Generali 1920 – 1933

 

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Arc. 2089: Maurizio Ferrante Gonzaga in grande uniforme da Tenente Generale in comando di Corpo d’Armata mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Venezia, 21 settembre 1861 – Roma, 24 marzo 1938). Nacque a Venezia, ancora austriaca, il 21 settembre 1861, figlio del principe Antonio e di Giuseppina Domenica Priamo. Entrato diciottenne nella Scuola Militare di Modena, ne uscì nell’aprile 1881 come Sottotenente, assegnato al 44° Reggimento Fanteria ad Alba. Promosso Tenente nel luglio 1883, sposò, nell’ottobre dello stesso anno, Ferdinanda Alliana. Conseguita la promozione a Capitano, frequentò la Scuola di Guerra di Torino, transitando, nel 1890, nel Corpo di Stato Maggiore. Assegnato al comando della divisione militare territoriale di Piacenza e, successivamente, a quello del IV Corpo d’Armata, fu promosso, a scelta, Maggiore nel 1898, tornando in fanteria per comandare il 2° Battaglione del 22° Reggimento. Nel luglio del 1900, transitato di nuovo nello Stato Maggiore, fu trasferito a Torino, alla Scuola di Guerra, dapprima come insegnante e poi anche come relatore del consiglio di amministrazione, fino al novembre 1906. Nel giugno 1904 fu promosso Tenente Colonnello. Dopo un breve periodo come Capo di Stato Maggiore della divisione militare territoriale di Livorno, rivestì, dal febbraio 1907, la medesima carica nella divisione militare territoriale di Novara, che lasciò nell’agosto 1909 per esser poi promosso Colonnello e destinato al IV Corpo d’Armata, sempre come Capo di Stato Maggiore. Passato a comandare il 42° Reggimento Fanteria nel marzo 1912, fu successivamente inviato in Cirenaica e sbarcò a Tobruk, nel luglio 1913, con un reggimento misto. Comandante della zona di Tobruk sino al gennaio successivo, dimostrò notevoli capacità militari e politiche, tanto da essere destinato a Bengasi per sostituirvi, interinalmente, il governatore della Cirenaica, Generale G. Ameglio. Dall’aprile 1914 assunse il comando della zona di el-Merg (Barce), battendo i ribelli a Kasr Tecassis e a Lezga, e a luglio fu promosso Maggior Generale, continuando a reggere il comando della zona. I successivi scontri vittoriosi di Gerdes e Benia gli meritarono la proposta a cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Rimpatriato a ottobre, il 1° novembre prese il comando della Brigata di Fanteria Salerno, comando che lasciò nel febbraio 1915 per passare a disposizione dello Stato Maggiore ed essere poi nominato intendente della 2ª Armata alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. Nell’ottobre 1915 assunse il comando della 9ª Divisione, impiegata dapprima sul Podgora e sul Peuma e poi sul fronte trentino, in Val d’Astico, distinguendosi come trascinatore dei suoi fanti, cui offrì sempre l’esempio, esponendosi senza risparmio nelle trincee e intervenendo anche in prima persona per combattere, nell’inverno, un’epidemia di colera. Ferito e decorato di Medaglia d’Argento per la riconquista del monte Cimone, in Val d’Astico, dopo la “spedizione punitiva” del Generale F. Conrad, fu promosso Tenente Generale il 1° giugno 1916 e restò in linea con la 9ª Divisione sino alla fine dell’anno; nel gennaio 1917 assunse il comando della 53ª Divisione. In questa circostanza riuscì nell’importantissima conquista del monte Vodice e, successivamente, nella sua vittoriosa difesa dai contrattacchi nemici, protrattisi per un mese, dirigendo e spronando i soldati fin sulle prime linee. Il suo comportamento gli meritò la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nell’agosto dello stesso anno, durante l’undicesima battaglia dell’Isonzo, la 53ª Divisione fu impegnata sul monte Cucco in aspri combattimenti che le permisero di raggiungere le pendici dell’altopiano della Bainsizza. In questa occasione riportò due leggere ferite, ottenendo una seconda Medaglia d’Argento. Subito dopo Caporetto, alla testa della sua divisione, si portava su Stupizza per cercare di arrestare l’avanzata nemica. Il 25 ottobre, mentre si spingeva avanti insieme con alcuni cavalleggeri in ricognizione delle posizioni nemiche, fu seriamente ferito. Rimase comunque al suo posto fino a quando le condizioni fisiche glielo permisero; quindi fu rilevato dal comando per essere ricoverato nell’ospedale di Udine. Da qui, il giorno precedente l’occupazione austriaca, fu trasportato a Genova dove rimase per le cure e per una lunga convalescenza. L’Ordine Militare di Savoia per la sua condotta nei primi due anni di guerra e, successivamente, una seconda Medaglia d’Oro (unico caso, allora, nel regio esercito) per il suo comportamento a Stupizza ne fecero uno degli ufficiali più decorati delle forze armate italiane. Ritornato al fronte nell’agosto 1918, alla testa della 14ª Divisione nella zona del Grappa, ebbe ancora modo di distinguersi, sul monte Valbella, durante l’offensiva finale, meritando una terza Medaglia d’Argento. Terminata la guerra, nel febbraio 1919 fu nominato comandante della divisione militare territoriale di Genova e rimase nel capoluogo ligure sino all’aprile 1922, dopo aver inutilmente tentato di essere eletto deputato nelle file di una lista di ispirazione liberale nell’autunno del 1919. Trasferito al comando del Corpo d’Armata di Firenze, fu nominato senatore nel giugno del 1922, e nel gennaio 1923 promosso Generale di Corpo d’Armata e trattenuto in servizio, dal febbraio 1924, quale invalido di guerra, sempre continuando nel suo incarico. All’incirca a quest’epoca, alla fine del 1924, sembrano risalire i primi contatti accertati con Benito Mussolini allorché, discutendosi in Senato il progetto Di Giorgio sul riordinamento dell’Esercito, il capo del governo gli chiese di non allinearsi al parere contrario espresso, in pratica, da tutti i generali nominati al Senato, ciò che, almeno inizialmente. Nel settembre 1925 gli fu proposto di assumere il comando della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale in luogo del Generale A. Gandolfo, improvvisamente deceduto; accettò, ma soltanto dopo aver chiesto, e ottenuto, l’autorizzazione da parte del re e del Generale A. Diaz. La sua nomina era dovuta a una precisa scelta del regime che, nel periodo critico seguito all’assassinio di Giacomo Matteotti, aveva ritenuto utile porre alla testa della Milizia un altro militare di carriera piuttosto che un politico, orientandosi sul generale più decorato. A differenza di Gandolfo, però, notoriamente fascista e uno degli organizzatori delle squadre d’azione, estraneo all’ambiente, dovette incontrare notevoli difficoltà nell’espletamento del proprio mandato. Le sue idee sul riordinamento dell’istituzione, che tendevano ad accentuarne il carattere militare riducendo quello politico, finirono col non coincidere con quelle di Mussolini che nel frattempo, con il passare dei mesi, vedeva progressivamente indebolirsi l’opposizione al regime. Così, dopo un anno, con una lettera del 24 settembre 1926, preso atto delle difficoltà e volendo “fare della Milizia volontaria un’organizzazione sempre più fascista una Milizia di Partito, perché altro non può essere”, Mussolini gli comunicava che ne avrebbe assunto direttamente il comando, ciò che si verificò di lì a pochi giorni, il 9 ottobre. I rapporti con Mussolini rimasero comunque buoni com’è dimostrato da alcuni interventi del capo del governo in suo favore; così, nel 1927, quando questi venne collocato in Posizione Ausiliaria per motivi di età, Mussolini provvide a farlo richiamare in servizio effettivo temporaneo; nel 1932 venne, poi, insignito dal re del titolo di marchese del Vodice. In questa occasione, su richiesta, fu la presidenza del Consiglio a pagare le onerose spese della speciale tassa di concessione, oltre 36.000 lire. Sempre a valere sui fondi della presidenza del Consiglio vennero poi accordate al G. due sovvenzioni, per complessive lire 200.000, nel dicembre 1934 e nel settembre 1935. Con ogni probabilità è da attribuire a un ulteriore intervento di Mussolini la conservazione del trattamento economico di richiamato in servizio temporaneo anche dopo il suo collocamento nella Riserva avvenuto, per limiti di età, nel settembre 1935. Ebbe i titoli nobiliari di principe del Sacro Romano Impero, marchese di Vescovato, marchese del Vodice, conte di Villanova e Cassolnovo (dal 1932), patrizio veneto. Fotografia formato 13,8 x 8,8. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro
     13 gennaio 1910
Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro
     5 giugno 1915
Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro
     24 luglio 1919
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     27 luglio 1922
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     12 gennaio 1933
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
     5 marzo 1899
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     6 novembre 1913
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
     8 novembre 1914
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     10 giugno 1920
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     25 giugno 1926
Commendatore dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine Coloniale della Stella d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     «Per circa due anni di guerra, comandante di divisione, condusse con singolare valore le sue truppe in ogni cimento, procurando ad esse il vanto di brillanti successi.»
Ottobre 1915 – agosto 1917
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro al valor militare
     «Animato da fortissima volontà, da incrollabile fiducia nel successo delle armi nostre, con raro sprezzo del pericolo, si teneva, per un intero mese di lotte accanite, a stretto contatto con le proprie truppe di prima linea, portando loro di persona, nei momenti più critici, la parola animatrice, incitandole con l’esempio alle azioni più ardite, rendendosi così primo fattore di quelle gesta memorabili che ci resero padroni del Vodice e che ci permisero di tenerlo inespugnabile di fronte ai più accaniti sforzi nemici.»
Vodice, maggio-giugno 1917.
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro al valor militare
     «Nel momento più grave della guerra, sbarrando colla sua divisione il passo all’avversario premente con vigorosa grande offensiva, dava alle sue truppe brillante esempio di fermezza, di coraggio e di valore personale nei siti più esposti alle offese nemiche mantenendo un così esemplare contegno anche quando fu gravemente colpito in più parti del corpo dal piombo nemico, rimanendo mutilato, fino a che fu costretto a lasciare, suo malgrado, il campo di battaglia, sul quale nel nome del Re e della Patria minacciata aveva mostrata la via dell’onore: quella che portava al nemico – Magnifico e nobile esempio di alto sentimento del dovere, di sapiente spirito offensivo, di fulgido eroismo.»
Stupizza, 25 ottobre 1917.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante di divisione durante l’offensiva austriaca nel Trentino, diede ripetute prove di sereno ardimento e di sprezzo del pericolo, spingendosi sovente sulle linee più avanzate, riuscendo di esempio costante e di incitamento a tutti i suoi dipendenti.»
Altopiano di Tonezza, maggio 1916 – Monte Cimone, luglio 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante di una divisione, ferito di striscio alla fronte da scheggia di granata e poi al costato destro da pallottola di shrapnel, mantenne il comando della grande unità impegnata in aspro combattimento e la portava con perizia di comandante al raggiungimento degli obiettivi assegnatigli; dando nuova prova di valore e di altissimo senso del dovere.»    Monte Cucco (altopiano della Bainsizza), 22-25 agosto 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante di divisione, in speciale importante situazione in cui dalla fermezza delle sue truppe dipendevano le sorti di una violenta azione in altra parte del teatro di guerra, si prodigava con ogni energia e coll’esempio, stando tra le trincee di prima linea, sotto il martellare del fuoco avversario, infondendo ai dipendenti la necessaria fiducia per la riuscita della operazione.»
Monte Valbella, novembre 1918
2 Medaglie di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    2 Medaglie di bronzo al valor militare
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra   
   
Croce d'oro per anzianità di servizio - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - Quattro anni di campagna - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 – Quattro anni di campagna
   
Medaglia interalleata della vittoria (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia interalleata della vittoria (Italia)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   

Onorificenze straniere

Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
   
Commendatore dell'Ordine di San Michele e San Giorgio (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine di San Michele e San Giorgio (Regno Unito)
   
Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico (Regno Unito)

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Arc. 3028: Lombardi Stefano in grande uniforme da Tenente Generale Comandante di Corpo d’Armata mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Dronero, 8 novembre 1862 – Torino, 1926). Allievo alla Scuola militare il 10 novembre 1879, ne uscì Sottotenente di Artiglieria il 29 luglio 1882. Tenente di Batteria da Montagna del 16° Reggimento Artiglieria il 12 aprile 1884, frequentò la Scuola di Guerra nel 1887. Capitano di Stato Maggiore il 4 novembre 1889, venne promosso Maggiore nel 93° Reggimento Fanteria il 29 dicembre 1898 per poi passare allo Stato Maggiore del 7° Corpo d’Armata nel 1901. Nel 1903 fu Capo di Stato Maggiore della Divisione Ravenna e il 26 giugno 1904 venne promosso Tenente Colonnello al Comando del Corpo di Stato Maggiore. Colonnello Comandante il 70° Reggimento Fanteria il 30 dicembre 1909, ottenne il grado di Maggior Generale e il comando della Brigata Parma nel 1914. Fu Intendente nella 3^ Armata il 24 maggio 1915 e durante l’epidemia colerica del 1915-16 si meritò la Medaglia d’Oro dei Benemeriti della Salute Pubblica. Dal 7 aprile 1916 all’8 giugno 1917 fu Intendente Generale presso il Comando Supremo e venne nominato Tenente Generale il 1° giugno 1916. Il 9 giugno 1917 ottenne il comando della 34^ Divisione, il 14 settembre 1917 il comando del 22° Corpo d’Armata e il 23 settembre 1917 quello del 6° Corpo d’Armata. Durante la guerra contro l’Austria, per azioni di valore personale e di capacità , venne decorato di tre Medaglie d’Argento al Valor Militare  e della Commenda dell’Ordine Militare di Savoia. Il 21 gennaio 1919 ottenne il comando del Corpo d’Armata di Alessandria e il 1° febbraio 1923 venne promosso Generale di Corpo d’Armata e venne collocato in Posizione Ausiliaria. Fotografia formato 13,8 x 9,8. Fotografo: 

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia
     Regio Decreto 19 settembre 1918.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Per poter dirigere un’azione offensiva della sua divisione, abbandonato l’osservatorio, si portò e si trattenne su un tratto di trincea battuta dall’artiglieria di media e grosso calibro, finché rimase ferito e contuso in varie parti del corpo dallo scoppio di un proietto che ferì mortalmente un capitano al suo fianco. Nonostante questo con calma e forza d’animo ammirabili, non abbandonò il suo posto di comando se non ad azione vittoriosa ultimata. Val Brestovizza, 31 agosto 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Ad estrema difesa sull’Isonzo, indi in ripiegamento ordinato sul Tagliamento ed oltre, opponendosi costantemente all’urto nemico, sempre fra le proprie truppe ove più ferveva la mischia, imperturbabile, a tutto provvedendo, animando e sorreggendo i dipendenti con l’esplicazione continua ed incitante del più alto valore personale. Isonzo – Piave, 25-31 ottobre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante di Corpo d’Armata con frequenti ricognizioni fin sulle prime linee nella imminenza dell’azione, con l’intervento personale durante la lunga ed aspra lotta combattutasi sulle posizioni del massiccio del Grappa, preparò con ogni cura i particolari della battaglia e ne guidò lo svolgimento nelle sue fasi, dimostrando doti di calma, sangue freddo e sprezzo del pericolo, ammirabili virtù di condottiero e di soldato, contribuendo con intelligenza e ardire alla gloriosa nostra vittoria finale. Monte Grappa, 24 ottobre -2 novembre 1918
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regi Decreti 14 e 22 gennaio 1917.
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regio Decreto 1 giugno 1919.
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

