sulla Loira e di liberare Parigi. Ma l’armata del Principe Federico Carlo, lasciata libera di agire dalla resa di Metz, giunse in tempo per sventare quel tentativo ad Orléans. La responsabilità per il disastro fu addossata sulle spalle di Bazaine e, sebbene tornando dalla prigionia godesse di un breve periodo di immunità, nel 1873 fu sottoposto a giudizio da un tribunale militare. Fu dichiarato colpevole di accordi col nemico e resa di fronte ad esso prima di aver fatto quanto il dovere e l’onore prescrivevano, e condannato a morte previa degradazione. Ricevette la grazia del neo-eletto presidente della Repubblica generale Mac-Mahon: la pena fu commutata a vent’anni di reclusione e fu dispensato dall’umiliante cerimonia di degradazione. Venne incarcerato sull’Ile Sainte-Marguérite dove ricevette un trattamento più da esiliato che da prigioniero; fuggì in Italia nell’agosto 1874, e di qui a Londra, dove trovò dimora presso la famiglia di George Hayter. Infine prese residenza a Madrid, dove poté godere dei favori del governo di Alfonso XII e pubblicare Episodes de la guerre de 1870; il 17 aprile 1887 fu ferito al viso con una pugnalata da un viaggiatore di commercio francese, tale Louis Hillairaud. Morì il 23 settembre 1888. Fotografia CDV. Fotografo: Disderi – Paris. 

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   
Médaille commémorative de la expedition in Mexique - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille commémorative de la expedition in Mexique
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Messico)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale dell'Aquila Messicana (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale dell’Aquila Messicana (Messico)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone e del Sole (Impero persiano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Leone e del Sole (Impero persiano)
   
Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Ferdinando (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Ferdinando (Spagna)
   
Compagno dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Compagno dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Cavaliere dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di Carlo III (Spagna)
   
Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce dell’Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)
   
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea (Regno Unito)
   

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Arc. 1777: Élie Frédéric Forey in tenuta di gala da Generale di Divisione (Parigi, 10 gennaio 1804 – Parigi, 20 giugno 1872). Compì la sua formazione militare all’École Spéciale Militaire de Saint-Cyr e fu destinato con il grado di Tenente al 2º Reggimento di fanteria leggera nel 1824. Partecipò alla spedizione di Algeri nel 1830. Promosso Capitano nel 1835, ricevette il comando di un battaglione di chasseurs a pied (tiratori appiedati) nel 1839. Al tempo dei moti del 1848, che portarono alla Seconda Repubblica francese, Forey, nel frattempo diventato Colonnello, comandava un reggimento. Subito dopo gli fu affidato il comando di una brigata e nel 1852 fu promosso Generale di Divisione per aver sostenuto Napoleone III nel suo colpo di Stato. Durante la guerra di Crimea Forey comandò una divisione all’assedio di Sebastopoli. Durante la seconda guerra di indipendenza italiana del 1859 gli venne affidato il comando della 1ª divisione del I corpo d’armata e diresse le battaglie di Montebello e di Melegnano. Nel corso della conclusiva battaglia di Solferino e San Martino, la divisione di Forey fu impegnata pesantemente fin dalle prime ore del mattino e, a costo di perdite pesantissime, contribuì decisivamente alla conquista di Solferino. Pur ferito ad un’anca, proseguì nel guidare i continui e sanguinosi assalti al monte Pellegrino e al monte Alto. I mirati colpi dell’artiglieria austriaca verso lo stato maggiore divisionale, che avevano seminato la morte tra gli ufficiali e decapitato un subalterno di Forey, mentre riceveva ordini da lui, non lo convinsero ad abbandonare il cuore dei combattimenti. Poco amato a causa del suo carattere burbero e scarsamente conviviale, Forey riscuoteva il generale e profondo rispetto delle sue truppe per il coraggio che dimostrava in battaglia e per l’abitudine di presenziare personalmente nei settori di maggior pericolo, durante le fasi critiche dello scontro. Divenuto senatore alla fine della guerra, Forey fu nominato comandante generale del corpo di spedizione francese in Messico nel 1862. Sbarcò a Veracruz nel settembre 1862, investito dei pieni poteri civili e militari. Nel marzo dell’anno successivo le sue forze conquistarono Puebla dopo un lungo assedio e quindi Città del Messico. Per questo Forey ricevette il bastone di Maresciallo. Dopo aver insediato un triumvirato al governo del Paese per l’imperatore Massimiliano lasciò il comando delle forze di spedizione a Bazaine e ritornò in Francia dove ricevette il comando del II Corpo d’armata, che tenne sino al 1867, quando fu colto da emorragia cerebrale, e messo a riposo. Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris. 

Onorificenze

Onorificenze francesi

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore
   
Médaille militaire - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille militaire
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859
   
Médaille commémorative de la expedition in Mexique - nastrino per uniforme ordinaria    Médaille commémorative de la expedition in Mexique
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno di Sardegna)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Nostra Signora di Guadalupe (Messico)
   
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Cavaliere di V classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di V classe dell’Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea
   

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Arc. 1794: Élie Frédéric Forey in tenuta di gala da Generale di Divisione (Parigi, 10 gennaio 1804 – Parigi, 20 giugno 1872). Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris. 