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Arc. G1: Giardino Gaetano in uniforme ordinaria da Tenente Generale mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Montemagno, 24 gennaio 1864 – Torino, 21 novembre 1935). Gaetano Giardino nacque a Montemagno d’Asti da Carlo Giardino e Olimpia Garrone, entrò nell’esercito all’età di diciassette anni, il 18 marzo 1881. Uscì dall’Accademia come Sottotenente il 4 settembre 1882 e venne destinato all’ 8 Reggimento Bersaglieri. Tre anni dopo venne promosso Tenente, e chiese il trasferimento alle colonie africane, trasferimento ottenuto il 12 febbraio 1889, destinazione Eritrea, inquadrato nel Battaglione Bersaglieri Autonomo, ma dal 16 dicembre fu assegnato al comando di zona di Cheren, per passare successivamente ai battaglioni di fanteria indigena. Nel 1894, a Cassala, il Tenente Giardino guadagnò una Medaglia d’Argento al Valor Militare e la promozione a Capitano. L’esperienza africana si concluse il 7 ottobre 1894, poco dopo la presa di Cassala. Rimpatriato prestò servizio al 6º Reggimento Bersaglieri come Capitano. A partire dal 1898 frequentò la Scuola di Guerra, passando dall’arma di Fanteria al Corpo di Stato Maggiore. Dal 1900 al 1903 fece parte della Divisione di Stato Maggiore del Ministero della Guerra. Il 29 settembre 1904 fu promosso Maggiore e il 30 giugno 1906 Tenente Colonnello, in questo periodo fu Capo di Stato Maggiore della Divisione di stanza a Livorno e dal giugno 1910 di quella di stanza a Napoli. Nel corso della guerra russo-giapponese scrisse diversi articoli sulla Rivista Militare commentando gli avvenimenti in Estremo Oriente. All’atto della mobilitazione per la guerra di Libia, il 9 ottobre 1911 partì per l’Africa Settentrionale. Fu Sottocapo di Stato Maggiore nel Comando del Corpo di Spedizione, sotto il Generale Carlo Caneva, ma fu spesso chiamato a sostituire il capo di stato maggiore, Colonnello Gastaldello, che si era ammalato. Fu inviato in missione a Roma dal Generale Caneva nel gennaio 1912, per chiarire alle autorità politiche, insoddisfatte per l’andamento delle operazioni, le difficoltà incontrate in Libia dal Corpo di Spedizione: questo incarico gli fornì per la prima volta visibilità da parte degli ambienti politici della capitale. Fu costretto a rientrare in Italia il 5 giugno 1912 a causa di una malattia contratta in servizio. Il successivo 8 agosto fu trasferito al comando del IV Corpo d’Armata, diventando Capo di Stato Maggiore dopo la promozione a Colonnello, ottenuta il 4 gennaio 1914. Il 15 luglio 1915 diventò Capo di Stato Maggiore della 2ª Armata, sotto il Generale Pietro Frugoni, diventando Generale il 31 agosto dello stesso anno. Il 22 maggio 1916 fu trasferito, con lo stesso incarico, alla 5ª Armata, all’epoca in via di costituzione, passando il 26 giugno successivo al comando della 48^ Divisione di Fanteria, schierata di fronte a Gorizia. Promosso Tenente Generale per meriti di guerra il 5 aprile 1917, fu proposto da Luigi Cadorna come Ministro della Guerra in seguito alla crisi del gabinetto Boselli, al posto del collega Paolo Morrone. Fu ministro dal 16 giugno 1917 fino alla caduta del governo, causata dalla rotta di Caporetto; cinque giorni dopo l’assunzione del dicastero venne nominato anche senatore del regno. L’azione politica di Giardino fu di un’estrema fermezza contro ogni forma di reazione interna, come la sommossa di Torino, soffocata nel sangue nell’estate del 1917. Dopo la caduta del governo rientrò nell’Esercito, essendo assegnato l’8 novembre 1917 al nuovo Comando Supremo, tenuto dal Generale Diaz, come Sottocapo di Stato Maggiore, insieme al collega Badoglio. In quella situazione ebbe diversi attriti con il collega (meno anziano di lui), inoltre non si riconosceva nelle nuove linee guida volute da Diaz. Per questi motivi fu inviato a Versailles, al Consiglio Interalleato, in sostituzione di Cadorna il 7 febbraio 1918. Rientrò dall’incarico dopo solo due mesi, venendo assegnato il 24 aprile 1918 al comando della 4ª Armata. La 4ª Armata aveva un compito fondamentale per tutto lo schieramento italiano, cioè quello di difendere il massiccio del Grappa, che rappresentava l’ultimo ostacolo naturale fra il fronte e la pianura veneta. Giardino, nel suo nuovo incarico si preoccupò di incrementare le difese del monte, ma anche di migliorare le comunicazioni e, soprattutto, le condizioni di vita delle truppe che difendevano la posizione, sia in trincea sia nei periodi di riposo.  Giardino, nel campo dell’impiego tattico delle truppe, si preoccupò di innovare i metodi di combattimento, introducendo nella dottrina tattica della sua armata sia i reparti d’assalto sia il tiro di contropreparazione dell’artiglieria. Questa preparazione delle truppe su istruzioni tattiche più moderne fu salutare nel corso della battaglia del solstizio, quando il fronte, dopo un iniziale sbandamento, fu ripristinato utilizzando il 9° Reparto d’ Assalto, comandato dal Maggiore Giovanni Messe e all’azione congiunta delle artiglierie della 4^ e della 6ª Armata. Nel corso della battaglia di Vittorio Veneto l’Armata del Grappa si batté nelle operazioni che si svolsero dal 24 al 29 ottobre 1918, perdendo 25000 uomini. Dopo la fine della guerra richiese di essere esonerato dal comando della 4^ Armata e richiese il congedo dall’esercito. A partire dal dicembre 1918 riprese la sua attività da senatore del Regno, su posizioni militariste e autoritaristiche. Il 21 dicembre 1919 fu nominato Generale d’Esercito e richiamato in servizio e dal 5 gennaio 1922 fece parte del Consiglio dell’esercito con Diaz, Caviglia, Badoglio, Pecori Giraldi ed Emanuele Filiberto di Savoia duca d’Aosta. Il 26 giugno dello stesso anno fu designato al comando di un’armata. All’atto della marcia su Roma era al comando dell’armata di stanza a Firenze e non risulta che abbia avuto rapporti con le squadre che mossero da quella città. Dal 16 settembre 1923 fu governatore della città di Fiume, in attesa dell’annessione della città all’Italia. Il 27 aprile 1924 lasciò tale incarico a favore del governo della città, ormai divenuta italiana. L’ultima parte della sua attività politica si svolse per contrastare l’ordinamento militare proposto dal Generale Di Giorgio e la legge istitutiva della MVSN, in cui vedeva un tentativo del potere politico di limitare l’autonomia dell’esercito e di creare una forza armata fortemente politicizzata. In questa sua azione fu appoggiato da gran parte dei componenti il Consiglio dell’esercito. In seguito al dibattito parlamentare l’ordinamento Di Giorgio venne ritirato e la MVSN fu ridimensionata. Giardino diede infine appoggio al governo Mussolini il 2 aprile 1925. Il 17 giugno 1926 venne nominato Maresciallo d’Italia e il 31 dicembre 1929 ebbe il Gran Collare dell’Annunziata. Nel 1927 si ritirò a Torino e nella amata villa di famiglia a Marentino, paesino della collina torinese, dedicandosi a studi storici e pubblicando diversi volumi di memorie sulle sue esperienze nel corso della prima guerra mondiale, spesso destinati ad esaltare le azioni dei suoi “soldatini”. L’ultimo suo intervento pubblico avvenne il 23 settembre 1935, in occasione dell’inaugurazione dell’ossario di Cima Grappa. Morì a Torino il 21 novembre 1935. Il 4 agosto 1936, giorno delle celebrazioni annuali a Cima Grappa, la salma venne portata, su un affusto di cannone, all’ossario dove ebbe la tumulazione definitiva. In suo onore fu eretta una statua che domina il viale centrale di Bassano del Grappa. Fotografia formato 19,5 x 15,2. Fotografo: F.lli d’Alessandri – Roma.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
     24 maggio 1919
Medaglia d’Argento al Valore Militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valore Militare
     «Seppe dare informazioni periodiche e precise agevolando col servizio di vigilanza e di sicurezza la sorpresa di Cassala; nell’attacco fu tra i primi alla testa dei suoi soldati nel campo mahdista e seppe di poi estendere il raggio di vigilanza fino a Cartum e all’Atbara
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1929
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regio Decreto 30 dicembre 1919
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1929
Croce d'oro per anzianità di servizio (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni)
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra   
   
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

Onorificenze straniere

Grand'Ufficiale dell'Ordine del Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine del Legion d’Onore (Francia)
   
Distinguished Service Order (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Distinguished Service Order (Regno Unito)
   

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Arc. G3: Morrone Paolo in grande da Tenente Generale mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Torre Annunziata, 3 luglio 1854 – Roma, 4 gennaio 1937). Arruolatosi nel Regio Esercito Italiano il 10 ottobre 1871, frequentò i corsi della Scuola di fanteria e cavalleria di Modena. Nominato Sottotenente tre anni dopo fu assegnato al 26º Reggimento di Fanteria. Successivamente frequentò la Scuola di guerra nel 1884, classificandosi primo nelle armi di fanteria e cavalleria. Il 26 settembre 1886 fu nominato Capitano del Corpo di Stato Maggiore e Capo di Stato Maggiore della Divisione Militare di Ancona. Prese parte dal 1890 al 1891 alla Campagna d’Africa precedente la Guerra di Abissinia. Nel giro di pochi anni arrivò ai gradi apicali: fu promosso Tenente Colonnello l’8 luglio 1897, Colonnello il 21 marzo 1901 e comandante del 37º Reggimento di Fanteria, Maggiore Generale il 23 gennaio 1908 e nominato comandante della Brigata Sicilia, Tenente Generale il 31 dicembre 1911. Due mesi prima dell’inizio della Grande Guerra, fu incaricato di formare il XIV Corpo d’Armata, a capo del quale, all’inizio delle ostilità, si posizionò sull’Isonzo di fronte al Monte San Michele. Riuscì a tenere la posizione grazie alle sue doti di organizzatore tattico e condottiero, riportando la vittoria sul nemico alla guida di un manipolo di soldati di truppa, in gran parte meridionali e del napoletano. Questa azione fu premiata dal Re Vittorio Emanuele III con l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia e dal presidente della Repubblica Francese, per il tramite del Generale Lyautey la Commenda della Legion d’Onore. Durante la Prima guerra mondiale, fu al comando prima della 4ª Armata e successivamente della 9ª Armata italiana. Fu promosso Generale di Corpo d’Armata il 22 luglio 1923. Rivestì l’incarico di ministro della guerra dal 4 aprile 1916 al 18 giugno 1916 durante il Governo Salandra II, e dal 18 giugno 1916 – 16 giugno 1917 nel Governo Boselli. Contestualmente venne nominato senatore del Regno d’Italia il 15 maggio 1916 e prestò giuramento il 16 giugno. Fu presidente del Tribunale Supremo di Guerra e Marina dal 21 ottobre 1917 al 7 marzo 1918, membro effettivo del Consiglio dell’Ordine Militare di Savoia dal 4 luglio 1918 al 9 gennaio 1930 ed eletto membro della Giunta per l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia il 6 febbraio 1933. Il 19 gennaio 1930, il sindaco di Torre Annunziata, Pelagio Rossi, durante l’inaugurazione del Monumento ai Caduti, consegnò al Generale Paolo Morrone una medaglia d’oro quale omaggio all’illustre concittadino. Fotografia formato 29,5 x 18,5. Fotografo: R. D’Alessandri.

Onorificenze 

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
     21 dicembre 1890
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     29 dicembre 1904
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
     2 novembre 1906
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     30 maggio 1912
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia
     29 dicembre 1916
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     31 maggio 1901
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     30 maggio 1907
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     14 gennaio 1915
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     28 giugno 1916
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Gran cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     15 giugno 1917
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
     «Morrone cav. Paolo, tenente generale, da Torre Annunziata. Combinando attacchi di viva forza e tenace avanzata metodica, guidò le sue truppe con grande maestria e vigorosa energia alla conquista delle falde del San Michele e di San Martino, assicurandone saldamente il possesso che tante volte ostinate e sanguinose lotte aveva costato.(Altipiano carsico, agosto-novembre 1915).»
28 dicembre 1916
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     24 maggio 1919
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
   
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di guerra al valor militare
   
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
   
Croce d'oro per anzianità di servizio (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni)
   
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria

Onorificenze straniere

Commendatore della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore della Legion d’onore (Francia)
   
Membro di III Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso (Romania) - nastrino per uniforme ordinaria    Membro di III Classe dell’Ordine di Michele il Coraggioso (Romania)
     29 settembre 1922

 

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Arc. 3202: De Albertis Vittorio in uniforme ordinaria da Tenente Generale Comandante di Corpo d’Armata mod. 19 febbraio 1920 – 23 gennaio 1923 (o Generale di Corpo d’Armata mod. 23 gennaio 1923 – 22 marzo 1923) (Genova 1860 – Roma 194.). Allievo alla Scuola Militare il 15 ottobre 1877, venne promosso Sottotenente di Fanteria il 30 agosto 1878. Tenente nel 65° Reggimento Fanteria il 1° dicembre 1881, ottenne i gradi di Capitano nel 66° Reggimento Fanteria l’8 aprile 1888. Maggiore il 21 dicembre 1899, fu comandante di Battaglione del 15° Reggimento Fanteria Savona a Genova dove rimase fino al al 29 giugno 1905, quando fu nominato Tenente Colonnello nel 19° Reggimento Fanteria Brescia a Napoli, agli ordini del Colonnello G. Marghieri. Colonnello nel luglio del 1910 fu promosso Colonnello e posto al comando dell’89° Reggimento Fanteria Salerno col quale partecipò alla guerra italo-turca, distinguendosi negli scontri di Mergheb (27 febbraio 1912) e Lebda (11 maggio 1912) nonchè per le azioni offensive del giugno 1912. Ne ricavò la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia (16 marzo 1913). In libia si segnalò anche per lo spiccato interesse archeologico che ne fece il promotore di un piccolo museo a Lebda, la patria di Settimio Severo. Rientrato in Italia restò all’89° Reggimento fino al 1915, quando 24 maggio, fu promosso Maggior Generale Comandante la brigata Toscana. Con essa entrò in guerra, combattendo nelle Giudicarie dove occupò Monte Merlino, restandovi fino all’11 ottobre 1915. Il 13 dello stesso mese assunse il comando della Brigata Como, dove restò poi poco più di 15 giorni. Il 28 ottobre fu destinato al comando della 6^ Divisione, dove restò fino al 5 Maggio 1917, promosso Tenente Generale e decorato della Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia (28 dicembre 1916) per l’azione spiegata nelle Giudicarie nel primo biennio della guerra. Riconosciuto idoneo al comando di un Corpo d’Armata, fu destinato al comando del XXIV Corpo d’Armata, dove rimase dal 6 maggio al 7 luglio 1917 alle dipendenze del Comando Zona Gorizia. Passò quindi al XXIX Corpo, di nuovo nelle file della 1^ Armata che tenne dal 7 luglio 1917 al 4 gennaio 1919. Saranno reparti da lui dipendenti, segnatamente il 4° Gruppo Alpini del Colonnello Faracovi, ad occupare Trento, guadagnando la citazione nel Bollettino della Vittoria. La vittoria finale gli varrà la Commenda dell’Ordine Militare di Savoia (17 maggio 1919) per la conquista del capoluogo trentino e l’enorme bottino fatto in armi e prigionieri. Il 5 gennaio 1919 fu al comando del Corpo d’Armata di Palermo e poi a quello di Milano dove restò fino al 1921. Il 1° novembre 1921 venne posto a disposizione del Ministero dell’Interno come Comandante Generale della Regia Guardia della Pubblica Sicurezza fino al 31 dicembre 1922 quando venne collocato a Disposizione del Ministero della Guerra per Ispezioni. Promosso Generale di Corpo d’Armata il 1° febbraio 1923 venne collocato nella Riserva nel 1930. Fotografia formato 13 x 8,5. Fotografo: R. Cisari – Milano. 

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     16 marzo 1913
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     28 dicembre 1916
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
     17 maggio 1919
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
   
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918
   
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia
   

 

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Arc. 553: Vaccari Giuseppe in uniforme ordinaria da Tenente Generale Comandante di Corpo d’Armata mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Montebello Vicentino, 2 febbraio 1866 – Milano, 6 settembre 1937). Sottotenente dei Bersaglieri nel 1881, fu insegnante dal 1888 al 1893 alla Scuola di Tiro di Fanteria di Parma e dal 1898 al 1910 di arte e storia militare all’Accademia Navale di Livorno. Dal 1912 al 1915 fu in Libia e vi guadagnò la Medaglia d’Argento al Valor Militare e la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia, raggiungendo nel 1915 il grado di Colonnello. Nel 1915 rientrò in patria ed ebbe il comando della Brigata Barletta e la promozione a Maggior Generale; nel 1917 fu nominato Capo di Stato Maggiore della 3^ Armata. Nell’aprile 1918 assunse il comando del XXII Corpo d’Armata e poco dopo fu promosso tenente Generale. Nel 1919 fu ancora per qualche mese Capo di Stato Maggiore della 3^ Armata  e nel 1920 fu nominato Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito e a capo dello stesso nel 1921. Nel 1923 ebbe il comando del Corpo d’Armata di Trieste e poi di quello di Roma Nel 1932 passò in Posizione Ausiliaria. Fu nominato Senatore del regno nel 1928, gli venne conferito dal re il titolo di conte nel 1936. Fu presidente dell’Accademia Olimpica dal 1933 al 1937. Durante la guerra mondiale ottenne una Medaglia d’Argento, le Croci di Ufficiale, Commendatore, di grande Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia e una Medaglia d’Oro al Valor Militare. Fotografia formato 17,3 x 12,2. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Insegne dell'Ordine reale della Corona di Prussia - nastrino per uniforme ordinaria    Insegne dell’Ordine reale della Corona di Prussia
     7 luglio 1901
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
     17 gennaio 1904
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
     31 dicembre 1915
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     11 novembre 1919
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia
     17 aprile 1930
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     29 dicembre 1910
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     2 gennaio 1919
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
     30 dicembre 1919
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     6 maggio 1923
Gran cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Gran cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     26 maggio 1932
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     31 agosto 1916
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     24 febbraio 1918
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
     19 settembre 1918
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     17 maggio 1919
Commendatore dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine Coloniale della Stella d’Italia
     23 agosto 1916
Grande ufficiale dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine coloniale della Stella d’Italia
     31 maggio 1923
Croce d'oro per anzianità di servizio - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio
   
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro al valor militare
  «Di fronte ad una gravissima e minacciosa situazione verificatasi nel settore del Corpo d’Armata ai suoi ordini, lasciato il suo posto di comando, si portava risolutamente tra le oscillanti ondate delle fanterie ed infiammandole con la vibrata parola ed il fulgido esempio del più sereno sprezzo del pericolo, le lanciava ad impetuoso attacco contro il nemico, già imbaldanzito, risolvendo col suo personale intervento ed a favore delle nostre armi le sorti dell’aspra giornata. In una precedente circostanza, comandante di una brigata, dopo aver condotto due volte brillantemente le proprie truppe alla conquista dell’obiettivo assegnatogli, in un momento critico del ripiegamento interveniva prontamente ed energicamente coi mezzi a disposizione, fermando e riconducendo al combattimento militari dispersi e fuggiaschi al grido: “Viva l’Italia!”. Montello, 19 giugno 1918 – Castagnevizza, 23-24 maggio 1917.»
25 agosto 1919
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valore militare
   
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valore militare
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra   
   
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia interalleata della Vittoria
   
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918
   
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia
   
Medaglia mauriziana al merito militare di dieci lustri - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia mauriziana al merito militare di dieci lustri
   

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Arc. 2086: Montuori Luca in uniforme ordinaria da Tenente Generale mod.  4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Avellino, 18 febbraio 1859 – Genova, 8 marzo 1952). Dopo essere entrato all’Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino il 1º ottobre 1878 (a 19 anni) si brevettò Sottotenente d’Artiglieria due anni dopo. Nel 1889 frequentò la Scuola di Guerra, passando successivamente in forza al Corpo di Stato Maggiore per completare la formazione come ufficiale di fanteria. Divenuto Maggiore nel 1898, al comando del 2º Battaglione del 57º Reggimento fanteria “Abruzzi”, partecipò alla repressione dei moti di Milano sotto il comando del generale Fiorenzo Bava Beccaris. Per tale azione fu decorato con una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel dicembre del 1901 fu promosso Tenente Colonnello, assegnato inizialmente all’Istituto Geografico Militare di Firenze in seguito divenne insegnante di logistica presso la Scuola di Guerra. Allinizio del 1907 diventò Addetto militare presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino, e il 3 febbraio dello stesso anno fu promosso al grado di Colonnello. Rientrato in Patria ritornò al Corpo di Stato Maggiore, assumendo nel 1910 il comando del 50º Reggimento Fanteria “Parma”. Nel 1911, con lo scoppio della guerra italo-turca il suo reparto partì per la Tripolitania (Libia). Nel giugno 1912 fu promosso Maggior Generale, e al comandò della Brigata mista partecipò alla battaglia di Zanzur (8 giugno 1912), distinguendosi particolarmente tanto da essere insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Nel corso del 1913 prese parte alla battaglia di Assaba, e alla successiva avanzata su Nalut. Rientrato in Italia nel 1914 divenne dapprima comandante della Brigata Pisa, poi della III Brigata alpina, e infine, all’inizio del 1915, della Scuola di Guerra. Il 24 maggio dello stesso anno il Regno d’Italia entrò in guerra, ed egli andò al fronte come comandante della Brigata Parma, incarico che mantenne sino al 3 giugno. In quei primi giorni del mese fu promosso al grado di Tenente Generale, assumendo il comando della 10ª Divisione impegnata in Cadore, nel settore Padola-Visdende. Il 1º dicembre assunse il comando della 4ª Divisione impegnata nella sanguinosa conquista del Monte Sabotino. Il 23 maggio 1916 passò al comando del XX Corpo d’armata, dislocato nel settore dell’Altipiano dei Sette Comuni, rimanendovi fino all’agosto 1917. Durante questi mesi partecipò, tra l’altro, alla battaglia di Monte Piana e alla battaglia del monte Ortigara, venendo decorato con una seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare e il titolo di Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia. Il 23 agosto 1917 assunse il comando del II Corpo d’armata impegnato sul Carso, venendo leggermente ferito sulla Bainsizza, e prendendo successivamente parte alla nona battaglia dell’Isonzo. Il 12 ottobre assunse il comando interinale della 2ª Armata, in sostituzione del Generale Luigi Capello che si era ammalato ed era stato costretto al ricovero ospedaliero. Nonostante la malattia il Generale Capello continuò ad esercitare un’azione di comando quasi indipendente dalla sua; il disaccordo tra i due fu una delle cause della successiva disfatta di Caporetto. La cieca obbedienza agli ordini emessi dal Generale Cadorna nelle fasi cruciali dell’offensiva austro-tedesca portò la sua unità a subire perdite gravissime sia sotto il profilo numerico che in quello morale. La mancata denuncia delle responsabilità del Generale Pietro Badoglio, comandante del XXVII Corpo d’armata gli valse l’appoggio del nuovo comandante supremo, il Generale Armando Diaz, che gli assegnò il comando della 6ª Armata posizionata sull’Altopiano dei Sette Comuni. Nel corso del 1918 si distinse particolarmente durante la battaglia del Solstizio, e nel mese di ottobre, in quella di Vittorio Veneto. Nel dopoguerra entrò nel Consiglio dell’Esercito il 21 gennaio 1923 e venne promosso Generale d’Armata due giorni dopo, continuando la scia di successi il 20 maggio 1928 quando arrivò la nomina a Senatore del Regno d’Italia, prestando giuramento in tal senso il 4 giugno dello stesso anno. Quando l’Italia, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, si arrese agli anglo-americani, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, il governo che Mussolini aveva creato nell’Italia del nord. Proprio per questo motivo, il crollo definitivo del fascismo coincise con la fine della sua carriera politica: venne infatti dichiarato decaduto dall’Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo il 31 luglio 1945, e il suo ricorso in appello fu rigettato il 22 luglio 1948. Morì a Genova l’8 marzo 1952. Fotografia formato 15,5 x 11,5. Fotografo: Sconosciuto. 

Onorificenze

Italiane

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     16 marzo 1913
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     Regio Decreto 28 dicembre 1913
Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia
     «Durante l’offensiva austriaca dal Trentino, con savio indirizzo e ferrea energia arrestava l’incalzante     avanzata del nemico verso Val di Brenta, riusciva a dominare la situazione e muovere, secondo l’intendimento superiore, alla controffensiva (5-15 giugno 1916). Guidava questa con instancabile ed aggressiva attività conquistando sull’orlo settentrionale dell’Altipiano importanti posizioni, dalle quali minacciando di avvolgere l’avversario, ne determinava il ripiegamento (15-24 giugno 1916).»
Regio Decreto 28 dicembre 1916
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
     «Comandante dell’Armata degli Altipiani, composta da truppe interalleate, diede prova di somma perizia, di prudente energia, di ammirevole avvedutezza, prima predisponendo ed organizzando mezzi e sforzi, poi incalzando il nemico con slancio ed ardire nella travolgente manovra che distrusse la resistenza nemica ed assicurò la vittoria (marzo-novembre 1918).»
Regio Decreto 24 maggio 1919
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Per il coraggio e l’energia dimostrati alla testa di due compagnie del suo battaglione, respingendo vittoriosamente oltre mille rivoltosi armati che tentavano l’attacco al posto di questura di via Napo Torriani, salvando così le guardie di pubblica sicurezza ed il drapello di truppa che vi erano ricoverati e che sarebbero certamente stati sopraffatti. Milano, 6 maggio 1898
Regio Decreto 5 giugno 1898.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Nell’attacco all’altura di Quota 188, nei pressi di Oslavia, da lui personalmente diretto, si pose alla testa della brigata Granatieri di Sardegna, priva del suo comandante titolare, guidandola valorosamente nel fortunato assalto. Collina quota 188 (nord est di Oslavia), 20 novembre 1915
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante del corpo d’armata, sull’altopiano della Bainsizza, quotidianamente percorreva le trincee di prima linea per sorvegliare, provvedere ed animare tutti nella sua fede, della sua attività e del suo spirito di sacrificio, venne colpito da pallottola in un braccio ma non lasciò il comando. Vallone di Chiappovano, 12 settembre 1917. Al ponte della Priula, benche nuovamente ferito, non abbandonava le sue truppe se non quando vide al sicuro le ultime retroguardie: splendido esempio a tutti di valore e di costante alto sentimento del dovere
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Croce d'oro per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 25 anni di servizio - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 25 anni di servizio
   
Medaglia commemorativa della Guerra italo-turca 1911–1912 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della Guerra italo-turca 1911–1912
   
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918
   
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia interalleata della vittoria
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
     26 dicembre 1897
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     2 giugno 1910
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
     7 dicembre 1912
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     31 maggio 1917
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     27 dicembre 1918
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     30 maggio 1907
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     29 maggio 1913
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1º giugno 1918
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     7 dicembre 1922
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
    11 febbraio 1926

Tedesche

Cavaliere di III classe dell'Ordine dell'Aquila Rossa - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di III classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa
     5 giugno 1902

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Arc. 554: De Marchi Ernesto in grande uniforme da Maggior Generale mod. 4 novembre 1818 – 3 marzo 1923 ( Demonte 1864 – …). Sottotenente di Fanteria nel 1885, partecipò alle operazioni d’Africa dal 1887 al 1895 guadagnandosi una Medaglia di Bronzo al Valor Militare ad Halaj e una d’Argento a Coatit. Nel 1911 partecipò alla guerra italo-turca ottenendo a Zanzur e a Bir El Turki una seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare. Colonnello nel 1915, comandò il 147° e il 6° Reggimento Fanteria meritandosi la terza Medaglia d’Argento, e resse il comando delle Brigate Aosta e Pescara guadagnandosi la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Con il grado di Maggior Generale comandò la 2^ Divisione d’Assalto che guidò alla riconquista di Vittorio Veneto e del Cadore, per cui gli fu concessa la Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Dopo  aver retto i comandi della 5^ Divisione nel 1919 e della Divisione di Firenze nel 1920 assunse, nel 1923 il grado di Generale di Divisione e andò in Posizione Ausiliaria nel 1928. 

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     1915
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria   Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al valor militare
     Halaj 1887
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valor Militare
     Coatit 1895
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valor Militare
     Zanzur – Bir El Turki 1911
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valor Militare
     1915
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   

 

 

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Arc. 1621: Ceccherini Sante Lorenzo Minotti in grande uniforme da Maggior Generale mod. 4 novembre 1918 – 3 marzo 1923 (Incisa in Val d’Arno, 15 novembre 1863 – Marina di Pisa, 9 agosto 1932). Entrò nel Collegio Militare di Firenze a 15 anni, e poi, a partire dal 1882, proseguì gli studi alla Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, uscendone nel 1884 con il grado di Sottotenente assegnato all’arma di Fanteria. Nel 1886 entrò nel corpo dei Bersaglieri, nel quale prestò servizio ininterrottamente fino alla prima guerra mondiale, assegnato in servizio nell’11º Reggimento Bersaglieri e l’anno successivo fu promosso Tenente. Valente schermidore, si dedicò prevalentemente all’attività sportiva. Il titolo di campione italiano, gli valse la promozione a Capitano nel 1897. Prestò servizio per un anno (1889-1890) nel Regio Corpo Truppe Coloniali d’Eritrea, servendo sotto i generali Antonio Baldissera e Baldassarre Orero. Promosso Capitano nel 1897, in forza al 12º Reggimento Bersaglieri, partecipò ai Giochi olimpici di Londra (27 aprile-31 ottobre 1908 in squadra con Alessandro Pirzio Biroli aggiudicandosi la medaglia d’argento nella specialità sciabola a squadre. Dopo il terremoto di Messina (28 dicembre 1908) si distinse nelle operazioni di soccorso alle popolazioni, venendo insignito nel 1909 della Medaglia d’Argento al Valor Civile per l’impegno e la filantropia dimostrati, e la promozione a Maggiore nel 1910. Conclusa la carriera sportiva, nonostante la non più giovane età, nel 1912 chiese di partecipare alla guerra italo-turca, dove guidò un battaglione dell’11º Reggimento Bersaglieri, ricevendo una Medaglia d’Argento al Valor Militare e una di Bronzo al Valor Militare. Promosso Tenente Colonnello all’inizio del 1915, dopo l’inizio delle operazioni contro l’Impero austro-ungarico, il 24 maggio, si distinse durante gli attacchi contro il Monte San Michele venendo decorato con una seconda Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel mese di settembre fu promosso Colonnello e assunse il comando del 12º Reggimento Bersaglieri, che guidò in vari scontri, facendosi particolarmente valere durante la seconda battaglia dell’Isonzo, negli attacchi sul Veliki e sul Pecinka, dove fu decorato con la terza Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nell’aprile 1917 assunse il comando della 3ª Brigata Bersaglieri e dopo l’esito infausto della battaglia di Caporetto la sua brigata difese il ponte di Mandrisio sul Tagliamento, consentendo il ripiegamento ordinato ai reparti della 3ª Armata del Duca d’Aosta, che poi si attestarono sulla linea del Piave. Attestatisi i reparti del Regio Esercito sul Piave, la 3ª Brigata Bersaglieri fu assegnata alla 54ª Divisione del Generale Ulderico Pajola del XIII Corpo d’armata del Generale Ugo Sani. Si distinse particolarmente durante la battaglia di Molino della Sega (16-17 novembre 1917) venendo decorato con la Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia e la promozione a Maggiore Generale nell’aprile 1918. Continuò a comandare la brigata durante la battaglia del solstizio e in quella di Vittorio Veneto venendo insignito della Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Concluso il conflitto, la sua carriere militare sembrava giunta al termine. Nell’aprile 1919 lasciò il comando della brigata e passò a disposizione del Ministero della guerra e accolse l’invito di Gabriele D’Annunzio a raggiungerlo nell’impresa di Fiume, dove già suo figlio Venanzio era impegnato. Nominato comandante della 1ª Divisione di truppe fiumane svolse il ruolo di mediatore tra le unità dell’esercito regolare che si fronteggiavano agli ordini di D’Annunzio e di Pietro Badoglio. Il 26 ottobre Badoglio gli scrisse chiedendogli di adoperarsi per difendere la disciplina militare e la monarchia, al fine di non aggravare la frattura che si era verificata all’interno dell’esercito e del paese. In questo ruolo accompagnò e sostenne D’Annunzio in tutte le trattative e le cerimonie, cercando il più possibile di mantenere l’ordine ed evitare scontri armati tra reparti contrapposti. Rimase ferito il 6 maggio 1920 quando intervenne direttamente per permettere a 300 tra carabinieri, soldati ed ufficiali di lasciare Fiume. Il 6 giugno fu nominato Presidente della Suprema Corte di terra e di mare di Fiume, e a metà del mese di novembre il suo intervento evitò lo scontro tra le truppe del generale Ferrario, comandante della 45ª Divisione, e gli arditi di D’Annunzio. Deluso dalla mancanza di disciplina dei legionari, dal non rispetto per le tradizioni dell’esercito regolare previsto dall’ordinamento dell’esercito fiumano emesso a fine di ottobre, e dall’impossibilità di raggiungere un compromesso per evitare lo scontro diretto tra il Regio Esercito e legionari, alla fine del mese di novembre lasciò definitivamente Fiume in preda all’anarchia e alla ingovernabilità. Non ricoprì più incarichi attivi nel Regio Esercito, venendo messo a disposizione per ispezioni e poi, nel marzo 1922, in posizione ausiliaria speciale per la riduzione di quadri. Si dedicò attivamente alla politica aderendo al movimento fascista. Il 16 ottobre 1922 partecipò con Mussolini, i Generali Emilio De Bono e Gustavo Fara e i gerarchi Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi e Ulisse Igliori alla riunione preparatoria, tenutasi a Milano che decise la marcia su Roma. Fu assistente di Dino Perrone Compagni nel comando della colonna di fascisti toscani destinata a concentrarsi a Santa Marinella. Svolse, tuttavia, un ruolo molto limitato perché la colonna rimase bloccata tra le stazioni ferroviarie di Santa Marinella e Civitavecchia fino al 31 ottobre, quando, terminate le trattative per la formazione del nuovo governo, venne avviata a Roma per partecipare alla sfilata conclusiva. Nel 1923 fu promosso Generale di Divisione, venendo eletto membro del Consiglio provinciale di Firenze e, nel luglio 1924, fu nominato Luogotenente Generale della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale e comandante della VIII zona (Firenze). Durante la crisi del fascio locale, nel 1925 si schierò con l’ala squadrista del console Tullio Tamburini. Nel gennaio 1927 divenne Ispettore generale della milizia ma nel 1928 fu colpito da una paralisi parziale al lato destro del corpo. Si spense a Marina di Pisa il 9 agosto 1932. Fotografia formato 16,8 x 11. Fotografo: Alvino – Firenze. Autografa – Datata Gennaio 1922

Onorificenze

Onorificenze italiane

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
  «Animatore infaticabile delle più gagliarde energie guerriere, condottiero superbo di uomini, per radenza di sentimento italiano, pratiche costanti di valore personale a tutta prova dal primo giorno di guerra, ininterrottamente alla testa di reparti contendenti al nemico la terra e la gloria; primo fra i primi partecipava ai più aspri cimenti, contribuendo a scrivere una tra le più belle pagine della nostra storia militare. Nella regione del Piave, quando il fiume sacro ancora arrossava di sangue nemico per la fuga di Fagarè, al valor suo dovuta, in altra gravissima ora lanciava senza esitare l’impeto dei sopraggiunti suoi guerrieri sull’Austriaco, che, dalla superata ansa di Ca’ Lunga, guardava Venezia, e lo costringeva a ripassare il Sile. Ed infine, tenacemente operando, costantemente osando, i suoi bersaglieri trascinava fra i canti di gloria di vittoria in vittoria al Piave Nuovo, contribuendo in modo del tutto particolare a restituire alla patria il primo lembo di terra italiana. Ca’ Lunga, Cavazuccherina, Cortellazzo, Piave Nuovo, dicembre 1917 – luglio 1918
— Regio Decreto 9 febbraio 1919.
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
  «Con esemplare prontezza e vigorosa intelligente azione, seppe tradurre in atto le direttive del Comando Supremo ed imprimere con instancabile operosità magnifico impulso all’azione delle sue truppe, così da riuscire in brevissimo tempo, e malgrado l’ostinata fortissima resistenza avversaria, alla conquista completa delle posizioni facendo prigionieri tutti i superstiti nemici con ricco bottino e riacquistando tutto il materiale perduto. Riva destra del Piave presso San Bartolomeo (Treviso), 16-17 novembre 1917
— Regio Decreto 19 settembre 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
  «Nel combattimento del 14 luglio 1912 a Sidi Alì, con slancio ed ardimento attaccava ed occupava col proprio battaglione la posizione del Marabutto, esempio a tutti i dipendenti di serenità e di coraggio. Si comportava valorosamente anche nei combattimenti di Regdaline 21 agosto 1912 e di Sidi Bilal 20 settembre 1912. Sidi Ali, 14 luglio 1912 – Regdaline 15 agosto 1912 – Sidi Bilal 20 settembre 1912
— Regio Decreto 22 marzo 1913.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
  «Il 20 luglio sotto un fuoco violento ed efficace di fucileria e d’artiglieria nemica, conduceva il battaglione all’assalto della posizione di M. San Michele e rincuorando i suoi con la parola e con l’esempio, fra i primi irrompeva nelle posizioni avversarie facendo molti prigionieri; all’alba del giorno seguente, con pochissimi ufficiali superstiti, respinse vittoriosamente i violenti contrattacchi e quando vide i suoi attorniati dai nemici si fece strada alla baionetta e li ricondusse in salvo in una posizione più arretrata, dalla quale contribuì ad arrestare l’avanzata del nemico. –Monte San Michele, 20 e 21 luglio 1915
— Regio. Decreto 22 gennaio 1916.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
  «Con valore preparò e condusse il suo reggimento all’attacco ed alla conquista di una importante posizione nemica, che saldamente mantenne nonostante un intenso e prolungato bombardamento nemico. Costante esempio di ardimento, erasi distinto anche nell’azione del 12 ottobre 1916. – Pecinka, 1-3 novembre 1916
— Decreto Luogotenenziale 25 marzo 1917.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al valor militare
  «In due combattimenti comandò il battaglione con ardimento e serenità, tanto all’attacco delle posizioni nemiche, quanto in un ripiegamento sotto il fuoco avversario. Macabez24 maggio 1912 – Sidi Said 28 giugno 1912
— Regio Decreto 22 marzo 1913.
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra   
   