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Arc. 988: Edmond Le Bœuf o Leboeuf in gran tenuta da Generale di Divisione (Parigi, 5 novembre 1809 – Argentan, 7 giugno 1888). Figlio di Jean-Claude Le Bœuf, maestro delle richieste al Consiglio di Stato e direttore della contabilità della Gran Cancelleria della Legion d’Onore, studiò all’École polytechnique poi all’École d’application di Artiglieria e Genio di Metz. Nominato Tenente nel 1833 e poi Capitano nel 1837, fu inviato in Algeria. Durante le spedizioni legate alla conquista dell’Algeria fu un ottimo ufficiale d’artiglieria. Decorato ed elevato al grado di comandante di battaglione (1846), tornò in Francia. Assegnato alla direzione della scuola politecnica, fu promosso Tenente Colonnello poi Colonnello del 14° Reggimento Artiglieria nel 1852. Nominato Generale di Brigata in Crimea, comandò l’artiglieria del 1° Corpo d’Armata all’assedio di Sebastopoli (1854-1855) , poi tornato a Parigi divenne Generale di Divisione nel 1857. Durante la campagna d’Italia del 1859 fu assegnato al Comando Generale dell’esercito come comandante dell’artiglieria agli ordini del Maresciallo Vaillant. Divenne poi aiutante di campo di Napoleone III, poi Presidente del Comitato di artiglieria dal 1864 al 1866. Da allora non uscì dalla ristretta cerchia dei generali che sedevano nelle varie commissioni di studio dell’esercito. Tra le misure discutibili di cui fu responsabile, possiamo citare la riduzione delle impostazioni per le distanze di scoppio dei proiettili di shrapnel, la principale munizione dell’artiglieria da campo. L’effetto sulla precisione delle batterie francesi durante la campagna del 1870 sarà particolarmente disastroso. Nel 1866, dopo la terza guerra d’indipendenza italiana, l’Austria dovette cedere il Veneto alla Francia, che lo cedette a sua volta all’Italia. Edmond Le Bœuf era delegato imperiale quando la provincia fu consegnata al re Vittorio Emanuele. All’inizio del 1869 prese il comando del VI corpo d’armata a Tolosa, che lasciò otto mesi dopo, diventando ministro della guerra dopo la morte del maresciallo Niel. Confermato nel suo incarico dal gabinetto di Émile Ollivier, raggiunse l’apice della sua carriera quando fu elevato alla dignità di Maresciallo ed entrò al Senato (marzo 1870).  A differenza del suo predecessore, il Maresciallo Le Boeuf cercò costantemente di risparmiare Napoleone III ed evitare qualsiasi conflitto con un corpo legislativo riluttante ad aumentare le spese militari. Secondo Charles Thoumas, allora ai suoi ordini nell’ufficio di artiglieria, Edmond Le Bœuf non era convinto dell’imminenza di una guerra con la Prussia. Si limitò a sovrintendere all’evoluzione della forza lavoro nonché alla gestione delle attrezzature e delle munizioni. Purtroppo, prestò poca attenzione agli aspetti tecnici del trasporto in tempo di guerra, affidandosi troppo ai vari uffici del ministero. Annullò le misure di mobilitazione del suo predecessore e permise che la routine si ristabilisse nel ministero. Infine, non fece nulla per accelerare l’equipaggiamento e l’allestimento della Guardia Nazionale Mobile creata da Niel. Il 19 giugno 1870, pur mantenendo il suo portafoglio di guerra, fu nominato Comandante Generale dell’Armata del Reno, incarico dai contorni mal definiti sapendo che, secondo la costituzione, il capo dell’esercito era Napoleone III. Le sue dichiarazioni troppo ottimistiche sullo stato di preparazione dell’esercito impegnarono innegabilmente la sua responsabilità nella dichiarazione di guerra alla Prussia del 15 luglio 1870. Entrato in guerra, stretto tra un imperatore malato e apatico e i principali capi dell’esercito (Mac-Mahon, Frossard, Bazaine) non seppe imporre l’adozione di un piano di campagna sufficientemente elaborato. Dopo il caos della mobilitazione e le prime battute d’arresto contro i prussiani, Edmond Le Bœuf fu sollevato dall’incarico il 12 agosto 1870. Quando la guida dell’esercito fu affidata a Bazaine, gli fu affidato il comando del III corpo d’armata, in sostituzione del generale Decaen, ferito a morte a Borny. Durante i combattimenti intorno a Metz (16-18 agosto 1870) e nonostante il suo consueto coraggio, mostrò gli stessi limiti tattici della maggior parte dei generali francesi, congelati nelle certezze della campagna d’Italia del 1859. Rinchiuso a Metz con il resto dell’esercito, si oppose a Bazaine e a ogni idea di resa. Il 29 ottobre 1870 fu portato in Prussia come prigioniero di guerra. Rilasciato dopo l’armistizio del 28 gennaio 1871, fu convocato come testimone davanti a due commissioni d’inchiesta del governo della Terza Repubblica alla fine del 1871. Indicò Bazaine come l’unico responsabile della resa dell’Armata del Reno. Si ritirò quindi nel suo castello di Moncel a Bailleul vicino ad Argentan nell’Orne. Fotografia CDV. Fotografo: Disderi – Paris.

Onorificenze

Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Secondo Impero francese) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore (Secondo Impero francese)
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno d'Italia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia (Regno d’Italia)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié (Impero Ottomano) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine di Medjidié (Impero Ottomano)
   
Compagno dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Compagno dell’Ordine del Bagno (Regno Unito)
   
Medaglia inglese della Guerra di Crimea - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia inglese della Guerra di Crimea
   
Medaille Commémorative de la Campagne d'Italie de 1859 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaille Commémorative de la Campagne d’Italie de 1859

 

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Arc. 1946: Edmond Le Bœuf o Leboeuf in gran tenuta da Generale di Divisione (Parigi, 5 novembre 1809 – Argentan, 7 giugno 1888). Fotografia CDV. Fotografo: Disdéri – Paris.

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