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Croce d'argento per anzianità di servizio militare (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’argento per anzianità di servizio militare (25 anni)
   
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa guerra italo-turca 1911-1912
   
Medaglia d'oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo
     «Per essersi segnalato nel prestare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908»
Medaglia commemorativa per il terremoto calabro-siculo - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa per il terremoto calabro-siculo
     «Per l’opera soccorritrice del 28 dicembre 1908»
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume
   
Croce commemorativa della 3ª Armata - nastrino per uniforme ordinaria    Croce commemorativa della 3ª Armata
   
Medaglia commemorativa della Marcia su Roma - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della Marcia su Roma
   
Medaglia di bronzo al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al Merito Civile
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di IV Classe dell'Ordine di Sant'Anna (Impero Russo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di IV Classe dell’Ordine di Sant’Anna (Impero Russo)
   
Croix de guerre francese 1914–1918 con palma di bronzo (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Croix de guerre francese 1914–1918 con palma di bronzo (Francia)
   

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Arc. 982: Maggior generale in comando di Divisione in uniforme ordinaria mod. 4 novembre 1918 – 3 marzo 1923. Fotografia formato 10,3 x 8,3. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. G3: Mombelli di Aniceto Ernesto in uniforme ordinaria da maggior Generale mod. 4 novembre 1918 – 3 marzo 1923 (Torino, 12 giugno 1867 – Firenze, 24 febbraio 1932). Ufficiale di Artiglieria nel 1888, dopo essersi distinto all’Accademia Militare, si segnalò anche alla Scuola di Guerra. Entrato nello Stato Maggiore, vi fu promosso Capitano nel giugno 1899, venendo impiegato a lungo presso il comando del Corpo. maggiore nel settembre 1909, andò a comandare il prescritto Battaglione di fanteria al 3° Reggimento Alpini. Partecipò alla guerra italo-turca, rimanendo ferito e meritando una Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel 1912 fu Capo di Stato Maggiore del Generale Ameglio nel Corpo di occupazione del Dodecanneso. Nel novembre 1912 fu promosso Tenente Colonnello e destinato alla Sublime Porta quale addetto militare. Divenne quindi un esperto delle intricate vicende balcaniche. Rientrato in Italia nel 1914, fu promosso Colonnello e fu Addetto Militare a Costantinopoli. Allo scoppio della guerra fu mandato in Macedonia quale Capo del Servizio informazioni e nel 1917 vi fu promosso maggior Generale. Il primo comando di un unità mobilitata fu quello della 35^ Divisione sempre sul fronte balcanico che assunse il 2 luglio 1917 per cederlo solo il 31 luglio 1919. Ebbe modo di maturare un atteggiamento sempre più decisamente antifrancese, per le pressioni del Generale L. Franchet d’Espèrey, portò a termine l’offensiva del settembre 1918 che costò ai bulgari 10.000 prigionierie guadagnò due Croci dell’Ordine Militare di Savoia. Nel 1920 fu nominato membro della Commissione interalleata per la sistemazione dell’Ungheria e, nel biennio successivo, del Comotato generali interalleati ad Istanbul, quale alto commissario italiano. Nel 1923 fu promosso Generale di Divisione e assunse il comando della Divisione di Roma. Successivamente e fino al 1926 fu destinato da Federzoni in Cirenaica quale governatore. Promosso nel 1927 Generale di Corpo d’Armata, schierato nel partito dei “badogliani”, assunse il comando del Corpo d’Armata di Udine e poi quelli di Torino (dal 1928 al febbraio 1931) e di Firenze. Qui il 24 febbraio 1932 lo raggiunse la morte. Fotografia formato 21,3 x 15. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
     10 marzo 1920
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     27 dicembre 1918
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Grande Ufficiale Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale Ordine della Corona d’Italia
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine coloniale della Stella d’Italia
     11 giugno 1925
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al merito di guerra
   
Croce di Guerra della Grecia 1916-17 - nastrino per uniforme ordinaria Croce di Guerra della Grecia 1916-17
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Distinguished Service Medal (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria    Distinguished Service Medal (Stati Uniti)
   

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Arc. 1709: Ceccherini Sante in uniforme da Generale di Brigata della Legione Fiumana (Incisa in Val d’Arno, 15 novembre 1863 – Marina di Pisa, 9 agosto 1932). Entrò nel Collegio Militare di Firenze a 15 anni, e poi, a partire dal 1882, proseguì gli studi alla Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, uscendone nel 1884 con il grado di Sottotenente assegnato all’arma di Fanteria. Nel 1886 entrò nel corpo dei Bersaglieri, nel quale prestò servizio ininterrottamente fino alla prima guerra mondiale, assegnato in servizio nell’11º Reggimento Bersaglieri e l’anno successivo fu promosso Tenente. Valente schermidore, si dedicò prevalentemente all’attività sportiva. Il titolo di campione italiano, gli valse la promozione a Capitano nel 1897. Prestò servizio per un anno (1889-1890) nel Regio corpo truppe coloniali d’Eritrea, servendo sotto i Generali Antonio Baldissera e Baldassarre Orero. Promosso Capitano nel 1897, in forza al 12º Reggimento Bersaglieri, partecipò ai Giochi olimpici di Londra (27 aprile-31 ottobre 1908 in squadra con Alessandro Pirzio Biroli) aggiudicandosi la medaglia d’argento nella specialità sciabola a squadre. Dopo il terremoto di Messina (28 dicembre 1908) si distinse nelle operazioni di soccorso alle popolazioni, venendo insignito nel 1909 della Medaglia d’Argento al Valor Civile per l’impegno e la filantropia dimostrati, e la promozione a Maggiore nel 1910. Conclusa la carriera sportiva, nonostante la non più giovane età, nel 1912 chiese di partecipare alla guerra italo-turca, dove guidò un battaglione dell’11º Reggimento Bersaglieri, ricevendo una Medaglia d’Argento e una di Bronzo al Valor Militare. Promosso Tenente Colonnello all’inizio del 1915, dopo l’inizio delle operazioni contro l’Impero austro-ungarico, il 24 maggio, si distinse durante gli attacchi contro il Monte San Michele venendo decorato con una seconda Medaglia d’argento al valor militare. Nel mese di settembre fu promosso Colonnello e assunse il comando del 12º Reggimento Bersaglieri, che guidò in vari scontri, facendosi particolarmente valere durante la seconda battaglia dell’Isonzo, negli attacchi sul Veliki e sul Pecinka, dove fu decorato con la terza Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nell’aprile 1917 assunse il comando della 3ª Brigata Bersaglieri e dopo l’esito infausto della battaglia di Caporetto la sua brigata difese il ponte di Mandrisio sul Tagliamento, consentendo il ripiegamento ordinato ai reparti della 3ª Armata del Duca d’Aosta, che poi si attestarono sulla linea del Piave. Attestatisi i reparti del Regio Esercito sul Piave, la 3ª Brigata Bersaglieri fu assegnata alla 54ª Divisione del Generale Ulderico Pajola del XIII Corpo d’armata del Generale Ugo Sani. Si distinse particolarmente durante la battaglia di Molino della Sega (16-17 novembre 1917) venendo decorato con la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e la promozione a Maggiore Generale nell’aprile 1918. Continuò a comandare la brigata durante la battaglia del solstizio e in quella di Vittorio Veneto venendo insignito della Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Concluso il conflitto, la sua carriere militare sembrava giunta al termine. Nell’aprile 1919 lasciò il comando della brigata e passò a disposizione del Ministero della guerra e accolse l’invito di Gabriele D’Annunzio a raggiungerlo nell’impresa di Fiume, dove già suo figlio Venanzio era impegnato. Nominato comandante della 1ª Divisione di truppe fiumane svolse il ruolo di mediatore tra le unità dell’esercito regolare che si fronteggiavano agli ordini di D’Annunzio e di Pietro Badoglio. Il 26 ottobre Badoglio gli scrisse chiedendogli di adoperarsi per difendere la disciplina militare e la monarchia, al fine di non aggravare la frattura che si era verificata all’interno dell’esercito e del paese. In questo ruolo accompagnò e sostenne D’Annunzio in tutte le trattative e le cerimonie, cercando il più possibile di mantenere l’ordine ed evitare scontri armati tra reparti contrapposti. Rimase ferito il 6 maggio 1920 quando intervenne direttamente per permettere a 300 tra carabinieri, soldati ed ufficiali di lasciare Fiume. Il 6 giugno fu nominato Presidente della Suprema Corte di terra e di mare di Fiume, e a metà del mese di novembre il suo intervento evitò lo scontro tra le truppe del Generale Ferrario, comandante della 45ª Divisione, e gli arditi di D’Annunzio. Deluso dalla mancanza di disciplina dei legionari, dal non rispetto per le tradizioni dell’esercito regolare previsto dall’ordinamento dell’esercito fiumano emesso a fine di ottobre, e dall’impossibilità di raggiungere un compromesso per evitare lo scontro diretto tra il Regio Esercito e legionari, alla fine del mese di novembre lasciò definitivamente Fiume in preda all’anarchia e alla ingovernabilità. Non ricoprì più incarichi attivi nel Regio Esercito, venendo messo a disposizione per ispezioni e poi, nel marzo 1922, in Posizione Ausiliaria speciale per la riduzione di quadri. Si dedicò attivamente alla politica aderendo al movimento fascista. Il 16 ottobre 1922 partecipò con Mussolini, i Generali Emilio De Bono e Gustavo Fara e i gerarchi Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi e Ulisse Igliori alla riunione preparatoria, tenutasi a Milano che decise la marcia su Roma. Fu assistente di Dino Perrone Compagni nel comando della colonna di fascisti toscani destinata a concentrarsi a Santa Marinella. Svolse, tuttavia, un ruolo molto limitato perché la colonna rimase bloccata tra le stazioni ferroviarie di Santa Marinella e Civitavecchia fino al 31 ottobre, quando, terminate le trattative per la formazione del nuovo governo, venne avviata a Roma per partecipare alla sfilata conclusiva. Nel 1923 fu promosso Generale di Divisione, venendo eletto membro del Consiglio provinciale di Firenze e, nel luglio 1924, fu nominato Luogotenente Generale della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale e comandante della VIII zona (Firenze). Durante la crisi del fascio locale, nel 1925 si schierò con l’ala squadrista del console Tullio Tamburini. Nel gennaio 1927 divenne Ispettore generale della milizia ma nel 1928 fu colpito da una paralisi parziale al lato destro del corpo. Si spense a Marina di Pisa il 9 agosto 1932. Fotografia formato 14 x 9. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Onorificenze italiane

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     «Animatore infaticabile delle più gagliarde energie guerriere, condottiero superbo di uomini, per radenza di sentimento italiano, pratiche costanti di valore personale a tutta prova dal primo giorno di guerra, ininterrottamente alla testa di reparti contendenti al nemico la terra e la gloria; primo fra i primi partecipava ai più aspri cimenti, contribuendo a scrivere una tra le più belle pagine della nostra storia militare. Nella regione del Piave, quando il fiume sacro ancora arrossava di sangue nemico per la fuga di Fagarè, al valor suo dovuta, in altra gravissima ora lanciava senza esitare l’impeto dei sopraggiunti suoi guerrieri sull’Austriaco, che, dalla superata ansa di Ca’ Lunga, guardava Venezia, e lo costringeva a ripassare il Sile. Ed infine, tenacemente operando, costantemente osando, i suoi bersaglieri trascinava fra i canti di gloria di vittoria in vittoria al Piave Nuovo, contribuendo in modo del tutto particolare a restituire alla patria il primo lembo di terra italiana. Ca’ Lunga, Cavazuccherina,            Cortellazzo, Piave Nuovo, dicembre 1917 – luglio 1918
Regio Decreto 9 febbraio 1919.
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     «Con esemplare prontezza e vigorosa intelligente azione, seppe tradurre in atto le direttive del Comando Supremo ed imprimere con instancabile operosità magnifico impulso all’azione delle sue truppe, così da riuscire in brevissimo tempo, e malgrado l’ostinata fortissima resistenza avversaria, alla conquista completa delle posizioni facendo prigionieri tutti i superstiti nemici con ricco bottino e riacquistando tutto il materiale perduto. Riva destra del Piave presso San Bartolomeo (Treviso), 16-17 novembre 1917
Regio Decreto 19 settembre 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Nel combattimento del 14 luglio 1912 a Sidi Alì, con slancio ed ardimento attaccava ed occupava col proprio battaglione la posizione del Marabutto, esempio a tutti i dipendenti di serenità e di coraggio. Si comportava valorosamente anche nei combattimenti di Regdaline 21 agosto 1912 e di Sidi Bilal 20 settembre 1912. Sidi Ali, 14 luglio 1912 – Regdaline 15 agosto 1912 – Sidi Bilal 20 settembre 1912
Regio Decreto 22 marzo 1913.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Il 20 luglio sotto un fuoco violento ed efficace di fucileria e d’artiglieria nemica, conduceva il battaglione all’assalto della posizione di M. San Michele e rincuorando i suoi con la parola e con l’esempio, fra i primi irrompeva nelle posizioni avversarie facendo molti prigionieri; all’alba del giorno seguente, con pochissimi ufficiali superstiti, respinse vittoriosamente i violenti contrattacchi e quando vide i suoi attorniati dai nemici si fece strada alla baionetta e li ricondusse in salvo in una posizione più arretrata, dalla quale contribuì ad arrestare l’avanzata del nemico. –Monte San Michele, 20 e 21 luglio 1915
Regio. Decreto 22 gennaio 1916.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Con valore preparò e condusse il suo reggimento all’attacco ed alla conquista di una importante posizione nemica, che saldamente mantenne nonostante un intenso e prolungato bombardamento nemico. Costante esempio di ardimento, erasi distinto anche nell’azione del 12 ottobre 1916. – Pecinka, 1-3 novembre 1916
Decreto Luogotenenziale 25 marzo 1917.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al valor militare
 

«In due combattimenti comandò il battaglione con ardimento e serenità, tanto all’attacco dell posizioni nemiche, quanto in un ripiegamento sotto il fuoco avversario. Macabez24 maggio 1912 – Sidi Said 28 giugno 1912.» Regio Decreto 22 marzo 1913.

Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra   
   
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Croce d'argento per anzianità di servizio militare (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’argento per anzianità di servizio militare (25 anni)
   
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa guerra italo-turca 1911-1912
   
Medaglia d'oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo
     «Per essersi segnalato nel prestare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre 1908»
Medaglia commemorativa per il terremoto calabro-siculo - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa per il terremoto calabro-siculo
     «Per l’opera soccorritrice del 28 dicembre 1908»
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della spedizione di Fiume
   
Croce commemorativa della 3ª Armata - nastrino per uniforme ordinaria    Croce commemorativa della 3ª Armata
   
Medaglia commemorativa della Marcia su Roma - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della Marcia su Roma
   
Medaglia di bronzo al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al Merito Civile
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di IV Classe dell'Ordine di Sant'Anna (Impero Russo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di IV Classe dell’Ordine di Sant’Anna (Impero Russo)
   
Croix de guerre francese 1914–1918 con palma di bronzo (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Croix de guerre francese 1914–1918 con palma di bronzo (Francia)
   

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Arc. 2103: Tellini Enrico in uniforme ordinaria da Brigadiere Generale mod. 4 novembre 1918 – 3 marzo 1923 (Castelnuovo di Garfagnana, 25 agosto 1871 – Giannina, 27 agosto 1923). Enrico Tellini nacque a Castelnuovo Garfagnana nel 1871, trascorrendo però i primi anni della sua vita a Pontremoli, al cui tribunale il padre magistrato era stato destinato come giudice. Nel 1884, a tredici anni, fu ammesso al Collegio Militare di Firenze e successivamente frequentò l’Accademia Militare venendo quindi nominato Sottotenente d’Artiglieria nel 1890. Dal 1901 prestò servizio a Roma presso lo Stato Maggiore dell’esercito e nel 1911 prese parte, col grado di Capitano, alla guerra italo-turca in qualità di sotto capo di Stato maggiore della divisione militare di stanza a Derna e dove meritò la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Promosso maggiore nel 1914, venne in seguito destinato come addetto militare all’ambasciata italiana a Vienna, partecipò alla guerra del 1915-1918. Fu addetto al comando supremo e in seguito comandò l’Artiglieria Divisionale per poi passare al comando della Brigata Lombardia meritando la promozione a Colonnello per meriti di guerra nel 1916 e la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel 1920 andò in Albania col grado di Colonnello Brigadiere, comandò un settore della difesa di Valona e fu decorato della Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Generale di Brigata nel 1923, fu capo della missione italiana per la delimitazione dei confini greco-albanesi ed il 27 agosto dello stesso anno , nell’espletamento della sua missione, venne assalito e ucciso da una banda di epiroti sulla strada da Giannina a Santi Quaranta presso Delvinaki. Questo episodio è altrimenti noto come eccidio di Giannina. Greci e albanesi si mossero all’epoca reciproche accuse ma i responsabili della strage non vennero mai identificati, alcuni ritennero che l’attentato potesse essere in realtà un incidente di brigantaggio senza alcuna motivazione politica, ma questa matrice venne esclusa in quanto dai cadaveri e dall’automezzo che li trasportava non venne rubato alcunché. Alla sua memoria fu conferita la Commenda dell’Ordine Militare di Savoia. Come è noto, dall’eccidio di Giannina derivò lo scoppio di una grave crisi internazionale, che portò all’aggressione di Mussolini a Corfù, prima di essere, faticosamente, ricomposta in via diplomatica. Il caso Tellini rappresenta altresì un importante topos giuridico, ancor oggi attentamente studiato per la sua grande attualità, in riguardo a crisi recenti: tutte quelle in cui uno Stato (allora l’Italia) attribuisce la responsabilità internazionale ad un altro Stato (allora, la Grecia) per atti di aggressione presumibilmente compiuti a mezzo non di truppe regolari, ma di privati, irregolari, agitatori o terroristi che il secondo Stato avrebbe incaricato o protetto, ai danni del primo. Il generale Enrico Tellini venne sepolto a Firenze, nel cimitero di Trespiano, in un mausoleo fatto appositamente costruire per onorarne la memoria. I suoi cimeli, oggetti e ricordi personali furono invece raccolti, già negli anni Cinquanta del secolo scorso, nella villa di Buggiano di proprietà della famiglia Franchini (v. Villa Amalia Franchini), nella quale i cugini Tellini, estintisi, si erano nel frattempo trasfusi. Fotografia formato 14 x 9. Fotografo: Sconosciuto. 

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     Derna 1911
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria   Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     Valona 1920
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria   Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
    Giannina 27 agosto 1923
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valor Militare
     1916
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

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Arc. 1263: Giardino Gaetano in uniforme ordinaria da Generale d’Esercito mod. 4 novembre 1818 – 23 marzo 1923 (Montemagno, 24 gennaio 1864 – Torino, 21 novembre 1935). Fotografia formato 13,8 x 8,7. Fotografo: Sconosciuto.

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Arc. 920: Diaz Armando duca della Vittoria in grande uniforme da Maresciallo d’Italia mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Napoli, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928). Fotografia formato 13 x 8,5. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. G3: Diaz Armando duca della Vittoria in uniforme ordinaria da Maresciallo d’Italia mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Napoli, 5 dicembre 1861 – Roma, 29 febbraio 1928). Fu avviato giovanissimo alla carriera militare come allievo dell’Accademia militare d’artiglieria di Torino, dove divenne ufficiale. Prese servizio nel 1884 al 10º Reggimento di Artiglieria da Campo, e dal 1890 al 1º Reggimento di Artiglieria da Campo col grado di Capitano. Nel 1894 frequentò la Scuola di Guerra, classificandosi primo. Dal 1895 al 1896 servì nello Stato Maggiore, nella segreteria del Generale Alberto Pollio, e nel 1899 fu promosso Maggiore, comandando per 18 mesi un Battaglione del 26º Reggimento Fanteria. Tenente Colonnello nel 1905, passò dopo alcuni anni alla Divisione di Firenze come Capo di Stato Maggiore. Nel 1910, durante la guerra italo-turca, comandò il 21º Reggimento Fanteria e l’anno dopo il 93º Reggimento Fanteria in Libia, che era rimasto improvvisamente senza comando. Sempre in Libia, a Zanzur, fu ferito nel 1912. Nel 1915, alla dichiarazione di intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, Luigi Cadorna lo nominò Generale di Brigata, con incarico al Corpo di Stato Maggiore come addetto al comando supremo del reparto operazioni. Ma nel giugno del 1916 chiese di essere destinato a un reparto combattente. Promosso Generale di Divisione, gli fu affidato il comando della 49ª Divisione nella 3ª Armata, e nell’aprile del 1917 assunse la carica superiore al XXIII Corpo d’armata. Questo breve periodo prima di Caporetto gli valse la medaglia d’argento al valor militare per una ferita riportata alla spalla. La sera dell’8 novembre 1917 fu chiamato, con Regio Decreto, a sostituire Luigi Cadorna nella carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano. Recuperato quello che rimaneva dell’esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto, organizzò la resistenza sul fiume Piave e sul monte Grappa, da dove si ricollegava poi al vecchio fronte sull’altopiano di Asiago e nel Trentino meridionale. L’esercito italiano poté così godere di un fronte di combattimento più corto rispetto al passato di circa 170 chilometri dove poter concentrare le proprie armate facilitando così la sua difesa. Gli uomini schierati sul monte Grappa poterono inoltre approfittare delle grandi opere d’ausilio che in previsione di una disfatta simile a quella verificatasi a Caporetto erano state fatte erigere già da Cadorna all’indomani della Strafexpedition. Diaz poteva schierare solo 33 divisioni intatte e pronte al combattimento, circa metà di quelle disponibili prima di Caporetto. Per rimpinguare i ranghi si ricorse alla mobilitazione dei diciottenni della classe 1899 e per il febbraio 1918 altre 25 divisioni erano state ricostituite. Entro l’8 dicembre 1917 sei divisioni francesi e cinque britanniche con artiglieria e unità di supporto erano affluite in Italia e, sebbene non entrate subito in azione, funsero da riserva strategica permettendo al Regio Esercito di concentrare le proprie truppe in prima linea. Al momento della sua nomina a capo dell’esercito Diaz aveva 11 anni meno di Cadorna e un’esperienza diretta della guerra di trincea del Carso. Non è sorprendente quindi che avesse un’idea molto più realistica e moderna della condotta della guerra. Memore dell’esperienza nello Stato Maggiore di Cadorna, decentrò molte funzioni ai sottoposti, riservandosi un ruolo di controllo ed appoggiandosi ai due sotto-capo di Stato Maggiore che lo affiancavano, i Generali Gaetano Giardino (rimosso nel febbraio del 1917) ma soprattutto Pietro Badoglio. I continui siluramenti dei comandanti sotto Cadorna avevano favorito la salita di grado di ufficiali giovani all’interno dell’esercito creando quindi un ambiente più pronto ad accettare i radicali cambiamenti che Diaz aveva in mente di attuare. Il nuovo Comando supremo dell’esercito italiano sotto Diaz fu meglio organizzato dando fiducia ai collaboratori ed ai sottoposti. Fu favorita la cooperazione e lo spirito di squadra venendo attribuite ad ognuno responsabilità concrete e definite. Fu potenziato il servizio informativo dell’esercito retto dal colonnello Odoardo Marchetti, che divenne un elemento decisivo nella pianificazione delle operazioni, mentre l’Ufficio Operazioni, retto dal Colonnello Ugo Cavallero, assicurò poi il controllo effettivo di quanto accadeva al fronte, grazie anche a una rete di ufficiali di collegamento, come non succedeva sotto Cadorna. Diaz e Badoglio cercarono, con discreti risultati, di migliorare l’addestramento della fanteria italiana e di svilupparne l’armamento. Sotto Diaz furono sperimentati i primi moschetti automatici, furono distribuite 3 milioni delle migliori maschere antigas di fabbricazione inglese, fu avviata la progettazione dei primi carri armati Fiat 3000 su modello del francese Renault FT e fu potenziata l’aviazione fino a conseguire il dominio dei cieli. Fu inoltre potenziata l’artiglieria migliorando l’addestramento, le tecniche d’impiego e l’intensità del fuoco. Si procedette anche ad una riorganizzazione ed un potenziamento del corpo degli Arditi. Sopra ogni cosa Diaz dedicò molta cura a migliorare il trattamento dei soldati onde guarire i guasti del morale dei reparti: la giustizia militare rimase severa ma furono abbandonate le pratiche più rigide, prima tra tutte la decimazione; vi furono miglioramenti nel vitto e nell’allestimento delle postazioni, furono introdotti turni più brevi da passare in prima linea, fu migliorata la paga e le licenze furono aumentate per frequenza e durata. Nell’autunno del 1918 guidò alla vittoria le truppe italiane, iniziando l’offensiva il 24 ottobre, con lo scontro tra 58 divisioni contro 73 austriache. Il piano non prevedeva attacchi frontali, ma un colpo concentrato su un unico punto – Vittorio Veneto – per spezzare il fronte nemico. Iniziando una manovra diversiva, Diaz attirò tutti i rinforzi austriaci lungo il Piave, che il nemico credeva essere il punto dell’attacco principale, costringendoli all’inazione per la piena del fiume. Nella notte tra il 28 e 29 ottobre, Diaz passò all’attacco, con teste di ponte isolate che avanzavano lungo il centro del fronte, facendo allargare le ali per coprire l’avanzata. Il fronte dell’esercito austro-ungarico si spezzò, innescando una reazione a catena ingovernabile. Il 30 ottobre l’esercito italiano arrivò a Vittorio Veneto, mentre altre armate passarono il Piave e avanzarono, arrivando a Trento il 3 novembre. Il 4 novembre 1918 l’Austria-Ungheria capitolò, e per la storica occasione Diaz stilò il famoso Bollettino della Vittoria, in cui comunicava la rotta dell’esercito nemico ed il successo italiano. Al termine della guerra Diaz con Regio Decreto motu proprio del 24 dicembre 1921 e Regie Lettere Patenti dell’11 febbraio 1923, venne insignito del titolo di Duca della Vittoria.Il 24 febbraio 1918 era stato nominato dal re senatore del Regno. Andando contro il parere di Pietro Badoglio, Diaz sconsigliò, nel 1922, una soluzione militare della crisi innescata dalla marcia su Roma. Dopo essere entrato nel primo governo Mussolini, su precisa condizione del re Vittorio Emanuele III che intendeva in questo modo porre nel governo una figura di prestigio e lealmente monarchica, assunse l’incarico di Ministro della Guerra, varando la riforma delle forze armate e accettando la costituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale sottoposta al potere personale di Mussolini. Terminata l’esperienza governativa il 30 aprile 1924, si ritirò a vita privata. Nello stesso anno, venne premiato insieme al generale Cadorna del grado di Maresciallo d’Italia, istituito espressamente da Mussolini per onorare i comandanti dell’esercito nella prima guerra mondiale.

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1919
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1919, de jure
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia
     «Perché, assunto all’ufficio di capo di Stato Maggiore dell’esercito in una situazione di guerra molto difficile, con sagace opera di organizzazione e con avveduta efficace condotta di comando, sempre altamente ispirato agli interessi del Paese, seppe ottenere tale grado di preparazione morale e bellica delle truppe da superare vittoriosamente l’ardua prova di una grande battaglia impegnata dal nemico con forze e mezzi imponenti.»
24 maggio 1919
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1919, de jure
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     «Comandante di corpo d’armata, durante una ricognizione nelle linee più avanzate rimaneva colpito ad un braccio da palletta di granata a doppio effetto. Vincendo l’aspra sofferenza prodotta dalla ferita, riusciva a dissimulare l’una e l’altra, e procedeva oltre, imperturbato, fino all’esaurimento del proprio compito, occupandosi, con la serenità e l’interessamento consueti, di ogni particolare, e lasciandosi curare soltanto alcune ore più tardi: esempio nobilissimo di forza d’animo e sentimento del dovere.»
3 ottobre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
   
Croce al merito di guerra, seconda concessione - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al merito di guerra, seconda concessione
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912
     1912
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918 (4 anni di campagna)
     1920
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia 1848-1918
     1922
Medaglia interalleata della Vittoria (1918) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia interalleata della Vittoria (1918)
     1920
Medaglia Mauriziana pel merito militare di dieci lustri per ufficiali generali - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana pel merito militare di dieci lustri per ufficiali generali
   

Onorificenze straniere

Commendatore dell'Ordine del Dragone (Annam, Impero vietnamita, per il governo francese) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine del Dragone (Annam, Impero vietnamita, per il governo francese)
   
Commendatore dell'Ordine imperiale di Francesco Giuseppe (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine imperiale di Francesco Giuseppe (Impero austro-ungarico)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
   
Croce di Guerra 1914-1918 (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di Guerra 1914-1918 (Belgio)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Leone Bianco (Cecoslovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Leone Bianco (Cecoslovacchia)
     20 luglio 1926
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del grano d'oro (Cina) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine del grano d’oro (Cina)
   
Cavaliere dell'Ordine della Libertà (Estonia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Libertà (Estonia)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
   
Medaglia militare (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia militare (Francia)
   
Croce di Guerra 1914-1918 (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di Guerra 1914-1918 (Francia)
   
Gran Cordone dell'Ordine supremo del Crisantemo (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria    Gran Cordone dell’Ordine supremo del Crisantemo (Giappone)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Principe Danilo I (Regno di Montenegro) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Principe Danilo I (Regno di Montenegro)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di Polonia Restituita (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Polonia Restituita (Polonia)
     1922
Croce di Commendatore dell'Ordine Virtuti Militari (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di Commendatore dell’Ordine Virtuti Militari (Polonia)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare della Torre e della spada, del valore, lealtà e merito (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare della Torre e della spada, del valore, lealtà e merito (Portogallo)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di San Benedetto d'Avis (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di San Benedetto d’Avis (Portogallo)
   
Cavaliere di I classe dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa (Regno di Prussia)
   
Cavaliere gran croce onorario dell'Onorevolissimo Ordine del Bagno, divisione militare (GCB, mil., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere gran croce onorario dell’Onorevolissimo Ordine del Bagno, divisione militare (GCB, mil., Regno Unito)
     1919
Membro di I classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania) - nastrino per uniforme ordinaria    Membro di I classe dell’Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania)
   
Cavaliere di gran croce dell'Ordine equestre per il merito civile e militare di San Marino (Repubblica di San Marino) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine equestre per il merito civile e militare di San Marino (Repubblica di San         Marino)
     23 novembre 1918
Balì gran croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria    Balì gran croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM)
     1919
Collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III (Spagna)
     18 aprile 1921
Medaglia del Servizio Distinto (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia del Servizio Distinto (Stati Uniti d’America)
   

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Arc. 1262: Giardino Gaetano in uniforme ordinaria da Maresciallo d’Italia mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Montemagno, 24 gennaio 1864 – Torino, 21 novembre 1935). Gaetano Giardino nacque a Montemagno d’Asti da Carlo Giardino e Olimpia Garrone, entrò nell’esercito all’età di diciassette anni, il 18 marzo 1881. Uscì dall’Accademia come Sottotenente il 4 settembre 1882 e venne destinato all’ 8 Reggimento Bersaglieri. Tre anni dopo venne promosso Tenente, e chiese il trasferimento alle colonie africane, trasferimento ottenuto il 12 febbraio 1889, destinazione Eritrea, inquadrato nel Battaglione Bersaglieri Autonomo, ma dal 16 dicembre fu assegnato al comando di zona di Cheren, per passare successivamente ai battaglioni di fanteria indigena. Nel 1894, a Cassala, il Tenente Giardino guadagnò una Medaglia d’Argento al Valor Militare e la promozione a Capitano. L’esperienza africana si concluse il 7 ottobre 1894, poco dopo la presa di Cassala. Rimpatriato prestò servizio al 6º Reggimento Bersaglieri come Capitano. A partire dal 1898 frequentò la Scuola di Guerra, passando dall’arma di Fanteria al Corpo di Stato Maggiore. Dal 1900 al 1903 fece parte della Divisione di Stato Maggiore del Ministero della Guerra. Il 29 settembre 1904 fu promosso Maggiore e il 30 giugno 1906 Tenente Colonnello, in questo periodo fu Capo di Stato Maggiore della Divisione di stanza a Livorno e dal giugno 1910 di quella di stanza a Napoli. Nel corso della guerra russo-giapponese scrisse diversi articoli sulla Rivista Militare commentando gli avvenimenti in Estremo Oriente. All’atto della mobilitazione per la guerra di Libia, il 9 ottobre 1911 partì per l’Africa Settentrionale. Fu Sottocapo di Stato Maggiore nel Comando del Corpo di Spedizione, sotto il Generale Carlo Caneva, ma fu spesso chiamato a sostituire il capo di stato maggiore, Colonnello Gastaldello, che si era ammalato. Fu inviato in missione a Roma dal Generale Caneva nel gennaio 1912, per chiarire alle autorità politiche, insoddisfatte per l’andamento delle operazioni, le difficoltà incontrate in Libia dal Corpo di Spedizione: questo incarico gli fornì per la prima volta visibilità da parte degli ambienti politici della capitale. Fu costretto a rientrare in Italia il 5 giugno 1912 a causa di una malattia contratta in servizio. Il successivo 8 agosto fu trasferito al comando del IV Corpo d’Armata, diventando Capo di Stato Maggiore dopo la promozione a Colonnello, ottenuta il 4 gennaio 1914. Il 15 luglio 1915 diventò Capo di Stato Maggiore della 2ª Armata, sotto il Generale Pietro Frugoni, diventando Generale il 31 agosto dello stesso anno. Il 22 maggio 1916 fu trasferito, con lo stesso incarico, alla 5ª Armata, all’epoca in via di costituzione, passando il 26 giugno successivo al comando della 48^ Divisione di Fanteria, schierata di fronte a Gorizia. Promosso Tenente Generale per meriti di guerra il 5 aprile 1917, fu proposto da Luigi Cadorna come Ministro della Guerra in seguito alla crisi del gabinetto Boselli, al posto del collega Paolo Morrone. Fu ministro dal 16 giugno 1917 fino alla caduta del governo, causata dalla rotta di Caporetto; cinque giorni dopo l’assunzione del dicastero venne nominato anche senatore del regno. L’azione politica di Giardino fu di un’estrema fermezza contro ogni forma di reazione interna, come la sommossa di Torino, soffocata nel sangue nell’estate del 1917. Dopo la caduta del governo rientrò nell’Esercito, essendo assegnato l’8 novembre 1917 al nuovo Comando Supremo, tenuto dal Generale Diaz, come Sottocapo di Stato Maggiore, insieme al collega Badoglio. In quella situazione ebbe diversi attriti con il collega (meno anziano di lui), inoltre non si riconosceva nelle nuove linee guida volute da Diaz. Per questi motivi fu inviato a Versailles, al Consiglio Interalleato, in sostituzione di Cadorna il 7 febbraio 1918. Rientrò dall’incarico dopo solo due mesi, venendo assegnato il 24 aprile 1918 al comando della 4ª Armata. La 4ª Armata aveva un compito fondamentale per tutto lo schieramento italiano, cioè quello di difendere il massiccio del Grappa, che rappresentava l’ultimo ostacolo naturale fra il fronte e la pianura veneta. Giardino, nel suo nuovo incarico si preoccupò di incrementare le difese del monte, ma anche di migliorare le comunicazioni e, soprattutto, le condizioni di vita delle truppe che difendevano la posizione, sia in trincea sia nei periodi di riposo.  Giardino, nel campo dell’impiego tattico delle truppe, si preoccupò di innovare i metodi di combattimento, introducendo nella dottrina tattica della sua armata sia i reparti d’assalto sia il tiro di contropreparazione dell’artiglieria. Questa preparazione delle truppe su istruzioni tattiche più moderne fu salutare nel corso della battaglia del solstizio, quando il fronte, dopo un iniziale sbandamento, fu ripristinato utilizzando il 9° Reparto d’ Assalto, comandato dal Maggiore Giovanni Messe e all’azione congiunta delle artiglierie della 4^ e della 6ª Armata. Nel corso della battaglia di Vittorio Veneto l’Armata del Grappa si batté nelle operazioni che si svolsero dal 24 al 29 ottobre 1918, perdendo 25000 uomini. Dopo la fine della guerra richiese di essere esonerato dal comando della 4^ Armata e richiese il congedo dall’esercito. A partire dal dicembre 1918 riprese la sua attività da senatore del Regno, su posizioni militariste e autoritaristiche. Il 21 dicembre 1919 fu nominato Generale d’Esercito e richiamato in servizio e dal 5 gennaio 1922 fece parte del Consiglio dell’esercito con Diaz, Caviglia, Badoglio, Pecori Giraldi ed Emanuele Filiberto di Savoia duca d’Aosta. Il 26 giugno dello stesso anno fu designato al comando di un’armata. All’atto della marcia su Roma era al comando dell’armata di stanza a Firenze e non risulta che abbia avuto rapporti con le squadre che mossero da quella città. Dal 16 settembre 1923 fu governatore della città di Fiume, in attesa dell’annessione della città all’Italia. Il 27 aprile 1924 lasciò tale incarico a favore del governo della città, ormai divenuta italiana. L’ultima parte della sua attività politica si svolse per contrastare l’ordinamento militare proposto dal Generale Di Giorgio e la legge istitutiva della MVSN, in cui vedeva un tentativo del potere politico di limitare l’autonomia dell’esercito e di creare una forza armata fortemente politicizzata. In questa sua azione fu appoggiato da gran parte dei componenti il Consiglio dell’esercito. In seguito al dibattito parlamentare l’ordinamento Di Giorgio venne ritirato e la MVSN fu ridimensionata. Giardino diede infine appoggio al governo Mussolini il 2 aprile 1925. Il 17 giugno 1926 venne nominato Maresciallo d’Italia e il 31 dicembre 1929 ebbe il Gran Collare dell’Annunziata. Nel 1927 si ritirò a Torino e nella amata villa di famiglia a Marentino, paesino della collina torinese, dedicandosi a studi storici e pubblicando diversi volumi di memorie sulle sue esperienze nel corso della prima guerra mondiale, spesso destinati ad esaltare le azioni dei suoi “soldatini”. L’ultimo suo intervento pubblico avvenne il 23 settembre 1935, in occasione dell’inaugurazione dell’ossario di Cima Grappa. Morì a Torino il 21 novembre 1935. Il 4 agosto 1936, giorno delle celebrazioni annuali a Cima Grappa, la salma venne portata, su un affusto di cannone, all’ossario dove ebbe la tumulazione definitiva. In suo onore fu eretta una statua che domina il viale centrale di Bassano del Grappa. Fotografia formato 15 x 10,4. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
     24 maggio 1919
Medaglia d’Argento al Valore Militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valore Militare
     «Seppe dare informazioni periodiche e precise agevolando col servizio di vigilanza e di sicurezza la             sorpresa di Cassala; nell’attacco fu tra i primi alla testa dei suoi soldati nel campo mahdista e seppe di         poi estendere il raggio di vigilanza fino a Cartum e all’Atbara
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1929
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regio Decreto 30 dicembre 1919
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1929
Croce d'oro per anzianità di servizio (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni)
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

Onorificenze straniere

Grand'Ufficiale dell'Ordine del Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine del Legion d’Onore (Francia)
   
Distinguished Service Order (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Distinguished Service Order (Regno Unito)
   

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Arc. 1636: Barco Lorenzo in grande uniforme da Generale di Divisione mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Casal Cermelli, 5 maggio 1866 – Canelli, 23 agosto 1952). Uscì dalla Scuola di Modena nel 1884 e dal 1887 al 1890 fu in Africa. Nel 1899 fece il corso alla Scuola di Guerra e nel 1908 comandò in 2^ il Collegio Militare di Roma. Nel 1912 andò in Libia al comando del Battaglione Alpini Edolo e guadagnò a Bu Msafer la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Rimpatriò nel 1913 e all’inizio della guerra costituì e comandò il 154° Fanteria, rimanendo ferito nel 1915 a Monte Coston guadagnandovi la medaglia d’Argento al Valor Militare. Nominato Colonnello Brigadiere, comandò successivamente un raggruppamento Alpini, le Brigate Barletta, Piacenza, Bisagno, il settore Valtellina. Nel 1917, promosso Maggior Generale, ebbe il comando della 20^ Divisione, con la quale partecipò all’undicesima battaglia dell’Isonzo. Avvenuto il crollo di Caporetto, ripiegò in ordine al Piave e passò poi alle Giudicarie. Nel 1918 assunse il comando dell’80^ Divisione Alpina e fu sul Grappa, partecipando alla battaglia di vittorio Veneto e raggiungendo, dopo aspra lotta sul Valderoa, Feltre il 1° di novembre. Il Generale Barco guadagnò qui un’altra Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel 1919 comandò la Divisione Militare di Roma e nel 1920 la 2^ Divisione Alpina a Brescia. Nel 1923 venne nominato Generale di Divisione e nel 1924 riprese il comando della Divisione Militare di Roma. Nel settembre del 1927, Barco venne promosso Generale di Corpo d’Armata e nel 1934-35 fu Generale di Corpo d’Armata a Torino. Successivamente venne collocato a riposo. Fotografia formato 13,3 x 8,3. Fotografo: Luxardo – Roma. Autografa

Onorificenze

Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
     
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     
Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia[4] - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia
     31 agosto 1916
Medaglia d'argento al valor militare[5] - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     Asiago, 1915 – Monte Grappa, 1918
Medaglia d'argento al valor militare[5] - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
     Valderoa 1918
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   

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Arc. 3049: Palmegiani Umberto in grande uniforme da Generale di Divisione mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Rieti, 1° marzo 1861 – Torino, 16 novembre 1930). Allievo all’Accademia Militare il 15 settembre 1879, venne promosso Sottotenente di Stato Maggiore di Artiglieria il 29 luglio 1882 e fu allievo alla Scuola d’Applicazione. Tenente nel 17° Reggimento Artiglieria il 12 aprile 1884, passò all’8° Reggimento Artiglieria il 12 settembre 1886 passando poi al Comitato Fonderie di Genova il 19 agosto 1888. Nello stesso anno meritò la Medaglia dei Benemeriti della Salute Pubblica durante l’epidemia di colera in Sicilia. Capitano nel 6° Reggimento Artiglieria il 19 aprile 1891, passò alla Direzione dell’Artiglieria di Verona il 25 ottobre 1891 e poi al Comando locale di Artiglieria di Roma presso il Comitato del Ministero della Guerra. Il 2 gennaio 1896 venne trasferito al Reggimento Artiglieria da Montagna e il 15 marzo 1906 venne promosso Maggiore nel 1à Reggimento Artiglieria da Fortezza. Tornato al Reggimento Artiglieria da Montagna il 21 marzo 1907, ottenne il grado di Tenente Colonnello nel 1° Reggimento Artiglieria da Montagna il 30 giugno 1912 e ne fu comandante facente funzioni l’8 aprile 1915. Promosso Colonnello il 6 luglio 1915 fu Comandante del 39° Reggimento Artiglieria con il quale fu al fronte allo scoppio della grande guerra. Per motivi di malattia fu obbligato a lasciare la prima linea e fu destinato come facente quadro al Comitato del Corpo d’Armata di Torino IL 16 settembre 1915 per poi passare come Comandante in 2^ all’Accademia Militare. A disposizione il 13 aprile 1917 venne promosso Colonnello Brigadiere Comandante il 17° Gruppo d’Assedio con il quale tornò al fronte. Fu Presidente della Commissione di Sorveglianza sulle Materie Prime e il 10 luglio 1920 venne collocato in Posizione Ausiliaria speciale. Venne promosso Generale di Divisione il 1° febbraio 1923 e nel 1928 venne collocato nella Riserva. Fotografia formato 11,2 x 8,3. Fotografo: Sconosciuto. Autografa e datata Torino 16 dicembre 1924. 

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 
   

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Arc. 1631: Generale di Brigata in grande uniforme mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926. Fotografia formato 14 x 8,7. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. 2099: Asinari di San Marzano conte Enrico in uniforme ordinaria da Generale di Divisione mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Livorno, 28 novembre 1869 – Roma, 27 luglio 1938).  Intrapresa, come il padre, la carriera militare, frequentò il Collegio Militare di Milano dove entrò il 2 ottobre 1882 per poi uscirne nel 1886 col grado di Sottotenente di Artiglieria. Entrò nel 1904 a far parte del Corpo di Stato Maggiore quale ufficiale addetto al Comando del IX Corpo d’Armata. Maggiore nel 1910, partecipò alla campagna italo-turca (1911 – 1912) meritandosi la Medaglia d’Argento al Valor Militare nel combattimento di Messri il 23 ottobre 1911. Ebbe nel periodo 1914-15 le funzioni di Capo Sezione presso il Ministero della Guerra, ed affermò le sue brillanti qualità di comandante e di soldato durante la Grande Guerra (1915-18) meritandosi la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia quale Colonnello Comandante del 215° Reggimento Fanteria durante le operazioni di Costone di Bocche e Osservatorio (luglio-novembre 1916), ed ottenendo la Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia per l’energica ed intelligente azione spiegata quale comandante del Corpo di spedizione destinato all’occupazione di Fiume (17 novembre – 5 dicembre 1918). Ebbe inoltre durante la guerra le funzioni di Capo di Stato Maggiore della 33^ Divisione e del 29° Corpo d’Armata e dal febbraio 1917 al novembre 1918 fu successivamente comandante del Settore Passo Nota, Mangio, Lavanek, comandante della riserva del 3° Corpo d’Armata ed infine comandante della Scuola di Perfezionamento Ufficiali Mobilitati. Ricoprì nel 1919 la carica di Giudice effettivo del Tribunale Supremo di Guerra e Marina e comandò con la sua consueta perizia nel periodo 1920-23 la Scuola Militare di Modena e le Scuole Centrali di Civitavecchia. Generale di Divisione nel 1923, ebbe successivamente il comando delle Divisioni di Bologna ed Alessandria e dal gennaio 1925 la carica di Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Reali che conservò fino al 1935. Nel 1928 divenne Generale di corpo d’armata e fu nominato dal re senatore del Regno nel 1933 e ministro di stato nel 1935. Fotografia formato 18 x 11,5. Fotografo: R. De Angelis.

Onorificenze

Onorificenze italiane

Cavaliere di Gran Croce decorato con Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce decorato con Gran Cordone dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine coloniale della Stella d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     17 maggio 1919
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
     5 agosto 1917
Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Argento al Valor Militare
   
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
   
Croce d'oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di servizio - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di servizio
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona del Belgio (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine della Corona del Belgio (Belgio)
   
Grand'Ufficiale dell'Ordine al Merito (Cile) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito (Cile)
   
Grand'Ufficiale dell'Ordine di Scanderbeg (Albania) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine di Scanderbeg (Albania)
   
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
   

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Arc. 809: Generale di Divisione in uniforme ordinaria mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926. Fotografia formato 7 x 5,1. Fotografo: Sconosciuto. 

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Arc. 2021. Piola-Caselli nobile dei conti patrizi d’Alessandria Renato in grande uniforme da Maggior Generale Comandante la Brigata Granatieri di Sardegna mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Livorno, 14 novembre 1866 – Serravalle di Bibbiena, 11 novembre 1948). Allievo al collegio Militare di Milano il 1° ottobre 1879, entrò alla Scuola Militare il 1° ottobre 1884 uscendone Sottotenente del 2° Reggimento Bersaglieri il 2 agosto 1886. Tenente Ufficiale d’Ordinanza del Generale Cosenz il 4 novembre 1889, passò al 4° Reggimento Bersaglieri il 2 agosto 1891 e al 12° Reggimento Bersaglieri il 19 aprile 1894. Promosso Capitano nel 3° Reggimento Bersaglieri il 28 luglio 1902, fu Applicato di Stato Maggiore presso il Ministero della Guerra il 5 aprile 1906. Promosso al grado di Maggiore nel 22° Reggimento Fanteria il 30 novembre 1913, ottenne il grado di Tenente Colonnello e il comando del 39° Reggimento Bersaglieri il 21 ottobre il 21 ottobre 1915. Partecipò alla guerra contro l’Austria meritando sul Monte Javorcek nel 1915 la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Colonnello Comandante il il 14° Bersaglieri per meriti di guerra rimase ferito sul Monte Zebio e il 26 maggio 1917 venne promosso Colonnello Brigadiere ottenendo il comando della 4^ Brigata Bersaglieri che guidò sul Monte Val Bella e sul Col del Rosso ottenendo una seconda medaglia d’Argento al valor Militare. Promosso Brigadiere Generale il 20 giugno 1918, passò al comando della 7^ Brigata Bersaglieri e il 16 ottobre 1919 venne inviato in missione negli Stati Uniti. Al rientro in patria, il 9 marzo 1920, gli venne affidato il comando della brigata Granatieri di Sardegna ottenendo il grado di Generale di Brigata il 1° febbraio 1923. Generale di Divisione Comandante la Divisione Chieti il 15 luglio 1925, passò al comando della Divisione Gorizia il 22 maggio 1926. Comandò l’Accademia Militare dal 25 ottobre 1927 e il 1° marzo 1928 venne promosso Generale di Corpo d’Armata al comando del Corpo d’Armata di Bari. Il 14 novembre 1932 venne collocato in Posizione Ausiliaria e il 14 novembre 1944 gli venne concesso il congedo assoluto. Fotografia formato 13,3 x 8,8. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Onorificenze italiane

Grand'ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
   
Medaglia d'argento al valor militare (2 volte) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare 
   
Medaglia d'argento al valor militare (2 volte) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare 
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra (2 concessioni)
   
Croce d'oro con corona reale per anzianità di servizio militare (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro con corona reale per anzianità di servizio militare (40 anni)
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale generale) - nastrino per uniforme ordinaria    Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale generale)
   

Onorificenze straniere

Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Sacro Tesoro (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di I Classe dell’Ordine del Sacro Tesoro (Giappone)
   
Cavaliere di Gran Croce della Stella di Romania - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce della Stella di Romania
   

 

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Arc. 2533: Monteguti Aldo in grande uniforme da Generale di Brigata mod. 23 marzo 1923 – 16 settembre 1926 (Sala, 30 gennaio 1865 – Bologna 19..). Allievo all’Accademia Militare il 3 febbraio 1882, uscì Sottotenente del Genio il 28 luglio 1883. Tenente il 25 luglio 1885, fu alla Scuola d’Applicazione e il 30 marzo 1890 venne promosso Capitano alla Direzione di Bologna. Maggiore presso il Comando Territoriale di Bologna il 5 aprile 1905, ottenne il grado di Tenente Colonnello alla Direzione del Genio di Piacenza. Dal 4 luglio 1915 al 15 giugno 1916 fu Comandante del Genio della Zona della Carnia e presso il 12° Corpo d’Armata e il 31 ottobre 1915 fu promosso Colonnello. Fu Comandante delle Truppe degli Altipiani dal 28 maggio 1916 al 30 novembre 1916 e dal 10 dicembre 1916 al 1° gennaio 1917 fu al 27° Corpo d’Armata. Il 20 giugno 1918 venne promosso Brigadiere Generale e venne trasferito al 10° Corpo d’Armata dal 10 luglio 1918 al 28 aprile 1919. Fu Comandante del Genio al Corpo d’Armata di Bologna nel 1921 e il 1° febbraio 1923 ottenne il grado di Generale di Brigata. Nel 1926 venne collocato in Posizione Ausiliaria Speciale, nella Riserva nel 1927 e il 1° gennaio 1928 venne promosso Generale di Divisione. Fotografia formato 13,7 x 10. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

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Arc. 3190: Siciliani Domenico in uniforme ordinaria coloniale da Generale di Divisione mod. 1926 (Cirò, 1º maggio 1879 – Roma, 6 maggio 1938). Al suo fianco il Maresciallo dell’Aria Italo Balbo. Nacque a Cirò, presso Crotone, il 1° maggio 1879, da famiglia nobile di origine napoletana. Suo fratello Luigi fu un noto letterato, poeta e politico.  Nel 1891 fu al Collegio militare, quindi frequentò la Scuola militare di Modena nel 1896-1898, completando l’iter formativo a Torino, presso la Scuola di guerra. Promosso Capitano, nel 1911, all’indomani dello scoppio della guerra italo-turca, venne trasferito in Libia, distinguendosi nei combattimenti di Derna (1911-12). Tornò in Italia già l’anno successivo, e nel 1913 contribuì ai soccorsi alle popolazioni marchigiane colpite dal terremoto. Durante la Grande Guerra – dopo un primo stanziamento in Italia con la 17ªͣ divisione (partecipò all’attacco di monte Porè, il 24 maggio 1915), promosso Maggiore, nel 1916 fu trasferito in Albania quale capo di Stato Maggiore del corpo di spedizione, dove organizzò lo sgombero dell’esercito serbo. Nel maggio del 1917 il Tenente Colonnello Siciliani, rientrato in Italia, passò al Comando supremo con il compito di compilazione dei bollettini di guerra. A seguito della disfatta di Caporetto (24 ottobre-12 novembre 1917), nell’aprile del 1918, promosso Colonnello, fu chiamato a dirigere la neocostituita sezione Propaganda dell’Ufficio stampa e propaganda. Si trovò, dunque, a redigere il bollettino italiano più noto, quello della vittoria (4 novembre 1918). Già direttore dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’esercito nel 1919, alla fine dell’anno fu scelto quale capo di Stato Maggiore del vice commissario militare straordinario per la Venezia Giulia. All’indomani della guerra ricoprì principalmente incarichi diplomatico-militari. Alla guida dal 1920 del Gabinetto del Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, di questi divenne fidato collaboratore, garantendosi un sicuro prosieguo di carriera. Nel luglio-settembre del 1921 partecipò da cronista a un’ambasciata negli Stati Uniti presso i connazionali d’Oltreoceano, avendo cura di tratteggiare l’immagine complessa dell’America della neopresidenza di Warren G. Harding, risvegliatasi dalle utopie wilsoniane. Fu quindi in Romania nel 1923 e nel 1924 a Rio de Janeiro, addetto militare in Brasile. Dopo il rientro in Italia, nel 1925, l’anno successivo gli fu affidato il comando del 52° reggimento fanteria di Spoleto. Badoglio, governatore dell’unificata colonia di Tripolitania e Cirenaica (21 gennaio 1929), lo richiese per il vicegovernatorato di Cirenaica dal gennaio del 1929 al marzo del 1930, con l’intento di attuare una strategia politico-militare di negoziazione finalizzata alla spartizione del potere in colonia. Pur essendo nuovo al panorama coloniale, Siciliani godette di un’ampia autonomia provvedendo, secondo le direttive ricevute, all’approntamento di misure difensive, in una regione instabile e di difficile conquista, e alla riorganizzazione logistica dei reparti, evitando le grandi azioni contro i ribelli senussiti guidati da Omar al-Mukhtàr. Successivamente alle trattative del marzo-maggio del 1929, in due appuntamenti di giugno Siciliani fu costretto a concordare una tregua con Omar al-Mukhtàr, il quale evidentemente era nelle condizioni di trattare da una posizione di forza (Del Boca, 1988, pp. 155 s.). Convinto assertore del ruolo dell’Italia quale nuova potenza civilizzatrice, Siciliani ebbe sempre la percezione di poter garantire l’apparente disarmo della regione del Gebel, anche quando, in agosto, giunse all’apice lo scontro tra il capo ribelle Hassan er-Redà – il quale con Siciliani aveva firmato una dichiarazione di compromesso che annullava i precedenti accordi presi con Omar e lo stesso Omar. Dopo il mancato rinnovo, in ottobre, dell’accordo con Omar al-Mukhtàr – mentre al nuovo ministro delle colonie Emilio De Bono risultava già chiara la situazione fallimentare in Cirenaica, una lettera del 10 novembre del ministro a Badoglio sancì la ripresa della politica fascista di guerra e repressione e la richiesta di sostituzione di Siciliani. Nonostante la frenetica attività di bombardamenti, repressioni e proclami attuata da questi, il 10 gennaio 1930 – con una serie di telegrammi intercorsi tra i protagonisti della vicenda (degno di nota quello di Badoglio a Siciliani sulla necessità dell’uso delle bombe a iprite) e con la decisione di Benito Mussolini – si concluse la parabola di Siciliani a Bengasi, benché Badoglio cercasse di evitare ciò allegando un ampio rapporto sui risultati ottenuti in colonia dal suo vicegovernatore. Mentre Omar al-Mukhtàr estendeva il proprio controllo a tutto il Gebel, il generale Rodolfo Graziani, in Tripolitania da quasi un decennio, sostituì Siciliani, imprimendo un radicale cambiamento nella gestione militare dell’intera regione. Nel 1930-35, per volere di Badoglio, il Generale di Brigata Siciliani rimase in Libia, al comando delle truppe coloniali di Tripolitania, subentrando a Graziani in un incarico prestigioso benché, con la pacificazione della colonia ottenuta da questi, certamente di minore importanza. Il 19 gennaio 1931 partecipò alla conquista, assai agevole data la netta superiorità italiana, di Cufra (ultima ridotta di resistenza della Cirenaica), che rappresentò la vittoria di Graziani sulla Senussia e l’isolamento definitivo di Omar al-Mukhtàr; la compilazione che Siciliani fece del documento ufficiale dell’operazione fu aspramente contestata da Graziani il quale vi scorse un tentativo compiuto da Badoglio di negargli il merito della vittoria (Canosa, 2004). Nell’aprile del 1936 assunse in Etiopia il comando della 1ª divisione Camicie nere 23 marzo, soltanto un mese prima della conclusione della campagna che decise la costituzione dell’impero italiano in Africa orientale; d’altronde, Badoglio, nel delicato compito di realizzare il sogno coloniale fascista, preferì non imporre nell’immediato uomini di fiducia o suoi favoriti. Rientrato in Italia, nel gennaio del 1937 fu promosso al comando del corpo d’armata di Roma. Vi rimase sino alla morte, avvenuta il 6 maggio 1938, giorno della visita di Adolf Hitler in Italia – in occasione della quale Siciliani avrebbe avuto il comando della rassegna delle truppe. Fotografia formato 15 x 10. Fotografo: Sconosciuto. 

Onorificenze

Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi di Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine dei Santi di Maurizio e Lazzaro
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
   
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine coloniale della Stella d’Italia
   
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia di bronzo al valor militare
   
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’argento al valor militare
   
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne di Libia
   
Medaglia commemorativa Guerra Italo-Turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa Guerra Italo-Turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia

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Arc. 2381: Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia-Aosta in grande uniforme da Maresciallo d’Italia mod. 16 settembre 1926 – 14 novembre 1933 (Genova, 13 gennaio 1869 – Torino, 4 luglio 1931). Figlio del duca Amedeo di Savoia e di Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, Emanuele Filiberto nacque a Genova il 13 gennaio 1869. Attraverso suo padre era nipote di Vittorio Emanuele II, mentre suo zio era Umberto I. Egli era quindi cugino di primo grado del futuro sovrano Vittorio Emanuele III. Divenuto il padre Amedeo re di Spagna, si trasferì con la famiglia a Madrid e all’età di appena un anno vennero conferiti a Emanuele Filiberto anche i titoli di Principe delle Asturie e infante di Spagna e designato quale erede successore per quel trono. Per via dei contrasti con la politica spagnola, Amedeo di Savoia abdicò nel 1873, dopo soli due anni di regno e, tornato in Italia, gli venne riconfermato dal padre Vittorio Emanuele II il titolo di Duca d’Aosta, già ottenuto alla nascita ma abbandonato per il titolo regale ed eguale sorte toccò al figlio Emanuele Filiberto. Dopo l’abdicazione del padre Amedeo di Savoia, Emanuele Filiberto non rivendicò mai alcun diritto sul trono spagnolo, crescendo e venendo educato in Italia come principe di casa Savoia a Torino, dove il padre prese residenza stabile. Alla morte del genitore, il 18 gennaio 1890, ne ereditò il titolo divenendo il secondo Duca d’Aosta. Emanuele Filiberto, il 25 giugno 1895 sposò a Kingston upon Thames, nei pressi di Londra, Elena d’Orléans (York, 13 giugno 1871 – Castellammare di Stabia, 21 gennaio 1951), figlia del principe Luigi Filippo Alberto d’Orléans, Conte di Parigi e pretendente orleanista al trono di Francia, e della principessa Maria Isabella d’Orléans. Iniziò la carriera militare nel Regio Esercito nel 1884, entrando nell’Accademia Militare di Torino. Nel 1906 ricevette il comando del corpo d’armata di Napoli, e trasferì l’intera sua famiglia alla Reggia di Capodimonte. Nel 1911, pur con lo scoppio della guerra di Libia, rimase in servizio a Napoli, ma questo non gli impedì di contrarre il tifo che lo colpì probabilmente durante le numerose visite a soldati malati e feriti che dal deserto libico venivano riportati in Italia. Ancor prima dell’ingresso definitivo dell’Italia nella prima guerra mondiale, si rese partecipe di una mobilitazione occulta che lo portò con altri soldati a muoversi verso Venezia (Mestre) e poi verso Treviso. Il Generale Luigi Cadorna, incaricato della persona del Duca, gli affiancò da subito i Generali Augusto Vanzo e Giuseppe Vaccari. Con l’apertura delle ostilità, il 24 maggio 1915, Emanuele Filiberto guidò, senza mai subire sconfitte sul campo durante l’intera durata del conflitto, la Terza Armata col grado di Generale. La sede dell’Armata fu, per un periodo, Cervignano del Friuli; il comando era sito nella villa Attems-Bresciani. L’obiettivo delle operazioni era far indietreggiare l’esercito austro-ungarico che difendeva da est. La Terza Armata, insieme alla Seconda, riuscì a effettuare un parziale sfondamento delle linee austriache e a conquistare Gorizia nella sesta battaglia dell’Isonzo (battaglia di Gorizia), dove il duca diede un apporto strategico fondamentale alla riuscita dell’operazione. Dopo la disfatta di Caporetto la sua Armata dovette ritirarsi insieme alle altre sulla linea del Piave. Dopo la sconfitta della battaglia di Caporetto ci si aspettava che Emanuele Filiberto dovesse naturalmente assumere il comando supremo che era stato di Cadorna, ma il cugino Vittorio Emanuele III decise di nominare invece l’allora sconosciuto Generale Armando Diaz, che aveva servito sotto lo stesso Emanuele Filiberto. Fu in casa Morpurgo, a Padova, che il Re, tornato da Roma dopo la soluzione della crisi ministeriale, disse a Bissolati: “Non svalutiamo il Duca perché potremmo averne bisogno”. Secondo alcuni storici egli alludeva alla possibilità della sua abdicazione nel caso di una sconfitta sul Piave che costringesse l’Italia alla resa. Il Duca d’Aosta avrebbe potuto, in tal caso, avere la reggenza durante la minore età del principe Umberto II allora tredicenne. Il Bollettino della Vittoria, dopo la battaglia di Vittorio Veneto, riportò che “il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute”. Nel 1922, durante la marcia su Roma che diede inizio di fatto alla dittatura fascista in Italia, il Duca d’Aosta venne proposto da Mussolini quale successore alla carica di Re d’Italia nel caso in cui Vittorio Emanuele III si fosse opposto al movimento fascista. L’evento non ebbe luogo, ma Emanuele Filiberto rimase sempre profondamente legato a Mussolini per la stima dimostratagli e fu uno dei suoi principali sostenitori all’interno della casa reale italiana. Per i meriti acquisiti durante la prima guerra mondiale e in riconoscenza al sostegno accordato da lui e dalla sua famiglia al Duce, il 17 giugno 1926 venne nominato Maresciallo d’Italia insieme a Pietro Badoglio, Enrico Caviglia, Gaetano Giardino e Guglielmo Pecori Giraldi, due anni dopo Luigi Cadorna e Armando Diaz. Dal 1927 al 1929 presiedette l’Opera Nazionale del Dopolavoro. Emanuele Filiberto morì a Torino il 4 luglio 1931 e, per sua volontà, venne sepolto tra i soldati nel Cimitero degli Invitti sul Colle Sant’Elia a Redipuglia che raccoglieva i caduti dell’Invitta III Armata, per poi essere traslato al sacrario militare di Redipuglia alla sua inaugurazione nel 1938. Al titolo ducale gli succedette il figlio primogenito Amedeo. Fotografia formato 13,5 x 8,5. Fotografo: A. Gislon – Padova. 

Onorificenze

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1890
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1890
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1890
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia
     28 dicembre 1916
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia
   
Medaglia d'Oro al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia d’Oro al Valor Militare
     «Espressione guerriera della millenaria stirpe sabauda, guidò con sicura fede ed incrollabile tenacia la « Invitta Armata » in undici battaglie sull’Isonzo, in quelle gloriose sul fiume sacro e nel travolgente inseguimento che portò il tricolore là ove il suo Re aveva fissato. Sublime esempio di costante valore fra i suoi valorosi soldati. 24 maggio 1915-4 novembre 1918.»
24 giugno 1937
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Croce d'oro per anzianità di servizio (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio (25 anni)
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918 (4 anni di campagna)
   
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia 1848-1918
     1922
Medaglia della Vittoria, commemorativa della grande guerra per la civiltà (1918) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia della Vittoria, commemorativa della grande guerra per la civiltà (1918)
     1920
Croce commemorativa della 3ª Armata - nastrino per uniforme ordinaria    Croce commemorativa della 3ª Armata
   

Onorificenze straniere

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro (Casa d'Asburgo - Lorena) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro (Casa d’Asburgo – Lorena)
   
Cavaliere compagno del Nobillissimo Ordine della Giarrettiera (K.G., Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere compagno del Nobillissimo Ordine della Giarrettiera (K.G., Regno Unito)
     Londra, 15 luglio 1902
Cavaliere dell'Ordine supremo dell'Aquila Nera (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine supremo dell’Aquila Nera (Regno di Prussia)
   
Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere del Reale Ordine dei Serafini (Svezia)
     18 settembre 1897
Collare del Reale e Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Collare del Reale e Distinto Ordine Spagnolo di Carlo III (Spagna)
     28 dicembre 1923
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona Fiorata (Regno di Sassonia) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona Fiorata (Regno di Sassonia)
   
Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria    Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
   
Croce di Commendatore dell'Ordine Virtuti Militari (Polonia) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce di Commendatore dell’Ordine Virtuti Militari (Polonia)
   
Cavaliere di IV classe dell'Ordine di San Giorgio (Impero russo) - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di IV classe dell’Ordine di San Giorgio (Impero russo)
   
Croix de Guerre 1914-1918 (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria    Croix de Guerre 1914-1918 (Belgio)
 

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Arc. 2545: Giardino Gaetano Ettore Stefano in grande uniforme da Maresciallo d’Italia mod. 16 settembre 1926 – 14 novembre 1933 (Montemagno, 24 gennaio 1864 – Torino, 21 novembre 1935). Uscì dall’Accademia come Sottotenente il 4 settembre 1882 e venne destinato all′8° Reggimento Bersaglieri. Tre anni dopo venne promosso Tenente, e chiese il trasferimento alle colonie africane, trasferimento ottenuto il 12 febbraio 1889, destinazione Eritrea, inquadrato nel Battaglione Bersaglieri Autonomo, ma dal 16 dicembre fu assegnato al comando di zona di Cheren, per passare successivamente ai battaglioni di fanteria indigena. Nel 1894, a Cassala, il Tenente Giardino guadagnò una Medaglia d’Argento al Valor Militare e la promozione a Capitano. L’esperienza africana si concluse il 7 ottobre 1894, poco dopo la presa di Cassala. Rimpatriato prestò servizio al 6º Reggimento Bersaglieri come Capitano. A partire dal 1898 frequentò la Scuola di Guerra, passando dall’arma di Fanteria al Corpo di Stato Maggiore. Dal 1900 al 1903 fece parte della Divisione di Stato Maggiore del Ministero della Guerra. Il 29 settembre 1904 fu promosso Maggiore e il 30 giugno 1906 Tenente Colonnello, in questo periodo fu Capo di Stato Maggiore della Divisione di stanza a Livorno e dal giugno 1910 di quella di stanza a Napoli. All’atto della mobilitazione per la guerra di Libia, il 9 ottobre 1911 partì per l’Africa Settentrionale. Fu Sottocapo di Stato Maggiore nel Comando del Corpo di Spedizione, sotto il generale Carlo Caneva, ma fu spesso chiamato a sostituire il capo di stato maggiore, Colonnello Gastaldello, che si era ammalato. Fu inviato in missione a Roma dal Generale Caneva nel gennaio 1912, per chiarire alle autorità politiche, insoddisfatte per l’andamento delle operazioni, le difficoltà incontrate in Libia dal Corpo di Spedizione: questo incarico gli fornì per la prima volta visibilità da parte degli ambienti politici della capitale. Fu costretto a rientrare in Italia il 5 giugno 1912 a causa di una malattia contratta in servizio. Il successivo 8 agosto fu trasferito al comando del IV Corpo d’Armata, diventando capo di stato maggiore dopo la promozione a colonnello, ottenuta il 4 gennaio 1914. Il 15 luglio 1915 diventò Capo di Stato Maggiore della 2ª Armata, sotto il Generale Pietro Frugoni, diventando Maggior Generale il 31 agosto dello stesso anno. Il 22 maggio 1916 fu trasferito, con lo stesso incarico, alla 5ª Armata, all’epoca in via di costituzione, passando il 26 giugno successivo al comando della 48^ Divisione Fanteria, schierata di fronte a Gorizia. Promosso Tenente Generale per meriti di guerra il 5 aprile 1917, fu proposto da Luigi Cadorna come Ministro della Guerra in seguito alla crisi del gabinetto Boselli, al posto del collega Paolo Morrone. Fu ministro dal 16 giugno 1917 fino alla caduta del governo, causata dalla rotta di Caporetto; cinque giorni dopo l’assunzione del dicastero venne nominato anche senatore del regno. L’azione politica di Giardino fu di un’estrema fermezza contro ogni forma di reazione interna, come la sommossa di Torino, soffocata nel sangue nell’estate del 1917. Dopo la caduta del governo rientrò nell’Esercito, essendo assegnato l’8 novembre 1917 al nuovo Comando Supremo, tenuto dal Generale Diaz, come Sottocapo di Stato Maggiore, insieme al collega Badoglio. In quella situazione ebbe diversi attriti con il collega (meno anziano di lui), inoltre non si riconosceva nelle nuove linee guida volute da Diaz. Per questi motivi fu inviato a Versailles, al Consiglio Interalleato, in sostituzione di Cadorna il 7 febbraio 1918. Rientrò dall’incarico dopo solo due mesi, venendo assegnato il 24 aprile 1918 al comando della 4ª Armata. La 4ª armata aveva un compito fondamentale per tutto lo schieramento italiano, cioè quello di difendere il massiccio del Grappa, che rappresentava l’ultimo ostacolo naturale fra il fronte e la pianura veneta. Giardino, nel suo nuovo incarico si preoccupò di incrementare le difese del monte, ma anche di migliorare le comunicazioni e, soprattutto, le condizioni di vita delle truppe che difendevano la posizione, sia in trincea sia nei periodi di riposo. Dopo la fine della guerra richiese di essere esonerato dal comando della 4^ Armata e richiese il congedo dall’esercito. A partire dal dicembre 1918 riprese la sua attività da senatore del Regno, su posizioni militariste e autoritaristiche. Il 21 dicembre 1919 fu nominato Generale d’Esercito e richiamato in servizio e dal 5 gennaio 1922 fece parte del Consiglio dell’esercito con Diaz, Caviglia, Badoglio, Pecori Giraldi ed Emanuele Filiberto di Savoia duca d’Aosta. Il 26 giugno dello stesso anno fu designato al comando di un’armata. All’atto della marcia su Roma era al comando dell’armata di stanza a Firenze e non risulta che abbia avuto rapporti con le squadre che mossero da quella città. Dal 16 settembre 1923 fu governatore della città di Fiume, in attesa dell’annessione della città all’Italia. Il 27 aprile 1924 lasciò tale incarico a favore del governo della città, ormai divenuta italiana. L’ultima parte della sua attività politica si svolse per contrastare l’ordinamento militare proposto dal generale Di Giorgio e la legge istitutiva della MVSN, in cui vedeva un tentativo del potere politico di limitare l’autonomia dell’esercito e di creare una forza armata fortemente politicizzata. In questa sua azione fu appoggiato da gran parte dei componenti il Consiglio dell’esercito. In seguito al dibattito parlamentare l’ordinamento Di Giorgio venne ritirato e la MVSN fu ridimensionata. Giardino diede infine appoggio al governo Mussolini il 2 aprile 1925. Il 17 giugno 1926 venne nominato Maresciallo d’Italia e il 31 dicembre 1929 ebbe il Gran Collare dell’Annunziata. Nel 1927 si ritirò a Torino e nella amata villa di famiglia a Marentino, paesino della collina torinese, dedicandosi a studi storici e pubblicando diversi volumi di memorie sulle sue esperienze nel corso della prima guerra mondiale. Fotografia formato 16,8 x 12,2. Fotografo: Rocca – Torino.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia
     24 maggio 1919
Medaglia d’Argento al Valore Militare - nastrino per uniforme ordinaria     Medaglia d’Argento al Valore Militare
      «Seppe dare informazioni periodiche e precise agevolando col servizio di vigilanza e di sicurezza la sorpresa di Cassala; nell’attacco fu tra i primi alla testa dei suoi soldati nel campo mahdista e seppe di poi estendere il raggio di vigilanza fino a Cartum e all’Atbara
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1929
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Grande Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regio Decreto 30 dicembre 1919
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1929
Croce d'oro per anzianità di servizio (40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro per anzianità di servizio (40 anni)
   
Croce al Merito di Guerra (2 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra 
   
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

Onorificenze straniere

Grand'Ufficiale dell'Ordine del Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria    Grand’Ufficiale dell’Ordine del Legion d’Onore (Francia)
   
Distinguished Service Order (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria    Distinguished Service Order (Regno Unito)

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Arc. 2544: Pecori Giraldi Guglielmo in grande uniforme da Maresciallo d’Italia mod. 16 settembre 1926 – 14 novembre 1933 (Borgo San Lorenzo, 18 maggio 1856 – Firenze, 15 febbraio 1941). Formatosi all’Accademia Militare di Torino, ne uscì nel 1877 con il grado di Sottotenente, servendo quindi in diversi reparti di artiglieria. Successivamente venne promosso a capitano. Dopo essere entrato nel corpo di Stato Maggiore nel 1887, fu inviato presso il comando delle truppe d’Africa. In Eritrea prese parte alla Campagna d’Africa Orientale (1896-1897), ottenendo poi il comando delle truppe eritree. Qui (con la spedizione di Alessandro Asinari di San Marzano) portò le tecnologie innovative che aveva imparato a Parigi, ad esempio gli aerostati da cui si procedeva all’osservazione del campo, le fotoelettriche per la difesa notturna, i telegrafi ottici e le mitragliatrici Montigny Cristophe dotate di 31 canne, e le adattò alla situazione, portando avanti le truppe fino a sorprendere le forze nemiche sul loro campo. Tornò in patria nell’aprile 1889, per poi essere promosso Maggiore nel 1891. Venne poi inviato in Alsazia-Lorena e a Salisburgo, per poi tornare nel 1895 in Italia, dove divenne Colonnello di Stato maggiore nel 1898. Nel 1900 fu nominato Capo di Stato Maggiore dell’VIII Corpo d’armata. Divenne poi comandante del corpo delle truppe coloniali dell’Eritrea italiana, assumendo anche per alcuni mesi la carica di reggente civile della colonia. Rimpatriato in Italia nel 1907 con il grado di Maggior Generale comandò le Brigate “Pisa” e “Cuneo”. Promosso Tenente Generale, dal 12 luglio 1911 divenne comandante della Divisione Messina e partecipò alla Guerra italo-turca guidando le operazioni per la conquista dell’oasi di Ain Zara. L’occupazione dell’oasi permise di allentare la stretta ottomana sulla città di Tripoli e permise di espandere l’occupazione italiana anche a tutte le oasi della cintura tripolina. Nel 1912 fu posto nella riserva. Richiamato in servizio nel 1915 con la prima guerra mondiale, grazie al Generale Luigi Cadorna che ne aveva grande stima, comandò la 27ª divisione (che comprendeva le Brigate di Benevento e della Campania). Dopo aver vinto la Battaglia dell’Isonzo, fu promosso comandante del VII Corpo d’armata e, dopo essere stato insignito nel maggio 1916 dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia, fu posto al comando della 1ª armata, schierata sul fronte degli Altipiani sino al termine del conflitto, con il grado di Tenente Generale in Comando d’Armata. Il 3 novembre 1918, Pecori Giraldi divenne il primo governatore militare e civile della città di Trento, e pochi giorni dopo del Trentino e dell’Alto Adige, la cosiddetta “Venezia Tridentina” fino al 20 luglio 1919 e venne sostituito da Luigi Credaro. Il 19 maggio 1919 fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine militare di Savoia e in novembre venne nominato Generale d’Esercito, il più alto grado della gerarchia militare italiana. Sempre nel 1919 venne nominato Senatore del Regno e nel 1923, fu eletto vice presidente del consiglio dell’Esercito. Il 17 giugno 1926 fu nominato da Mussolini Maresciallo d’Italia. Nel 1926 ritornò a capo del Trentino, e poi nel 1932 gli venne chiesto per due volte di iscriversi al Partito Nazionale Fascista, offerta che declinò in entrambe le circostanze. Fu presidente del Consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio di Firenze. Morì a Firenze nel 1941, e fu sepolto nel 1953 all’Ossario del Pasubio per suo volere, insieme ai suoi soldati che caddero durante le cruente battaglie della Prima guerra mondiale. Fotografia formato 17 x 11,2. Fotografo: Sconosciuto.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     Regio Decreto 30 dicembre 1919
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1929
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Grande ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
     28 dicembre 1916
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia
     24 maggio 1919
Croce al merito di guerra (2 volte) - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al merito di guerra (2 volte)
   
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa (1882-1935) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle campagne d’Africa (1882-1935)
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   
Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta
   

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Arc. G2: Caviglia Enrico in grande uniforme da Maresciallo d’Italia mod. 16 settembre 1926 – 14 novembre 1933 (Finalmarina, 4 maggio 1862 – Finale Ligure, 22 marzo 1945). Nel 1877 ottiene l’accesso al Collegio Militare di Milano, denominato oggi Scuola Militare “Teulié”. Entrò nell’Accademia militare di Torino nel 1880 uscendone col grado di Sottotenente d’Artiglieria tre anni dopo. Divenuto Tenente, fu inviato in Eritrea dal 1888 al 1889. Al ritorno in Italia, nel 1890 frequentò per un biennio la Scuola di Guerra ottenendo il grado di Capitano nel 1893 e facendo il suo ingresso nello Stato Maggiore dell’Esercito. Nuovamente spedito in Eritrea nel 1896, in occasione della campagna d’Africa Orientale prese parte alla battaglia di Adua. Il Capo di Stato Maggiore Tancredi Saletta lo scelse nel 1903 come addetto militare straordinario presso Tokyo con il compito di seguire l’imminente guerra russo-giapponese e, una volta terminato il conflitto, lo assegnò in pianta stabile al ruolo di addetto militare a Tokyo e Pechino fino al 1911.  Caviglia, nel corso della sua permanenza in Asia, venne nominato Tenente Colonnello ed Aiutante Onorario di Campo del Re (1908), mentre sviluppò un grande interesse verso le civiltà locali, dedicando ad esse anche una produzione saggistica. Trascorso nel 1912 un breve periodo in Libia, da incaricato delle trattative per lo sgombero delle truppe turche e la pacificazione di Arabi e Berberi alla fine della guerra italo-turca, entrò da vice direttore all’Istituto Geografico Militare di Firenze l’anno dopo e nel 1914 diventò Colonnello. Nell’estate 1915, poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, ottenne il grado di Maggior Generale. Con la Brigata Bari combatté sul Carso e in Trentino affrontando l’offensiva austriaca del 1916 e guadagnando la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Nel giugno del 1917 fu promosso Generale di Corpo d’Armata per meriti di guerra e il mese successivo, al comando del XXIV Corpo d’Armata, ottenne un’importante vittoria nella battaglia della Bainsizza, che però fu limitata negli effetti da problemi logistici. Nel corso della battaglia di Caporetto il suo reparto fu solo marginalmente interessato dall’attacco degli eserciti degli Imperi Centrali. Caviglia riuscì ad evitare la cattura, oltre che delle proprie, anche di altre truppe tra cui tre divisioni precedentemente agli ordini di Pietro Badoglio, conducendole dall’Isonzo al Tagliamento e quindi sul Piave. Per il suo comportamento durante la ritirata e la precedente difesa proprio sull’Isonzo ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Tuttavia lo stesso Badoglio, nel frattempo promosso Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, sciolse il Corpo d’armata di Caviglia per ricostituire gli organici del proprio. Caviglia, nel suo libro sulla Prima guerra mondiale intitolato La dodicesima battaglia: Caporetto criticò molto duramente questa ed altre decisioni prese da Badoglio. Nel gennaio 1918 fu nominato Membro supplente del Consiglio dell’Ordine Militare di Savoia e successivamente comandò l’artiglieria che, a partire dal giugno di quell’anno, combatté sull’altopiano di Asiago e in seguito sul Piave. Alla guida, ottenuta per meriti di guerra, dell’8ª Armata svolse un ruolo fondamentale nella risolutiva battaglia di Vittorio Veneto. Conclusesi le ostilità re Giorgio V del Regno Unito lo ordinò Commendatore dell’Ordine del Bagno ed acquisì il titolo di Sir. Nell’immediato dopoguerra (1919) Caviglia fu nominato Senatore del Regno, ricoprì l’incarico di Ministro della Guerra nel primo governo Orlando e ricevette l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare di Savoia. In conseguenza del protrarsi dell’occupazione iniziata il 12 settembre da parte di nazionalisti italiani guidati da Gabriele d’Annunzio della città di Fiume, l’allora Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti designò Caviglia, già comandante dell’8ª Armata, commissario straordinario per la Venezia Giulia subentrando in questa funzione a Badoglio. Quando nel 1920 fece ritorno al governo Giovanni Giolitti e fu concluso il Trattato di Rapallo, la successiva dichiarazione di guerra da parte dei legionari all’Italia ebbe come risposta prima un bombardamento e poi l’attacco della città da parte delle truppe agli ordini di Caviglia a partire dal 24 dicembre. Le operazioni si conclusero il 31 con la resa degli occupanti, e la concomitanza di scontri armati con le festività natalizie vide d’Annunzio definire quei giorni Natale di sangue. Accusato dai nazionalisti per i fatti accaduti a Fiume, si difese affermando di non essere stato informato in maniera corretta da Giolitti sulle concessioni verso la Jugoslavia. Tale punto di vista verrà sviluppato nel suo libro Il conflitto di Fiume, la cui stampa sarà impedita dal regime fascista nel 1925 e che non avverrà che postuma, nel 1948, in una versione rimaneggiata dallo stesso generale. Nei confronti del fascismo, dopo un’adesione sostanziale, ma priva di esplicite prese di posizione, dichiarò nel 1924 il ritiro del suo consenso non verso quelle da lui definite “le idee originali del fascismo”, quanto sugli sviluppi seguenti e tale orientamento si concretizzò nella non conferma della fiducia al governo Mussolini. Assieme ad altri generali, con l’eccezione di Badoglio, Caviglia si allontanò allora dalla scena politica. Nel 1926 Mussolini gli conferì il grado di maresciallo d’Italia e nel 1930 il re Vittorio Emanuele III lo investì Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata. L’ultimo incarico ricevuto fu un’ispezione sulle Alpi nel 1939. Secondo quanto affermato nel suo Diario, nelle note relative ai giorni tra l’8 settembre 1943 ed il 10 di quel mese, Caviglia giunse nella capitale per “affari privati” la mattina dell’8 e chiese al generale Campanari di ottenere udienza presso il Re, che chiese, se non si fosse trattato di questioni urgenti, di fissare l’udienza al giorno 9. Alle ore nove della data prevista per l’incontro fu Campanari stesso a contattare Caviglia avvisandolo di aver trovato il Quirinale abbandonato e lo invitò a incontrarsi nella piazza antistante. A tale incontro prese parte anche il Generale Vittorio Sogno, che informò gli altri dei fatti seguiti alla resa pubblica dell’armistizio di Cassibile e con loro si diresse all’edificio del Ministero della Guerra, dove assieme al ministro titolare del dicastero Antonio Sorice tentarono di mettersi in comunicazione con il Re per ottenerne l’assenso ad una temporanea assunzione del ruolo di capo del governo e delle forze militari da parte di Caviglia. Benché una risposta positiva fosse stata regolarmente inviata da Vittorio Emanuele III, in quel momento a bordo dell’incrociatore Scipione l’Africano, nessun messaggio pervenne a Caviglia. Nonostante fossero iniziati già scontri tra reparti italiani e tedeschi, le grandi difficoltà organizzative e quelle prospettatesi nella possibilità di difendere Roma condussero Caviglia ad accettare l’ultimatum imposto da Albert Kesselring il 10 settembre 1943 che dispose il disarmo delle truppe e la dichiarazione della capitale come città aperta. Celebri le parole usate da Caviglia a colloquio col feldmaresciallo tedesco, il 13 settembre: “Voi vedete com’è ridotta l’Italia: come Cristo alla colonna. Su di essa tutti possono sputare o schiaffeggiarla e batterla”. Quando si costituì la Repubblica Sociale Italiana, Mussolini pensò di nominarlo capo dell’esercito repubblicano ma Pavolini e Buffarini Guidi gli fecero notare che era troppo anziano per un incarico così gravoso ed il Duce cambiò rapidamente idea. Caviglia fece ritorno a Finale Ligure, dove morì poco prima di un mese dalla fine dei combattimenti e fu sepolto nella basilica di San Giovanni Battista in Finale Ligure Marina. La salma fu trasferita nel 1952 nella torre di Capo San Donato (in cui è sepolta anche la figlia). Fotografia formato 22,8 x 18,4. Fotografo: Sconosciuto. Autografa e datata 18 dicembre 1932.

Onorificenze

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
     1929
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia
     1929
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia
     22 febbraio 1919
Croce d'oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di servizio - nastrino per uniforme ordinaria    Croce d’oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di     servizio
   
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al merito di guerra
   
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa delle Campagne d’Africa
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
   
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)
   
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
   
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria    Medaglia commemorativa italiana della vittoria
   

Onorificenze straniere

Cavaliere Commendatore dell'Ordine del Bagno - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere Commendatore dell’Ordine del Bagno
     «Per meriti di guerra»

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Arc. G2: Tiscornia Luigi in grande uniforme da Generale di Corpo d’Armata mod.16 settembre 1926 – 14 novembre 1933 (Sampierdarena, 25 ottobre 1862 – Torino, 25 novembre 1950). Allievo alla Scuola Militare il 15 settembre 1879, uscì Sottotenente nel 19° Reggimento Fanteria il 24 aprile 1881. Tenente il 12 luglio 1883, passò al Distretto di Napoli il 30 luglio 1883 per poi tornare al 19° Fanteria il 13 agosto 1885. Ufficiale d’Ordinanza del Generale Sala Comandante del presidio di Spezia dal 27 novembre 1887 al 1° dicembre 1889, venne promosso Capitano nel 2° Reggimento Fanteria il 30 marzo 1890. Passò poi all’89° Reggimento Fanteria il 21 marzo 1895 e dal 13 febbraio al 29 giugno 1896 fu in Africa con il 29° Battaglione. Rientrato in Italia passò al 4° Reggimento Fanteria il 30 aprile 1903 ottenendo il grado di Maggiore nel 1° Fanteria il 29 settembre 1904. Tenente Colonnello nel 36° Reggimento Fanteria il 31 marzo 1910, ottenne il grado di Colonnello Comandante del 19° Reggimento Fanteria il 2 agosto 1914. Allo scoppio della guerra contro l’Austria guadagnò la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia nel 1915 e il 29 agosto 1915 venne promosso Colonnello Brigadiere ottenendo il comando della Brigata Casale. Maggior Generale il 1° novembre 1915 meritò due Medaglie d’Argento al Valor Militare e la Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia. Comandante della 24^ Divisione dal 2 marzo 1917 al 27 febbraio 1919 passò poi al comando della Divisione Territoriale di Ancona il 1° aprile 1919. Tenente Generale il 3 luglio 1921, fu Generale di Corpo d’Armata il 31 ottobre 1923 a disposizione, fece parte della Commissione Speciale Ricompense al Valor Militare dal 24 maggio 1924 per poi passare al comando del Corpo d’Armata di Torino il 25 agosto 1924. Il 25 ottobre 1928 venne collocato in Posizione Ausiliaria e il 26 febbraio 1929 fu nominato Senatore del Regno. Fotografia formato 30 x 24. Fotografo: Sconosciuto. 

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
   
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria    Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia